Storia e dintorni
Il gioco del cerchio della bicicletta
Un tuffo nel passato: alla scoperta della tradizione
sabato 8 settembre 2018
17.30
Nelle tradizioni dei nostri giochi, come Maestro di Scuola ho guidato la classe dei bambini negli anni '80 nella bottega di "méste Nenìlle", mastro Savino Dolcezza, per svolgere uno studio sulla bicicletta. Era seduto nella bottega intento a calibrare i raggi di una ruota di bicicletta, come attesta una fotografia, consegnata poi al figlio Dottor Antonio e terminando la visita i bambini hanno giocato con il cerchio della bicicletta. Lo riscopriamo nella seconda giornata della manifestazione "Un tuffo nel passato: alla scoperta dei giochi della tradizione" che si è svolta giovedì scorso nei pressi dell'Info-Point in Piazza Vittorio Veneto a Canosa di Puglia(BT), alla presenza del pubblico e delle autorità tra le quali,il presidente della locale Pro Loco, Anna Maria Fiore e del presidente dell'A.Pro.S. dottoressa Teresa dell'Erba. L'iniziativa patrocinata dalla Regione Puglia, dal Comune di Canosa e da Puglia Promozione rientra nell'ambito di un progetto ad ampio raggio per valorizzare e promuovere il patrimonio della tradizione locale.
Riscoprendo le radici storiche e le fonti filologiche del gioco con il cerchio della bicicletta, che educa alle abilità motorie, è terapeutico e divertente con l'icona classica della forma geometrica più attraente, il cerchio. Lo stesso pittore fiammingo Bruegel il Vecchio, nel 1560 ha dipinto questo tra i "Giochi dei fanciulli". Già i Greci assegnavano ai giochi dei bambini e ai giocattoli un grande valore educativo e religioso. Perciò li ritroviamo dipinti dagli artisti sui vasi attici di terracotta o nei corredi funerari di tombe di fanciulli. Il gioco del cerchio figura nell'Antica Greca con la ruota in legno o dei carri, con il τροχός, trochos, o ruota. Nella figura mitologica di Ganimede, il giovinetto più bello rapito e posto a servizio di Zeus nell'Olimpo, il cerchio in legno alto fino ai fianchi viene rappresentato con la nudità atletica del giovinetto, mentre corre.
Ganimede con il cerchio viene raffigurato su un vaso, un cratere a figure rosse datato al 500-460 a.C.
Nelle radici latine dell'Antica Roma ritroviamo il gioco del cerchio, circulus o trochus, in ferro o in bronzo, che viene fatto correre con colpi di una bacchetta, dritta o ricurva, detta clavis. Properzio, poeta romano del I secolo, in una Elegia (Libro III, XIV), cita nei Ludi Laconum di Sparta, lo strumento, clavis, che serve per guidare il cerchio: " inter luctantes nuda puella viros, cum pila velocis fallit per brachia iactus, increpat et versi clavis adunca trochi,". Il testo descrive fra i giochi dei maschi lottatori (luctantes viros), una fanciulla nuda che allena il corpo in esercizi ludici con la palla (pila) e fa risuonare (increpat) con la bacchetta adunca (clavis adunca) che fa correre la ruota (trochus).
Il poeta Orazio cita nell'Ars Poetica, al verso 380 l'uso del gioco della palla e del cerchio: "Ludere qui nescit, campestribus abstinet armis, / indoctusque pilae discive trochive quiescit, / ne spissae risum tollant impune coronae" . "Chi non sa giocare e si astiene dalle armi del capo di Marte, ......si riposa, gioca (quiescit) a palla, con il disco, con il cerchio, tre le risa della folla accerchiata intorno". Ma è soprattutto il poeta romano Marziale del I secolo, negli Epigrammi, al Libro XIV, cap. 168, che ci fa riscoprire il gioco del cerchio tintinnante. "Inducenda rota est: das nobis utile munus: iste trochus pueris, at mihi cantus erit". Bisogna introdurre una ruota: ci dai un utile dono. Sarà un cerchio per i bambini, ma per me sarà un suono ( melodia). Ma perché questo gioco dei bambini, diventa anche un suono magico per gli adulti presenti? I Romani inserivano all'interno del cerchio dei sonagli (crepitacilli), campanellini, anelli di metallo che facevano risuonare il cerchio mentre girava correndo.Così attestano le cronache del tempo: erat enim trochus circulus aeneus magnus, cui annuli multi inserti erant, ut strepitu obvii trocho cederent de via; "la ruota era infatti un grande cerchio di bronzo, a cui erano inseriti molti anelli, che producevano uno strepitio correndo sulla via".
