Storia e dintorni
Il Centenario degli accadimenti tragici del 23 Maggio 1920
Dalla consultazione dell’Archivio Storico Comunale di Canosa
lunedì 25 maggio 2020
23.30
Ricorrendo il Centenario degli accadimenti tragici del 23 Maggio 1920 a Canosa di Puglia, riportati da fonti di giornale de "La Gazzetta del Mezzogiorno" a firma Paolo Pinnelli, vogliamo porgere e riproporre alla conoscenza e alla memoria la ricerca storica effettuata in tempi di oblio nel 2016, valorizzando le fonti dell'Archivio Storico Comunale, cui abbiamo allegato nel tempo la seguente pagina di studio. Quelle pietre del basolato storico antistanti il Palazzo di Città furono intrise di sangue, quando la fame del pane opprimeva la "povera gente". Forse nel dialogo civile e politico si sarebbero evitate le vittime. Ma facciamo memoria alla storia.
Piazza Martiri XXIII Maggio a Canosa. Recuperata la memoria storica
La Piazza del Palazzo di Città a Canosa di Puglia è intitolata ai Martiri del XXIII Maggio, ma lacunosa risulta la conoscenza della radice storica della toponomastica. Al quesito posto alla nostra ricerca, avviamo una complessa indagine sulle pietre del basolato storico del Palazzo municipale. Fra le prime ipotesi pensiamo a Martiri e quindi a Santi Martiri, come la collina storica attigua dei Santa Quaranta Martiri, ma escludiamo tale ipotesi, atteso che la data accostata alla parola "Martiri" in linea di principio esclude l'identità di Santi, ma riconduce ad un evento socio-politico. Infatti, come discutiamo con Nicola Visconti, i nostri nonni della prima metà del '900 riferivano di una protesta popolare repressa con vittime; ma a quale anno, a quale evento? Il punto interrogativo trova dopo molte vane domande l'indicazione precisa di Michele Garribba che nel libro del 2000 "Canosini in... fama toponomastica" riporta l'indicazione dell'anno 1920, del documento, dei tre cittadini vittime in una protesta popolare: Mogavero Giuseppe, Silvestri Nicola, Taccardi Gerardo di anni 11.
E già in precedenza il libro del 1996 "C'era una volta Canosa" di Vincenzo Petroni a pag. 224 riporta la fonte storica quando " a Canosa nel 1920, anno della fondazione della Cooperativa Agraria Nicola Rossi, una massa di contadini, il 23 maggio, si accalca innanzi al Municipio e tenta di forzarne il portone. Il Corriere delle Puglie riporta il malcontento di ragioni economiche. Vi sono numerosi feriti e tre contadini perdono la vita. Ai loro funerali prenderà parte una folla calcolata in 8.000 persone".
Lo stesso Petroni alla pagina successiva riporta il contesto socio-politico del dopoguerra in cui i proletari contadini versavano nell'estrema povertà e delle tensioni e contrapposizioni politiche tra "Fascisti e Socialisti", tra contadini e rappresentanti dei bisogni del Mezzogiorno.
Con questi dati oggettivi ricerchiamo e sfogliamo le pagine di storia dell'Archivio Storico Comunale di una piazza intitolata a Felice Cavallotti ancora nel 1945 con la Liberazione.
Le pagine ci riportano la memoria storica e i testi dei documenti, che apportano nuove e complete conoscenze della piazza municipale di Canosa, la quale riporta cronologicamente tre intitolazioni nella toponomastica: "Piazza Martiri XXIII Maggio – Piazza Cavallotti – Piazza Egnazia".
In origine verso la fine dell'800 il titolo di Piazza Egnazia, riconduce nella nostra cultura classica alla famosa città Egnazia, antica città della Puglia, presso Fasano, citata da Plinio, Strabone e Orazio, posta lungo la Via Traiana nel legame con Canusium.
In seguito nell'inizio del '900 la Piazza fu intitolata a Felice Cavallotti (1842-1898), Deputato al Parlamento, politico fondatore della Sinistra Storica rivoluzionaria.
