Turismo
Tra passato e presente :"Gli Archeologi"del de Chirico
In mostra al Museo Archeologico Nazionale di Canosa
Canosa - venerdì 19 aprile 2019
22.59
Per le prossime festività pasquali, 25 aprile e 1° maggio, tra le attrazioni in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia(BT) spicca la scultura in bronzo "Gli Archeologi" realizzata dal grande Giorgio de Chirico nel 1968. E' visibile al pubblico dal 19 dicembre 2018, quando il Polo Museale della Puglia e il Museo Archeologico Nazionale di Canosa, l'hanno presentata con l'intervento della Direttrice del Polo Museale della Puglia, Mariastella Margozzi alla presenza delle autorità cittadine. In pari data è stato proposto il nuovo allestimento della sede museale di Palazzo Sinesi. L'esposizione racconta in sei sale un periodo significativo della storia di Canosa. I materiali esposti, provenienti dai corredi di tombe arcaiche e ricchi ipogei ellenistici, testimoniano usanze e mentalità della società canosina e l'elevata qualità dell'artigianato locale. All'ingresso del Museo Archeologico Nazionale di Canosa,in via Kennedy nr.18 è in bella evidenza la scultura "Gli Archeologi" di Giorgio de Chirico, prestata eccezionalmente dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma, con la quale è stata inaugurata la serie di "contaminazioni" tra arte contemporanea ed archeologia. "Quegli esseri vivevano in un mondo loro, un mondo a sé,non si lasciavano turbare dall'eterna tempesta che sibilava dietro di loro", sosteneva Giorgio de Chirico, nato il 10 luglio 1888 a Volos in Grecia e deceduto il 20 novembre a Roma. È stato un pittore e scrittore italiano, principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica. De Chirico iniziò a trattare il tema dell'archeologo in pittura nel 1927, un manichino umanizzato che abbraccia surreali costruzioni classiche, simbolo della storia culturale dell'umanità. Spesso esso è inserito in spazi ristretti da solo o in coppia. I surrealisti rimproverano De Chirico di aver abbandonato con queste opere, la sua rigorosa impostazione metafisica. Il motivo del ventre colmo di oggetti è ricorrente nella pittura dechirichiana degli anni Venti e Trenta e sarà in seguito ripreso più volte dall'artista anche nella scultura. Manichini gravidi di giocattoli, costruzioni fantastiche, frammenti architettonici e paesaggi compaiono in dipinti come "La famiglia del pittore" del 1926, "Le Muse(in villeggiatura)" e Il pittore, entrambi del 1927, Gli Araldici del 1930. Numerose variazioni sul tema degli Archeologi sono caratterizzate dallo stesso motivo: dal disegno del 1926 Gli Archeologi, al dipinto L' Archeologo datato 1926-1927, al grande olio Gli Archeologi del 1927, all'omonima tempera dello stesso anno e all'acquaforte per Le mystère laic di Jean Cocteau, sempre del 1927, fino alle diverse interpretazioni scultoree che si succedono dal 1940 fino agli anni Sessanta, delle quali fa parte la grande scultura del 1968 in mostra presso il Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia. Le due figure hanno il busto sproporzionato rispetto alle gambe e i loro corpi straripano di frammenti architettonici di templi e colonne spezzate, di acquedotti e muri romani, di cascate e di alberi. La vicinanza fisica dei due archeologi corrisponde anche a una comunanza emotiva grazie alla posa delle figure che si tramuta in una sorta di abbraccio, con il gesto complice della stretta intorno alla spalla. Gli Archeologi sono coloro che scoprono il passato e lo riportano al presente, indagando il lato metafisico della storia, della cultura e della società.
© Riproduzione riservata
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