Storia e dintorni
Canosa famosissima città «celebrata dalla sola memoria»
La bellezza dei suoi monumenti nazionali
domenica 8 marzo 2020
10.01
In occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Fondazione Archeologica Canosina, svoltasi il 2 marzo 2020, abbiamo ritenuto di suggellare l'idea di una Canosa famosa nel suo patrimonio archeologico, attingendo ai testi storici degli studiosi che hanno visto e conosciuto quello che noi non abbiamo visto, ma che custodiamo e che possiamo immaginare nella ricostruzione delle pietre scritte. La pagina viene formulata in condivisione dal Dott. Sergio Fontana Presidente della Fondazione Archeologica Canosina, di cui sono onorato socio, quale cultore e ricercatore "sulle vie dei ciottoli". Sono i "ciottoli" che hanno lastricato i sentieri della storia, da quelli eneolitici del 3.500 a. C., a quelli ellenici della Città Greca, a quelli Romani della Via Traiana, a quelli paleocristiani dei Vescovi Canosini, a quelli medievali dei Sette Colli, a quelli della Transumanza dal Molise, al Regio Tratturo del Ponte Romano, a quelli acciottolati del Borgo Antico del Castrum o Castello, a quelli da preservare del basolato storico di pietra vulcanica e calcarea, su cui ancora oggi posiamo i nostri passi accogliendo i visitatori turisti di eccellenza culturale dai paesi limitrofi, dalle Regioni di Canosa, dalle nazioni europee e del mondo.
L'ideazione della pagina vuole essere una semplice icona della storia di Canosa e ricade di buon auspicio per la Delibera unanime del Consiglio Comunale del 27 febbraio 2020 che ha istituito, su iniziativa della Amministrazione Comunale del Sindaco Roberto Morra, la sede del Museo Archeologico Nazionale presso l'ala della Scuola Giuseppe Mazzini, in un connubio di Scuola e Museo, quali agenzie di Cultura.
Canusium praeclarissima Civitas
ac inter Italicas urbes Maxima, come attesta Strabone (Geog. Lib. VI, cap. III, 9) di Κανύσιον (Canùsion)
Il titolo della Canusium famosissima città è tratto dall'opera " Delle Città d'Italia" di Cesare Orlandi del MDCCLXXIV, insigne letterato. Lo stesso riporta le radici elleniche di una delle più grandi Città dei Greci in Occidente, sulla testimonianza del geografo greco Strabone nell'opera Geografia, (Libro VI, cap. III, 9), dove leggiamo il nome in greco della Città Κανύσιον, di cui parlano da millenni le pietre del Santuario della Daunia nel Parco archeologico di San Leucio e i famosi Ipogei disseminati nei Musei Nazionali d'Europa e del Mondo con i gioielli della Fanciulla greca Opaka Sabaleidas. I testi dell'icona sono tratti dall'opera Æs Redivivum Canusinum (Il bronzo canosino ritrovato), (cap. XI) dell'Abate Damadeno, l'illustre letterato fiammingo che illustrò la "dissotterrata" Tavola bronzea dei Decurioni ritrovata da un colono col suo vomere nel 1675 ed espatriata a Firenze.
«Canusium fuit et quod fuerit»
L'icona archeologica letteraria si racchiude in due tempi del verso essere ad attestare cosa fu nel passato Canosa, nel perfetto "fuit" e nel futuro anteriore "fuerit", in ciò che Canosa "fu" e in ciò che "sarebbe stata" anteriormente . «sola memoria celebratur»
"Canosa fu e ciò che potrebbe essere stata, viene celebrato dalla sola memoria"
"Canosa was and what it could have been is celebrated only by memory"
Il passato remoto non resta solo "passato", ma viene celebrato nel presente dalla sola memoria, memoria fatta non di ricordo, ma di conoscenze, di ricerche, di pagine scritte.
«Canusium fuit e quod fuerit ingentia ruinarum rudera demonstrant»
Canosa fu e ciò che potrebbe essere stata,
lo dimostrano gli immensi ruderi dei monumenti
Canosa was and the great ruins of the monuments attest what it could have been
Il passato illustre di Principes, Imperatori e Vescovi viene dimostrato in un Museo a cielo aperto degli immensi ruderi, esistenti, scavati e riportati alla luce nei Sette Monumenti Nazionali di Canosa nell'800 e negli attuali prestigiosi siti archeologici di Canosa. Rileggendo la suddetta pagina di archeologia il nostro pensiero percorre le seguenti riflessioni lessicali e culturali. I verbi al passato remoto e al presente: il verbo "fuit" perfetto evoca le passate radici archeologiche, ma scorre nel presente nell'indicativo del "celebratur" della memoria e nel "demonstrant" dei ruderi monumentali.
Il valore della memoria
"Sola memoria celebratur" esprime il valore della memoria e delle conoscenze evocate nel presente.
