Vita di città
Vincenzo:"Piccolo grande eroe, dolcissimo Angelo"
Il ricordo della professoressa Titti Di Nunno
Canosa - lunedì 30 marzo 2020
22.26
In queste ore tristi e difficili, sono tante le testimonianze che si susseguono per ricordare la memoria di Vincenzo Di Monte, studente della 1^ grafica pubblicitaria dell'IISS "N.Garrone" Barletta-Canosa, prematuramente venuto a mancare, tra le quali quella commovente e molto significativa inviata alla Redazione di Canosaweb dalla professoressa Titti Di Nunno.
«… La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo …» ("La madre di Cecilia" dal Capitolo XXXIV dei Promessi Sposi). """Lo scorso anno Vincenzo mi aveva sentito leggere questo celebre passo manzoniano dei Promessi Sposi - esordisce così la docente di lettere Di Nunno - e aveva pianto subito dopo, mosso a compassione per la tragica fine di Cecilia, la fanciulla morta di peste e portata verso il carro di un monatto tra le braccia dell'amorevole madre. Lui in quel momento aveva pensato a sua madre, alla sua incrollabile forza, ma anche alla sua dignitosissima sofferenza, la sofferenza di una madre che non ha mai smesso di lottare, impavida, contro il male mostruoso che si era impossessato del suo figliolo già in tenerissima età, una madre che ogni giorno, soggiogando ogni alito di sconforto, infondeva al proprio figlio la prode speranza di giorni migliori.Ebbene, anche io ho rivisto, riflesso in quella narrazione, il dignitosissimo dolore che ha contraddistinto la vita di questa madre e di questa famiglia così sventurata, a cui è stato riservato un calvario per il quale non esistono aggettivi che siano in grado di renderne a pieno la portata."""
"""L'ho scritto alla sua mamma, - prosegue la professoressa Di Nunno - ma ho deciso di trascriverlo anche tra queste righe di commiato: 'Vincenzo è sempre stato un angelo, sì, un angelo in Terra, capace di contagiare anche gli animi più duri con la sua prorompente positività, di scacciare nuvole minacciose e rallegrare anche la più triste delle giornate con il suo sorriso aperto e solare, a volte davvero disarmante!' Da questa notte ha cambiato casa, si è lasciato andare, lievemente, tra le braccia di Dio. Da oggi scalderà il cuore degli abitanti del cielo, come ha fatto con noi, lasciandoci una traccia indelebile di sé, un segno che non si cancellerà mai, perché lui sopravvivrà nei nostri ricordi più belli, per sempre, in una meravigliosa corrispondenza d'amorosi sensi! Piccolo grande eroe, dolcissimo angelo, CIAO da tutti noi, dai tuoi professori, dai tuoi compagni di classe, da tutta la comunità scolastica della scuola Bovio. Va', finalmente libero dal dolore terreno e da quel mondo di luce e amore prega per tutti quelli che hai lasciato qui a piangerti, consolandoli come, magistralmente, hai sempre saputo fare!" Conclude la docente Titti Di Nunno nella missiva.
«… La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo …» ("La madre di Cecilia" dal Capitolo XXXIV dei Promessi Sposi). """Lo scorso anno Vincenzo mi aveva sentito leggere questo celebre passo manzoniano dei Promessi Sposi - esordisce così la docente di lettere Di Nunno - e aveva pianto subito dopo, mosso a compassione per la tragica fine di Cecilia, la fanciulla morta di peste e portata verso il carro di un monatto tra le braccia dell'amorevole madre. Lui in quel momento aveva pensato a sua madre, alla sua incrollabile forza, ma anche alla sua dignitosissima sofferenza, la sofferenza di una madre che non ha mai smesso di lottare, impavida, contro il male mostruoso che si era impossessato del suo figliolo già in tenerissima età, una madre che ogni giorno, soggiogando ogni alito di sconforto, infondeva al proprio figlio la prode speranza di giorni migliori.Ebbene, anche io ho rivisto, riflesso in quella narrazione, il dignitosissimo dolore che ha contraddistinto la vita di questa madre e di questa famiglia così sventurata, a cui è stato riservato un calvario per il quale non esistono aggettivi che siano in grado di renderne a pieno la portata."""
"""L'ho scritto alla sua mamma, - prosegue la professoressa Di Nunno - ma ho deciso di trascriverlo anche tra queste righe di commiato: 'Vincenzo è sempre stato un angelo, sì, un angelo in Terra, capace di contagiare anche gli animi più duri con la sua prorompente positività, di scacciare nuvole minacciose e rallegrare anche la più triste delle giornate con il suo sorriso aperto e solare, a volte davvero disarmante!' Da questa notte ha cambiato casa, si è lasciato andare, lievemente, tra le braccia di Dio. Da oggi scalderà il cuore degli abitanti del cielo, come ha fatto con noi, lasciandoci una traccia indelebile di sé, un segno che non si cancellerà mai, perché lui sopravvivrà nei nostri ricordi più belli, per sempre, in una meravigliosa corrispondenza d'amorosi sensi! Piccolo grande eroe, dolcissimo angelo, CIAO da tutti noi, dai tuoi professori, dai tuoi compagni di classe, da tutta la comunità scolastica della scuola Bovio. Va', finalmente libero dal dolore terreno e da quel mondo di luce e amore prega per tutti quelli che hai lasciato qui a piangerti, consolandoli come, magistralmente, hai sempre saputo fare!" Conclude la docente Titti Di Nunno nella missiva.