Ma con l'evento del 23 Maggio 1920 la delibera n. 166 del 1920 riporta le motivazioni della nuova intitolazione ai Martiri del XXIII Maggio.
"Il Consigliere Speranza ricorda che il 23 Maggio 1920, sulla Piazza Cavallotti e precisamente dinanzi al portone muncipale, in una sommossa di lavoratori chiedendo il pagamento di opera da essi prestata, caddero morti tre nostri concittadini che rispondono ai nomi di Mogavero Giuseppe contadino di anni 38, Silvestri Nicola contadino di anni 31, Taccardi Gerardo di anni 11. A ricordo di tale eccidio propone che l'attuale Piazza Cavallotti sia d'ora innanzi chiamata "Piazza dei Martiri proletari del 23 Maggio 1920".
Anche la Minoranza con la parola del Consigliere Caporale fu favorevole alla proposta in quanto i tre caduti "devono ritenersi tre martiri proletari" e la delibera di Consiglio comunale viene assunta "ad unanimità di voto".
Ma la Delibera del 1920 di due nuove intitolazioni fu revocata l'anno successivo con la Delibera n. 110 del 26 Aprile 1921 con le seguenti motivazioni: "tale cambiamento di denominazioni produsse un certo fermento nella popolazione, tanto da essere la causa determinante dell'agitazione prodottasi nella cittadinanza contro la cessata Amministrazione , che portò alle dimissioni della Giunta e Consiglio Comunale". Viene così "ripristinata la prima denominazione di Piazza Cavallotti".
Nella instabilità amministrativa infatti dal 1920 al 1921 si susseguono cinque Sindaci.
E l'amico novantenne Mario Caporale ci riferisce che negli anni 1920-21, a seguito anche della fondazione del Partito Comunista Italiano del gennaio 1921, prima dell'ascesa e della marcia fascista su Roma dell'ottobre 1922, si vivevano tensioni sociali e politiche e instabilità amministrative.
Si giungerà al 1948 con la nascita della Costituzione, quando il Sindaco comunista Giuseppe Matarrese ripristinerà il titolo di "Piazza Martiri del XXIII Maggio", confermato in seguito dalla delibera di C.C. del 3 Luglio 1965 con il Sindaco democristiano Luigi Germinario e con la Delibera di C. C. n.162 del 22 Dicembre 1971 con il Sindaco socialista Pasquale Masotina.
Portiamo la memoria delle pietre del basolato storico che furono intrise del sangue di tre contadini, dove anche il ragazzo di 11 anni, orfano di padre, rappresentava la prole contadina, che in quella età spesso lasciava la Scuola per lavorare nei campi, come mi ha raccontatato mio nonno Peppino, per lasciare poi i campi andando in Guerra.
Gli attestati di morte dei tre concittadini canosini attestano il luogo della morte avvenuta "nella casa posta in piazza Cavallotti".
Non siamo riusciti a ritrovare nel Camposanto di Canosa i loculi cimiteriali del tre caduti, ricercando i registri storici della fine dell'800 e dell'inizio del '900, ma siamo certi che essi figurano tra i loculi del Cimitero monumentale incisi di storia e di umanità.
Siamo eredi e custodi di questi Martiri canosini del 1920, accanto a tutti i Martiri del regime fascista e del regime comunista in Europa; accanto ai Martiri delle Brigate Rosse e della repressione nazista; accanto ai Martiri militari, delle Forze dell'Ordine e della Legalità come evocano oggi i Martiri del 23 Maggio 1992 con la strage di Capaci e la morte del Giudice Falcone; accanto ai Martiri del Dovere e del Lavoro; accanto ai Martiri Cristiani nel mondo evocati da Papa Francesco; accanto ai Martiri del terrorismo islamico del 1 Luglio 2016 a Dacca nel Bangladesh, torturati nella barbarie poiché non conoscevano il Corano, libro di fratellanza; accanto al sangue dei Martiri che continua a bagnare le pietre della nostra storia in difesa dei valori spirituali e civici del bene comune.
