Storia e dintorni
Il Premio Diomede alla cultura sabiniana
L' architetto Michele Menduni tra i vincitori
venerdì 7 luglio 2017
10.13
Tra i vincitori della XVIII Edizione del Premio Diomede figura l'architetto Michele Menduni (classe 1941), natìo di Corato, vive a Firenze, ma promuove e custodisce un legame di studi volontari con Canosa di Puglia e con la Cattedrale di San Sabino. Laureato in Architettura presso l'Università degli Studi di Firenze nel 1968: "Il mio amore per la Cattedrale di San Sabino nacque da due esami negli studi universitari a Firenze nel 1966 e 67", così ha dichiarato in un'intervista personale. I due esami corrispondono a: "Rilievo dei monumenti" che comprende la Cattedrale di San Sabino, su invito e guida del Prof. Sampaolesi fiorentino. "Restauro" con studi del restauro del Malcangi del 1904. La ricerca si è compiuta con la scoperta del manoscritto degli Affreschi del Duomo presso l'Archivio di Stato di Roma, cui venivano trasmessi i lavori al Ministero dell'Istruzione, essendo riconosciuta la Cattedrale di S.Sabino quale "Monumento Nazionale".
È l'autore della scoperta degli affreschi del Duomo di San Sabino presso l'Archivio di Stato di Roma, che ha consentito che il monumento nazionale fosse svelato nelle sue radici. Quale membro del Centro Studi Storici e Socio Religiosi in Puglia- Sezione di Canosa è autore di "I Prevosti e Ordinari di Canosa in età medievale e moderna", pubblicato su "Canosa Ricerche storiche 2006" di Bertoldi Lenoci (pagg. 217-272).
Il Menduni è studioso dell'Archivio Prevostale della Cattedrale S. Sabino dai tempi di Don Attilio Paulicelli, con cui ha collaborato e dai tempi di Gerardo Chiancone. Autore di pubblicazione su Canosa Ricerche Storiche 2009 (pagg. 413.454) di "Il Portale Medievale 'nascosto' dell'Antica Cappella Palatina di S. Sabino". Recentemente ci ha trasmesso la foto originale di Chiancone con documento manoscritto del Reliquiario del cranio di San Sabino del 1929 trafugato. Con i suoi 76 anni Michele Menduni, come i "viandanti della fede", con la cerimonia di consegna del Premio Diomede di sabato prossimo, lascia un'impronta, un graffito sull'antico portale marmoreo della Cattedrale del VI secolo. La sua scoperta archivistica degli affreschi del Duomo di San Sabino, Monumento Nazionale, svela e recupera le opere degli stucchi marmorei del 1908 di un altro Architetto coratino, Pasquale Malcangi, il cui nome è inciso sulla fascia interna del ciborio della Cattedrale: CORATINUS ARCHITECTUS. Se fossimo approdati da tempo alla ricerca dell'Archivio di Stato di Roma con la scoperta degli affreschi, oggi la Cattedrale nel restauro avrebbe svelato il suo antico profilo nascosto nei secoli dagli intonaci lisci, ma le mie foto in bianco e nero dopo il terremoto del 1980 lasciavano già intravedere i laterizi in terracotta e i cerchi concentrici della cupola giustinianea; ma anch'io ero ignaro della lettura ed interpretazione.
Auspichiamo che la riscoperta sotto gli intonaci continui, dopo la scoperta del Menduni, che nei suoi studi lascia un insegnamento di metodologia: sfogliare l'Archivio Prevostale della Cattedrale, ricercare le fonti storiche e architettoniche negli Archivi di Stato di Roma e nell'Archivio Storico Comunale, dove ho ritrovato le pagine dei marmi bianchi del Mausoleo di Boemondo. La ricerca continua, semper quaerens. La scoperta degli intonaci continua, ma "bisogna fare presto", come auspicava la moglie del Prof. Sabatini in visita in Cattedrale: "noi siamo ottantenni e non possiamo attendere!"
Complimenti Architetto Menduni, coratino, canosino e fiorentino!
Peppino Di Nunno, stilus magistri.
È l'autore della scoperta degli affreschi del Duomo di San Sabino presso l'Archivio di Stato di Roma, che ha consentito che il monumento nazionale fosse svelato nelle sue radici. Quale membro del Centro Studi Storici e Socio Religiosi in Puglia- Sezione di Canosa è autore di "I Prevosti e Ordinari di Canosa in età medievale e moderna", pubblicato su "Canosa Ricerche storiche 2006" di Bertoldi Lenoci (pagg. 217-272).
Il Menduni è studioso dell'Archivio Prevostale della Cattedrale S. Sabino dai tempi di Don Attilio Paulicelli, con cui ha collaborato e dai tempi di Gerardo Chiancone. Autore di pubblicazione su Canosa Ricerche Storiche 2009 (pagg. 413.454) di "Il Portale Medievale 'nascosto' dell'Antica Cappella Palatina di S. Sabino". Recentemente ci ha trasmesso la foto originale di Chiancone con documento manoscritto del Reliquiario del cranio di San Sabino del 1929 trafugato. Con i suoi 76 anni Michele Menduni, come i "viandanti della fede", con la cerimonia di consegna del Premio Diomede di sabato prossimo, lascia un'impronta, un graffito sull'antico portale marmoreo della Cattedrale del VI secolo. La sua scoperta archivistica degli affreschi del Duomo di San Sabino, Monumento Nazionale, svela e recupera le opere degli stucchi marmorei del 1908 di un altro Architetto coratino, Pasquale Malcangi, il cui nome è inciso sulla fascia interna del ciborio della Cattedrale: CORATINUS ARCHITECTUS. Se fossimo approdati da tempo alla ricerca dell'Archivio di Stato di Roma con la scoperta degli affreschi, oggi la Cattedrale nel restauro avrebbe svelato il suo antico profilo nascosto nei secoli dagli intonaci lisci, ma le mie foto in bianco e nero dopo il terremoto del 1980 lasciavano già intravedere i laterizi in terracotta e i cerchi concentrici della cupola giustinianea; ma anch'io ero ignaro della lettura ed interpretazione.
Auspichiamo che la riscoperta sotto gli intonaci continui, dopo la scoperta del Menduni, che nei suoi studi lascia un insegnamento di metodologia: sfogliare l'Archivio Prevostale della Cattedrale, ricercare le fonti storiche e architettoniche negli Archivi di Stato di Roma e nell'Archivio Storico Comunale, dove ho ritrovato le pagine dei marmi bianchi del Mausoleo di Boemondo. La ricerca continua, semper quaerens. La scoperta degli intonaci continua, ma "bisogna fare presto", come auspicava la moglie del Prof. Sabatini in visita in Cattedrale: "noi siamo ottantenni e non possiamo attendere!"
Complimenti Architetto Menduni, coratino, canosino e fiorentino!
Peppino Di Nunno, stilus magistri.