Crepuscolo letterario di Luciana Fredella
Peppino De Filippo : Tra palcoscenico e cinepresa
La parola allo scrittore Ciro Borrelli
sabato 5 maggio 2018
22.14
Tra le proposte letterarie più interessanti degli ultimi mesi spicca "Peppino De Filippo – Tra palcoscenico e Cinepresa", per Kairos Edizioni, una biografia del grande attore napoletano arricchita di notizie e testimonianze che la rendono unica rispetto a quelle pubblicate in passato. Il libro di Ciro Borrelli si divide in 7 sezioni, ognuna delle quali analizza un aspetto di Peppino: dalla biografia al rapporto con i fratelli, dalla produzione cinematografica a quella teatrale, da Pappagone alla testimonianza di attori colleghi di Peppino. Dalle dichiarazioni di Giuseppina Scognamiglio: "Ciro Borrelli ha, in questo volume, indagato, con estrema passione, l'intera attività artistica di Peppino, esplicitandola in ogni suo passaggio, così da costruire una lodevole occasione di studio" e chi lo ha letto può testimoniarlo. Napoletano di nascita, Ciro Borrelli si definisce impiegato pubblico, ma a ragion veduta possiamo affermare che il lavoro che gli vien meglio è scrivere. Oltre a brevi racconti, poesie e testi di riflessione "politica" (Un'altra illusione – ed. Il Papavero – 2014), ha scritto Racconti di un impiegato sempre nel 2014 e nel 2015 L'ultima vittoria. Si è affacciato al mondo del giallo nel 2016 con Saulo. Il male dentro romanzo definito dal grande Maurizio de Giovanni "racconto avvincente di una nuova voce del panorama del giallo psicologico europeo." Per le interviste del Crepuscolo Letterario incontriamo lo scrittore Ciro Borrelli che ha da poco pubblicato " Peppino De Filippo - Tra palcoscenico e cinepresa"
Ci sono libri, biografie, autobiografie, trattati sul teatro e sulla vita dei De Filippo. Come mai ha voluto dare anche lei il suo apporto? Ritiene che le precedenti non siano esaustive? Innanzitutto perché non esiste una monografia completa su Peppino De Filippo. Nel 1976, fu lui stesso a scrivere una biografia, il meraviglioso libro Una famiglia difficile, edito da Marotta. Successivamente, sono stati composti saggi settoriali o specifici sulla cinematografia, sul teatro o su singole commedie, realizzati da importanti studiosi, ma sono pochi e non del tutto esaustivi. Il mio saggio o meglio omaggio al minore dei De Filippo vuole essere una sorta di guida introduttiva per chi vuole approcciarsi alla conoscenza dell'artista o anche per chi vuole approfondire alcuni aspetti poco chiari come i motivi che portarono alla separazione dei De Filippo e le loro successive collaborazioni. Molti commettono l'errore di pensare che dopo la separazione, avvenuta nel dicembre del 1944, Eduardo e Titina abbiano interrotto ogni tipo di rapporti con Peppino; cosa assolutamente falsa.
A differenza di Eduardo e di Titina, quando Peppino narra del padre, zio Scarpetta, sottolinea quanto fosse altro in privato rispetto alla grandezza mostrata in teatro, tanto da raccontare addirittura un approccio sessuale nei confronti di sé ragazzino. Secondo lei è possibile che Peppino abbia fatto dichiarazioni così pesanti per vendicare una sua personale condizione di disagio per la freddezza con cui veniva trattato? A differenza di Eduardo e Titina che vissero a Napoli i primissimi anni dell'infanzia con la mamma Luisa, Peppino, ancora in fasce, fu affidato ad una balia a Caivano, un paesino vicino Napoli, dove trascorse un quinquennio meraviglioso. Riportato alla casa materna, in un primo momento non si sentì accettato dai fratelli e poco amato dalla madre; inoltre realizzò la sua condizione di figlio di padre ignoto. In aggiunta a ciò, la presenza del padre, Eduardo Scarpetta, chiamato zio dai tre figli naturali, lo metteva a disagio.
