Storia e dintorni
Il progetto del Museo dei Vescovi ammesso a finanziamento regionale
L'assessore Loredana Capone: “I beni ecclesiastici un'opportunità per tutti”
domenica 12 luglio 2020
17.09
La Parrocchia Concattedrale Basilica di San Sabino di Canosa di Puglia, retta da Mons. Felice Bacco, figura nella graduatoria della Regione Puglia dei soggetti ammissibili a finanziamento - categoria 1 - che ne hanno fatto domanda di partecipazione. Si tratta di un progetto presentato per il completamento di opere di restauro, risanamento conservativo ed allestimento di Palazzo Fracchiolla Minerva – Museo dei Vescovi per un importo di € 998.700,35 ammissibile a finanziamento . Da pochi giorni è stato reso noto sul sito della Regione Puglia l'esito dell'avviso per la valorizzazione e la fruizione dei Beni Ecclesiastici. Complessivamente sono 48 i progetti ammessi: 18 sono in Provincia di Bari, 10 in Provincia di Foggia, 8 in Provincia di Lecce, 6 nella provincia Barletta Andria Trani (tra i quali quello della Parrocchia Concattedrale Basilica di San Sabino di Canosa di Puglia), 3 in Provincia di Brindisi, 3 in Provincia di Taranto. L'avviso, che prevedeva inizialmente una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro, è stato implementato, lo scorso 6 luglio, a 40 milioni.
"Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse - ha dichiarato l'assessore regionale Loredana Capone - la partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un'opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d'intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati. Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN - ha aggiunto - per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata".
"Un patrimonio vissuto - ha concluso l'assessore - si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori".
L'avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell'offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l'adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.
"Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse - ha dichiarato l'assessore regionale Loredana Capone - la partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un'opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d'intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati. Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN - ha aggiunto - per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata".
"Un patrimonio vissuto - ha concluso l'assessore - si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori".
L'avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell'offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l'adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.