Crepuscolo letterario di Luciana Fredella
Il Nero di Troia per “Lo stupore della notte”
Piergiorgio Pulixi presenta l’ultimo romanzo noir
domenica 1 luglio 2018
10.03
Interesse e partecipazione di pubblico alla presentazione del romanzo "Lo stupore della notte", con l'autore Piergiorgio Pulixi, considerato "la voce under 40 più brillante del noir italiano" che ha avuto luogo lo scorso venerdì alla Libreria Orsa Minore di San Severo(FG), centro di resistenza culturale, presidiato dai gruppi di lettura. Piergiorgio Pulixi(36 anni) originario di Cagliari ma vive a Milano. Si è formato tra l'Italia e l'Inghilterra ed è stato allievo di Massimo Carlotto. Fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto e Colomba Rossi. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de Fogu, (edizioni E/O 2008), e singolarmente il romanzo Donne a Perdere (Edizioni E/O 2010). Col noir Una brutta storia (Edizioni E/O 2012, miglior noir del 2012 per i blog Noir italiano e 50/50 Thriller, e finalista al Premio Camaiore 2013), ha inizio la saga del personaggio Biagio Mazzeo che prosegue con La notte delle pantere (Edizioni E/O 2014 vincitore del Premio Glauco Felici 2015), Nel 2014 per Rizzoli pubblica il romanzo Padre Nostro e sempre per Edizioni E/O il thriller psicologico L'appuntamento miglior thriller 2014 per i lettori di 50/50 Thriller e vincitore del Premio Prunola 2016. Nel 2015 prosegue la saga di Mazzeo con Per sempre (edizioni E/O 2015), che finisce con Prima di dirti addio (Edizioni E/O 2016) romanzo vincitore del Premio Corpi Freddi Awards 2016, menzione speciale della giuria al Premio Metamorfosi 2016, e vincitore del Premio Garfagnana in Giallo 2016. Nel 2015 compare il personaggio Vito Strega con Il Canto degli innocenti (Edizioni E/O) vincitore del Premio Franco Fedeli 2015, dei Corpi Freddi Awards 2015 come miglior romanzo dell'anno, e del Premio Grotte della Gurfa 2016. Il Canto degli innocenti è il primo libro della serie thriller I Canti del Male. Nel 2015 e nel 2016 Pulixi è stato premiato ai Corpi Freddi Awards come miglior autore italiano dell'anno. Nel 2016 vince il Premio Serravalle Noir 2016. Nel 2017 pubblica la sua prima antologia di racconti intitolata L'ira di Venere (CentoAutori Edizioni), in cui compare il personaggio di Carla Rame, e il romanzo La scelta del buio (Edizioni E/O). Nel 2018 pubblica per Rizzoli il thriller Lo stupore della notte. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul Manifesto, Left, Micromega, Narcomafie, e Svolgimento, e in diverse antologie, tra cui Giochi di ruolo al Maracanà (Edizioni E/O 2016), Notti oscure (La Corte Editore 2016), Nero Mediterraneo (Eta 2017) e sulle vittime delle mafie Non a caso (Edizioni La Meridiana 2017). Nel 2016 scrive insieme a Massimo Carlotto Lovers Hotel la prima serie audio originale in sei puntate che verrà diffusa sulla piattaforma Audible. Sempre nel 2016 vince il Premio Vanity Fair per il miglior personaggio letterario femminile per il suo commissario Carla Rame. Come autore è stato scelto per rappresentare l'Italia al Crime Writers Festival 2016 a Nuova Delhi, e al Deal Noir Festival 2016 nel Kent. Collabora con riviste e blog di settore come recensore, tra cui MilanoNera e Contorni di Noir. È stato il Presidente ed è tra i fondatori del Festival letterario Giallo al Centro della città di Rieti.
