Storia e dintorni
Giocare nel tempo e nello spazio
Come una volta, senza video giochi e con le sole mani
domenica 26 agosto 2018
17.17
Interesse, curiosità e partecipazione di grandi e piccini al primo incontro dell'iniziativa "Un tuffo nel passato: alla scoperta dei giochi della tradizione" che ha avuto luogo nei pressi dell'Info-Point in Piazza Vittorio Veneto a Canosa di Puglia(BT. Sono previsti una serie di eventi pubblici, organizzati e promossi dalla Regione Puglia, dal Comune di Canosa, da Puglia Promozione, dalla locale Pro Loco e dall'A.p.r.o.s. professionisti per il sociale, che sono in calendario il 6 e 20 settembre e l'11 ottobre 2018. Nella sera di Santa Rosa del 23 agosto scorso, molti bambini accompagnati dai genitori e dai nonni si sono divertiti al gioco della campana a terra con le pietre e con le biciclette della collezione privata, messe a disposizione dal signor. Raffaele Paradiso. Abbiamo collaborato volontariamente offrendo una pagina di cultura e giocando con i bambini senza giocattoli e con le sole mani a "papulìcchie e papulàcchie, jàpre e squàcce", giocando o parapèlle, alla trottola e alla raganella che veniva impugnata anche dalle mani dei bambini. Con la gioia dei genitori e dei nonni presenti abbiamo concluso con il gioco del girotondo con i bambini che si sono presi per mano, girando e cascando per terra. Ne abbiamo bisogno di fare girotondi in questi tempi! Per l'occasione, presentiamo la pagina culturale divulgata nella serata, in una piazza, teatro di giochi senza tempo e di amicizia. Nel Libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", pubblicato nel 2015, coniugando diversi verbi , come mangiare in dialetto, pregare, leggiamo il verbo "giocare" in vernacolo dal tempo dei nonni. Il dialetto è rappresentato linguisticamente anche nei giochi del '900, ormai scomparsi, ma sempre creativi in gruppo e quindi riproponibili nella nostra cultura digitale e consumistica. Molti giochi socializzavano per strada all'aria aperta. Il ludus discendi (il gioco di imparare) è stato un modo di crescere e di vivere nella nostra infanzia e adolescenza. Movimento, socializzazione e comunicazione, costruzione artigianale, creatività e divertimento emergono nei giochi del '900, di cui ritroviamo radici culturali nei giochi dei bambini del Medio Evo, dell'Antica Roma, dell'Antica Grecia.
Elenchiamo alcuni giochi, che meritano uno studio approfondito e che hanno divertito molte generazioni: papulìcchie e papulàcchie, jàpre e squàcce (indovinare l'oggetto nascosto in un pugno da aprire); tùp tùp! stè un mòneche? (colonna di pugni); le chiànghe (gioco sulle pietre o campana); u mazzagàtte (gioco del tiro di un pezzo di legno); u stàcce (sorta di bocce); la cumète (l'aquilone)… che meraviglia!; u parapàlle; l'atteraprète (la fionda); u cucinìdde (il cucinino delle bambine); la pupédde (la pupetta) dove il gioco delle bambole, di terracotta, di legno, di stoffa, rappresenta il mondo dell'infanzia femminile dal 2000 a. C., dall'antico Egitto, all'antica Roma; o scecàffe (allo schiaffo da indovinare); alla lotta con coppie di cavallo e cavaliere, che impugnava le mani (esiste un dipinto antico); ai dadi; alla dama, al Tris, all'Oca; le castédde de l'aménele (i mucchi di mandorle sovrapposte, da far cadere con il marrone); li rucelìcchie (giochi sul marciapiede con tappi di metallo di bottiglie); la palle di pézze; u parapàlle; le biglie di vetro; u cùrle (la trottola di legno); mosca cieca (bendati col fazzoletto); le figurine; feselìcchie (fessolicchio) (gioco di squadra per fare campo); zombacavàdde (salto a cavallo di compagni distesi avanti); "Muselòne" (gioco di Guardia e ladri, che rievocava il famoso brigante Musolino dell'Aspromonte); u cìrchie (gioco con il cerchio di bicicletta, guidato da un'asta); u carrùzze (il carrettino a tre ruote); la slìtte (pattino a due ruote); l'atteracùppe (il lanciaconi di carta o cerbottana); u frescekétte (il fischietto fatto con canne dell'Ofanto); la corsa nei sacchi; l'albero della cuccagna e altri; ai quattro angoli; a Testa o Croce di una moneta; alla morra; all'ascunnétte (a nascondino); ai rocchetti di legno del filo di cotone: venivano dentati e con un elastico e una leva, diventavano dei piccoli trattori o carri armati; o vezzàrre (gioco col bottone con i fili infilati e intrecciati, che facevano ruotare velocemente il bottone); allo yo-yo; al fazzoletto tra due squadre, come abbiamo giocato a volte a Scuola, con i bambini all'aperto! Nel Medioevo, ritroviamo i giochi di corte come i dadi, il Tris (Filetto), gli Scacchi, l'Oca (citata come gioco della "zara" da Dante Alighieri, nel Purgatorio, Libro VI, vv. 1-4). Nell'antica Roma i bambini giocavano anche loro a testa o croce con la moneta, gridando: navia aut capita? (nave o testa?) oppure a pari e dispari con le dita (père o spère), dicendo "par, impar"; giocavano con il cerchio da spingere o con la trottola di legno (turbo), con il carretto, al filetto (una sorta di Tris), a dama, ai dadi, all'aquilone. E alcun giochi, erano presenti anche tra i bambini dell'Antica Grecia: la trottola, come abbiamo appreso dal Museo Archeologico Nazionale di Atene. Questi giochi si sono tramandati nel Medioevo, nell'Umanesimo, nel Rinascimento, giungendo nel '700 e poi fino al '900 dei nostri nonni. Dagli anni '70 Fra' Celestino Di Muro, canosino, ha scritto un libro "li sciùche de na vòlte!" (i giochi di un tempo).
