Territorio
Sottoscritto il Manifesto del Patto Val d’Ofanto
Il Patto promuoverà lo sviluppo del territorio del bacino dell’Ofanto
BAT - giovedì 8 maggio 2014
9.16
Ieri ad Avellino presso la Prefettura, alla presenza del Prefetto Carlo Sessa, si è tenuto l'incontro per la sottoscrizione del Manifesto del Patto Val d'Ofanto, finalizzato a promuovere lo sviluppo sostenibile dell'intero territorio del bacino idrografico del Fiume Ofanto, un territorio che conta 51 Comuni e 420 mila abitanti e interessa le Regioni Campania, Basilicata e Puglia e le Province di Avellino, Barletta-Andria-Trani, Foggia e Potenza. Il documento sarà trasmesso ai Presidenti delle Regioni Basilicata, Campania e Puglia, al Sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al delegato alla Coesione Territoriale. Obiettivo dei firmatari è chiedere che il territorio della Val d'Ofanto sia inserito a pieno titolo fra le aree oggetto d'intervento nell'ambito della programmazione europea 2014-2020.
Alla sottoscrizione ha partecipato la gran parte dei Sindaci dei Comuni ofantini, salvo alcuni assenti per contestuali e improrogabili impegni, e segnatamente i Sindaci di: Acquilonia (AV), Andretta (AV), Ascoli Satriano (FG), Atella (PZ), Barletta (BT), Bisaccia (AV), Cairano (AV), Calitri (AV), Canosa di Puglia (BT), Cerignola (FG), Conza della Campania (AV), Lacedonia (AV), Lavello (PZ), Lioni (AV), Margherita di Savoia (BT), Melfi (PZ), Monteverde (AV), Morra De Sanctis (AV), Rapone (PZ), Rocca San Felice (AV), Rocchetta Sant'Antonio (FG), Ruvo del Monte (PZ), Sant'Arcangelo dei Lombardi (AV), Spinazzola (AV), Teora (AV), Torella dei Lombardi (AV), Trinitapoli (BT), Villamaina (AV). Rappresentato anche il Consorzio intercomunale dell'Alto Ofanto CO-RIT.
Hanno inoltre partecipato alla sottoscrizione il Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, i responsabili delle Unioni regionali delle Bonifiche della Puglia e della Campania, il responsabile del Parco Regionale Naturale del Fiume Ofanto, il delegato del Rettore dell'Università degli Studi di Bari, i Presidenti dei GAL CILSI (AV), Vulture-Alto Bradano (PZ), Piana del Tavoliere (FG), il responsabile dell'Agenzia Territoriale per l'Ambiente (BT). Ha partecipato alla sottoscrizione anche il delegato del Presidente della Camera di Commercio di Avellino, mentre a preannunciato la sottoscrizione il Presidente della Camera di Commercio di Potenza, impossibilitato a partecipare.
«In questa fase, l'obiettivo prioritario dell'iniziativa è quello di proporre il territorio della Val d'Ofanto nella imminente programmazione europea e nazionale 2014-2020, con riferimento ai vari strumenti operativi di sviluppo locale e interregionale previsti dai regolamenti attuativi» ha dichiarato a margine dell'incontro il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola. Questa rinnovata collaborazione consentirà di progettare interventi capaci di guardare allo sviluppo socio-economico dell'intero territorio ofantino da proporre a finanziamento. Il Manifesto pone l'accento, tra l'altro, sul "Contratto di Fiume", uno strumento giuridico previsto dalla legislazione italiana, che consentirebbe di affrontare la tutela ambientale del fiume, unitariamente. «Partendo dall'attuale configurazione regionale del Parco dell'Ofanto, ritengo sia necessario ed opportuno puntare su una strategia interregionale che consenta una visione integrata e sostenibile dello sviluppo dell'intera area interessata, con una riqualificazione ambientale e con una idonea promozione turistica dell'Ofanto, un fiume quale risorsa preziosa da salvaguardare in simbiosi con la sua connotazione rurale per la presenza di una imprescindibile realtà agricola di pregio» ha proseguito il Presidente Ventola.
