Cronaca
Stop ai tir con chiodi e bastoni: 4 arresti
Blocchi stradali, in carcere 3 andriesi ed un terlizzese. Chiodi per forare i pneumatici di autoarticolati
BAT - venerdì 27 gennaio 2012
11.01
Nel tardo pomeriggio di mercoledì, durante i blocchi stradali organizzati nel territorio della Provincia di Barletta Andria Trani, le Forze dell'ordine hanno individuato due autovetture di grossa cilindrata che stavano obbligando i conducenti di due tir contenenti derrate alimentari dirette al nord ad uscire dal casello autostradale di Andria per partecipare alle manifestazioni in corso.
Due pattuglie della polizia stradale sono riuscite a fermare una delle due macchine, occupata da quattro persone (tre di Andria ed una di Terlizzi). All'interno della macchina venivano rinvenuti mazze e sette chiodi a quattro punte in acciaio utilizzabili per forare i pneumatici di autoarticolati. I quattro soggetti sono stati arrestati per violenza privata aggravata e continuata e posti in arresto. Il più piccolo ha 22 anni, il più anziano 52.
Nel corso della conferenza stampa organizzata in procura, il procuratore capo Carlo Maria Capristo, pur riconoscendo il diritto costituzionale allo sciopero ha però sottolineato la gravità del fatto: «Il diritto allo sciopero - ha spiegato Capristo - non può costituire occasione per prevaricazioni e violenze. Abbiamo assistito ad una scena da film dell'America degli anni '30. Da quanto appurato, abbiamo motivo di ritenere che il gesto non sia stato compiuto da sprovveduti. Abbiamo il fondato sospetto che vi sia dietro un'attività criminale ben più articolata».
Due pattuglie della polizia stradale sono riuscite a fermare una delle due macchine, occupata da quattro persone (tre di Andria ed una di Terlizzi). All'interno della macchina venivano rinvenuti mazze e sette chiodi a quattro punte in acciaio utilizzabili per forare i pneumatici di autoarticolati. I quattro soggetti sono stati arrestati per violenza privata aggravata e continuata e posti in arresto. Il più piccolo ha 22 anni, il più anziano 52.
Nel corso della conferenza stampa organizzata in procura, il procuratore capo Carlo Maria Capristo, pur riconoscendo il diritto costituzionale allo sciopero ha però sottolineato la gravità del fatto: «Il diritto allo sciopero - ha spiegato Capristo - non può costituire occasione per prevaricazioni e violenze. Abbiamo assistito ad una scena da film dell'America degli anni '30. Da quanto appurato, abbiamo motivo di ritenere che il gesto non sia stato compiuto da sprovveduti. Abbiamo il fondato sospetto che vi sia dietro un'attività criminale ben più articolata».