Storia e dintorni
Addio, Mimmo Masotina
Da bambino a Maestro delle “lamentazioni” del Sabato Santo
domenica 25 ottobre 2020
15.37
In memoria del vegliardo di 92 anni, Mimmo Masotina, passato dalla terra al cielo, evochiamo la sua testimonianza di Maestro del Coro della Desolata, raccolta dieci anni fa. Gli consegnai la ricerca storica dell'Inno di Maria Dolente, nel testo delle Laudes di San Giovanni Bosco, dalla armonizzazione ceciliana e gregoriana delle Chiese piemontesi all'armonizzazione a marcia funebre canosina attribuita a Iannuzzi della banda musicale di Pasculli. Mimmo Masotina raccoglie la memoria e la testimonianza di circa un secolo di storia, che oggi ci consegna nella sua morte.
"É dal 1966, dall'anno in cui guido il coro composto allora di 41 ragazze, quando la signora Paradiso donò 41 velette nere come copricapo. Padre Stefano mi affidò la guida del coro, che oggi conta più di 270 donne la cui voce è la voce che prega e canta a Maria Desolata . Ho ereditato questo coro da Michele D'Ambra, organista della Chiesa di San Francesco, che a sua volta ha raccolto questa tradizione da Luigi Del Vento, primo clarino della banda diretta da Pasculli. Lo ricordo come un'ombra, quand'ero bambino, divenuto maestro di banda dopo Pasculli. Sapeva armonizzare e lo ricordo in un concerto di banda di fronte alla Chiesa di Santa Caterina nel borgo antico del Castello. Proprio di fronte alla Chiesa in una sala eseguiva le prove di concertazione". Anche il maestro Pasculli armonizzava per banda canti popolari e canti che si cantavano in Chiesa e che venivano canticchiati dalle donne mentre lavavano i panni all'aperto.
Ma la sua testimonianza raccolta nei miei studi riporta il vegliardo Mimmo Masotina di 92 anni alla sua età di bambino: «mia madre mi prendeva per mano nei giorni del Venerdì Santo e mi accompagnava nella Chiesa di San Francesco dicendomi "scème a sénde li lamìnde"». Sono le "lamentazioni" della Settimana Santa, radicate dal Medioevo, presenti anche in Sicilia, nelle devozione popolare "u lamientu". Mimmo Masotina è l'artefice che da bambino ha raccolto questa devozione di canto e di preghiera, diventando per cinquanta anni la mano dirigente del Coro di 300 Dolenti, da noi presentate in Chiesa nel film "La vergine Dolente" dello storico ed antropologo, Angelo Disanto di Cerignola. Mi donò in Chiesa il distintivo di Maria Desolata, riscoperto negli anni recenti nelle radici del "Giorno di Maria Desolata" in Sicilia.
Si dice da testimonianze che nell'ora del trapasso della morte, si vedano e si accostino le anime dei familiari, dei cari genitori. Noi crediamo, caro Maestro Mimmo, che tua madre ti abbia preso per mano, come da bambino, e ti abbia accompagnato in cielo dinanzi al volto della Madre Celeste, dove il velo nero della passione di Cristo, diventa il velo bianco della Resurrezione e della gloria celeste. Se il canto è preghiera eccellente, come scrive Sant'Agostino, "qui cantat bis orat", ora caro Mimmo Tu canti e preghi in cielo, anche con il canto suggestivo con voci maschili per strada del «Miserere», del Salmo 50 di Davide, che invoca la Misericordia del Signore.
Sostiamo ai piedi della Colonna del monumento dell'Immacolata, legata alla Cattedrale di San Sabino e alla Chiesa di San Francesco, dove terminava la processione della Desolata del Sabato Santo. Così raccontava il Maestro Masotina, "in servizio" come dipendente comunale nel Palazzo San Francesco e "al servizio" nella Chiesa di San Francesco: "nella festa dell'Immacolata del'8 dicembre, con Padre Stefano e Sergio Lagrasta ci si recava al monumento e con una scala e si offrivano dei fiori alla Madonna". Lo rivediamo Mimmo Masotina affacciato dal monumento della Colonna sacra cittadina nel Sabato Santo, quando di seguito si annunciava la Resurrezione, come mi raccontava anche la buonanima di mia madre Rosa Mastrapasqua. Oggi 25 ottobre dopo il Sabato è Domenica, "dies Domini". "Io credo risorgerò" cantiamo e preghiamo, anche a distanza per il Covid , nelle esequie di Mimmo Masotina, come nella Pasqua che seguiva il Coro della Desolata. Il suo patrimonio umano, musicale, cristiano e spirituale viene consegnato nel passaggio del testimonio, al figlio Ezio, alla Chiesa, al paese, alle nuove generazioni, eredi e custodi.
