Crepuscolo letterario di Luciana Fredella
Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne per “Missione Africa Onlus"
A parlare Agostino Trombetta e Luciano Ciavarella
domenica 23 settembre 2018
9.47
Gli scrittori uniscono sempre più i propri lettori, e poi può capitare che tra lettori nasca empatia e la conoscenza comincia a superare i confini dell'amore verso lo scrittore, tanto da ritrovarsi a parlare di altro e scoprire che si sta bene insieme. Questo è quanto mi è capitato quando ho conosciuto le coppie Agostino e Barbara e Luciano ed Emma. Agostino Trombetta e Luciano Ciavarella sono due amici che un giorno hanno deciso che non potevano star fermi a guardare senza contribuire a rendere migliori le condizioni di vita di alcuni popoli del Kenya e del Benin, così hanno cominciato a scrivere. Le loro antologie non contengono racconti seri e del resto conoscendoli, non potrebbe essere altrimenti perchè cercare di essere seri con Agostino e Luciano è impresa assai ardua, pertanto il dialogo instaurato con entrambi non sarà la consueta lettura, ma una lettura col sorriso sulle labbra.
Agostino Trombetta e Luciano Ciavarella sono gli autori dei racconti "Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne", inseriti nella seconda antologia da poco pubblicata. Ogni racconto è uno spunto di riflessione su vari argomenti che spaziano dall'amore alla spiritualità, dalla vita alla morte, dallo stato di divinità allo stato umano ma ciò che è più evidente è la componente umoristica. Impossibile rimaner seri durante la lettura! È così gradevole e leggero il modo in cui i due scrivono che si giunge alla fine velocemente, da rendersene conto solo quando si gira l'ultima pagina. L'obiettivo che si prefigge questa raccolta tuttavia è tutt'altro che leggero, difatti l'antologia nasce per creare condizioni di vita migliori per le popolazioni del Kenya e del Benin. Con i proventi della vendita della prima raccolta di racconti invero è stata realizzata una sala parto, con questa pubblicazione e grazie alla ONLUS Missione Africa http://missioneafrica.org/, verranno realizzati progetti nel campo della formazione.
Agostino Trombetta nasce a Foggia nel 1959 ma se gli si pone questa domanda risponde: "Sarei dovuto nascere in Sardegna, ma una cicogna disorientata e probabilmente alcolista mi depositò a Foggia", a testimonianza della passione per la Sardegna e in particolare per la squadra del Cagliari, passione nata dopo aver conosciuto Gigi Riva. Ha studiato all'Università di Chieti specializzandosi a Bari in Medicina e Chirurgia generale, percorso temporaneamente interrotto per il servizio militare nell'ospedale militare di Bolzano. Ha scelto di lavorare al pronto soccorso perché non ama le cravatte ed è entrato nel P.S. di San Giovanni Rotondo(FG) dove lavora attualmente. In più occasione su di sé ha detto "nonostante il mio cognome musicale non so suonare nulla ma amo il rock e tutte le sue varianti, in particolare Bruce Springsteen". Dell'Africa ama la gente perché è felice con poco e sorride, sempre.
Luciano Ciavarella, nasce nel 1960 a San Severo, è impegnato in più ambiti sociali: educatore-tutor, attualmente è il direttore coordinatore dell'Istituto Agrario "M. Di Sangro" della stessa città foggiana .
A dialogare sui racconti della seconda antologia "Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne" e su progetti e finalità della Onlus Missione Africa sono con noi gli autori Agostino Trombetta e Luciano Ciavarella che hanno risposto alle domande di Canosaweb per la rubrica "Crepuscolo Letterario" tesa a promuovere la lettura e al contempo far conoscere scrittori, generi letterari e le variegate sfaccettature della cultura.
Prima di leggere il vostro libro non conoscevo la Onlus Missione Africa né le sue finalità e sono rimasta colpita da quanto sia stato realizzato finora grazie all'opera di volontari e alle donazioni che, seppur esigue, hanno permesso di realizzare delle belle realtà in Kenya e in Benin. Cos'è e come opera Missione Africa?
