Crepuscolo letterario di Luciana Fredella
La teoria di Camila
Gabriella Genisi presenta il nuovo libro
venerdì 27 luglio 2018
23.44
Tra le proposte letterarie di questa estate spicca l'ultimo lavoro di Gabriella Genisi intitolato "La teoria di Camila" per Giulio Perrone Editore, un libro "capace di scavare dentro le persone" . Non esiste un'età definita per diventare adulti, accade quando muore un genitore, che tu abbia cinque anni o cinquanta. È così anche per Marco, un ingegnere romano, una sera, dopo una partita di calcetto settimanale, che riceve la tragica notizia della perdita del padre. A comunicarlo è la badante Camila. Da quel momento comincia per Marco un percorso interiore tra vorticose riflessioni sul passato e la consapevolezza di non essere adulto fino alla morte del padre. Marco ha quarantanove anni, 2 figli, un'ex moglie, un'amante, un paio di amichette per evasioni a macchia di leopardo, il mutuo della casa da pagare, una barca in società con un paio di amici, diciotto mesi di rate per l'auto nuova, un lavoro che non ama e l'essere diventato adulto all'improvviso. In questo viaggio tra passato e futuro troverà Camila, una figura che inizialmente incarnerà il motivo di distacco dal padre ma che si rivelerà fondamentale per affrontare il presente e lo aiuterà a ridisegnare il futuro.
A descrivere minuziosamente la "nuova geografia familiare" è la scrittrice barese Gabriella Genisi divenuta famosa per aver creato un personaggio seriale, come la commissaria Lolita Lobosco, protagonista di 7 romanzi editi per Sonzogno/Marsilio. La Lobosco è stata la prima e unica commissaria ad essere definita "la Montalbano al femminile" nonché la più sexy del Mediterraneo. Lolita è la protagonista di La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia(2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all'assassina (2015) Mare nero (2016) e Dopo tanta nebbia (2017) ambientato a Padova. Ha vinto diversi premi e ha scritto numerosi racconti presenti in diverse antologie, tra cui quello autobiografico "Come diventare una quarantenne coi tacchi e vivere felice" contenuto in "Racconti in sala d'attesa" e quello in memoria di Michele Fazio vittima di mafia "Gaetano amico mio" contenuto in "Non a caso". Scrive per diverse testate nazionali e da un sondaggio del Corriere della Sera, risulta la giallista più amata in Italia insieme a Camilleri. Lo scorso anno Luca Zingaretti ha opzionato i diritti televisivi per Lolita Lobosco, di buon auspicio per vederla presto in tv. Per la rubrica "Crepuscolo Letterario" la scrittrice Gabriella Genisi ha risposto alle domande di Canosaweb nell'ambito delle iniziative tese a promuovere la lettura e al contempo far conoscere scrittori, generi letterari ed i molteplici aspetti della cultura.
La teoria di Camila è un libro di introspezione non solo per il protagonista Marco, ma anche per chi lo legge. Marco è un uomo di questi tempi, giovanile, con interessi direi abbastanza superficiali. È possibile che Marco incarni una certa precarietà soprattutto emotiva propria di molti uomini della sua età? La figura di Marco è volutamente una figura paradigmatica dei cinquantenni contemporanei, spesso in crisi, irrisolti, insoddisfatti. E con una precarietà che attraversa i sentimenti.
La storia di Marco è nata dopo aver letto la lettera di un figlio al padre novantenne sorpreso tra le braccia della badante, pubblicata sul Corriere della Sera nel 2009. Ha atteso 9 anni per scrivere il romanzo oppure è stata una scelta non dipendente dalla tua volontà? Ho scritto il romanzo in due estati, quelle del 2013 e 2014. Il mondo editoriale ha le sue dinamiche, spesso indipendenti da un autore.
Il romanzo affronta molte questioni, innanzitutto la presenza di una mamma anaffettiva, poi l'improvvisa comparsa di Marina, cugina di Marco che diventerà a tutti gli effetti una sorella e cambierà l'equilibrio familiare, il lutto, la presenza di una persona "altra" che però è fondamentale per la trama e per la crescita del protagonista, le famiglie allargate, la facilità del tradimento…. E' stata molto brava ad inserire tematiche che avrebbero bisogno ciascuna di una trattazione a sé. Come mai ha deciso di affrontare tutte queste tematiche? Questo libro è arrivato da sé, con tutte le sue tematiche. Come ogni libro che scrivo non nasce da una scaletta, da una programmazione. I miei libri nascono da un'emozione che diventa idea. Poi mi basta un titolo e un foglio bianco per poter cominciare.