Nel libro ci sono molte riferimenti a libri scritti su e da i fratelli De Filippo, oltre a citazioni dello stesso Peppino e qualche volta anche dei fratelli. È stato facile scrivere un libro su un personaggio di cui in fondo è stato già scritto oppure ha trovato difficoltà proprio per questo motivo? Ho trovato difficoltà nel reperimento del materiale, in particolare le interviste rilasciate da Peppino a quotidiani e riviste. Molto materiale riguardante i rapporti professionali e familiari con i fratelli li ho estrapolati dai tanti saggi scritti su Eduardo.
Avendo tante fonti, come mai ha scelto di NON scrivere un romanzo sulla vita di Peppino? Ho strutturato il mio lavoro in questo modo proprio perché ritengo che chiunque voglia approcciare lo studio, la conoscenza o il semplice approfondimento di un artista poliedrico e versatile come il De Filippo debba farlo a piccoli passi e con estrema cautela. Inizialmente avevo anche pensato di strutturare diversamente il libro, magari attraverso una storia romanzata, in forma ancor più narrativa. Ma poi ho pensato che in questo modo il messaggio, per il quale ho deciso di scrivere, avrebbe perso di efficacia…
Peppino era propenso ad interpretare personaggi comici, tanto da determinare la rottura con il fratello Eduardo. Ciro, facendo anche lei teatro, oltretutto proprio quello di Scarpetta, può spiegare se l'indole sia così determinante nella scelta dei ruoli? Peppino ed Eduardo nacquero entrambi come attori comici. Si cimentarono sin da giovanissimi, nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta e poi nei primi anni del teatro Umoristico I De Filippo, in commedie divertenti scritte dal padre ma anche altri autori. L'incontro e la collaborazione con Paola Riccora ed ancor di più con Luigi Pirandello segnò l'incrinatura tra i due. Eduardo volle continuare a cimentarsi in un teatro introspettivo e drammatico, Peppino invece era l'uomo dei lazzi, delle farse e quindi voleva continuare con il comico ed il grottesco. A quel punto la scelta del repertorio da rappresentare in scena divenne uno dei motivi per cui si arrivò alla rottura. Gli altri motivi furono di natura privata e personale.
Ho trovato molto interessanti le interviste che ha fatto a coloro che in un modo o nell'altro hanno avuto a che fare con i De Filippo. In che modo ha curato la scelta degli intervistati? Ho scelto principalmente artisti che hanno collaborato con Peppino, i quali mi hanno fornito informazioni sull'uomo innanzitutto. Sul suo temperamento, i suoi difetti, le sue inclinazioni e come interagiva con i suoi collaboratori. Devo dire che non tutte le opinioni sono state univoche. Questo perché Peppino era un artista con personalità complessa, era un uomo "difficile".
Essendo un appassionato di teatro, nonché attore di una compagnia teatrale amatoriale come mai, tra i tanti attori a sua disposizione e di sua conoscenza ha scelto di scrivere proprio di Peppino? Per l'ammirazione verso l'attore, spesso considerato erroneamente "spalla". Peppino era un comprimario, un primo attore. Il minore dei De Filippo ha contribuito non poco ad accrescere la popolarità ed il successo di straordinari attori come Totò ed il fratello Eduardo, grazie alla sua singolare capacità di entrare in sintonia con il partner, facendo un passo indietro ed accompagnando l'altro verso l'apice del successo. Inoltre per la curiosità verso l'uomo e per contribuire alla rivalutazione di questo magnifico artista. Peppino è stato attore comico e drammatico, commediografo, poeta, novelliere, scrittore e disegnatore. Un artista a tutto tondo, poco apprezzato dalla critica e spesso messo in secondo piano.