Agostino Trombetta: "Missione Africa nasce ufficialmente nel 2012 ma l'esperienza maturata dal suo presidente Raffaele Longo e da alcuni tra i primi affiliati al'associazione risale a circa 20 anni fa con esperienze di volontariato in Europa, durante la guerra del Kosovo, e poi in Africa, tra Benin e Kenya, due tra i paesi più poveri al mondo, nei quali a tutt'oggi l'associazione con sede a Torremaggiore è impegnata. Cerchiamo di fare quello che molti, all'insegna del motto "aiutiamoli a casa loro" non fanno. Abbiamo costruito scuole, abbiamo sviluppato attività artigianali con microcredito, abbiamo costruito strutture sanitarie e ultimamente una piccola fabbrica di Burro di Karitè che da sostentamento a 12 famiglie di un piccolo villaggio beninese. Naturalmente non ci limitiamo a costruire strutture ma a finanziarle e sostenerle acquistando dalla popolazione a cui abbiamo donato una fonte di guadagno, alcuni dei prodotti stessi delle loro attività. Una delle nostre maggiori attività è l'istruzione sia dei bambini che, a volte, di adulti che vogliono imparare a scrivere e far di conto. Altro impegno prioritario è il miglioramento della condizione femminile attraverso iniziative varie sia di tipo culturale che economico.
Luciano Ciavarella: "Il vero alfiere di Missione Africa è Agostino, io presto solo la mia opera attraverso i miei racconti, le presentazioni del nostro libro e la dazione degli emolumenti ricavati all' Onlus Missione Africa" .
Quando avete deciso di aiutare la missione con la pubblicazione di un libro?
Agostino Trombetta : La pubblicazione del primo volumetto di racconti risale al dicembre del 2015 quando, avendo preso coscienza di aver scritto molti brevi racconti per puro diletto, io e il mio "socio" Luciano abbiamo pensato di monetizzare questa nostra produzione, naturalmente non per metterci dei soldi in tasca, ma per cercare di guadagnarci una collocazione leggermente più comoda nell'aldilà. Scherzi a parte, abbiamo pensato subito di sostenere i progetti di Missione Africa ONLUS con la quale, a quel tempo, avevo già fatto la mia prima esperienza di medico in Africa e mi accingevo a partire per la seconda missione.
Luciano Ciavarella : Anche questa è stata un'idea di Agostino che per Missione Africa aveva già prestato la sua opera di medico. Un giorno mi ha avvicinato e mi ha fatto questa proposta.
Spesso in letteratura si incontrano testi in cui gli autori "lavorano a staffetta" per dare origine ad un unico racconto, altre volte le antologie seguono un filo conduttore, ovvero viene dato un tema e gli stessi narrano la loro personale visione su quanto assegnato. In Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne non ho trovato un filo conduttore se non l'umorismo. In che modo lavorate per realizzare l'antologia?
Agostino Trombetta : Il nostro metodo di lavoro, che presumo sia sconosciuto ai più, è quello del "cazzeggio costruttivo" cioè ci divertiamo entrambi a scrivere di temi perlopiù strani o buffi tirando fuori da un evento, un'immagine o anche soltanto una cena tra amici, come è successo, il filo conduttore di un racconto e, una volta terminato lo stesso, strappare all'altro un sorriso o una grassa risata. Il cazzeggio è costruttivo i quanto permette di fare del bene al prossim0. Esso non prevede scritture a tema, staffette o altre regole. Unica regola è riempire un foglio di carta delle idee più balzane che possano passarci per la testa.
Luciano Ciavarella: In realtà hai ragione, l'unico trait-d'union che c'è fra i miei racconti e quelli di Agostino è per l'appunto la vena ironica che accomuna i suoi pezzi ai miei. Però è soprattutto l'amicizia il filo conduttore che ci unisce e ci fa realizzare le nostre zingarate letterarie.