Al termine della presentazione del romanzo "Lo stupore della notte" lo scrittore Piergiorgio Pulixi, ha risposto alle domande di Canosaweb per la rubrica "Crepuscolo Letterario" tesa a promuovere la lettura e al contempo far conoscere scrittori, generi letterari ed i molteplici aspetti della cultura. Innanzitutto, volevo ringraziarla a nome della città di Canosa di Puglia per aver citato, in un contesto molto piacevole, una delle eccellenze tipiche del territorio, a vocazione agricola ed eno-gastronomica il Nero di Troia – Canace, prodotto dalla Cantina Diomede. Infatti nel romanzo il vino fa parte di una scelta selezionata tra quelli pregiati offerto durante un incontro romantico, una tenera parentesi del libro, diciamo pure inaspettata. Lo stupore della notte tratta un tema attuale, molto delicato e a mio parere poco conosciuto veramente: il terrorismo islamico, con le sue dinamiche, il suo pensiero, e lei ne parla con molta dovizia di particolari e competenza. Ha trovato difficoltà a studiare a fondo le dinamiche del terrorismo? Rem tene, verba sequentur, diceva Catone, intendendo che se si è a conoscenza dei fatti, di un argomento, le parole fluiranno molto naturalmente. Questa è un po' la mia massima per quanto concerne il genere letterario che ho scelto, il noir. Sono lavori letterari che si basano su una sorta di inchiesta, di documentazione rigorosa che pone le fondamenta poi all'impianto della fiction. Non è stato particolarmente difficile entrare dentro il mondo del controterrorismo. Lo è stato maggiormente scivolare dentro le coscienze di quelli che vengono definiti "lupi solitari" le menti plagiate da Daesh, le quali si votano alla jihad e al martirio; per quanto uno possa documentarsi, alla fine in questo caso la differenza la fa uno slancio profondo di empatia e mimesi.
La protagonista è Rosa Lopez, una donna che grazie alle sue capacità è diventata dirigente dell'unità Antiterrorismo della Polizia di Stato. Nel modo di essere ed esercitare il suo lavoro è estremamente virile, a volte è dura, è cinica e dimostra una forza e una volontà, superiore ai membri della sua squadra, ma la donna che è, in lei emerge con prepotenza negli affetti, nelle fragilità e nella determinazione. Qual è il percorso che ha reso possibile/necessaria la nascita di Rosa? È stata la consapevolezza di voler rompere con la tradizione che vedeva nel noir – ma più generalmente nella letteratura poliziesca – protagonisti quasi esclusivamente maschili. Ritenevo che fosse giusto che venisse dato maggiore spazio alle protagoniste donne che rifuggissero dal ruolo di femme-fatale o eroine a tutti i costi: era giunto il momento di raccontare donne realistiche e verosimili, prendendo spunto dalla realtà odierna che vede – per fortuna – sempre più donne in posizioni di potere, e – parlando di polizia – sempre più donne ai vertici delle sezioni investigative. Questo segnale, a mio avviso, deve arrivare in primis dagli scrittori uomini, e sono contento che autori molto importanti come Maurizio de Giovanni, Massimo Carlotto, Giancarlo de Cataldo, Sandrone Dazieri, Lucarelli e tanti altri si stiano muovendo in questa direzione. Rosa Lopez voleva essere una sintesi di tre personaggi a me molto cari: Petra Delicado, Lisbeth Salander e Clarice Starling. È una donna forte, dal carattere impetuoso, ma nasconde molte fratture nel suo animo e prova un amore imbevuto di sensi di colpa che la rende inquieta e tormentata. Al tempo stesso, pur essendo una dirigente di polizia integerrima, si trova sotto ricatto, e questo rende il personaggio ancora più complesso e imprevedibile.
Rosa ha dovuto lavorare molto per raggiungere la sua posizione. È possibile considerare la figura di Rosa un riscatto di genere? Credo proprio di sì. In qualche modo Rosa vuole raccontare tutte le donne e quanto sia difficile per loro imporsi in un modo professionale che per tanti anni è stato puro appannaggio maschile. Uno dei complimenti più importanti per me è quando una lettrice mi rivela che si è riconosciuta in Rosa e nella sua lotta per affermarsi professionalmente. Volevo che questo aspetto della sua lotta professionale risaltasse.
Rosa si distacca molto da Vito Strega uno dei suoi personaggi seriali, ma trovo che in un certo senso si avvicini a Biagio Mazzeo, un altro suo personaggio, è un'impressione sbagliata? Non credo che ti sbagli. Mazzeo e Rosa sono personaggi che si muovono ai limiti, in una zona liminale tra "bene" e "male". Questa loro caratteristica li porta a dover scavalcare spesso la gente per un bene che – sebbene in modi diversi – entrambi considerano "superiore". Per Mazzeo quel bene è incarnato dall'amore verso la sua famiglia; per Rosa, invece, quel bene è rappresentato dalla sicurezza degli abitanti di Milano che ha giurato di difendere.