L'etimologia della parola "martire"dal tardo latino martyr- y̆ris trova nella radice greca μάρτυς -υρος il significato di "testimone" e noi rendiamo onore ai testimoni che hanno sacrificato la vita fino alla morte per la libertà, la verità e la dignità della vita.
maestro Giuseppe Di Nunno
Piazza Martiri XXIII Maggio a Canosa. Recuperata la memoria storica
La Piazza del Palazzo di Città a Canosa di Puglia è intitolata ai Martiri del XXIII Maggio, ma lacunosa risulta la conoscenza della radice storica della toponomastica. Al quesito posto alla nostra ricerca, avviamo una complessa indagine sulle pietre del basolato storico del Palazzo municipale. Fra le prime ipotesi pensiamo a Martiri e quindi a Santi Martiri, come la collina storica attigua dei Santa Quaranta Martiri, ma escludiamo tale ipotesi, atteso che la data accostata alla parola "Martiri" in linea di principio esclude l'identità di Santi, ma riconduce ad un evento socio-politico. Infatti, come discutiamo con Nicola Visconti, i nostri nonni della prima metà del '900 riferivano di una protesta popolare repressa con vittime; ma a quale anno, a quale evento? Il punto interrogativo trova dopo molte vane domande l'indicazione precisa di Michele Garribba che nel libro del 2000 "Canosini in... fama toponomastica" riporta l'indicazione dell'anno 1920, del documento, dei tre cittadini vittime in una protesta popolare: Mogavero Giuseppe, Silvestri Nicola, Taccardi Gerardo di anni 11.
E già in precedenza il libro del 1996 "C'era una volta Canosa" di Vincenzo Petroni a pag. 224 riporta la fonte storica quando " a Canosa nel 1920, anno della fondazione della Cooperativa Agraria Nicola Rossi, una massa di contadini, il 23 maggio, si accalca innanzi al Municipio e tenta di forzarne il portone. Il Corriere delle Puglie riporta il malcontento di ragioni economiche. Vi sono numerosi feriti e tre contadini perdono la vita. Ai loro funerali prenderà parte una folla calcolata in 8.000 persone".
Lo stesso Petroni alla pagina successiva riporta il contesto socio-politico del dopoguerra in cui i proletari contadini versavano nell'estrema povertà e delle tensioni e contrapposizioni politiche tra "Fascisti e Socialisti", tra contadini e rappresentanti dei bisogni del Mezzogiorno.
Con questi dati oggettivi ricerchiamo e sfogliamo le pagine di storia dell'Archivio Storico Comunale di una piazza intitolata a Felice Cavallotti ancora nel 1945 con la Liberazione.
Le pagine ci riportano la memoria storica e i testi dei documenti, che apportano nuove e complete conoscenze della piazza municipale di Canosa, la quale riporta cronologicamente tre intitolazioni nella toponomastica: "Piazza Martiri XXIII Maggio – Piazza Cavallotti – Piazza Egnazia".
In origine verso la fine dell'800 il titolo di Piazza Egnazia, riconduce nella nostra cultura classica alla famosa città Egnazia, antica città della Puglia, presso Fasano, citata da Plinio, Strabone e Orazio, posta lungo la Via Traiana nel legame con Canusium.
In seguito nell'inizio del '900 la Piazza fu intitolata a Felice Cavallotti (1842-1898), Deputato al Parlamento, politico fondatore della Sinistra Storica rivoluzionaria.
Ma con l'evento del 23 Maggio 1920 la delibera n. 166 del 1920 riporta le motivazioni della nuova intitolazione ai Martiri del XXIII Maggio.
