
Storia e dintorni
Diana Torrieri e Anna Maria Princigalli, le partigiane canosine
Ricordate nel corso dell'incontro sul tema "Per dignità e non per odio. La Resistenza delle donne 1943/45"
giovedì 27 marzo 2025
23.13
Interesse e larga partecipazione di studenti e docenti all'incontro sul tema "Per dignità e non per odio. La Resistenza delle donne 1943/45" che si è svolto stamani presso il Centro Risorse dell'I.I.S.S. "L. Einaudi" a Canosa di Puglia. L'evento storico- formativo è stato organizzato e promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Canosa di Puglia in collaborazione con l'IISS "Luigi Einaudi", il Liceo Statale "Enrico Fermi", l'IISS "Leontine e Giuseppe De Nittis" e l' Associazione Italiana Partigiani d'Italia Comitato Provinciale ANPI BAT nell'ambito delle celebrazioni dell'80° Anniversario della Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025). Sotto la lente il fondamentale apporto dato dalle donne del territorio alla Liberazione, che hanno combattuto, molte delle quali pagando il prezzo più caro, per un futuro di libertà. Per i saluti istituzionali sono intervenuti: l'Assessore alla Cultura e Istruzione Cristina Saccinto; la dirigente scolastica dell'IISS "L. Einaudi", Brigida Caporale e il dirigente del Liceo Statale "E. Fermi", Gerardo Totaro; mentre, in rappresentanza dell'ANPI BAT il professore Roberto Tarantino, in veste di relatore sul tema "Per dignità e non per odio. La Resistenza delle donne 1943/45". Le donne, uniche «volontarie a pieno titolo nella resistenza», in quanto non sottoposte ai bandi di reclutamento, e in generale non obbligate alla fuga e al nascondimento, sono state impegnate in ognuno dei compiti previsti dalla lotta di Liberazione nelle sue varie modalità: «nello scontro armato, nel lavoro di informazione, approvvigionamento e collegamento, nella stampa e propaganda, nel trasporto di armi e munizioni, nell'organizzazione sanitaria e ospedaliera, nel Soccorso rosso, nei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà.» Le donne sono state protagoniste principali (ma non uniche) della Resistenza civile in particolare in alcune azioni di massa dove hanno ottenuto risultati estremamente concreti e importanti da un punto di vista strategico e politico.
Ricordata, tra le altre, l'attrice canosina Angela "Diana" Torrieri(1913-2007) che è stata "impegnata in prima persona nella Resistenza. Militante del Partito d'Azione, nel 1943 entrò come staffetta in una formazione di 'Giustizia e Libertà' e, nei giorni della Liberazione, fu ferita di striscio, mentre si trovava vicina al 'Piccolo' di Milano, teatro di cui fu anche capocomico". Mentre, la pedagogista Anna Maria Princigalli(1916-1969), figlia di un tenente colonnello di Canosa di Puglia entrò in contatto con la Resistenza a Miazzina in provincia di Verbania. Militò nella brigata garibaldina Valgrande Martire e successivamente nella Divisione Mario Flaim, unica donna ad ottenere il grado di ufficiale. Venne arrestata il 15 ottobre 1944 durante il grande rastrellamento che portò fine alla Repubblica Partigiana d'Ossola e fu incarcerata a Varese e a Milano. In carcere venne torturata dai fascisti. Nella Liberazione dell'Italia dal nazifascismo le donne hanno avuto un ruolo chiave con la partecipazione in migliaia alla Resistenza italiana. Oltre 4.500 furono arrestate, torturate, condannate e 623 quelle fucilate, impiccate o cadute in combattimento, mentre le circa tremila deportate in Germania cercarono un'esistenza più dignitosa in un Paese libero dall'autoritarismo fascista. Il riconoscimento sul piano storiografico venne circa un trentennio dopo la fine della guerra, cominciando ad elaborare categorie in grado di restituire la complessità del ruolo femminile nella Resistenza. Il protagonismo femminile nella Resistenza ha riguardato sia la lotta armata che tutti gli altri compiti previsti dalla lotta di Liberazione nelle sue varie modalità di intervento e partecipazione.
Riproduzione@riservata
Ricordata, tra le altre, l'attrice canosina Angela "Diana" Torrieri(1913-2007) che è stata "impegnata in prima persona nella Resistenza. Militante del Partito d'Azione, nel 1943 entrò come staffetta in una formazione di 'Giustizia e Libertà' e, nei giorni della Liberazione, fu ferita di striscio, mentre si trovava vicina al 'Piccolo' di Milano, teatro di cui fu anche capocomico". Mentre, la pedagogista Anna Maria Princigalli(1916-1969), figlia di un tenente colonnello di Canosa di Puglia entrò in contatto con la Resistenza a Miazzina in provincia di Verbania. Militò nella brigata garibaldina Valgrande Martire e successivamente nella Divisione Mario Flaim, unica donna ad ottenere il grado di ufficiale. Venne arrestata il 15 ottobre 1944 durante il grande rastrellamento che portò fine alla Repubblica Partigiana d'Ossola e fu incarcerata a Varese e a Milano. In carcere venne torturata dai fascisti. Nella Liberazione dell'Italia dal nazifascismo le donne hanno avuto un ruolo chiave con la partecipazione in migliaia alla Resistenza italiana. Oltre 4.500 furono arrestate, torturate, condannate e 623 quelle fucilate, impiccate o cadute in combattimento, mentre le circa tremila deportate in Germania cercarono un'esistenza più dignitosa in un Paese libero dall'autoritarismo fascista. Il riconoscimento sul piano storiografico venne circa un trentennio dopo la fine della guerra, cominciando ad elaborare categorie in grado di restituire la complessità del ruolo femminile nella Resistenza. Il protagonismo femminile nella Resistenza ha riguardato sia la lotta armata che tutti gli altri compiti previsti dalla lotta di Liberazione nelle sue varie modalità di intervento e partecipazione.
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