Con Massimo Carlotto ha scritto un audio-sceneggiato dal titolo Lovers Hotel per Edizione Audible. Nel contesto audio il Lovers Hotel si trova a Milano ed è conosciuto e noto come luogo di incontri per amanti, tuttavia molto discreto verso i propri clienti con la protagonista delle indagini affidate ad Anna Bellini, ovvero una donna. Nel romanzo il Lovers è un luogo-leggenda, di cui non si conosce localizzazione, funzione e utilizzo, ma si trova a Milano e anche qui troviamo una donna a capo delle indagini. Devo ammettere che all'inizio ho pensato che ci fosse un legame, salvo ricredermi immediatamente. Come mai ha scelto di riutilizzare il Lovers Hotel? Il Lovers era la metafora narrativa perfetta per raccontare la realtà dei black-sites: prigioni clandestine che non dovrebbero esistere, dove vengono interrogati soggetti "sensibili" nella lotta contro il terrorismo. Non vorrei raccontare troppo su questo punto perché è uno snodo narrativo importante del romanzo, però posso dirti che il Lovers ben si attagliava allo spirito della storia, questa caccia all'uomo che vede coinvolta la Polizia, ma non solo…
Oltre alla Lopez, l'altra grande protagonista è Milano, una Milano difficile, affascinante, multi-culturale, con i suoi punti deboli, con realtà diversissime. Milano è la città più internazionale d'Italia e dunque la più idonea ad ospitare un racconto così articolato. Se il terrorismo islamico decidesse di organizzare un attentato, a suo parere, sceglierebbe Milano? Temo proprio di sì. Milano è considerata la vera metropoli italiana, quella che più di tutte incarna iconograficamente le caratteristiche dell'Occidente che Daesh abiura. Quest'organizzazione criminale/terroristica fa dell'attacco ai simboli uno dei suoi punti di forza. Milano è il simbolo di un rinascimento estetico, culturale, economico e architettonico. Tutto questo la rende una città particolarmente "calda".
Una figura molto intrigante è quella del Maestro. Ho l'impressione che i leader del terrorismo studino tutti i malesseri dei fedeli dell'Islam per far nascere in loro l'odio per il Cristianesimo e l'occidente. Non a caso il Maestro è colui che attraverso la sua apparente magnanimità, la sua fede, il suo "senso di giustizia" attrae molti proseliti nonostante la sua missione sia una manifestazione di odio. È stato facile costruire un personaggio simile? Ritiene che basti esaltare l'odio verso i cristiani per avere potere sulla mente dei seguaci dell'estremismo islamico? Non solo. Il vero punto di forza dell'IS è stato comprendere di avere un bacino di disagio da cui attingere praticamente inesauribile. Se guardiamo il profilo dei principali attentatori troveremo parecchie similarità: sono tutti molto giovani, tra i 18 e massimo i 35/36 anni, quasi tutti sono disoccupati con piccoli precedenti penali per spaccio, appartenenza a gang, rapine e atti di violenza; quasi tutti hanno avuto trascorsi religiosi e percorsi di fede risibili; nella quasi totalità sono immigrati di seconda o addirittura terza generazione che rifuggono dalla cultura originaria – quella che sono portati a identificare nella loro famiglia – e non trovano una sponda identitaria, un'appartenenza nella società (straniera) in cui sono nati. Questa condizione di "inconsistenza sociale" li rende delle persone disagiate e disadattate, escluse dalla società che li percepisce come dei "diversi" come nemici. Ed è in questa faglia psicologica e sociologica che si insinua Daesh, dando loro un senso di appartenenza, una motivazione e un'identità; Daesh diventa un simbolo di potenza, di ribellione, di riscatto. La propaganda è più politica che religiosa. Il Maestro è il simbolo e l'esempio di come si muove Daesh, diventando ricettore/ricettrice di questo disagio, di questo odio latente, che plasma e fa lievitare fino alle estreme conseguenze che tutti noi conosciamo.
Da qualche giorno è presente su Spotify la colonna sonora del libro. Ho ascoltato la playlist e l'ho trovata molto rispondente alla trama. L'ascolto della playlist ha ispirato Lo stupore della notte oppure man mano che scriveva la trama si ritrovava a canticchiare quei brani? La musica è un modo per portare il lettore ancora più in profondità rispetto alla scena che sto scrivendo; può toccare corde che difficilmente la scrittura riuscirebbe a solleticare, essendo due linguaggi artistici molto diversi. Ho scelto le canzoni che più identificavano e potevano restituire al lettore determinate emozioni e atmosfere.