«Ci siamo ritrovati in tanti - sindaci, amministratori provinciali, rappresentanti di enti e del partenariato pubblico-privato - ad Avellino, nel territorio della sorgente del fiume Ofanto per riprendere il filo di una storia che non deve interrompersi ma ripartire con forza - così è intervenuto il sindaco di Barletta Pasquale Cascella - Nel 2009 fu firmato il manifesto di Melfi, per cercare di recuperare l'occasione della programmazione nazionale ed europea 2007-2013: alcuni progetti hanno avuto modo di concretizzarsi, ma in modo frammentato e al di fuori di una strategia condivisa tra le tre Regioni nel cui territorio scorre l'Ofanto. Questa volta nella Prefettura di Avellino, ovvero nella sede rappresentativa dell'insieme delle istituzioni, abbiamo sottoscritto un "patto", abbiamo cioè assunto un impegno fondato sull'assunzione di una diretta responsabilità per cogliere la nuova occasione della programmazione 2014-2020 con una visione moderna dello sviluppo sostenibile, che rivitalizzi il deserto attorno alle vecchie cattedrali industriali, che includa le piccole e medie realtà produttive diffuse nel territorio, che realizzi le infrastrutture materiali e immateriali per valorizzare le risorse che quest'area può mettere a disposizione dell'intero paese, che punta a fare dell'Ofanto un parco interregionale a partire dall'assunzione del "contratto di fiume". Non chiediamo nulla con il cappello in mano, ma offriamo una visione diversa dell'uso delle risorse che appartengono all'intera comunità. Se altri puntano a dividere e a contrapporre il Nord al Sud, e l'Italia all'Europa, noi guardiamo a ciò che ci ha unito e deve sempre più unire, ricordando Francesco De Sanctis - ma potremmo richiamare le lezioni meridionaliste e sociali di tanti padri della nostra storia, da Carlo Cafiero a Giuseppe Di Vittorio, da Giustino Fortunato a Francesco Saverio Nitti - quando avvertiva che solo "una grand'energia con una grande moderazione potrebbe salvare l'Italia". Conosciamo le difficoltà del processo di ricomposizione, sappiamo che avrà bisogno di gradualità, ma non deve mancare l' "energia", la determinazione, la consapevolezza che oggi ancor più di ieri solo insieme il Mezzogiorno e il paese possono tornare a crescere e ritrovare coesione, visione e futuro nella più larga prospettiva dell'integrazione europea» .
«Euro*IDEES segue l'evoluzione del Patto Val d'Ofanto sin dai suoi primi passi nel 2005 - afferma Emmanuele Daluiso, vicepresidente dell'associazione - ed esprime, in qualità di associazione europea impegnata nella promozione delle iniziative di sviluppo locale e regionale, il suo vivo apprezzamento per lo sforzo che le autorità locali e le forze economiche e sociali e le loro strutture associative stanno sostenendo da una decina d'anni circa per lo sviluppo della Val d'Ofanto, uno sforzo che ha già prodotto dopo il Manifesto di Melfi del 2009 importanti risultati, fra cui citiamo, a titolo d'esempio, il rilancio della produzione del Grano Senatore Cappelli nell'Alto Ofanto, l'ottenimento della certificazione DOP per l'olio extra vergine del Vulture nel Medio Ofanto, la realizzazione di interventi per la tutela e la valorizzazione ambientale del Parco Fluviale nel Basso Ofanto. La sottoscrizione del Manifesto Val d'Ofanto è la dimostrazione di una parte del Mezzogiorno d'Italia - che ha dato pure i natali a personalità illustri della costruzione dell'Italia unita e della sua democrazia, da Francesco De Sanctis, a Giustino Fortunato, a Francesco Saverio Nitti, a Giuseppe Di Vittorio, ed altri ancora - che vuole mettersi in discussione, innovarsi, provare a mettere in campo progettualità di più ampio respiro. Una parte del Mezzogiorno d'Italia che vuole andare oltre la "questione meridionale", oltre il rivendicazionismo assistenziale, dimostrare che lo sviluppo lo si fa innanzitutto cercando di mettere in campo idee in grado di aggregare soggetti pubblici e privati e dimostrando reali capacità realizzative di progetti ambiziosi, lungimiranti. La Val d'Ofanto, con la sottoscrizione del Manifesto odierno, si candida a dare un contributo fattivo ad una stagione di programmazione che si annuncia difficile, ma densa di soddisfazioni per quelle comunità che vorranno e sapranno guardare lontano».