Buon gioco a tutti !
Ricerche storiche a cura del maestro Peppino Di Nunno
Elenchiamo alcuni giochi, che meritano uno studio approfondito e che hanno divertito molte generazioni: papulìcchie e papulàcchie, jàpre e squàcce (indovinare l'oggetto nascosto in un pugno da aprire); tùp tùp! stè un mòneche? (colonna di pugni); le chiànghe (gioco sulle pietre o campana); u mazzagàtte (gioco del tiro di un pezzo di legno); u stàcce (sorta di bocce); la cumète (l'aquilone)… che meraviglia!; u parapàlle; l'atteraprète (la fionda); u cucinìdde (il cucinino delle bambine); la pupédde (la pupetta) dove il gioco delle bambole, di terracotta, di legno, di stoffa, rappresenta il mondo dell'infanzia femminile dal 2000 a. C., dall'antico Egitto, all'antica Roma; o scecàffe (allo schiaffo da indovinare); alla lotta con coppie di cavallo e cavaliere, che impugnava le mani (esiste un dipinto antico); ai dadi; alla dama, al Tris, all'Oca; le castédde de l'aménele (i mucchi di mandorle sovrapposte, da far cadere con il marrone); li rucelìcchie (giochi sul marciapiede con tappi di metallo di bottiglie); la palle di pézze; u parapàlle; le biglie di vetro; u cùrle (la trottola di legno); mosca cieca (bendati col fazzoletto); le figurine; feselìcchie (fessolicchio) (gioco di squadra per fare campo); zombacavàdde (salto a cavallo di compagni distesi avanti); "Muselòne" (gioco di Guardia e ladri, che rievocava il famoso brigante Musolino dell'Aspromonte); u cìrchie (gioco con il cerchio di bicicletta, guidato da un'asta); u carrùzze (il carrettino a tre ruote); la slìtte (pattino a due ruote); l'atteracùppe (il lanciaconi di carta o cerbottana); u frescekétte (il fischietto fatto con canne dell'Ofanto); la corsa nei sacchi; l'albero della cuccagna e altri; ai quattro angoli; a Testa o Croce di una moneta; alla morra; all'ascunnétte (a nascondino); ai rocchetti di legno del filo di cotone: venivano dentati e con un elastico e una leva, diventavano dei piccoli trattori o carri armati; o vezzàrre (gioco col bottone con i fili infilati e intrecciati, che facevano ruotare velocemente il bottone); allo yo-yo; al fazzoletto tra due squadre, come abbiamo giocato a volte a Scuola, con i bambini all'aperto! Nel Medioevo, ritroviamo i giochi di corte come i dadi, il Tris (Filetto), gli Scacchi, l'Oca (citata come gioco della "zara" da Dante Alighieri, nel Purgatorio, Libro VI, vv. 1-4). Nell'antica Roma i bambini giocavano anche loro a testa o croce con la moneta, gridando: navia aut capita? (nave o testa?) oppure a pari e dispari con le dita (père o spère), dicendo "par, impar"; giocavano con il cerchio da spingere o con la trottola di legno (turbo), con il carretto, al filetto (una sorta di Tris), a dama, ai dadi, all'aquilone. E alcun giochi, erano presenti anche tra i bambini dell'Antica Grecia: la trottola, come abbiamo appreso dal Museo Archeologico Nazionale di Atene. Questi giochi si sono tramandati nel Medioevo, nell'Umanesimo, nel Rinascimento, giungendo nel '700 e poi fino al '900 dei nostri nonni. Dagli anni '70 Fra' Celestino Di Muro, canosino, ha scritto un libro "li sciùche de na vòlte!" (i giochi di un tempo).
Buon gioco a tutti !
Ricerche storiche a cura del maestro Peppino Di Nunno