Il valore dei ruderi
"Ingentia ruinarum rudera", indicano le prestigiose vestigia monumentali nei ruderi dei siti archeologici, che diventano Parchi Archeologici e che costituiscono il nostro Museo a cielo aperto di Città d'Europa, nel fascino delle nostre meraviglie e di un viaggio nel tempo che si fa visibile nel presente e si proietta nel futuro. Offriamo questa pagina quadro, proponendo che diventi una stampa quadretto nelle nostre abitazioni, nelle nostre Associazioni e Istituzioni, nelle nostre Scuole, dove diventi un tema di lettura e una identità di Κανύσιον, di Canusium, di Canosa, di questo bel paese dei Sette Colli.
Ob amorem patriae
Maestro Peppino Di Nunno
L'ideazione della pagina vuole essere una semplice icona della storia di Canosa e ricade di buon auspicio per la Delibera unanime del Consiglio Comunale del 27 febbraio 2020 che ha istituito, su iniziativa della Amministrazione Comunale del Sindaco Roberto Morra, la sede del Museo Archeologico Nazionale presso l'ala della Scuola Giuseppe Mazzini, in un connubio di Scuola e Museo, quali agenzie di Cultura.
Canusium praeclarissima Civitas
ac inter Italicas urbes Maxima, come attesta Strabone (Geog. Lib. VI, cap. III, 9) di Κανύσιον (Canùsion)
Il titolo della Canusium famosissima città è tratto dall'opera " Delle Città d'Italia" di Cesare Orlandi del MDCCLXXIV, insigne letterato. Lo stesso riporta le radici elleniche di una delle più grandi Città dei Greci in Occidente, sulla testimonianza del geografo greco Strabone nell'opera Geografia, (Libro VI, cap. III, 9), dove leggiamo il nome in greco della Città Κανύσιον, di cui parlano da millenni le pietre del Santuario della Daunia nel Parco archeologico di San Leucio e i famosi Ipogei disseminati nei Musei Nazionali d'Europa e del Mondo con i gioielli della Fanciulla greca Opaka Sabaleidas. I testi dell'icona sono tratti dall'opera Æs Redivivum Canusinum (Il bronzo canosino ritrovato), (cap. XI) dell'Abate Damadeno, l'illustre letterato fiammingo che illustrò la "dissotterrata" Tavola bronzea dei Decurioni ritrovata da un colono col suo vomere nel 1675 ed espatriata a Firenze.
«Canusium fuit et quod fuerit»
L'icona archeologica letteraria si racchiude in due tempi del verso essere ad attestare cosa fu nel passato Canosa, nel perfetto "fuit" e nel futuro anteriore "fuerit", in ciò che Canosa "fu" e in ciò che "sarebbe stata" anteriormente . «sola memoria celebratur»
"Canosa fu e ciò che potrebbe essere stata, viene celebrato dalla sola memoria"
"Canosa was and what it could have been is celebrated only by memory"
Il passato remoto non resta solo "passato", ma viene celebrato nel presente dalla sola memoria, memoria fatta non di ricordo, ma di conoscenze, di ricerche, di pagine scritte.
«Canusium fuit e quod fuerit ingentia ruinarum rudera demonstrant»
Canosa fu e ciò che potrebbe essere stata,
lo dimostrano gli immensi ruderi dei monumenti
Canosa was and the great ruins of the monuments attest what it could have been
Il passato illustre di Principes, Imperatori e Vescovi viene dimostrato in un Museo a cielo aperto degli immensi ruderi, esistenti, scavati e riportati alla luce nei Sette Monumenti Nazionali di Canosa nell'800 e negli attuali prestigiosi siti archeologici di Canosa. Rileggendo la suddetta pagina di archeologia il nostro pensiero percorre le seguenti riflessioni lessicali e culturali. I verbi al passato remoto e al presente: il verbo "fuit" perfetto evoca le passate radici archeologiche, ma scorre nel presente nell'indicativo del "celebratur" della memoria e nel "demonstrant" dei ruderi monumentali.
Il valore della memoria
"Sola memoria celebratur" esprime il valore della memoria e delle conoscenze evocate nel presente.
Il valore dei ruderi
"Ingentia ruinarum rudera", indicano le prestigiose vestigia monumentali nei ruderi dei siti archeologici, che diventano Parchi Archeologici e che costituiscono il nostro Museo a cielo aperto di Città d'Europa, nel fascino delle nostre meraviglie e di un viaggio nel tempo che si fa visibile nel presente e si proietta nel futuro. Offriamo questa pagina quadro, proponendo che diventi una stampa quadretto nelle nostre abitazioni, nelle nostre Associazioni e Istituzioni, nelle nostre Scuole, dove diventi un tema di lettura e una identità di Κανύσιον, di Canusium, di Canosa, di questo bel paese dei Sette Colli.
Ob amorem patriae
Maestro Peppino Di Nunno