Alla sottoscrizione ha partecipato la gran parte dei Sindaci dei Comuni ofantini, salvo alcuni assenti per contestuali e improrogabili impegni, e segnatamente i Sindaci di: Acquilonia (AV), Andretta (AV), Ascoli Satriano (FG), Atella (PZ), Barletta (BT), Bisaccia (AV), Cairano (AV), Calitri (AV), Canosa di Puglia (BT), Cerignola (FG), Conza della Campania (AV), Lacedonia (AV), Lavello (PZ), Lioni (AV), Margherita di Savoia (BT), Melfi (PZ), Monteverde (AV), Morra De Sanctis (AV), Rapone (PZ), Rocca San Felice (AV), Rocchetta Sant'Antonio (FG), Ruvo del Monte (PZ), Sant'Arcangelo dei Lombardi (AV), Spinazzola (AV), Teora (AV), Torella dei Lombardi (AV), Trinitapoli (BT), Villamaina (AV). Rappresentato anche il Consorzio intercomunale dell'Alto Ofanto CO-RIT.
Hanno inoltre partecipato alla sottoscrizione il Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, i responsabili delle Unioni regionali delle Bonifiche della Puglia e della Campania, il responsabile del Parco Regionale Naturale del Fiume Ofanto, il delegato del Rettore dell'Università degli Studi di Bari, i Presidenti dei GAL CILSI (AV), Vulture-Alto Bradano (PZ), Piana del Tavoliere (FG), il responsabile dell'Agenzia Territoriale per l'Ambiente (BT). Ha partecipato alla sottoscrizione anche il delegato del Presidente della Camera di Commercio di Avellino, mentre a preannunciato la sottoscrizione il Presidente della Camera di Commercio di Potenza, impossibilitato a partecipare.
«In questa fase, l'obiettivo prioritario dell'iniziativa è quello di proporre il territorio della Val d'Ofanto nella imminente programmazione europea e nazionale 2014-2020, con riferimento ai vari strumenti operativi di sviluppo locale e interregionale previsti dai regolamenti attuativi» ha dichiarato a margine dell'incontro il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola. Questa rinnovata collaborazione consentirà di progettare interventi capaci di guardare allo sviluppo socio-economico dell'intero territorio ofantino da proporre a finanziamento. Il Manifesto pone l'accento, tra l'altro, sul "Contratto di Fiume", uno strumento giuridico previsto dalla legislazione italiana, che consentirebbe di affrontare la tutela ambientale del fiume, unitariamente. «Partendo dall'attuale configurazione regionale del Parco dell'Ofanto, ritengo sia necessario ed opportuno puntare su una strategia interregionale che consenta una visione integrata e sostenibile dello sviluppo dell'intera area interessata, con una riqualificazione ambientale e con una idonea promozione turistica dell'Ofanto, un fiume quale risorsa preziosa da salvaguardare in simbiosi con la sua connotazione rurale per la presenza di una imprescindibile realtà agricola di pregio» ha proseguito il Presidente Ventola.