Nelle sue pubblicazioni ha caratterizzato delle donne fra loro molto diverse: dopo Anna Bellini, nell'Ira di Venere ha introdotto Carla Rame. Si trova a suo agio a scrivere di donne? Molto. È sempre una sfida perché devi abbracciare una forma mentis diversa dalla tua, ma la trovo sempre una sfida affascinante.
Da quando è uscito Lo Stupore della Notte è in giro per l'Italia per la promozione con il passaggio anche in Puglia, facendo tappa a San Severo Continuamente su treni, aerei, navi, frequentando luoghi, librerie, con librai e lettori ancora da incontrare in un tour che la impegnerà per tutta l'estate. Ma riesce a trovare il tempo per scrivere? Scrivere in tour è praticamente impossibile. Però riesco comunque a lavorare ai progetti, pensando e dando forma alla trama, ai personaggi e alla storia che sto concependo. È più un lavoro mentale, una proiezione della trama nella mia mente. Tutto deve scorrere fluidamente come se fosse un film. È un esercizio di vitale importanza, propedeutico alla scrittura creativa.
È possibile anticipare qualche chicca, progetti futuri? Posso solo dire che sono attualmente al lavoro su un nuovo romanzo, un thriller più canonico, che uscirà nella collana Nero Rizzoli nel 2019, probabilmente d'estate.
Il suo ultimo romanzo si legge con voracità e con grande voglia di sapere cosa succederà e cosa farà Rosa. La ritroveremo in un prossimo romanzo?Il destino dei personaggi è sempre in mano ai lettori. Se il romanzo avrà successo e se i lettori chiederanno a gran voce una nuova avventura della Lopez, perché no?
Al termine della presentazione del romanzo "Lo stupore della notte" lo scrittore Piergiorgio Pulixi, ha risposto alle domande di Canosaweb per la rubrica "Crepuscolo Letterario" tesa a promuovere la lettura e al contempo far conoscere scrittori, generi letterari ed i molteplici aspetti della cultura. Innanzitutto, volevo ringraziarla a nome della città di Canosa di Puglia per aver citato, in un contesto molto piacevole, una delle eccellenze tipiche del territorio, a vocazione agricola ed eno-gastronomica il Nero di Troia – Canace, prodotto dalla Cantina Diomede. Infatti nel romanzo il vino fa parte di una scelta selezionata tra quelli pregiati offerto durante un incontro romantico, una tenera parentesi del libro, diciamo pure inaspettata. Lo stupore della notte tratta un tema attuale, molto delicato e a mio parere poco conosciuto veramente: il terrorismo islamico, con le sue dinamiche, il suo pensiero, e lei ne parla con molta dovizia di particolari e competenza. Ha trovato difficoltà a studiare a fondo le dinamiche del terrorismo? Rem tene, verba sequentur, diceva Catone, intendendo che se si è a conoscenza dei fatti, di un argomento, le parole fluiranno molto naturalmente. Questa è un po' la mia massima per quanto concerne il genere letterario che ho scelto, il noir. Sono lavori letterari che si basano su una sorta di inchiesta, di documentazione rigorosa che pone le fondamenta poi all'impianto della fiction. Non è stato particolarmente difficile entrare dentro il mondo del controterrorismo. Lo è stato maggiormente scivolare dentro le coscienze di quelli che vengono definiti "lupi solitari" le menti plagiate da Daesh, le quali si votano alla jihad e al martirio; per quanto uno possa documentarsi, alla fine in questo caso la differenza la fa uno slancio profondo di empatia e mimesi.
