Storia e dintorni
A Roma, inaugurata la mostra fotografica “DC – Storia di un Paese”
Un tributo alla figura di Aldo Moro, vittima più illustre dell'Italia dilaniata dal terrorismo.
venerdì 31 gennaio 2025
21.50
Roma 30 gennaio 2025. C'è un'aria di attesa davanti ai Musei di San Salvatore in Lauro. La gente inizia a sfilare tra i portici dell'antico chiostro, disperdendosi tra le corti, in molti per entrare nel salone dei Piceni dove il professor Ortensio Zecchino, presidente del Comitato per le Celebrazioni dell'80° Anniversario della Nascita della Democrazia Cristiana, che ha organizzato questa commemorazione insieme alla casa editrice "Il Cigno", accoglie i relatori per introdurre il pubblico alla mostra, altri che spiano dal portone quattrocentesco dove poco dopo le 19.00 il professor Antonino Zichichi taglia il nastro inaugurale di questa esposizione, altri ancora incantati dal cortile rinascimentale interno. La tavola rotonda che precede l'inaugurazione è stringata, 15 minuti a testa, dopo i saluti del professor Zecchino, con Silvia Costa, Stefano Ceccanti e Giuseppe Parlato. Molti gli amici giunti ad ascoltare. Nelle prime file s'intravedono l'ex ministro e vice presidente del Comitato promotore, Enzo Scotti, l'ex segretario del Partito popolare Pierluigi Castagnetti, il presidente dell'associazione degli ex parlamentari Giuseppe Gargani, il rettore della Lumsa Francesco Bonini, Pietro Ayala, Cinzia Dato, il professor Giuseppe Ignesti, Marco Ravaglioli, Giuseppe Sangiorgi, l'avvocato Giorgio Assumma, Angela Lombardi, presidente della Fondazione intitolata a suo padre Lello Lombardi, Flavia Nardelli, figlia di Flaminio Piccoli, Carlo Zaccagnini, Antonia De Mita, Alessandro Forlani, Nicola Sedati, gli ex parlamentari democristiani di lungo corso Nico Oliverio, Giampaolo D'Andrea e Federico Fauttilli e molti altri.
La grande sala espositiva si apre con l'effige del portone di palazzo Cenci Bolognetti a piazza del Gesù dipinta da Mauro Reggio, dove gran parte della Storia della Dc si è sviluppata negli anni. Nel percorso segue il richiamo alle radici della Democrazia Cristiana, con la rievocazione di don Romolo Murri, che di questo nome si era subito innamorato e si beccò anche una scomunica per quella voglia di far tornare i cattolici ad occuparsi di politica dopo il non expedit e naturalmente quello di don Luigi Sturzo, che quando i tempi erano più maturi ci riuscì, fondando il Partito Popolare. Entrambi saranno ripresi da Alcide De Gasperi, che dall'uno ha recuperato il nome, dall'altro l'ispirazione di una politica aconfessionale e votata alla riconquista della libertà. Lo possiamo vedere nella sezione dedicata alla clandestinità e alla lotta partigiana: impegno in prima linea con la resistenza, elaborazione dei programmi con le idee ricostruttive. Da lì vengono quelle idee-forza, così le chiamerà De Gasperi nella relazione al primo congresso ufficiale della DC nel 1946, che ritroviamo incardinate nella Storia del Paese: il 25 aprile 1946, data voluta proprio da De Gasperi per celebrare la vittoria degli alleati contro i nazifascisti, il 31 maggio del 1947, data di estromissione dei socialcomunisti dal governo, il 18 aprile 1948 data della grande vittoria democristiana alle urne, il 4 aprile 1949, data di adesione dell'Italia alla Nato. Sono queste le date della Libertà che campeggiano sulla prima parete che ci si trova di fronte nella prima sala. Da questa premessa necessaria, verrà tutto il resto. Le riforme volte a risollevare il Paese: la riforma agraria, il piano casa, la cassa del Mezzogiorno. Partono tutte negli ultimi quattro governi che De Gasperi riesce a guidare fino ad agosto del '53. E' lui il protagonista assoluto del miracolo italiano, è lui che ha salvato l'Italia e ha ispirato la politica estera e avviato il percorso di integrazione europea.