«Ci siamo ritrovati in tanti - sindaci, amministratori provinciali, rappresentanti di enti e del partenariato pubblico-privato - ad Avellino, nel territorio della sorgente del fiume Ofanto per riprendere il filo di una storia che non deve interrompersi ma ripartire con forza - così è intervenuto il sindaco di Barletta Pasquale Cascella - Nel 2009 fu firmato il manifesto di Melfi, per cercare di recuperare l'occasione della programmazione nazionale ed europea 2007-2013: alcuni progetti hanno avuto modo di concretizzarsi, ma in modo frammentato e al di fuori di una strategia condivisa tra le tre Regioni nel cui territorio scorre l'Ofanto. Questa volta nella Prefettura di Avellino, ovvero nella sede rappresentativa dell'insieme delle istituzioni, abbiamo sottoscritto un "patto", abbiamo cioè assunto un impegno fondato sull'assunzione di una diretta responsabilità per cogliere la nuova occasione della programmazione 2014-2020 con una visione moderna dello sviluppo sostenibile, che rivitalizzi il deserto attorno alle vecchie cattedrali industriali, che includa le piccole e medie realtà produttive diffuse nel territorio, che realizzi le infrastrutture materiali e immateriali per valorizzare le risorse che quest'area può mettere a disposizione dell'intero paese, che punta a fare dell'Ofanto un parco interregionale a partire dall'assunzione del "contratto di fiume". Non chiediamo nulla con il cappello in mano, ma offriamo una visione diversa dell'uso delle risorse che appartengono all'intera comunità. Se altri puntano a dividere e a contrapporre il Nord al Sud, e l'Italia all'Europa, noi guardiamo a ciò che ci ha unito e deve sempre più unire, ricordando Francesco De Sanctis - ma potremmo richiamare le lezioni meridionaliste e sociali di tanti padri della nostra storia, da Carlo Cafiero a Giuseppe Di Vittorio, da Giustino Fortunato a Francesco Saverio Nitti - quando avvertiva che solo "una grand'energia con una grande moderazione potrebbe salvare l'Italia". Conosciamo le difficoltà del processo di ricomposizione, sappiamo che avrà bisogno di gradualità, ma non deve mancare l' "energia", la determinazione, la consapevolezza che oggi ancor più di ieri solo insieme il Mezzogiorno e il paese possono tornare a crescere e ritrovare coesione, visione e futuro nella più larga prospettiva dell'integrazione europea» .
«Euro*IDEES segue l'evoluzione del Patto Val d'Ofanto sin dai suoi primi passi nel 2005 - afferma Emmanuele Daluiso, vicepresidente dell'associazione - ed esprime, in qualità di associazione europea impegnata nella promozione delle iniziative di sviluppo locale e regionale, il suo vivo apprezzamento per lo sforzo che le autorità locali e le forze economiche e sociali e le loro strutture associative stanno sostenendo da una decina d'anni circa per lo sviluppo della Val d'Ofanto, uno sforzo che ha già prodotto dopo il Manifesto di Melfi del 2009 importanti risultati, fra cui citiamo, a titolo d'esempio, il rilancio della produzione del Grano Senatore Cappelli nell'Alto Ofanto, l'ottenimento della certificazione DOP per l'olio extra vergine del Vulture nel Medio Ofanto, la realizzazione di interventi per la tutela e la valorizzazione ambientale del Parco Fluviale nel Basso Ofanto. La sottoscrizione del Manifesto Val d'Ofanto è la dimostrazione di una parte del Mezzogiorno d'Italia - che ha dato pure i natali a personalità illustri della costruzione dell'Italia unita e della sua democrazia, da Francesco De Sanctis, a Giustino Fortunato, a Francesco Saverio Nitti, a Giuseppe Di Vittorio, ed altri ancora - che vuole mettersi in discussione, innovarsi, provare a mettere in campo progettualità di più ampio respiro. Una parte del Mezzogiorno d'Italia che vuole andare oltre la "questione meridionale", oltre il rivendicazionismo assistenziale, dimostrare che lo sviluppo lo si fa innanzitutto cercando di mettere in campo idee in grado di aggregare soggetti pubblici e privati e dimostrando reali capacità realizzative di progetti ambiziosi, lungimiranti. La Val d'Ofanto, con la sottoscrizione del Manifesto odierno, si candida a dare un contributo fattivo ad una stagione di programmazione che si annuncia difficile, ma densa di soddisfazioni per quelle comunità che vorranno e sapranno guardare lontano».