Il vostro lavoro è altro rispetto alla scrittura tuttavia per questo progetto avete dedicato il vostro tempo libero per "raccontare" storie. Dopo due pubblicazioni, come vivete lo spazio della scrittura?
Agostino Trombetta : Lo viviamo bene. Il mio PC ha un monitor molto grande, adatto per scriverci tutti i racconti che voglio. Cerco di essere serio: il mio lavoro in pronto soccorso è spesso caotico e stressante ma le piccole pause, soprattutto i viaggi in macchina per recarmi in ospedale, mi spingono la mia mente ad allontanarsi dalla realtà per immaginare situazioni che possono essere divertenti o offrire uno spunto di riflessione.
Luciano Ciavarella: Bah! in realtà non scrivo mai, tranne che sporadicamente sui social. Non sono uno scrittore e quindi devo confessare di non essere unto dal sacro fuoco del raccontare
I racconti del professor Ciavarella sono autobiografici, mentre quelli del dottor Trombetta sono per lo più dei fantasy, ma entrambi affrontano tematiche attuali e non nego che dopo alcuni istanti ho riflettuto molto sul loro significato più profondo. Ad esempio, Delle virtù umane e della morte mi ha fatto pensare a quanto si menta in vita e a quanto il mentire non ci lasci neanche dopo morti, oppure nel racconto Frecce tra la folla ho pensato a quanto complichiamo un sentimento semplice come l'amore, cercando di incasellarlo, etichettarlo e giudicarlo. Sono troppo audace se penso che ogni racconto sia un invito a riflettere?
Agostino Trombetta : Io considero la scrittura come la rappresentazione di un sogno. Per questo motivo i miei racconti sono volutamente a lieto fine. Preferisco il sogno all'incubo. Almeno in una storia vorrei che il mondo fosse giusto e piacevole per tutti. Per storie amare e tragiche non c'è bisogno di un libro, basta accendere la TV all'ora di pranzo o cena, purtroppo. Io non invito a riflettere ma invito a leggere, poi ognuno trarrà dalla lettura le sue conclusioni e la sua morale, se ce ne sarà bisogno. Non ho questa supponenza di dare lesioni. Hai citato Frecce tra la folla e devo dirti che questo racconto fa seguito a qualcosa di analogo, almeno per il tema della omosessualità che tratta, già presente sul primo volumetto (Il gigante, Jairzinho e altre storie) dal titolo situazione imbarazzante che chi vuole può cercare sul sito internet www.oblomovpress.it. L'amore è meraviglioso in tutte le sue forme, anche quando unisce un elefante ed una gazzella come racconto in Miracolo nella savana.
Luciano Ciavarella : Sono felice di quello che ti è successo dopo la lettura del nostro libro, anche perché, fra me ed Agostino, l'unico momento in cui chiaramente riflettiamo è quello in cui ci poniamo davanti allo specchio.
Tra i racconti in cui ho riso di più c'è Dio li fa e poi li manda al Pronto Soccorso del dottor Trombetta e Il Barocco e il Cinghiale narrato dal professor Ciavarella, entrambi legati al vostro lavoro. È importante osservare l'altro per poterne descrivere le peculiarità oppure vi basate sulle vostre sensazioni o emozioni personali per creare i vostri racconti?
Agostino Trombetta : Il racconto su quanto mi capita al lavoro, parlando coi pazienti, è sicuramente permeato di una grande comicità. La cosa strana è che non ho dovuto mettere in moto la mia fantasia per buttarlo giù, in quanto si tratta di episodi autentici, realmente accaduti, e ho solo riportato quegli eventi imprevisti così come s'erano svolti. La comicità a volte nasce dalla nostra vita e dalle nostre attività quotidiane.
Luciano Ciavarella: Non sono un attento osservatore, ma la vita a volte ti pone di fronte a casi ed episodi talmente tanto ridicoli, che riesce semplice dopo un po' ricordarli e raccontarli per il proprio diletto e per quello degli altri.