Il percorso prosegue con un tributo alla figura di Aldo Moro, vittima più illustre dell'Italia dilaniata dal terrorismo. Proseguendo, prima di passare a una parete tutta dedicata al grande contributo delle donne, a partire dalla conquista del voto, vi è riassunta la stagione della politica estera, con le tappe più importanti del riallineamento italiano al mondo libero occidentale e di un ruolo di primo piano riconquistato in Europa e nel mar Mediterraneo. Proprio li accanto scorrono alcune proiezioni video che raccontano la storia della Dc, come davanti a un focolare. E infine l'accesso all'ultima grande sala, dove anche il senatore Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, assisteva a un tripudio di piazze piene di bandiere, di sezioni con manifesti e striscioni, di pannelli con tutti i protagonisti dello scudo crociato e una raccolta di scatti con la vita di partito. Infine sul fondo della sala la raccolta di satira, da destra e da sinistra, che con la Dc non è mai stata tenera. Nel corso del vernissage sono state presentate anche le opere originali di 9 artisti contemporanei realizzate appositamente per questa mostra. Gli artisti sono: Paolo Bielli, Vito Bongiorno, Francesco Brancato, Claudio Koporossy, Isabella Monari, Mauro Reggio, Big Nick, Marco Tamburro, Giovanni Tommasi Ferroni, Alfredo Polichetti. A Roma la mostra fotografica "DC – Storia di un Paese" resterà aperta al pubblico fino al 2 marzo 2025, in un viaggio iconografico attraverso cinquant'anni di storia del partito scudo crociato.
La grande sala espositiva si apre con l'effige del portone di palazzo Cenci Bolognetti a piazza del Gesù dipinta da Mauro Reggio, dove gran parte della Storia della Dc si è sviluppata negli anni. Nel percorso segue il richiamo alle radici della Democrazia Cristiana, con la rievocazione di don Romolo Murri, che di questo nome si era subito innamorato e si beccò anche una scomunica per quella voglia di far tornare i cattolici ad occuparsi di politica dopo il non expedit e naturalmente quello di don Luigi Sturzo, che quando i tempi erano più maturi ci riuscì, fondando il Partito Popolare. Entrambi saranno ripresi da Alcide De Gasperi, che dall'uno ha recuperato il nome, dall'altro l'ispirazione di una politica aconfessionale e votata alla riconquista della libertà. Lo possiamo vedere nella sezione dedicata alla clandestinità e alla lotta partigiana: impegno in prima linea con la resistenza, elaborazione dei programmi con le idee ricostruttive. Da lì vengono quelle idee-forza, così le chiamerà De Gasperi nella relazione al primo congresso ufficiale della DC nel 1946, che ritroviamo incardinate nella Storia del Paese: il 25 aprile 1946, data voluta proprio da De Gasperi per celebrare la vittoria degli alleati contro i nazifascisti, il 31 maggio del 1947, data di estromissione dei socialcomunisti dal governo, il 18 aprile 1948 data della grande vittoria democristiana alle urne, il 4 aprile 1949, data di adesione dell'Italia alla Nato. Sono queste le date della Libertà che campeggiano sulla prima parete che ci si trova di fronte nella prima sala. Da questa premessa necessaria, verrà tutto il resto. Le riforme volte a risollevare il Paese: la riforma agraria, il piano casa, la cassa del Mezzogiorno. Partono tutte negli ultimi quattro governi che De Gasperi riesce a guidare fino ad agosto del '53. E' lui il protagonista assoluto del miracolo italiano, è lui che ha salvato l'Italia e ha ispirato la politica estera e avviato il percorso di integrazione europea.
Il percorso prosegue con un tributo alla figura di Aldo Moro, vittima più illustre dell'Italia dilaniata dal terrorismo. Proseguendo, prima di passare a una parete tutta dedicata al grande contributo delle donne, a partire dalla conquista del voto, vi è riassunta la stagione della politica estera, con le tappe più importanti del riallineamento italiano al mondo libero occidentale e di un ruolo di primo piano riconquistato in Europa e nel mar Mediterraneo. Proprio li accanto scorrono alcune proiezioni video che raccontano la storia della Dc, come davanti a un focolare. E infine l'accesso all'ultima grande sala, dove anche il senatore Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, assisteva a un tripudio di piazze piene di bandiere, di sezioni con manifesti e striscioni, di pannelli con tutti i protagonisti dello scudo crociato e una raccolta di scatti con la vita di partito. Infine sul fondo della sala la raccolta di satira, da destra e da sinistra, che con la Dc non è mai stata tenera. Nel corso del vernissage sono state presentate anche le opere originali di 9 artisti contemporanei realizzate appositamente per questa mostra. Gli artisti sono: Paolo Bielli, Vito Bongiorno, Francesco Brancato, Claudio Koporossy, Isabella Monari, Mauro Reggio, Big Nick, Marco Tamburro, Giovanni Tommasi Ferroni, Alfredo Polichetti. A Roma la mostra fotografica "DC – Storia di un Paese" resterà aperta al pubblico fino al 2 marzo 2025, in un viaggio iconografico attraverso cinquant'anni di storia del partito scudo crociato.