La protagonista è Rosa Lopez, una donna che grazie alle sue capacità è diventata dirigente dell'unità Antiterrorismo della Polizia di Stato. Nel modo di essere ed esercitare il suo lavoro è estremamente virile, a volte è dura, è cinica e dimostra una forza e una volontà, superiore ai membri della sua squadra, ma la donna che è, in lei emerge con prepotenza negli affetti, nelle fragilità e nella determinazione. Qual è il percorso che ha reso possibile/necessaria la nascita di Rosa? È stata la consapevolezza di voler rompere con la tradizione che vedeva nel noir – ma più generalmente nella letteratura poliziesca – protagonisti quasi esclusivamente maschili. Ritenevo che fosse giusto che venisse dato maggiore spazio alle protagoniste donne che rifuggissero dal ruolo di femme-fatale o eroine a tutti i costi: era giunto il momento di raccontare donne realistiche e verosimili, prendendo spunto dalla realtà odierna che vede – per fortuna – sempre più donne in posizioni di potere, e – parlando di polizia – sempre più donne ai vertici delle sezioni investigative. Questo segnale, a mio avviso, deve arrivare in primis dagli scrittori uomini, e sono contento che autori molto importanti come Maurizio de Giovanni, Massimo Carlotto, Giancarlo de Cataldo, Sandrone Dazieri, Lucarelli e tanti altri si stiano muovendo in questa direzione. Rosa Lopez voleva essere una sintesi di tre personaggi a me molto cari: Petra Delicado, Lisbeth Salander e Clarice Starling. È una donna forte, dal carattere impetuoso, ma nasconde molte fratture nel suo animo e prova un amore imbevuto di sensi di colpa che la rende inquieta e tormentata. Al tempo stesso, pur essendo una dirigente di polizia integerrima, si trova sotto ricatto, e questo rende il personaggio ancora più complesso e imprevedibile.
Rosa ha dovuto lavorare molto per raggiungere la sua posizione. È possibile considerare la figura di Rosa un riscatto di genere? Credo proprio di sì. In qualche modo Rosa vuole raccontare tutte le donne e quanto sia difficile per loro imporsi in un modo professionale che per tanti anni è stato puro appannaggio maschile. Uno dei complimenti più importanti per me è quando una lettrice mi rivela che si è riconosciuta in Rosa e nella sua lotta per affermarsi professionalmente. Volevo che questo aspetto della sua lotta professionale risaltasse.
Rosa si distacca molto da Vito Strega uno dei suoi personaggi seriali, ma trovo che in un certo senso si avvicini a Biagio Mazzeo, un altro suo personaggio, è un'impressione sbagliata? Non credo che ti sbagli. Mazzeo e Rosa sono personaggi che si muovono ai limiti, in una zona liminale tra "bene" e "male". Questa loro caratteristica li porta a dover scavalcare spesso la gente per un bene che – sebbene in modi diversi – entrambi considerano "superiore". Per Mazzeo quel bene è incarnato dall'amore verso la sua famiglia; per Rosa, invece, quel bene è rappresentato dalla sicurezza degli abitanti di Milano che ha giurato di difendere.
Con Massimo Carlotto ha scritto un audio-sceneggiato dal titolo Lovers Hotel per Edizione Audible. Nel contesto audio il Lovers Hotel si trova a Milano ed è conosciuto e noto come luogo di incontri per amanti, tuttavia molto discreto verso i propri clienti con la protagonista delle indagini affidate ad Anna Bellini, ovvero una donna. Nel romanzo il Lovers è un luogo-leggenda, di cui non si conosce localizzazione, funzione e utilizzo, ma si trova a Milano e anche qui troviamo una donna a capo delle indagini. Devo ammettere che all'inizio ho pensato che ci fosse un legame, salvo ricredermi immediatamente. Come mai ha scelto di riutilizzare il Lovers Hotel? Il Lovers era la metafora narrativa perfetta per raccontare la realtà dei black-sites: prigioni clandestine che non dovrebbero esistere, dove vengono interrogati soggetti "sensibili" nella lotta contro il terrorismo. Non vorrei raccontare troppo su questo punto perché è uno snodo narrativo importante del romanzo, però posso dirti che il Lovers ben si attagliava allo spirito della storia, questa caccia all'uomo che vede coinvolta la Polizia, ma non solo…
Oltre alla Lopez, l'altra grande protagonista è Milano, una Milano difficile, affascinante, multi-culturale, con i suoi punti deboli, con realtà diversissime. Milano è la città più internazionale d'Italia e dunque la più idonea ad ospitare un racconto così articolato. Se il terrorismo islamico decidesse di organizzare un attentato, a suo parere, sceglierebbe Milano? Temo proprio di sì. Milano è considerata la vera metropoli italiana, quella che più di tutte incarna iconograficamente le caratteristiche dell'Occidente che Daesh abiura. Quest'organizzazione criminale/terroristica fa dell'attacco ai simboli uno dei suoi punti di forza. Milano è il simbolo di un rinascimento estetico, culturale, economico e architettonico. Tutto questo la rende una città particolarmente "calda".