Con la morte del padre, Marco capisce di aver bisogno ancora di lui, capisce di essersene distaccato senza un motivo grave, dunque è sopraffatto da un forte senso di colpa. Secondo lei la funzione di un libro può essere anche questa, ovvero a far capire che non è troppo tardi per ricostruire un rapporto familiare incrinato? Il messaggio è proprio questo sì. Non è mai troppo tardi per amare, per recuperare un rapporto, per abbracciare qualcuno. Per buttare alle ortiche i sensi di colpa.
Camila è una badante ucraina che porta con sé un bagaglio ricco di senso del dovere, del rispetto e di esperienze, soprattutto umane. È un personaggio che personalmente ho amato molto e con il suo modo di essere mi ha trasmesso molta positività. La teoria di Camila, intesa proprio come insegnamento, è di una tenerezza disarmante. Com'è nata la "Teoria"? Camila è un personaggio positivo e pieno di dignità, come lo sono le badanti che oggi abitano le nostre case e si prendono cura dei nostri familiari. E' compito della letteratura raccontarle.
Marco è un personaggio diverso dalla Lobosco e dimostra quanto tu sia stata brava ad incarnare anche i panni di un uomo. Come ha affrontato la caratterizzazione di un personaggio maschile e soprattutto che difficoltà ha incontrato, se ce se sono state? Nessuna difficoltà, per me è stato assolutamente normale dare voce a un uomo. Era già accaduto – inconsapevolmente, nel mio primo libro. Credo dipenda dal fatto che da bambina ho letto tantissimi libri di letteratura per ragazzi, oltre a quella "per ragazze".
Lolita Lobosco ha fatto conoscere ai suoi lettori Bari, e per una breve parentesi, Padova guidandoli anche tra i sapori e le tradizioni culinarie. Con Marco hai cambiato totalmente location. Come mai ha scelto di ambientare questo romanzo proprio a Roma? Nella serie del Commissario Lobosco, Bari è protagonista delle storie così come Lolita, nella Teoria di Camila la città è solo un fondale. Credo che la tematica della perdita di un genitore sia universale perché ci riguarda un po' tutti, e allora anche lo scenario doveva essere universale. Roma, appunto..
Quali sono i suoi progetti futuri? Un nuovo libro, un nuovo editore, una nuova serie.
Lolita? E Lolita che torna. A settembre ricomincio a scrivere di lei.
Grazie anche a nome della Redazione di Canosaweb per aver dedicato del tempo alle nostre domande e buon lavoro.
Luciana Fredella
A descrivere minuziosamente la "nuova geografia familiare" è la scrittrice barese Gabriella Genisi divenuta famosa per aver creato un personaggio seriale, come la commissaria Lolita Lobosco, protagonista di 7 romanzi editi per Sonzogno/Marsilio. La Lobosco è stata la prima e unica commissaria ad essere definita "la Montalbano al femminile" nonché la più sexy del Mediterraneo. Lolita è la protagonista di La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia(2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all'assassina (2015) Mare nero (2016) e Dopo tanta nebbia (2017) ambientato a Padova. Ha vinto diversi premi e ha scritto numerosi racconti presenti in diverse antologie, tra cui quello autobiografico "Come diventare una quarantenne coi tacchi e vivere felice" contenuto in "Racconti in sala d'attesa" e quello in memoria di Michele Fazio vittima di mafia "Gaetano amico mio" contenuto in "Non a caso". Scrive per diverse testate nazionali e da un sondaggio del Corriere della Sera, risulta la giallista più amata in Italia insieme a Camilleri. Lo scorso anno Luca Zingaretti ha opzionato i diritti televisivi per Lolita Lobosco, di buon auspicio per vederla presto in tv. Per la rubrica "Crepuscolo Letterario" la scrittrice Gabriella Genisi ha risposto alle domande di Canosaweb nell'ambito delle iniziative tese a promuovere la lettura e al contempo far conoscere scrittori, generi letterari ed i molteplici aspetti della cultura.
