Territorio
Tasi, per la Cgil la Bat al di sotto della media nazionale
Pugliese: «Migliorare i servizi per non subire l’ennesimo pesante balzello»
Canosa - lunedì 29 settembre 2014
7.44
«L'aliquota media della Tasi applicata dai Comuni delle province di Bari e Bat è inferiore alla media nazionale (2,46per mille). Una buona notizia, solo sulla carta però: all'indubbio risparmio economico per tante famiglie che stanno soffrendo le conseguenze della crisi economica, devono corrispondere servizi adeguati, in grado di migliorare la qualità della vita, affinché la Tasi non diventi l'ennesimo balzello inutile per svuotare ulteriormente le tasche dei cittadini».
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, commenta così lo studio effettuato dalla UIL regionale. Secondo i dati raccolti dall'ufficio "fisco e tributi" della UIL di Puglia, in provincia di Bari la media dell'aliquota applicata è dell'1,95 per mille, con il picco di Bari, Capurso, Molfetta, Ruvo e Toritto con il 3,3 per mille. Sono fermi al minimo (1 per mille) i Comuni di Altamura, Giovinazzo, Monopoli, Putignano e Triggiano.
«Il caso delle grandi città come Bari – spiega Pugliese – è per certi versi comprensibile, dettato dalla necessità di preservare almeno parte del gettito che l'Imu assicurava loro con un'aliquota dal 4 per mille in su. Inoltre, va considerato che nel capoluogo di regione si applicano detrazioni fino a 100 euro con Isee fino a 15mila euro e l'esenzione dal tributo con Isee fino a 10mila euro. Tuttavia, ribadiamo che all'aliquota applicata devono corrispondere servizi adeguati, così come l'applicazione del minimo di per sé non basta se ottenuta grazie all'abbassamento della qualità degli stessi».
Nella Bat, l'aliquota media è al 2,14 per mille. Anche qui i centri maggiori si distinguono per aliquote più alte, ad eccezione di Andria (1 per mille). Analizzando invece i capoluoghi di provincia, la media pugliese è del 2,52 per mille, oltre quella nazionale. Rispetto all'importo dell'Imu nel 2012, l'introduzione della Tasi comporterà un aumento medio del 46,98% ad abitazione (principale), circa 48 euro ad abitazione su base regionale, con casi limite come Foggia, dove l'incremento sarà di quasi 100 euro a casa (94,80%), peraltro con detrazioni molto basse (50 euro con Isee fino a 15mila con rendita catastale da 350 euro a 450 euro e nessuna detrazione con rendita superiore ai 450 euro).
«Indubbiamente – conclude Pugliese – allo stato attuale delle cose non serve uno studio approfondito, né uno scienziato per capire che i servizi offerti ai cittadini non sono certo di qualità eccelsa. Intanto si abbatte sulla testa di tanti pugliesi una tassa che ridurrà ulteriormente il potere d'acquisto delle famiglie, minando il livello di consumi sul mercato interno, determinanti per sperare in una ripresa economica e nell'avvio di un processo di sviluppo per un tessuto produttivo, come quello pugliese, costellato di piccole e medie imprese che guardano, per l'80% della loro attività, al mercato regionale e nazionale».
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, commenta così lo studio effettuato dalla UIL regionale. Secondo i dati raccolti dall'ufficio "fisco e tributi" della UIL di Puglia, in provincia di Bari la media dell'aliquota applicata è dell'1,95 per mille, con il picco di Bari, Capurso, Molfetta, Ruvo e Toritto con il 3,3 per mille. Sono fermi al minimo (1 per mille) i Comuni di Altamura, Giovinazzo, Monopoli, Putignano e Triggiano.
«Il caso delle grandi città come Bari – spiega Pugliese – è per certi versi comprensibile, dettato dalla necessità di preservare almeno parte del gettito che l'Imu assicurava loro con un'aliquota dal 4 per mille in su. Inoltre, va considerato che nel capoluogo di regione si applicano detrazioni fino a 100 euro con Isee fino a 15mila euro e l'esenzione dal tributo con Isee fino a 10mila euro. Tuttavia, ribadiamo che all'aliquota applicata devono corrispondere servizi adeguati, così come l'applicazione del minimo di per sé non basta se ottenuta grazie all'abbassamento della qualità degli stessi».
Nella Bat, l'aliquota media è al 2,14 per mille. Anche qui i centri maggiori si distinguono per aliquote più alte, ad eccezione di Andria (1 per mille). Analizzando invece i capoluoghi di provincia, la media pugliese è del 2,52 per mille, oltre quella nazionale. Rispetto all'importo dell'Imu nel 2012, l'introduzione della Tasi comporterà un aumento medio del 46,98% ad abitazione (principale), circa 48 euro ad abitazione su base regionale, con casi limite come Foggia, dove l'incremento sarà di quasi 100 euro a casa (94,80%), peraltro con detrazioni molto basse (50 euro con Isee fino a 15mila con rendita catastale da 350 euro a 450 euro e nessuna detrazione con rendita superiore ai 450 euro).
«Indubbiamente – conclude Pugliese – allo stato attuale delle cose non serve uno studio approfondito, né uno scienziato per capire che i servizi offerti ai cittadini non sono certo di qualità eccelsa. Intanto si abbatte sulla testa di tanti pugliesi una tassa che ridurrà ulteriormente il potere d'acquisto delle famiglie, minando il livello di consumi sul mercato interno, determinanti per sperare in una ripresa economica e nell'avvio di un processo di sviluppo per un tessuto produttivo, come quello pugliese, costellato di piccole e medie imprese che guardano, per l'80% della loro attività, al mercato regionale e nazionale».