Una figura molto intrigante è quella del Maestro. Ho l'impressione che i leader del terrorismo studino tutti i malesseri dei fedeli dell'Islam per far nascere in loro l'odio per il Cristianesimo e l'occidente. Non a caso il Maestro è colui che attraverso la sua apparente magnanimità, la sua fede, il suo "senso di giustizia" attrae molti proseliti nonostante la sua missione sia una manifestazione di odio. È stato facile costruire un personaggio simile? Ritiene che basti esaltare l'odio verso i cristiani per avere potere sulla mente dei seguaci dell'estremismo islamico? Non solo. Il vero punto di forza dell'IS è stato comprendere di avere un bacino di disagio da cui attingere praticamente inesauribile. Se guardiamo il profilo dei principali attentatori troveremo parecchie similarità: sono tutti molto giovani, tra i 18 e massimo i 35/36 anni, quasi tutti sono disoccupati con piccoli precedenti penali per spaccio, appartenenza a gang, rapine e atti di violenza; quasi tutti hanno avuto trascorsi religiosi e percorsi di fede risibili; nella quasi totalità sono immigrati di seconda o addirittura terza generazione che rifuggono dalla cultura originaria – quella che sono portati a identificare nella loro famiglia – e non trovano una sponda identitaria, un'appartenenza nella società (straniera) in cui sono nati. Questa condizione di "inconsistenza sociale" li rende delle persone disagiate e disadattate, escluse dalla società che li percepisce come dei "diversi" come nemici. Ed è in questa faglia psicologica e sociologica che si insinua Daesh, dando loro un senso di appartenenza, una motivazione e un'identità; Daesh diventa un simbolo di potenza, di ribellione, di riscatto. La propaganda è più politica che religiosa. Il Maestro è il simbolo e l'esempio di come si muove Daesh, diventando ricettore/ricettrice di questo disagio, di questo odio latente, che plasma e fa lievitare fino alle estreme conseguenze che tutti noi conosciamo.
Da qualche giorno è presente su Spotify la colonna sonora del libro. Ho ascoltato la playlist e l'ho trovata molto rispondente alla trama. L'ascolto della playlist ha ispirato Lo stupore della notte oppure man mano che scriveva la trama si ritrovava a canticchiare quei brani? La musica è un modo per portare il lettore ancora più in profondità rispetto alla scena che sto scrivendo; può toccare corde che difficilmente la scrittura riuscirebbe a solleticare, essendo due linguaggi artistici molto diversi. Ho scelto le canzoni che più identificavano e potevano restituire al lettore determinate emozioni e atmosfere.
Nelle sue pubblicazioni ha caratterizzato delle donne fra loro molto diverse: dopo Anna Bellini, nell'Ira di Venere ha introdotto Carla Rame. Si trova a suo agio a scrivere di donne? Molto. È sempre una sfida perché devi abbracciare una forma mentis diversa dalla tua, ma la trovo sempre una sfida affascinante.
Da quando è uscito Lo Stupore della Notte è in giro per l'Italia per la promozione con il passaggio anche in Puglia, facendo tappa a San Severo Continuamente su treni, aerei, navi, frequentando luoghi, librerie, con librai e lettori ancora da incontrare in un tour che la impegnerà per tutta l'estate. Ma riesce a trovare il tempo per scrivere? Scrivere in tour è praticamente impossibile. Però riesco comunque a lavorare ai progetti, pensando e dando forma alla trama, ai personaggi e alla storia che sto concependo. È più un lavoro mentale, una proiezione della trama nella mia mente. Tutto deve scorrere fluidamente come se fosse un film. È un esercizio di vitale importanza, propedeutico alla scrittura creativa.
È possibile anticipare qualche chicca, progetti futuri? Posso solo dire che sono attualmente al lavoro su un nuovo romanzo, un thriller più canonico, che uscirà nella collana Nero Rizzoli nel 2019, probabilmente d'estate.
Il suo ultimo romanzo si legge con voracità e con grande voglia di sapere cosa succederà e cosa farà Rosa. La ritroveremo in un prossimo romanzo?Il destino dei personaggi è sempre in mano ai lettori. Se il romanzo avrà successo e se i lettori chiederanno a gran voce una nuova avventura della Lopez, perché no?