"Il Consigliere Speranza ricorda che il 23 Maggio 1920, sulla Piazza Cavallotti e precisamente dinanzi al portone muncipale, in una sommossa di lavoratori chiedendo il pagamento di opera da essi prestata, caddero morti tre nostri concittadini che rispondono ai nomi di Mogavero Giuseppe contadino di anni 38, Silvestri Nicola contadino di anni 31, Taccardi Gerardo di anni 11. A ricordo di tale eccidio propone che l'attuale Piazza Cavallotti sia d'ora innanzi chiamata "Piazza dei Martiri proletari del 23 Maggio 1920".
Anche la Minoranza con la parola del Consigliere Caporale fu favorevole alla proposta in quanto i tre caduti "devono ritenersi tre martiri proletari" e la delibera di Consiglio comunale viene assunta "ad unanimità di voto".
Ma la Delibera del 1920 di due nuove intitolazioni fu revocata l'anno successivo con la Delibera n. 110 del 26 Aprile 1921 con le seguenti motivazioni: "tale cambiamento di denominazioni produsse un certo fermento nella popolazione, tanto da essere la causa determinante dell'agitazione prodottasi nella cittadinanza contro la cessata Amministrazione , che portò alle dimissioni della Giunta e Consiglio Comunale". Viene così "ripristinata la prima denominazione di Piazza Cavallotti".
Nella instabilità amministrativa infatti dal 1920 al 1921 si susseguono cinque Sindaci.
E l'amico novantenne Mario Caporale ci riferisce che negli anni 1920-21, a seguito anche della fondazione del Partito Comunista Italiano del gennaio 1921, prima dell'ascesa e della marcia fascista su Roma dell'ottobre 1922, si vivevano tensioni sociali e politiche e instabilità amministrative.
Si giungerà al 1948 con la nascita della Costituzione, quando il Sindaco comunista Giuseppe Matarrese ripristinerà il titolo di "Piazza Martiri del XXIII Maggio", confermato in seguito dalla delibera di C.C. del 3 Luglio 1965 con il Sindaco democristiano Luigi Germinario e con la Delibera di C. C. n.162 del 22 Dicembre 1971 con il Sindaco socialista Pasquale Masotina.
Portiamo la memoria delle pietre del basolato storico che furono intrise del sangue di tre contadini, dove anche il ragazzo di 11 anni, orfano di padre, rappresentava la prole contadina, che in quella età spesso lasciava la Scuola per lavorare nei campi, come mi ha raccontatato mio nonno Peppino, per lasciare poi i campi andando in Guerra.
Gli attestati di morte dei tre concittadini canosini attestano il luogo della morte avvenuta "nella casa posta in piazza Cavallotti".
Non siamo riusciti a ritrovare nel Camposanto di Canosa i loculi cimiteriali del tre caduti, ricercando i registri storici della fine dell'800 e dell'inizio del '900, ma siamo certi che essi figurano tra i loculi del Cimitero monumentale incisi di storia e di umanità.
Siamo eredi e custodi di questi Martiri canosini del 1920, accanto a tutti i Martiri del regime fascista e del regime comunista in Europa; accanto ai Martiri delle Brigate Rosse e della repressione nazista; accanto ai Martiri militari, delle Forze dell'Ordine e della Legalità come evocano oggi i Martiri del 23 Maggio 1992 con la strage di Capaci e la morte del Giudice Falcone; accanto ai Martiri del Dovere e del Lavoro; accanto ai Martiri Cristiani nel mondo evocati da Papa Francesco; accanto ai Martiri del terrorismo islamico del 1 Luglio 2016 a Dacca nel Bangladesh, torturati nella barbarie poiché non conoscevano il Corano, libro di fratellanza; accanto al sangue dei Martiri che continua a bagnare le pietre della nostra storia in difesa dei valori spirituali e civici del bene comune.
L'etimologia della parola "martire"dal tardo latino martyr- y̆ris trova nella radice greca μάρτυς -υρος il significato di "testimone" e noi rendiamo onore ai testimoni che hanno sacrificato la vita fino alla morte per la libertà, la verità e la dignità della vita.
maestro Giuseppe Di Nunno