Quest'anno l'antologia è approdata all'appuntamento annuale Il Libro Possibile a Polignano. Com'è stata questa esperienza?
Agostino Trombetta : "il libro possibile" è stato per me un sogno. Ci sentivamo come due bimbi al Luna Park. Essere accettati a presentare i nostri racconti nello stesso evento a cui partecipavano fior di scrittori che solitamente leggiamo o che seguiamo in programmi televisivi, è stata un'esperienza esaltante e che mai avremmo immaginato. La soddisfazione più grande poi è stata vedere la piazzetta che ci ospitava riempirsi mano a mano di gente interessata e curiosa, capitata lì per caso, ma poi subito attratta da quanto stavamo narrando. È stato bellissimo scoprire che non c'era più il minimo spazio libero.
Luciano Ciavarella: È stato davvero divertente giocare per una volta in serie A; la sera in cui ci siamo "esibiti", in contemporanea, eravamo circondati dalle più note firme italiane e se all'inizio ero un po' contratto, subito dopo mi sono sentito a mio agio, anche perché un discreto numero di persone ha seguito l'evento e mi è parso divertito e interessato.
Avete mai pensato di realizzare un'antologia con una casa editrice importante per offrire maggiore visibilità a Missione Africa, magari coinvolgendo altri scrittori?
Agostino Trombetta: Assolutamente no. Noi voliamo basso e per noi tutto questo non è altro che un gioco. Un gioco utile, ma sempre da vivere col sorriso sulle labbra.
Luciano Ciavarella : Potremmo anche pensarci, il problema è che molto probabilmente è la casa editrice importante che non penserebbe a noi.
Il libro che è attualmente sul vostro comodino?
Agostino Trombetta : Attualmente dormo con mia moglie da una parte "Furore" (titolo originale Grapes of wrath) di Steinbeck dall'altra. Lettura suggerita dalla canzone The Ghost of Tom Joad di Bruce Springsteen, mio grande amore musicale, che parla del protagonista di questo libro e che non conoscevo affatto. Accanto a Furore, già letto una marea di volte, c'è "Rombo di Tuono - Storia e Leggenda di Gigi Riva" di Bruno Bernardi, in onore al mio grande amore sportivo.
Luciano Ciavarella : Solomon Gursky è stato qui di Mordecai Rickler.
Grazie per la disponibilità e per aver dedicato del tempo prezioso alle nostre domande. Buon lavoro!
Luciana Fredella
Agostino Trombetta e Luciano Ciavarella sono gli autori dei racconti "Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne", inseriti nella seconda antologia da poco pubblicata. Ogni racconto è uno spunto di riflessione su vari argomenti che spaziano dall'amore alla spiritualità, dalla vita alla morte, dallo stato di divinità allo stato umano ma ciò che è più evidente è la componente umoristica. Impossibile rimaner seri durante la lettura! È così gradevole e leggero il modo in cui i due scrivono che si giunge alla fine velocemente, da rendersene conto solo quando si gira l'ultima pagina. L'obiettivo che si prefigge questa raccolta tuttavia è tutt'altro che leggero, difatti l'antologia nasce per creare condizioni di vita migliori per le popolazioni del Kenya e del Benin. Con i proventi della vendita della prima raccolta di racconti invero è stata realizzata una sala parto, con questa pubblicazione e grazie alla ONLUS Missione Africa http://missioneafrica.org/, verranno realizzati progetti nel campo della formazione.
