Pannella Marco
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Politica

Senza Marco Pannella non sarà lo stesso...

Il ricordo di Cosimo Cataleta

Senza Marco Pannella non sarà lo stesso, perché nessuno sarà forse mai in grado di saper utilizzare la nobilissima arma referendaria, traendo attraverso il consenso popolare una forma di cambiamento sociale dai connotati storici. Un cambiamento che si fa storia, e che appunto su quei libri ci finisce. Vincendo grandi battaglie: eppur in "minoranza". Una lezione quasi attuale, alla faccia di quelle minoranze che oggi si nascondono dietro le "maggioranze", l'obbedienza di partito, la leadership e l'amore per la ditta. Senza Marco Pannella non sarà lo stesso, perché nessuno sarà mai più in grado di mettersi contro i sistemi, il pentapartito, lo strapotere Dc, il compromesso storico, le logge massoniche, i servizi segreti, la staffetta Dc-Pci e le resistenze del Vaticano. Contro una società ostativa di una modernità già preannunciata e persino ancora non agguantata. Oggi ancora indietro, mentre Marco muore ma continua a vivere.

Senza Marco Pannella non sarà lo stesso, perché nessuno si farà più arrestare o comprometterà le proprie condizioni fisiche per battaglie collettive "che non portano voti", a costo di rischiare la morte pur di salvare il senso dell'esistenza e di una vita viva, che non può prescindere dall'impegno sociale e dagli ideali che si fanno corpo attraverso l'esperienza della mente e dell'anima. Senza Marco Pannella non sarà lo stesso, perché gente come lui, Domenico Modugno, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, Enzo Tortora, Luca Coscioni, Piergiorgio Welby (solo alcuni grandi nomi), non solo non esisterà più, ma non potrà mai più godere di un rifugio e di una casa politica libera da condizionamenti e compromissioni. O meglio, tale rifugio resterà ed in questi insegnamenti si rispecchierà, ma non godrà della presenza di un grande uomo prima che politico. Lasciando spazio a quelle (nuove) e attuali tendenze legate alla professione dell'antipolitica, materia di positività e consenso elettorale. Pannella era invece tutt'altro. Un animale politico, non inteso sotto il profilo del consenso elettorale (anche se poi le battaglie referendarie ci dicono che forse non sempre è stato così), quanto per la passione verso le minoranze di ogni genere. Dalla parte dei più deboli, per la libertà di conquistare una comune ed eguale dignità sociale. Una passione che oggi raramente trova appunto casa, rifugio, conforto, consenso, legittimazione.

Senza Marco Pannella non sarà lo stesso, perché combattere gli avversari anche attraverso una dialettica a tratti sopra le righe e persino insopportabile, è rappresentativo di uno spessore politico di cui momentaneamente paiono perse le tracce. Credendo che possa essere sufficiente pronunciare quattro paroline magiche (es. onestà, trasparenza, ladri, partiti), per inculcare quella distorta idea che 'tutto è vecchio, tutto è stronzo e il cambiamento è il nuovo'. Come se bastasse 'metterci la faccia' per smantellare problematiche centennali, strutturali e radicate nella debolezza di un terreno, che anziché essere disprezzato, dovrebbe essere riassestato e perciò ricoltivato. Senza una ostentata lotta feroce, peraltro a quelle stesse istituzioni (apparentemente ripudiate) e a quello stesso potere che diventa poi, guarda caso, ossessione, malattia e desiderio irrinunciabile di conquista. Con buona pace di quella fetta di cittadini ancora ignari di un inganno degno dei peggiori partiti formato Prima Repubblica.

Senza Marco Panella non sarà lo stesso, perché sto facendo una fatica immane a scriverci su. Perché mi trovo in difficoltà dinanzi ad una perdita prevedibile ma che ho sempre sperato potesse protrarsi più in là. Come quando si è adolescenti, e ti auguri che rimandare le cose possa essere persino soluzione definitiva per aggirare la realtà. L'adolescenza, già. Eterno giovane era Marco Pannella, con quell'aria un po' dura, un po' spavalda. Capace di raggiungere una stima incondizionata, non solo presso coloro che ne condividano le idee ed il pensiero, ma anche presso gli avversari politici. Avversari che egli stesso ebbe modo di attaccare, contestare e combattere, ma con il rispetto dovuto di chi è considerato appunto avversario e non nemico, altra parola prediletta della politica di vossignoria futura terza Repubblica. Dai Grillo ai Salvini, sino agli immortali fascisti del terzo millennio, amanti per eccellenza del bavaglio e della censura. Ciò per cui Pannella si è sempre invece battuto.

Senza Marco Pannella non sarà lo stesso, perché la fame nel mondo, la libertà sessuale, la legalizzazione delle droghe leggere, l'amore per l'ambiente, il ripudio delle diseguaglianze, sono temi in cui è sorprendente ritrovarlo avanti anni luce, mentre il nostro Paese pare rimasto ancora allo status quo. Incarcerato nel conservatorismo e nella lotta a piccoli passi (vedasi Ddl Cirinnà), nei quali la fittizia convenienza dell'accordo e del compromesso ricade nella compromissione e nel ricatto. O forse no, qualcosa sarà pur cambiato, cercheremmo di rassicurarci. Dinanzi ad uno specchio, convinti di essere diversi e più moderni. Di essere più giusti e di aver voltato pagina, andando punto e a capo ed incrociando le pagine di quella modernità. Ma se ci chiedessimo da chi è partito questo piccolo processo, questa lievissima, rivoluzionaria e piacevole fiamma, magari qualche risposta oggi ce l'avremmo e sarebbe molto più chiara. Tirandoci un po' le orecchie magari: non è il significato della perdita che deve materializzare una presa di coscienza, né il riconoscimento verso uno come "Marco". Il rischio sarebbe quello di vivere nella delega, in quel (quasi fumettistico) mondo di eroi, nel quale la venerazione dello straordinario annullerebbe totalmente il senso, il significato ed il ruolo perduto dell'ordinario e del considerevole valore delle piccole cose. Ciao, Marco Pannella
Cosimo Cataleta
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