Avendo approfondito la conoscenza di Eduardo, Titina e Peppino, chi ha scoperto diverso da ciò che si aspettava? Titina! Erroneamente a quanto si crede, Titina non era esattamente la sorella che metteva pace tra i fratelli, la martire. Anzi nei primi tempi era Peppino a far da intermediario tra Eduardo e Titina, tanto è vero che nel 1939 Titina lasciò i fratelli per la compagnia di Nino Taranto, nel teatro di Rivista. Vi ritornò tre anni dopo nel 1942. Erano tre leoni i tre fratelli, tre prime donne. Artisti con caratteri forti e spigolosi. Tutti e tre difficili da prendere. Per approfondire questo aspetto da me rilevato bisogna leggere il mio saggio.
Qualche anno fa ha scritto un bel giallo. Intende ritornare sul genere? Sì. Ne ho uno in cantiere che al momento ho accantonato ma nel 2019 mi auguro di riuscire a pubblicarlo. Non è il sequel del mio primo giallo. È una storia completamente inedita.
Progetti futuri di scrittura? Oltre al giallo già menzionato, sto preparando un saggio su Totò. Non è una biografia; è un opera riguardante i rapporti di collaborazione tra il Principe De Curtis ed altri attori amati dal pubblico.
Ci sono libri, biografie, autobiografie, trattati sul teatro e sulla vita dei De Filippo. Come mai ha voluto dare anche lei il suo apporto? Ritiene che le precedenti non siano esaustive? Innanzitutto perché non esiste una monografia completa su Peppino De Filippo. Nel 1976, fu lui stesso a scrivere una biografia, il meraviglioso libro Una famiglia difficile, edito da Marotta. Successivamente, sono stati composti saggi settoriali o specifici sulla cinematografia, sul teatro o su singole commedie, realizzati da importanti studiosi, ma sono pochi e non del tutto esaustivi. Il mio saggio o meglio omaggio al minore dei De Filippo vuole essere una sorta di guida introduttiva per chi vuole approcciarsi alla conoscenza dell'artista o anche per chi vuole approfondire alcuni aspetti poco chiari come i motivi che portarono alla separazione dei De Filippo e le loro successive collaborazioni. Molti commettono l'errore di pensare che dopo la separazione, avvenuta nel dicembre del 1944, Eduardo e Titina abbiano interrotto ogni tipo di rapporti con Peppino; cosa assolutamente falsa.
A differenza di Eduardo e di Titina, quando Peppino narra del padre, zio Scarpetta, sottolinea quanto fosse altro in privato rispetto alla grandezza mostrata in teatro, tanto da raccontare addirittura un approccio sessuale nei confronti di sé ragazzino. Secondo lei è possibile che Peppino abbia fatto dichiarazioni così pesanti per vendicare una sua personale condizione di disagio per la freddezza con cui veniva trattato? A differenza di Eduardo e Titina che vissero a Napoli i primissimi anni dell'infanzia con la mamma Luisa, Peppino, ancora in fasce, fu affidato ad una balia a Caivano, un paesino vicino Napoli, dove trascorse un quinquennio meraviglioso. Riportato alla casa materna, in un primo momento non si sentì accettato dai fratelli e poco amato dalla madre; inoltre realizzò la sua condizione di figlio di padre ignoto. In aggiunta a ciò, la presenza del padre, Eduardo Scarpetta, chiamato zio dai tre figli naturali, lo metteva a disagio.
Nel libro ci sono molte riferimenti a libri scritti su e da i fratelli De Filippo, oltre a citazioni dello stesso Peppino e qualche volta anche dei fratelli. È stato facile scrivere un libro su un personaggio di cui in fondo è stato già scritto oppure ha trovato difficoltà proprio per questo motivo? Ho trovato difficoltà nel reperimento del materiale, in particolare le interviste rilasciate da Peppino a quotidiani e riviste. Molto materiale riguardante i rapporti professionali e familiari con i fratelli li ho estrapolati dai tanti saggi scritti su Eduardo.
