Storia e dintorni
Ciao, Giuseppe!A li traj o’ puzz!
Maurizio Sciancalepore ricorda l’amico
domenica 4 dicembre 2016
11.25
Dolore e commozione ai funerali di Giuseppe Sergio, venuto a mancare improvvisamente all'età di 54 anni, che si sono celebrati venerdì pomeriggio nella Cattedrale di S. Sabino a Canosa di Puglia(BT). La comunità canosina, tantissimi amici di Giuseppe, alcuni ritornati in città per il triste evento, si è stretta attorno ai familiari partecipando con compostezza e tristezza al rito funebre officiato da don Vito Cassese della Diocesi di Altamura Gravina e Acquaviva delle Fonti con Mons. Felice Bacco, don Nicola Caputo, Don Mario Porro, Don Michele Malcangio e don Vito Zinfollino, parroci di Canosa. Una cerimonia che ha lasciato il segno dell'emozione in tutti i presenti che hanno conosciuto e apprezzato le doti umane di Giuseppe Sergio, la sua semplicità e vitalità, l'estro e la sportività oltre all'impegno nel sociale, non è passata inosservata l'ultima partecipazione alla colletta alimentare dello scorso 26 novembre, per la giornata nazionale della raccolta del cibo per i bisognosi. Tantissimi attestati di ricordo e stima sui social e quelli pervenuti alla Redazione di Canosaweb come la struggente missiva, rievocativa di un'amicizia datata e forte, tra l'indimenticabile Giuseppe e Maurizio Sciancalepore che da Sassari, impossibilitato a raggiungere Canosa, ha scritto una lettera carica di sentimento ed affetto.
«Tutto nacque circa 40 anni fa, in una giornata di fine autunno dopo essere entrati in classe ed esserci accomodati nel nostro banco, rigorosamente ultimo, mi raccontasti una delle tue barzellette che ogni tanto tiravi "fuori dal cilindro"». - Esordisce cosi Maurizio Sciancalepore nella lettera di ricordo dell'amico Giuseppe Sergio, e prosegue - «Iniziammo a ridere che non riuscivamo a fermarci, tanto è vero che il professore della 1^ ora, se non ricordo male Spezzacatena, ci mandò fuori dall'aula e noi continuammo a ridere sino a "stravaccarci" per terra. Qualche settimana dopo, in prossimità delle festività natalizie, come tutti gli anni nella nostra scuola, l'Istituto Professionale per l'Agricoltura si organizzava una rappresentazione teatrale e fu a quel punto che decidemmo di trasformare quella "terribile" barzelletta in una breve commedia in vernacolo, coinvolgendo alcuni nostri compagni di classe, ricordo il nome di Mimmo Arena, di un certo Marzulli ed altri interessati alla messsa in scena. Fu così che nacque la nostra passione per le commedie in dialetto canosino».
Gli inizi degli anni ottanta a Canosa di Puglia(BT) sono ben impressi nella mente di Maurizio Sciancalepore che entra nei dettagli su come si trascorrevano le giornate in quel periodo nella "Città d'Arte e Cultura", all'insegna dell'amicizia e del divertimento con le manifestazioni a scuola, in parrocchia, alla radio, in piazza, al teatro, allo stadio, tutte interessanti e coinvolgenti che a distanza si ricordano volentieri e restano indelebili nello scrigno del cuore. «Febbraio dell'anno 1982, se non erro, come da qualche anno si era ripreso a festeggiare nel nostro caro paesello, il Carnasciale ed al Teatro Comunale Raffaele Lembo, all'epoca Teatro D'Ambra, organizzarono una serata di spettacoli in cui si esibivano vari gruppi di ragazzi nel ballo, nel canto, nella recita con sketch ed improvvisazioni esilaranti. Non ci volle tanto a convincerci a vicenda e decidemmo di partecipare con la commedia "A li traj o' puzz", un successone!Bei ricordi!Ci classificammo primi battendo anche il nostro amico-rivale, il grande Fernando Forino. L'anno dopo decidemmo di metterci nuovamente in gioco e ne preparammo un'altra. Una sera a casa tua, scrivemmo "La Famighj Scognamiglio la jurnet' du Carnasciel". Ricordo con immenso orgoglio cosa siamo riusciti a fare, tra uno come me, pacato e "perfettivo", come mi chiamavi e Tu così "matto", sregolato che sembravi un fiume in piena, che a volte non riuscivo a starti dietro. Di tutto ciò, era il periodo della preparazione di queste brevi commedie, dalla scrittura dei copioni a tutte le prove, ha rafforzato la nostra amicizia. Ogni volta che si provava, oltre alle lunghe e fragorose risate, si aggiungeva qualcosa di nuovo e se non ti fermavo, saresti stato capace di far durare un atto sei ore. Ricordo, quando ti comunicai che sarei dovuto partire per il servizio militare, correva l'anno 1984, e mi dicesti, scuro in volto: "E le commedie?" Il sogno di scrivere e recitare una commedia in due atti, tutta nostra, era svanito!».