Agostino Trombetta nasce a Foggia nel 1959 ma se gli si pone questa domanda risponde: "Sarei dovuto nascere in Sardegna, ma una cicogna disorientata e probabilmente alcolista mi depositò a Foggia", a testimonianza della passione per la Sardegna e in particolare per la squadra del Cagliari, passione nata dopo aver conosciuto Gigi Riva. Ha studiato all'Università di Chieti specializzandosi a Bari in Medicina e Chirurgia generale, percorso temporaneamente interrotto per il servizio militare nell'ospedale militare di Bolzano. Ha scelto di lavorare al pronto soccorso perché non ama le cravatte ed è entrato nel P.S. di San Giovanni Rotondo(FG) dove lavora attualmente. In più occasione su di sé ha detto "nonostante il mio cognome musicale non so suonare nulla ma amo il rock e tutte le sue varianti, in particolare Bruce Springsteen". Dell'Africa ama la gente perché è felice con poco e sorride, sempre.
Luciano Ciavarella, nasce nel 1960 a San Severo, è impegnato in più ambiti sociali: educatore-tutor, attualmente è il direttore coordinatore dell'Istituto Agrario "M. Di Sangro" della stessa città foggiana .
A dialogare sui racconti della seconda antologia "Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne" e su progetti e finalità della Onlus Missione Africa sono con noi gli autori Agostino Trombetta e Luciano Ciavarella che hanno risposto alle domande di Canosaweb per la rubrica "Crepuscolo Letterario" tesa a promuovere la lettura e al contempo far conoscere scrittori, generi letterari e le variegate sfaccettature della cultura.
Prima di leggere il vostro libro non conoscevo la Onlus Missione Africa né le sue finalità e sono rimasta colpita da quanto sia stato realizzato finora grazie all'opera di volontari e alle donazioni che, seppur esigue, hanno permesso di realizzare delle belle realtà in Kenya e in Benin. Cos'è e come opera Missione Africa?
Agostino Trombetta: "Missione Africa nasce ufficialmente nel 2012 ma l'esperienza maturata dal suo presidente Raffaele Longo e da alcuni tra i primi affiliati al'associazione risale a circa 20 anni fa con esperienze di volontariato in Europa, durante la guerra del Kosovo, e poi in Africa, tra Benin e Kenya, due tra i paesi più poveri al mondo, nei quali a tutt'oggi l'associazione con sede a Torremaggiore è impegnata. Cerchiamo di fare quello che molti, all'insegna del motto "aiutiamoli a casa loro" non fanno. Abbiamo costruito scuole, abbiamo sviluppato attività artigianali con microcredito, abbiamo costruito strutture sanitarie e ultimamente una piccola fabbrica di Burro di Karitè che da sostentamento a 12 famiglie di un piccolo villaggio beninese. Naturalmente non ci limitiamo a costruire strutture ma a finanziarle e sostenerle acquistando dalla popolazione a cui abbiamo donato una fonte di guadagno, alcuni dei prodotti stessi delle loro attività. Una delle nostre maggiori attività è l'istruzione sia dei bambini che, a volte, di adulti che vogliono imparare a scrivere e far di conto. Altro impegno prioritario è il miglioramento della condizione femminile attraverso iniziative varie sia di tipo culturale che economico.
Luciano Ciavarella: "Il vero alfiere di Missione Africa è Agostino, io presto solo la mia opera attraverso i miei racconti, le presentazioni del nostro libro e la dazione degli emolumenti ricavati all' Onlus Missione Africa" .
Quando avete deciso di aiutare la missione con la pubblicazione di un libro?
Agostino Trombetta : La pubblicazione del primo volumetto di racconti risale al dicembre del 2015 quando, avendo preso coscienza di aver scritto molti brevi racconti per puro diletto, io e il mio "socio" Luciano abbiamo pensato di monetizzare questa nostra produzione, naturalmente non per metterci dei soldi in tasca, ma per cercare di guadagnarci una collocazione leggermente più comoda nell'aldilà. Scherzi a parte, abbiamo pensato subito di sostenere i progetti di Missione Africa ONLUS con la quale, a quel tempo, avevo già fatto la mia prima esperienza di medico in Africa e mi accingevo a partire per la seconda missione.
Luciano Ciavarella : Anche questa è stata un'idea di Agostino che per Missione Africa aveva già prestato la sua opera di medico. Un giorno mi ha avvicinato e mi ha fatto questa proposta.
