Storia e dintorni
I guanti pontificali della Cattedrale S. Sabino
L’iscrizione greca del “VIVENTE”
giovedì 2 agosto 2018
16.50
In occasione del mio ultimo soggiorno a Canosa per l'evento dedicato a Giovanni Bovio, ho letto alcuni articoli del n.3 Maggio/Giugno de "Il Campanile". Non suoni in alcun modo di "captatio benevolentiae", ma mi corre l'obbligo di esprimere il mio vivo apprezzamento per la qualità formativa e informativa di un giornale che si propone come luogo di confronto, di dibattito, di riflessioni pastorali, sociali e culturali. Mi soffermo sull'articolo "I guanti pontificali di Canosa di Puglia su una importante pubblicazione di Oxford" . Il fatto che questo prezioso oggetto sia all'attenzione di studiosi di varie università mi induce a indirizzare alla tua intelligente attenzione questo mio "saggio breve" nel quale mi permetto di proporre alcune doverose correzioni di carattere morfologico e di offrire, come contributo personale, una nuova ipotesi ermeneutica relativa alla iscrizione sul guanto, a tutela di questo pregevole patrimonio artistico, considerato che in più sedi si riportano trascrizioni e traduzioni inesatte.
Procedo per punti.
Infatti, le ipotesi che possiamo avanzare sono due:
In greco
Τί ζητεῖτε τὸν ζῶντα μετὰ τῶν νεκρῶν; 6 οὐκ ἔστιν ὧδε, ἀλλὰ ἠγέρθη
In latino
Quid quaeritis viventem cum mortuis? Non est hic, sed surrexit.
Traduco
Perché cercate Colui che vive tra i morti? Non è qui, ma si è alzato in piedi (in latino "surrexit", donde il nostro termine storico – teologico "è risorto").
Mi permetto di sostenere che questa lettura non è esatta ed è frutto di un fraintendimento.
La lingua greca (sarebbe più corretto dire, i dialetti greci) riporta due verbi equivalenti: il verbo ζάω (nel dialetto ionico ζώω per ζάω) significa: vivere, essere in vita; di qui il sostantivo neutro verbale τὸ ζῷον che vuol dire "animale" nel senso essere dotato di vita.
L'evangelista avrebbe usato questo termine generico per riferirsi a Gesù di cui gli Angeli dicono che si è destato dal sonno della morte ed è Colui che sta tra i vivi e non tra i morti?
Non è in alcun modo sostenibile non solo per una questione lessicale – teologica, ma anche, e soprattutto, per una questione morfologica.
Infatti, il participio accusativo τὸν ζῶντα (leggi: tòn zònta), poiché ζάω o ζώω sono due verbi che hanno la contrazione, è questo:
Cosa sostengo, e mi sia lecito dire fondatamente?
Che l'iscrizione sul guanto non è ζῶον, come sento dire e sostenere anche da studiosi di ambiente accademico, che è la denominazione generica di animale, di essere dotato di vita, ma è ζῶν, il Nominativo contratto del Participio presente del verbo; dunque "Colui che è tra viventi e non tra i morti".
In omaggio a questo pregevole patrimonio artistico della Cattedrale di San Sabino di Canosa di Puglia.
Prof. Pasquale Di Nunno
Procedo per punti.
- L'articolista riferisce che "… la parte centrale del guanto è caratterizzata da due medaglioni in lana spessa, con applicazioni di perline naturali e lapislazzuli, che recano al centro la figura della Vergine entro la mandorla e del Cristo con fascia trasversale che reca la parola Ozon, ossia "Il risorto".
Infatti, le ipotesi che possiamo avanzare sono due:
- la prima: che l'autore dell'iscrizione del guanto abbia fatto riferimento al sostantivo greco ζῷον [-ου, τό], che è un sostantivo di genere neutro, mentre l'articolo ὁ è di genere maschile; e comunque, l'articolo va scritto separato dal suo sostantivo; dunque, questa ipotesi non regge; e in ogni caso, il termine "Ozon" è inesistente;
- la seconda: che l'autore dell'iscrizione del guanto abbia fatto riferimento al participio presente della forma verbale ζάω (inf. ζῆν) o del suo equivalente ionico ζώω. Si tratterebbe, in questo caso, di un Participio Presente attivo, ovviamente di genere maschile.
