Territorio
Secco no alle criminalizzazioni del settore agricolo
Principale tutore ambiente e sicurezza alimentare
Puglia - domenica 13 novembre 2016
22.49
"Basta con la criminalizzazione ingiustificata del settore agricolo che depista dai reali e gravissimi problemi ambientali con cui Taranto è condannata a convivere da decenni. I nostri agricoltori hanno già pagato a caro prezzo le discutibili scelte industriali imposte al territorio, con i danni diretti ed indiretti noti a tutti. La lapidaria nota dell'Ordine dei Medici provinciale sulla presunta correlazione registrata a Taranto tra linfomi e uso dei pesticidi fa chiarezza circa notizie che gettano esclusivamente discredito sugli agricoltori, sempre più vittime di crisi di mercato a causa della concorrenza sleale dei prodotti provenienti dall'estero e spacciati per 'made in Italy' e per la tropicalizzazione del clima che incide negativamente sull'andamento produttivo aziendale. Ricordiamo a tutti che sono proprio gli agricoltori i principali manutentori del territorio e dell'ambiente ". E' il commento di Alfonso Cavallo, Presidente di Coldiretti Taranto, alla nota diffusa da Cosimo Nume, presidente dell'Ordine dei Medici di Taranto e da Annamaria Moschetti, presidente della Commissione Ambiente dell'Ordine che smentisce esista alcuna evidenza scientifica circa una correlazione tra l'aumento dei linfomi a Taranto e il presunto uso dei pesticidi in agricoltura. Grande attenzione a ciò che si mangia e si acquista va certamente prestata, soprattutto rispetto ai cibi provenienti dall'estero. Coldiretti ha stilato una classifica dei prodotti agroalimentari esteri che contengono residui di pesticidi oltre i limiti consentiti dalla legge italiana. In cima alla lista il peperoncino dal Vietnam, seguito da melagrane dalla Turchia, foglie di tè dalla Cina, fagioli dal Kenya, cachi da Israele, frutto della passione dalla Colombia, tutti provenienti da Paesi esteri dove evidentemente l'utilizzo di prodotti fitosanitari in quantitativi elevati o in modo scorretto porta alla permanenza di residui elevati sui cibi destinati alla vendita. "Il pericolo di consumare cibi contaminati – denuncia il Direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario - colpisce ingiustamente soprattutto coloro che dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l'uso di ingredienti di diversa qualità o metodi di produzione alternativi. Dall'inizio della crisi sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterati, contraffatti o falsificati".