Spesso in letteratura si incontrano testi in cui gli autori "lavorano a staffetta" per dare origine ad un unico racconto, altre volte le antologie seguono un filo conduttore, ovvero viene dato un tema e gli stessi narrano la loro personale visione su quanto assegnato. In Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne non ho trovato un filo conduttore se non l'umorismo. In che modo lavorate per realizzare l'antologia?
Agostino Trombetta : Il nostro metodo di lavoro, che presumo sia sconosciuto ai più, è quello del "cazzeggio costruttivo" cioè ci divertiamo entrambi a scrivere di temi perlopiù strani o buffi tirando fuori da un evento, un'immagine o anche soltanto una cena tra amici, come è successo, il filo conduttore di un racconto e, una volta terminato lo stesso, strappare all'altro un sorriso o una grassa risata. Il cazzeggio è costruttivo i quanto permette di fare del bene al prossim0. Esso non prevede scritture a tema, staffette o altre regole. Unica regola è riempire un foglio di carta delle idee più balzane che possano passarci per la testa.
Luciano Ciavarella: In realtà hai ragione, l'unico trait-d'union che c'è fra i miei racconti e quelli di Agostino è per l'appunto la vena ironica che accomuna i suoi pezzi ai miei. Però è soprattutto l'amicizia il filo conduttore che ci unisce e ci fa realizzare le nostre zingarate letterarie.
Il vostro lavoro è altro rispetto alla scrittura tuttavia per questo progetto avete dedicato il vostro tempo libero per "raccontare" storie. Dopo due pubblicazioni, come vivete lo spazio della scrittura?
Agostino Trombetta : Lo viviamo bene. Il mio PC ha un monitor molto grande, adatto per scriverci tutti i racconti che voglio. Cerco di essere serio: il mio lavoro in pronto soccorso è spesso caotico e stressante ma le piccole pause, soprattutto i viaggi in macchina per recarmi in ospedale, mi spingono la mia mente ad allontanarsi dalla realtà per immaginare situazioni che possono essere divertenti o offrire uno spunto di riflessione.
Luciano Ciavarella: Bah! in realtà non scrivo mai, tranne che sporadicamente sui social. Non sono uno scrittore e quindi devo confessare di non essere unto dal sacro fuoco del raccontare
I racconti del professor Ciavarella sono autobiografici, mentre quelli del dottor Trombetta sono per lo più dei fantasy, ma entrambi affrontano tematiche attuali e non nego che dopo alcuni istanti ho riflettuto molto sul loro significato più profondo. Ad esempio, Delle virtù umane e della morte mi ha fatto pensare a quanto si menta in vita e a quanto il mentire non ci lasci neanche dopo morti, oppure nel racconto Frecce tra la folla ho pensato a quanto complichiamo un sentimento semplice come l'amore, cercando di incasellarlo, etichettarlo e giudicarlo. Sono troppo audace se penso che ogni racconto sia un invito a riflettere?
Agostino Trombetta : Io considero la scrittura come la rappresentazione di un sogno. Per questo motivo i miei racconti sono volutamente a lieto fine. Preferisco il sogno all'incubo. Almeno in una storia vorrei che il mondo fosse giusto e piacevole per tutti. Per storie amare e tragiche non c'è bisogno di un libro, basta accendere la TV all'ora di pranzo o cena, purtroppo. Io non invito a riflettere ma invito a leggere, poi ognuno trarrà dalla lettura le sue conclusioni e la sua morale, se ce ne sarà bisogno. Non ho questa supponenza di dare lesioni. Hai citato Frecce tra la folla e devo dirti che questo racconto fa seguito a qualcosa di analogo, almeno per il tema della omosessualità che tratta, già presente sul primo volumetto (Il gigante, Jairzinho e altre storie) dal titolo situazione imbarazzante che chi vuole può cercare sul sito internet www.oblomovpress.it. L'amore è meraviglioso in tutte le sue forme, anche quando unisce un elefante ed una gazzella come racconto in Miracolo nella savana.