Avendo tante fonti, come mai ha scelto di NON scrivere un romanzo sulla vita di Peppino? Ho strutturato il mio lavoro in questo modo proprio perché ritengo che chiunque voglia approcciare lo studio, la conoscenza o il semplice approfondimento di un artista poliedrico e versatile come il De Filippo debba farlo a piccoli passi e con estrema cautela. Inizialmente avevo anche pensato di strutturare diversamente il libro, magari attraverso una storia romanzata, in forma ancor più narrativa. Ma poi ho pensato che in questo modo il messaggio, per il quale ho deciso di scrivere, avrebbe perso di efficacia…
Peppino era propenso ad interpretare personaggi comici, tanto da determinare la rottura con il fratello Eduardo. Ciro, facendo anche lei teatro, oltretutto proprio quello di Scarpetta, può spiegare se l'indole sia così determinante nella scelta dei ruoli? Peppino ed Eduardo nacquero entrambi come attori comici. Si cimentarono sin da giovanissimi, nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta e poi nei primi anni del teatro Umoristico I De Filippo, in commedie divertenti scritte dal padre ma anche altri autori. L'incontro e la collaborazione con Paola Riccora ed ancor di più con Luigi Pirandello segnò l'incrinatura tra i due. Eduardo volle continuare a cimentarsi in un teatro introspettivo e drammatico, Peppino invece era l'uomo dei lazzi, delle farse e quindi voleva continuare con il comico ed il grottesco. A quel punto la scelta del repertorio da rappresentare in scena divenne uno dei motivi per cui si arrivò alla rottura. Gli altri motivi furono di natura privata e personale.
Ho trovato molto interessanti le interviste che ha fatto a coloro che in un modo o nell'altro hanno avuto a che fare con i De Filippo. In che modo ha curato la scelta degli intervistati? Ho scelto principalmente artisti che hanno collaborato con Peppino, i quali mi hanno fornito informazioni sull'uomo innanzitutto. Sul suo temperamento, i suoi difetti, le sue inclinazioni e come interagiva con i suoi collaboratori. Devo dire che non tutte le opinioni sono state univoche. Questo perché Peppino era un artista con personalità complessa, era un uomo "difficile".
Essendo un appassionato di teatro, nonché attore di una compagnia teatrale amatoriale come mai, tra i tanti attori a sua disposizione e di sua conoscenza ha scelto di scrivere proprio di Peppino? Per l'ammirazione verso l'attore, spesso considerato erroneamente "spalla". Peppino era un comprimario, un primo attore. Il minore dei De Filippo ha contribuito non poco ad accrescere la popolarità ed il successo di straordinari attori come Totò ed il fratello Eduardo, grazie alla sua singolare capacità di entrare in sintonia con il partner, facendo un passo indietro ed accompagnando l'altro verso l'apice del successo. Inoltre per la curiosità verso l'uomo e per contribuire alla rivalutazione di questo magnifico artista. Peppino è stato attore comico e drammatico, commediografo, poeta, novelliere, scrittore e disegnatore. Un artista a tutto tondo, poco apprezzato dalla critica e spesso messo in secondo piano.
Avendo approfondito la conoscenza di Eduardo, Titina e Peppino, chi ha scoperto diverso da ciò che si aspettava? Titina! Erroneamente a quanto si crede, Titina non era esattamente la sorella che metteva pace tra i fratelli, la martire. Anzi nei primi tempi era Peppino a far da intermediario tra Eduardo e Titina, tanto è vero che nel 1939 Titina lasciò i fratelli per la compagnia di Nino Taranto, nel teatro di Rivista. Vi ritornò tre anni dopo nel 1942. Erano tre leoni i tre fratelli, tre prime donne. Artisti con caratteri forti e spigolosi. Tutti e tre difficili da prendere. Per approfondire questo aspetto da me rilevato bisogna leggere il mio saggio.
Qualche anno fa ha scritto un bel giallo. Intende ritornare sul genere? Sì. Ne ho uno in cantiere che al momento ho accantonato ma nel 2019 mi auguro di riuscire a pubblicarlo. Non è il sequel del mio primo giallo. È una storia completamente inedita.
Progetti futuri di scrittura? Oltre al giallo già menzionato, sto preparando un saggio su Totò. Non è una biografia; è un opera riguardante i rapporti di collaborazione tra il Principe De Curtis ed altri attori amati dal pubblico.