Cronaca
Sequestrati a Trani impianti fotovoltaici non a norma
Tratte in arresto 13 persone e sequestrati 10 impianti. Operazione della Guardia di Finanza
BAT - lunedì 17 dicembre 2012
18.00
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari hanno effettuato nelle prime ore di questa mattina 3 arresti in carcere e 10 ai domiciliari in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani nei confronti di 5 progettisti, 7 rappresentanti legali di società operanti nel settore delle energie rinnovabili (settore fotovoltaico) e del dirigente pro-tempore dell'ufficio Tecnico del Comune di Trani, per i reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le misure cautelari eseguite in data odierna giungono al termine di una complessa indagine svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bari e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani sotto la direzione del dr. Michele Ruggiero.
L'operazione è scaturita dagli esiti di un'attività investigativa su un'anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree del tranese.
Infatti, gli specialisti del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, sulla base delle risultanze di mirati sorvoli eseguiti con unità aeree del Corpo del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, pervenivano ad un'analitica mappatura dell'area interessata dai detti insediamenti fotovoltaici. I dati così acquisiti, incrociati con le risultanze delle banche dati in uso al Corpo, permettevano di riscostruire in modo puntuale gli assetti proprietari degli impianti energetici che, seppur sviluppati sul territorio senza soluzione di continuità, risultavano di proprietà di dieci società (con sede in Bolzano, Trani e Minervino Murge) apparentemente non legate da alcun rapporto di affari o interesse economico di sorta.
Tuttavia, gli ulteriori sviluppi investigativi consentivano di fare emergere una serie di "anomalie" rappresentate:
- dalla parziale coincidenza delle compagini societarie;
- dalla ricorrenza dei medesimi notai che avevano redatto gli atti costitutivi delle società;
- dall'utilizzo di analoghi "modelli" per gli atti e i documenti prodotti dalle società interessate all'ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa in campo energetico;
- dalla circostanza che gli incarichi per la realizzazione dei diversi siti energetici erano conferiti ai medesimi direttori dei lavori e progettisti.
Tali evidenze corroborate da ulteriori riscontri investigativi permettevano di disvelare un sofisticato sistema fraudolento congegnato dai soggetti colpiti dalla odierna misura cautelare.
Veniva infatti accertato che tre parchi fotovoltaici di grandi dimensioni erano stati "cartolarmente" frazionati in più impianti di potenza di poco inferiore ad 1 megawatt ciascuno realizzati – apparentemente – da società diverse, allo scopo di eludere la complessa procedura prevista per il rilascio della Autorizzazione Unica Regionale (A.U.R.) obbligatoria per le produzioni fotovoltaiche superiori ad 1 megawatt. Più in particolare, i parchi fotovoltaici realizzati nelle contrade tranesi di "Santa Perpetua" (di potenza nominale complessiva di circa 3 megawatt), di "De Cuneo" (di potenza nominale complessiva di circa 4 megawatt) e di "Santa Chiara" (di potenza nominale complessiva di circa 3 megawatt), benché suddivisi in più impianti di potenza inferiore ad un megawatt e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, erano, di fatto, riferibili ad un'unica proprietà e dunque ad un unico centro di interessi.
Così operando, gli indagati si potevano avvalere:
- della procedura semplificata prevista per la Dichiarazione di Inizio Attività (anziché di quella più complessa della Autorizzazione Unica Regionale) riservata agli impianti fotovoltaici di minore potenza, ovvero inferiori ad un megawatt;
- dei benefici previsti dal "Conto Energia" che riconosce maggiori incentivi a favore degli impianti di produzione fotovoltaica di minor potenza.
Tale modus operandi assicurava all'organizzazione criminale un ulteriore vantaggio. Il meccanismo del "conto energia", che premia con tariffe incentivanti l'energia prodotto dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, diventato operativo con appositi decreti ministeriali nel 2006 (primo "conto energia"), è strettamente connesso alla data di entrata in esercizio dell'impianto fotovoltaico in quanto riconosce maggiori benefici agli impianti più datati, riservando, viceversa, agevolazioni via via decrescenti a quelli entrati in funzione negli anni successivi al 2006.
L'utilizzo strumentale della D.I.A. (grazie al descritto sistema di frazionamento cartolare dei siti fotovoltaici) che garantisce tempi autorizzativi enormemente più brevi rispetto a quelli imposti dall'A.U.R., consentiva, quindi, di sfruttare i primi e più vantaggiosi conti energia .
Le investigazioni della Guardia di Finanza consentivano di quantificare in 5 milioni di euro circa i pagamenti, a titolo di incentivo statale, erogati alle 10 società in poco più di un anno dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A..
Si stima che se la truffa si fosse protratta per tutto il periodo assistito dagli incentivi energetici (20 anni) sarebbero state distratte risorse incentivanti per circa 100 milioni di euro.