Luciano Ciavarella : Sono felice di quello che ti è successo dopo la lettura del nostro libro, anche perché, fra me ed Agostino, l'unico momento in cui chiaramente riflettiamo è quello in cui ci poniamo davanti allo specchio.
Tra i racconti in cui ho riso di più c'è Dio li fa e poi li manda al Pronto Soccorso del dottor Trombetta e Il Barocco e il Cinghiale narrato dal professor Ciavarella, entrambi legati al vostro lavoro. È importante osservare l'altro per poterne descrivere le peculiarità oppure vi basate sulle vostre sensazioni o emozioni personali per creare i vostri racconti?
Agostino Trombetta : Il racconto su quanto mi capita al lavoro, parlando coi pazienti, è sicuramente permeato di una grande comicità. La cosa strana è che non ho dovuto mettere in moto la mia fantasia per buttarlo giù, in quanto si tratta di episodi autentici, realmente accaduti, e ho solo riportato quegli eventi imprevisti così come s'erano svolti. La comicità a volte nasce dalla nostra vita e dalle nostre attività quotidiane.
Luciano Ciavarella: Non sono un attento osservatore, ma la vita a volte ti pone di fronte a casi ed episodi talmente tanto ridicoli, che riesce semplice dopo un po' ricordarli e raccontarli per il proprio diletto e per quello degli altri.
Quest'anno l'antologia è approdata all'appuntamento annuale Il Libro Possibile a Polignano. Com'è stata questa esperienza?
Agostino Trombetta : "il libro possibile" è stato per me un sogno. Ci sentivamo come due bimbi al Luna Park. Essere accettati a presentare i nostri racconti nello stesso evento a cui partecipavano fior di scrittori che solitamente leggiamo o che seguiamo in programmi televisivi, è stata un'esperienza esaltante e che mai avremmo immaginato. La soddisfazione più grande poi è stata vedere la piazzetta che ci ospitava riempirsi mano a mano di gente interessata e curiosa, capitata lì per caso, ma poi subito attratta da quanto stavamo narrando. È stato bellissimo scoprire che non c'era più il minimo spazio libero.
Luciano Ciavarella: È stato davvero divertente giocare per una volta in serie A; la sera in cui ci siamo "esibiti", in contemporanea, eravamo circondati dalle più note firme italiane e se all'inizio ero un po' contratto, subito dopo mi sono sentito a mio agio, anche perché un discreto numero di persone ha seguito l'evento e mi è parso divertito e interessato.
Avete mai pensato di realizzare un'antologia con una casa editrice importante per offrire maggiore visibilità a Missione Africa, magari coinvolgendo altri scrittori?
Agostino Trombetta: Assolutamente no. Noi voliamo basso e per noi tutto questo non è altro che un gioco. Un gioco utile, ma sempre da vivere col sorriso sulle labbra.
Luciano Ciavarella : Potremmo anche pensarci, il problema è che molto probabilmente è la casa editrice importante che non penserebbe a noi.
Il libro che è attualmente sul vostro comodino?
Agostino Trombetta : Attualmente dormo con mia moglie da una parte "Furore" (titolo originale Grapes of wrath) di Steinbeck dall'altra. Lettura suggerita dalla canzone The Ghost of Tom Joad di Bruce Springsteen, mio grande amore musicale, che parla del protagonista di questo libro e che non conoscevo affatto. Accanto a Furore, già letto una marea di volte, c'è "Rombo di Tuono - Storia e Leggenda di Gigi Riva" di Bruno Bernardi, in onore al mio grande amore sportivo.
Luciano Ciavarella : Solomon Gursky è stato qui di Mordecai Rickler.
Grazie per la disponibilità e per aver dedicato del tempo prezioso alle nostre domande. Buon lavoro!
Luciana Fredella