La teoria di Camila è un libro di introspezione non solo per il protagonista Marco, ma anche per chi lo legge. Marco è un uomo di questi tempi, giovanile, con interessi direi abbastanza superficiali. È possibile che Marco incarni una certa precarietà soprattutto emotiva propria di molti uomini della sua età? La figura di Marco è volutamente una figura paradigmatica dei cinquantenni contemporanei, spesso in crisi, irrisolti, insoddisfatti. E con una precarietà che attraversa i sentimenti.
La storia di Marco è nata dopo aver letto la lettera di un figlio al padre novantenne sorpreso tra le braccia della badante, pubblicata sul Corriere della Sera nel 2009. Ha atteso 9 anni per scrivere il romanzo oppure è stata una scelta non dipendente dalla tua volontà? Ho scritto il romanzo in due estati, quelle del 2013 e 2014. Il mondo editoriale ha le sue dinamiche, spesso indipendenti da un autore.
Il romanzo affronta molte questioni, innanzitutto la presenza di una mamma anaffettiva, poi l'improvvisa comparsa di Marina, cugina di Marco che diventerà a tutti gli effetti una sorella e cambierà l'equilibrio familiare, il lutto, la presenza di una persona "altra" che però è fondamentale per la trama e per la crescita del protagonista, le famiglie allargate, la facilità del tradimento…. E' stata molto brava ad inserire tematiche che avrebbero bisogno ciascuna di una trattazione a sé. Come mai ha deciso di affrontare tutte queste tematiche? Questo libro è arrivato da sé, con tutte le sue tematiche. Come ogni libro che scrivo non nasce da una scaletta, da una programmazione. I miei libri nascono da un'emozione che diventa idea. Poi mi basta un titolo e un foglio bianco per poter cominciare.
Con la morte del padre, Marco capisce di aver bisogno ancora di lui, capisce di essersene distaccato senza un motivo grave, dunque è sopraffatto da un forte senso di colpa. Secondo lei la funzione di un libro può essere anche questa, ovvero a far capire che non è troppo tardi per ricostruire un rapporto familiare incrinato? Il messaggio è proprio questo sì. Non è mai troppo tardi per amare, per recuperare un rapporto, per abbracciare qualcuno. Per buttare alle ortiche i sensi di colpa.
Camila è una badante ucraina che porta con sé un bagaglio ricco di senso del dovere, del rispetto e di esperienze, soprattutto umane. È un personaggio che personalmente ho amato molto e con il suo modo di essere mi ha trasmesso molta positività. La teoria di Camila, intesa proprio come insegnamento, è di una tenerezza disarmante. Com'è nata la "Teoria"? Camila è un personaggio positivo e pieno di dignità, come lo sono le badanti che oggi abitano le nostre case e si prendono cura dei nostri familiari. E' compito della letteratura raccontarle.
Marco è un personaggio diverso dalla Lobosco e dimostra quanto tu sia stata brava ad incarnare anche i panni di un uomo. Come ha affrontato la caratterizzazione di un personaggio maschile e soprattutto che difficoltà ha incontrato, se ce se sono state? Nessuna difficoltà, per me è stato assolutamente normale dare voce a un uomo. Era già accaduto – inconsapevolmente, nel mio primo libro. Credo dipenda dal fatto che da bambina ho letto tantissimi libri di letteratura per ragazzi, oltre a quella "per ragazze".
Lolita Lobosco ha fatto conoscere ai suoi lettori Bari, e per una breve parentesi, Padova guidandoli anche tra i sapori e le tradizioni culinarie. Con Marco hai cambiato totalmente location. Come mai ha scelto di ambientare questo romanzo proprio a Roma? Nella serie del Commissario Lobosco, Bari è protagonista delle storie così come Lolita, nella Teoria di Camila la città è solo un fondale. Credo che la tematica della perdita di un genitore sia universale perché ci riguarda un po' tutti, e allora anche lo scenario doveva essere universale. Roma, appunto..
Quali sono i suoi progetti futuri? Un nuovo libro, un nuovo editore, una nuova serie.
Lolita? E Lolita che torna. A settembre ricomincio a scrivere di lei.
Grazie anche a nome della Redazione di Canosaweb per aver dedicato del tempo alle nostre domande e buon lavoro.
Luciana Fredella