Complessivamente sono 20 i soggetti coinvolti (tra cui gli odierni destinatari di misura cautelare) negli illeciti accertati poiché a vario titolo responsabili dei reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Sono stati infine sottoposti a sequestro preventivo 10 impianti fotovoltaici nonché sottoposte al medesimo vincolo cautelare somme di denaro presenti sui c/c della 10 società coinvolte nella frode accertata, per un valore equivalente alle erogazioni pubbliche indebitamente percepite ammontanti a circa 5 milioni di euro.
Le misure cautelari eseguite in data odierna giungono al termine di una complessa indagine svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bari e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani sotto la direzione del dr. Michele Ruggiero.
L'operazione è scaturita dagli esiti di un'attività investigativa su un'anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree del tranese.
Infatti, gli specialisti del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, sulla base delle risultanze di mirati sorvoli eseguiti con unità aeree del Corpo del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, pervenivano ad un'analitica mappatura dell'area interessata dai detti insediamenti fotovoltaici. I dati così acquisiti, incrociati con le risultanze delle banche dati in uso al Corpo, permettevano di riscostruire in modo puntuale gli assetti proprietari degli impianti energetici che, seppur sviluppati sul territorio senza soluzione di continuità, risultavano di proprietà di dieci società (con sede in Bolzano, Trani e Minervino Murge) apparentemente non legate da alcun rapporto di affari o interesse economico di sorta.
Tuttavia, gli ulteriori sviluppi investigativi consentivano di fare emergere una serie di "anomalie" rappresentate:
- dalla parziale coincidenza delle compagini societarie;
- dalla ricorrenza dei medesimi notai che avevano redatto gli atti costitutivi delle società;
- dall'utilizzo di analoghi "modelli" per gli atti e i documenti prodotti dalle società interessate all'ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa in campo energetico;
- dalla circostanza che gli incarichi per la realizzazione dei diversi siti energetici erano conferiti ai medesimi direttori dei lavori e progettisti.
Tali evidenze corroborate da ulteriori riscontri investigativi permettevano di disvelare un sofisticato sistema fraudolento congegnato dai soggetti colpiti dalla odierna misura cautelare.
Veniva infatti accertato che tre parchi fotovoltaici di grandi dimensioni erano stati "cartolarmente" frazionati in più impianti di potenza di poco inferiore ad 1 megawatt ciascuno realizzati – apparentemente – da società diverse, allo scopo di eludere la complessa procedura prevista per il rilascio della Autorizzazione Unica Regionale (A.U.R.) obbligatoria per le produzioni fotovoltaiche superiori ad 1 megawatt. Più in particolare, i parchi fotovoltaici realizzati nelle contrade tranesi di "Santa Perpetua" (di potenza nominale complessiva di circa 3 megawatt), di "De Cuneo" (di potenza nominale complessiva di circa 4 megawatt) e di "Santa Chiara" (di potenza nominale complessiva di circa 3 megawatt), benché suddivisi in più impianti di potenza inferiore ad un megawatt e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, erano, di fatto, riferibili ad un'unica proprietà e dunque ad un unico centro di interessi.
Così operando, gli indagati si potevano avvalere:
- della procedura semplificata prevista per la Dichiarazione di Inizio Attività (anziché di quella più complessa della Autorizzazione Unica Regionale) riservata agli impianti fotovoltaici di minore potenza, ovvero inferiori ad un megawatt;
- dei benefici previsti dal "Conto Energia" che riconosce maggiori incentivi a favore degli impianti di produzione fotovoltaica di minor potenza.
Tale modus operandi assicurava all'organizzazione criminale un ulteriore vantaggio. Il meccanismo del "conto energia", che premia con tariffe incentivanti l'energia prodotto dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, diventato operativo con appositi decreti ministeriali nel 2006 (primo "conto energia"), è strettamente connesso alla data di entrata in esercizio dell'impianto fotovoltaico in quanto riconosce maggiori benefici agli impianti più datati, riservando, viceversa, agevolazioni via via decrescenti a quelli entrati in funzione negli anni successivi al 2006.
L'utilizzo strumentale della D.I.A. (grazie al descritto sistema di frazionamento cartolare dei siti fotovoltaici) che garantisce tempi autorizzativi enormemente più brevi rispetto a quelli imposti dall'A.U.R., consentiva, quindi, di sfruttare i primi e più vantaggiosi conti energia .
Le investigazioni della Guardia di Finanza consentivano di quantificare in 5 milioni di euro circa i pagamenti, a titolo di incentivo statale, erogati alle 10 società in poco più di un anno dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A..
Si stima che se la truffa si fosse protratta per tutto il periodo assistito dagli incentivi energetici (20 anni) sarebbero state distratte risorse incentivanti per circa 100 milioni di euro.
Complessivamente sono 20 i soggetti coinvolti (tra cui gli odierni destinatari di misura cautelare) negli illeciti accertati poiché a vario titolo responsabili dei reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Sono stati infine sottoposti a sequestro preventivo 10 impianti fotovoltaici nonché sottoposte al medesimo vincolo cautelare somme di denaro presenti sui c/c della 10 società coinvolte nella frode accertata, per un valore equivalente alle erogazioni pubbliche indebitamente percepite ammontanti a circa 5 milioni di euro.