Ti ricordiamo nel bene, buonanima del Maestro Mimmo Masotina.
Maestro Peppino Di Nunno
"É dal 1966, dall'anno in cui guido il coro composto allora di 41 ragazze, quando la signora Paradiso donò 41 velette nere come copricapo. Padre Stefano mi affidò la guida del coro, che oggi conta più di 270 donne la cui voce è la voce che prega e canta a Maria Desolata . Ho ereditato questo coro da Michele D'Ambra, organista della Chiesa di San Francesco, che a sua volta ha raccolto questa tradizione da Luigi Del Vento, primo clarino della banda diretta da Pasculli. Lo ricordo come un'ombra, quand'ero bambino, divenuto maestro di banda dopo Pasculli. Sapeva armonizzare e lo ricordo in un concerto di banda di fronte alla Chiesa di Santa Caterina nel borgo antico del Castello. Proprio di fronte alla Chiesa in una sala eseguiva le prove di concertazione". Anche il maestro Pasculli armonizzava per banda canti popolari e canti che si cantavano in Chiesa e che venivano canticchiati dalle donne mentre lavavano i panni all'aperto.
Ma la sua testimonianza raccolta nei miei studi riporta il vegliardo Mimmo Masotina di 92 anni alla sua età di bambino: «mia madre mi prendeva per mano nei giorni del Venerdì Santo e mi accompagnava nella Chiesa di San Francesco dicendomi "scème a sénde li lamìnde"». Sono le "lamentazioni" della Settimana Santa, radicate dal Medioevo, presenti anche in Sicilia, nelle devozione popolare "u lamientu". Mimmo Masotina è l'artefice che da bambino ha raccolto questa devozione di canto e di preghiera, diventando per cinquanta anni la mano dirigente del Coro di 300 Dolenti, da noi presentate in Chiesa nel film "La vergine Dolente" dello storico ed antropologo, Angelo Disanto di Cerignola. Mi donò in Chiesa il distintivo di Maria Desolata, riscoperto negli anni recenti nelle radici del "Giorno di Maria Desolata" in Sicilia.
Si dice da testimonianze che nell'ora del trapasso della morte, si vedano e si accostino le anime dei familiari, dei cari genitori. Noi crediamo, caro Maestro Mimmo, che tua madre ti abbia preso per mano, come da bambino, e ti abbia accompagnato in cielo dinanzi al volto della Madre Celeste, dove il velo nero della passione di Cristo, diventa il velo bianco della Resurrezione e della gloria celeste. Se il canto è preghiera eccellente, come scrive Sant'Agostino, "qui cantat bis orat", ora caro Mimmo Tu canti e preghi in cielo, anche con il canto suggestivo con voci maschili per strada del «Miserere», del Salmo 50 di Davide, che invoca la Misericordia del Signore.
Sostiamo ai piedi della Colonna del monumento dell'Immacolata, legata alla Cattedrale di San Sabino e alla Chiesa di San Francesco, dove terminava la processione della Desolata del Sabato Santo. Così raccontava il Maestro Masotina, "in servizio" come dipendente comunale nel Palazzo San Francesco e "al servizio" nella Chiesa di San Francesco: "nella festa dell'Immacolata del'8 dicembre, con Padre Stefano e Sergio Lagrasta ci si recava al monumento e con una scala e si offrivano dei fiori alla Madonna". Lo rivediamo Mimmo Masotina affacciato dal monumento della Colonna sacra cittadina nel Sabato Santo, quando di seguito si annunciava la Resurrezione, come mi raccontava anche la buonanima di mia madre Rosa Mastrapasqua. Oggi 25 ottobre dopo il Sabato è Domenica, "dies Domini". "Io credo risorgerò" cantiamo e preghiamo, anche a distanza per il Covid , nelle esequie di Mimmo Masotina, come nella Pasqua che seguiva il Coro della Desolata. Il suo patrimonio umano, musicale, cristiano e spirituale viene consegnato nel passaggio del testimonio, al figlio Ezio, alla Chiesa, al paese, alle nuove generazioni, eredi e custodi.
Ti ricordiamo nel bene, buonanima del Maestro Mimmo Masotina.
Maestro Peppino Di Nunno