Cronaca
Stickers, la nuova frontiera digitale per cyberbullismo e pedopornografia.
In campo la Polizia Postale che parla di un fenomeno in crescente diffusione
Internet - sabato 11 gennaio 2020
18.15
Sono gli "stickers" la nuova frontiera digitale per cyberbullismo e pedopornografia. A lanciare l'allarme è la Polizia Postale che nel consuntivo dell'attività svolta in Italia nel 2019 dedica particolare attenzione al fenomeno. Si tratta di immagini ricavate tramite specifiche applicazioni gratuite e inviate come messaggi sulle chat di Whatsapp e Telegram. La Polizia Postale parla di un fenomeno in crescente diffusione, che consiste nella condivisione, sulle piattaforme di messaggistica istantanea, di adesivi digitali gratuiti, a contenuto offensivo, violento, discriminatorio, antisemita, nonché pedopornografico. Nello scorso anno sono stati rilevati sette casi di stickers trattati da questa Specialità, conclusisi con altrettanti minori indagati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.
Le piattaforme di messaggistica istantanea - spiegano dalla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni - hanno offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoji (simboli pittografici, simili agli emoticon e utilizzati negli SMS, nelle e-mail, nonché nei social), pacchetti di stickers messi a disposizione dai sistemi di messaggistica istantanea che offrono la possibilità di crearne di personalizzati e modificati ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse "applicazioni" gratuite, disponibili per IOS e Android.
Negli ultimi tempi, questo tipo di servizio sta ricevendo il consenso degli utenti preadolescenti e adolescenti, i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori, etc.) ed esponendosi a responsabilità penali relative alla diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico. Nel corso del 2019 sono state indagate 650 persone per la diffusione di immagini pedopornografiche in rete. Le indagini relative al fenomeno dell'adescamento di minori online, invece, hanno consentito di indagare 180 soggetti.
Tra le indagini più significative della Polizia Postale nel 2019 in Italia nell'ambito dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, si segnala una complessa operazione, svolta in modalità sotto copertura online nelle Dark Net, che ha consentito di trarre in arresto un 60enne per detenzione di materiale di sfruttamento sessuale dei minori, aggravato dall'ingente quantità, dall'utilizzo di mezzi di anonimizzazione e criptazione, nonché dalla particolare violenza di alcune immagini rinvenute, raffiguranti abusi sessuali su minori anche in tenerissima età. L'uomo è risultato di particolare interesse, anche a livello internazionale, per i ruoli di amministratore e moderatore che nel tempo ha ricoperto nelle comunità virtuali pedofile.
Le piattaforme di messaggistica istantanea - spiegano dalla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni - hanno offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoji (simboli pittografici, simili agli emoticon e utilizzati negli SMS, nelle e-mail, nonché nei social), pacchetti di stickers messi a disposizione dai sistemi di messaggistica istantanea che offrono la possibilità di crearne di personalizzati e modificati ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse "applicazioni" gratuite, disponibili per IOS e Android.
Negli ultimi tempi, questo tipo di servizio sta ricevendo il consenso degli utenti preadolescenti e adolescenti, i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori, etc.) ed esponendosi a responsabilità penali relative alla diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico. Nel corso del 2019 sono state indagate 650 persone per la diffusione di immagini pedopornografiche in rete. Le indagini relative al fenomeno dell'adescamento di minori online, invece, hanno consentito di indagare 180 soggetti.
Tra le indagini più significative della Polizia Postale nel 2019 in Italia nell'ambito dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, si segnala una complessa operazione, svolta in modalità sotto copertura online nelle Dark Net, che ha consentito di trarre in arresto un 60enne per detenzione di materiale di sfruttamento sessuale dei minori, aggravato dall'ingente quantità, dall'utilizzo di mezzi di anonimizzazione e criptazione, nonché dalla particolare violenza di alcune immagini rinvenute, raffiguranti abusi sessuali su minori anche in tenerissima età. L'uomo è risultato di particolare interesse, anche a livello internazionale, per i ruoli di amministratore e moderatore che nel tempo ha ricoperto nelle comunità virtuali pedofile.