Riscopriamo questo gioco del cerchio con i sonagli che scampanellavano anche nel '700 e presentiamo questa innovazione tra tradizione e modernità con i campanellini in un cerchio di bicicletta, offerto da méste Tuccìdde. Impugniamo una bacchetta e guidiamo con abilità il cerchio tre le risa della folla intorno!Giochiamo al cerchio tin tin! Sarà un gioco per i bambini e un suono gioioso per noi!La vita è come un cerchio , fatelo girare!
maestro Peppino Di Nunno
Riscoprendo le radici storiche e le fonti filologiche del gioco con il cerchio della bicicletta, che educa alle abilità motorie, è terapeutico e divertente con l'icona classica della forma geometrica più attraente, il cerchio. Lo stesso pittore fiammingo Bruegel il Vecchio, nel 1560 ha dipinto questo tra i "Giochi dei fanciulli". Già i Greci assegnavano ai giochi dei bambini e ai giocattoli un grande valore educativo e religioso. Perciò li ritroviamo dipinti dagli artisti sui vasi attici di terracotta o nei corredi funerari di tombe di fanciulli. Il gioco del cerchio figura nell'Antica Greca con la ruota in legno o dei carri, con il τροχός, trochos, o ruota. Nella figura mitologica di Ganimede, il giovinetto più bello rapito e posto a servizio di Zeus nell'Olimpo, il cerchio in legno alto fino ai fianchi viene rappresentato con la nudità atletica del giovinetto, mentre corre.
Ganimede con il cerchio viene raffigurato su un vaso, un cratere a figure rosse datato al 500-460 a.C.
Nelle radici latine dell'Antica Roma ritroviamo il gioco del cerchio, circulus o trochus, in ferro o in bronzo, che viene fatto correre con colpi di una bacchetta, dritta o ricurva, detta clavis. Properzio, poeta romano del I secolo, in una Elegia (Libro III, XIV), cita nei Ludi Laconum di Sparta, lo strumento, clavis, che serve per guidare il cerchio: " inter luctantes nuda puella viros, cum pila velocis fallit per brachia iactus, increpat et versi clavis adunca trochi,". Il testo descrive fra i giochi dei maschi lottatori (luctantes viros), una fanciulla nuda che allena il corpo in esercizi ludici con la palla (pila) e fa risuonare (increpat) con la bacchetta adunca (clavis adunca) che fa correre la ruota (trochus).
Il poeta Orazio cita nell'Ars Poetica, al verso 380 l'uso del gioco della palla e del cerchio: "Ludere qui nescit, campestribus abstinet armis, / indoctusque pilae discive trochive quiescit, / ne spissae risum tollant impune coronae" . "Chi non sa giocare e si astiene dalle armi del capo di Marte, ......si riposa, gioca (quiescit) a palla, con il disco, con il cerchio, tre le risa della folla accerchiata intorno". Ma è soprattutto il poeta romano Marziale del I secolo, negli Epigrammi, al Libro XIV, cap. 168, che ci fa riscoprire il gioco del cerchio tintinnante. "Inducenda rota est: das nobis utile munus: iste trochus pueris, at mihi cantus erit". Bisogna introdurre una ruota: ci dai un utile dono. Sarà un cerchio per i bambini, ma per me sarà un suono ( melodia). Ma perché questo gioco dei bambini, diventa anche un suono magico per gli adulti presenti? I Romani inserivano all'interno del cerchio dei sonagli (crepitacilli), campanellini, anelli di metallo che facevano risuonare il cerchio mentre girava correndo.Così attestano le cronache del tempo: erat enim trochus circulus aeneus magnus, cui annuli multi inserti erant, ut strepitu obvii trocho cederent de via; "la ruota era infatti un grande cerchio di bronzo, a cui erano inseriti molti anelli, che producevano uno strepitio correndo sulla via".
Riscopriamo questo gioco del cerchio con i sonagli che scampanellavano anche nel '700 e presentiamo questa innovazione tra tradizione e modernità con i campanellini in un cerchio di bicicletta, offerto da méste Tuccìdde. Impugniamo una bacchetta e guidiamo con abilità il cerchio tre le risa della folla intorno!Giochiamo al cerchio tin tin! Sarà un gioco per i bambini e un suono gioioso per noi!La vita è come un cerchio , fatelo girare!
maestro Peppino Di Nunno