Storia e dintorni
Edificare un Paese più unito e solido
La dichiarazione del presidente Mattarella per il 160° anniversario dell’Unità d’Italia
mercoledì 17 marzo 2021
16.12
Con la legge 23 novembre 2012, n. 222 è stata istituita la "Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera" da celebrarsi il 17 marzo di ogni anno, nel giorno della proclamazione dell'Unità d'Italia, nel 1861. Nell'occasione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato «Il coronamento del sogno risorgimentale ha suggellato l'identità di Nazione, che trae origine dalla nostra storia più antica e dalla nostra cultura. Le generazioni che ci hanno preceduto, superando insieme i momenti più difficili, ci hanno donato un Paese libero, prospero e unito. Rivolgo un deferente pensiero e l'omaggio di tutto il popolo italiano ai cittadini che hanno contribuito a costruire il nostro Paese. L'Italia, colpita duramente dall'emergenza sanitaria, ha dimostrato ancora una volta spirito di democrazia, di unità e di coesione. Nel distanziamento imposto dalle misure di contenimento della pandemia ci siamo ritrovati più vicini e consapevoli di appartenere a una comunità capace di risollevarsi dalle avversità e di rinnovarsi. La Repubblica, per scelta degli italiani, è la massima espressione dell'Unità nazionale e l'Inno e la Bandiera sono i simboli più cari e riconosciuti della nostra Patria. La celebrazione odierna ci esorta nuovamente a un impegno comune e condiviso, nel quadro del progetto europeo, per edificare un Paese più unito e solido, condizione necessaria per una rinnovata prosperità e uno sviluppo equo e sostenibile.»
Mentre tra gli interventi più significativi per la ricorrenza odierna spicca quello del Professor Carlo Alberto Romano Delegato del Rettore alla responsabilità sociale per il territorio dell'Università degli Studi di Brescia : «Il 160° anniversario dell'Unità d'Italia ricorre in una situazione sociale molto particolare, la cui travolgente consistenza è sotto gli occhi di tutti. Il rischio è che la pervasiva contemporaneità tenda a mettere in secondo piano altre ricorrenze, soprattutto quelle necessarie a farci considerare e riflettere sulla nostra storia, a mantenere attivo il percorso comunicativo transgenerazionale che ci consegna, attraverso il patrimonio documentale, il senso della nostra identità. In questa situazione, la soluzione più immediata e facile tende a essere il ricorso alla risposta della retorica testimoniale, veicolata da una cultura nozionistica e celebrativa che, purtroppo, risulta spesso sostitutiva di una utile e arricchente ricerca conoscitiva sul nostro passato e sui valori fondativi della nostra comunità. UNIBS crede nel valore della ricerca, di un sapere che non si chiuda in se stesso ma si ponga in comunicazione con gli altri, nella convinzione che ciò generi un proficuo aumento della conoscenza per tutti. In questa visione, e nel tentativo di superare la retorica celebrativa, ci piace ricordare come negli anni successivi all'Unità d'Italia la comunità bresciana pose le basi per divenire una delle realtà manifatturiere più importanti del Paese, costruendo quella fama di bacino industriale, talvolta anche eccessivamente enfatizzata, di cui ancora oggi gode. Le biografie di Glisenti, Tempini e Togni descrivono bene quegli anni di edificazione sociale otre che identitaria; naturalmente l'industria e l'economia si intrecciarono con il protagonismo politico di quegli anni, uscito dal risorgimento e impegnato nel percorso di modernizzazione, come le figure di Zanardelli o Ugo da Como ci ricordano. Il mondo della Scienza non fu certamente da meno, basti pensare al Nobel assegnato a Golgi o alla collaborazione di Cerebotani con Guglielmo Marconi. Ci pare questa una visione dinamica della comunità bresciana, cui riportarci per trarre una suggestione anche di questi tempi, in cui abbiamo più che mai bisogno di unità e di solidarietà».
Mentre tra gli interventi più significativi per la ricorrenza odierna spicca quello del Professor Carlo Alberto Romano Delegato del Rettore alla responsabilità sociale per il territorio dell'Università degli Studi di Brescia : «Il 160° anniversario dell'Unità d'Italia ricorre in una situazione sociale molto particolare, la cui travolgente consistenza è sotto gli occhi di tutti. Il rischio è che la pervasiva contemporaneità tenda a mettere in secondo piano altre ricorrenze, soprattutto quelle necessarie a farci considerare e riflettere sulla nostra storia, a mantenere attivo il percorso comunicativo transgenerazionale che ci consegna, attraverso il patrimonio documentale, il senso della nostra identità. In questa situazione, la soluzione più immediata e facile tende a essere il ricorso alla risposta della retorica testimoniale, veicolata da una cultura nozionistica e celebrativa che, purtroppo, risulta spesso sostitutiva di una utile e arricchente ricerca conoscitiva sul nostro passato e sui valori fondativi della nostra comunità. UNIBS crede nel valore della ricerca, di un sapere che non si chiuda in se stesso ma si ponga in comunicazione con gli altri, nella convinzione che ciò generi un proficuo aumento della conoscenza per tutti. In questa visione, e nel tentativo di superare la retorica celebrativa, ci piace ricordare come negli anni successivi all'Unità d'Italia la comunità bresciana pose le basi per divenire una delle realtà manifatturiere più importanti del Paese, costruendo quella fama di bacino industriale, talvolta anche eccessivamente enfatizzata, di cui ancora oggi gode. Le biografie di Glisenti, Tempini e Togni descrivono bene quegli anni di edificazione sociale otre che identitaria; naturalmente l'industria e l'economia si intrecciarono con il protagonismo politico di quegli anni, uscito dal risorgimento e impegnato nel percorso di modernizzazione, come le figure di Zanardelli o Ugo da Como ci ricordano. Il mondo della Scienza non fu certamente da meno, basti pensare al Nobel assegnato a Golgi o alla collaborazione di Cerebotani con Guglielmo Marconi. Ci pare questa una visione dinamica della comunità bresciana, cui riportarci per trarre una suggestione anche di questi tempi, in cui abbiamo più che mai bisogno di unità e di solidarietà».