- Ora, che si tratti del sostantivo neutro, che si tratti del Participio presente, sia il sostantivo neutro che la forma verbale participiale fanno riferimento all'area semantica della vita. Dunque, per ragioni morfologico – lessicali, il termine "Zoon" va tradotto, Colui che è vivo, Colui che sta con i viventi e non con i morti, non "Il Risorto".
- Va ricordato, se vogliamo rispettare il testo greco dei Vangeli e la Grammatica Greca, quanto segue:
- che gli evangelisti descrivono il fenomeno della Resurrezione usando il verbo ἀνεγείρω o εγείρω (destarsi, svegliarsi: vedasi la forma verbale ἠγέρθη utilizzata da Luca 24, 6, da Matteo 28,6 e da Marco 16,6;
- che la forma verbale liturgica e della tradizione delle prime comunità cristiane (ripresa anche da Papa Francesco nel suo augurio alle Chiese ortodosse il giorno di Pasqua) è ἀνίστημι (leggi: anìstemi), che vuol dire: alzarsi, mettersi in piedi, in posizione eretta, sorgere (vedasi l'equivalente latino surgĕre o resurgĕre); di qui l'annuncio e saluto pasquale Χριστός ανέστη (leggi: Christós anésti).
- Un'ultima conferma, che – per così dire, chiude questa questione.
In greco
Τί ζητεῖτε τὸν ζῶντα μετὰ τῶν νεκρῶν; 6 οὐκ ἔστιν ὧδε, ἀλλὰ ἠγέρθη
In latino
Quid quaeritis viventem cum mortuis? Non est hic, sed surrexit.
Traduco
Perché cercate Colui che vive tra i morti? Non è qui, ma si è alzato in piedi (in latino "surrexit", donde il nostro termine storico – teologico "è risorto").
- Lasciamo l'articolo e affrontiamo la "lettura" dell'iscrizione riportata sul prezioso guanto.
Mi permetto di sostenere che questa lettura non è esatta ed è frutto di un fraintendimento.
La lingua greca (sarebbe più corretto dire, i dialetti greci) riporta due verbi equivalenti: il verbo ζάω (nel dialetto ionico ζώω per ζάω) significa: vivere, essere in vita; di qui il sostantivo neutro verbale τὸ ζῷον che vuol dire "animale" nel senso essere dotato di vita.
L'evangelista avrebbe usato questo termine generico per riferirsi a Gesù di cui gli Angeli dicono che si è destato dal sonno della morte ed è Colui che sta tra i vivi e non tra i morti?
Non è in alcun modo sostenibile non solo per una questione lessicale – teologica, ma anche, e soprattutto, per una questione morfologica.
Infatti, il participio accusativo τὸν ζῶντα (leggi: tòn zònta), poiché ζάω o ζώω sono due verbi che hanno la contrazione, è questo:
Participio Presente Attivo | ||
maschile | femminile | neutro |
ζῶν | ζῶσα | ζῶν |
Cosa sostengo, e mi sia lecito dire fondatamente?
Che l'iscrizione sul guanto non è ζῶον, come sento dire e sostenere anche da studiosi di ambiente accademico, che è la denominazione generica di animale, di essere dotato di vita, ma è ζῶν, il Nominativo contratto del Participio presente del verbo; dunque "Colui che è tra viventi e non tra i morti".
- Un ultimo suggerimento: l'iscrizione è riportata dall'alto in basso con il filo bianco ricamato e ho sentito dire (Zeta – omega – omicron- ni). A mio avviso, quello che qualcuno ritiene di leggere "omicron", in realtà è l'accento circonflesso sull'Omega ζῶν
In omaggio a questo pregevole patrimonio artistico della Cattedrale di San Sabino di Canosa di Puglia.
Prof. Pasquale Di Nunno