Con tono affettuoso e molta commozione, Maurizio Sciancalepore conclude: «Caro Giuseppe, ti ho conosciuto in 2^ elementare e sino al diploma, siamo stati praticamente inseparabili. Solo un breve periodo di due anni in cui sono stato in seminario alla Madonna dello Sterpeto di Barletta. Ci siamo separati ma anche in quella occasione non ci siamo allontanati perché decisi che i tuoi genitori - 'embè Mchèl' e cummà Nicolèt - mi avrebbero fatto da padrini di cresima. E così fu. Tantissimi anni insieme, legati da passioni come il calcio,tu interista ed io milanista, il teatro che hanno contribuito a rafforzare la nostra sana e lunga amicizia. La stima che avevi per il mio papà - embè Mimin' come lo chiamavi - non potrò dimenticarla, ricordati di salutarmelo. Non posso credere che non ci sei più e non potrò più fare quelle lunghe passeggiate. Si, quelle passeggiate nella villa comunale nelle mie venute, a cadenza annuale a Canosa, contornate da chiacchierate e risate. Mi mancherai tanto amico mio!Ti porterò sempre nel mio cuore!Ciao Giuseppe!Il tuo amico Maurizio».
Alla Famiglia Sergio giungano le sentite condoglianze della Redazione di Canosaweb
«Tutto nacque circa 40 anni fa, in una giornata di fine autunno dopo essere entrati in classe ed esserci accomodati nel nostro banco, rigorosamente ultimo, mi raccontasti una delle tue barzellette che ogni tanto tiravi "fuori dal cilindro"». - Esordisce cosi Maurizio Sciancalepore nella lettera di ricordo dell'amico Giuseppe Sergio, e prosegue - «Iniziammo a ridere che non riuscivamo a fermarci, tanto è vero che il professore della 1^ ora, se non ricordo male Spezzacatena, ci mandò fuori dall'aula e noi continuammo a ridere sino a "stravaccarci" per terra. Qualche settimana dopo, in prossimità delle festività natalizie, come tutti gli anni nella nostra scuola, l'Istituto Professionale per l'Agricoltura si organizzava una rappresentazione teatrale e fu a quel punto che decidemmo di trasformare quella "terribile" barzelletta in una breve commedia in vernacolo, coinvolgendo alcuni nostri compagni di classe, ricordo il nome di Mimmo Arena, di un certo Marzulli ed altri interessati alla messsa in scena. Fu così che nacque la nostra passione per le commedie in dialetto canosino».
Gli inizi degli anni ottanta a Canosa di Puglia(BT) sono ben impressi nella mente di Maurizio Sciancalepore che entra nei dettagli su come si trascorrevano le giornate in quel periodo nella "Città d'Arte e Cultura", all'insegna dell'amicizia e del divertimento con le manifestazioni a scuola, in parrocchia, alla radio, in piazza, al teatro, allo stadio, tutte interessanti e coinvolgenti che a distanza si ricordano volentieri e restano indelebili nello scrigno del cuore. «Febbraio dell'anno 1982, se non erro, come da qualche anno si era ripreso a festeggiare nel nostro caro paesello, il Carnasciale ed al Teatro Comunale Raffaele Lembo, all'epoca Teatro D'Ambra, organizzarono una serata di spettacoli in cui si esibivano vari gruppi di ragazzi nel ballo, nel canto, nella recita con sketch ed improvvisazioni esilaranti. Non ci volle tanto a convincerci a vicenda e decidemmo di partecipare con la commedia "A li traj o' puzz", un successone!Bei ricordi!Ci classificammo primi battendo anche il nostro amico-rivale, il grande Fernando Forino. L'anno dopo decidemmo di metterci nuovamente in gioco e ne preparammo un'altra. Una sera a casa tua, scrivemmo "La Famighj Scognamiglio la jurnet' du Carnasciel". Ricordo con immenso orgoglio cosa siamo riusciti a fare, tra uno come me, pacato e "perfettivo", come mi chiamavi e Tu così "matto", sregolato che sembravi un fiume in piena, che a volte non riuscivo a starti dietro. Di tutto ciò, era il periodo della preparazione di queste brevi commedie, dalla scrittura dei copioni a tutte le prove, ha rafforzato la nostra amicizia. Ogni volta che si provava, oltre alle lunghe e fragorose risate, si aggiungeva qualcosa di nuovo e se non ti fermavo, saresti stato capace di far durare un atto sei ore. Ricordo, quando ti comunicai che sarei dovuto partire per il servizio militare, correva l'anno 1984, e mi dicesti, scuro in volto: "E le commedie?" Il sogno di scrivere e recitare una commedia in due atti, tutta nostra, era svanito!».
Con tono affettuoso e molta commozione, Maurizio Sciancalepore conclude: «Caro Giuseppe, ti ho conosciuto in 2^ elementare e sino al diploma, siamo stati praticamente inseparabili. Solo un breve periodo di due anni in cui sono stato in seminario alla Madonna dello Sterpeto di Barletta. Ci siamo separati ma anche in quella occasione non ci siamo allontanati perché decisi che i tuoi genitori - 'embè Mchèl' e cummà Nicolèt - mi avrebbero fatto da padrini di cresima. E così fu. Tantissimi anni insieme, legati da passioni come il calcio,tu interista ed io milanista, il teatro che hanno contribuito a rafforzare la nostra sana e lunga amicizia. La stima che avevi per il mio papà - embè Mimin' come lo chiamavi - non potrò dimenticarla, ricordati di salutarmelo. Non posso credere che non ci sei più e non potrò più fare quelle lunghe passeggiate. Si, quelle passeggiate nella villa comunale nelle mie venute, a cadenza annuale a Canosa, contornate da chiacchierate e risate. Mi mancherai tanto amico mio!Ti porterò sempre nel mio cuore!Ciao Giuseppe!Il tuo amico Maurizio».
Alla Famiglia Sergio giungano le sentite condoglianze della Redazione di Canosaweb