Storia e dintorni
Il reliquiario del cranio di San Sabino
“Inisigne caput” trafugato: è da cercare!
venerdì 2 febbraio 2018
23.45
Nella memoria di ragazzi nelle radici sabiniane della novena a San Sabino ricordiamo il rito di devozione nel bacio sul vetro che custodiva il cranio di San Sabino nel reliquiario di argento, che sosteneva il canonico Don Vito Di Nunno, sostando nel presbiterio, mentre i fedeli in fila si accostavano. Il reliquiario era esposto alla venerazione nella nicchia dell'abside della Cripta della Cattedrale di San Sabino.Il reliquiario fu trafugato nel 1978 ed oggi lo riscopriamo in una foto e in un cartolina postale trasmessa alla Cattedrale dall'Architetto Emerito Michele Menduni da Firenze, acquisito all'epoca dal cultore sabiniano Gerardo Chiancone, che lo fece fotografare dallo studio Ficarelli di Bari. Così scrive Giuseppe Chiancone nella cartolina postale; "Teschio di S. Sabino (racchiuso in una artistica e naturale testa di argento del peso di Kg. 3.600) traslato a Canosa il giorno 1° febbraio 1929 da Napoli con l'intervento di cinque Vescovi. La processione mosse dalla Chiesa dell'Immacolata sino a piazza Colonna mentre la neve cadeva a larghe falde." Giuseppe Chiancone
Infatti nel febbraio del 1929 l'Italia e l'Europa furono investite da una gelida aria artica che fece ghiacciare la laguna di Venezia e riportò l'Italia sotto zero e ammantata di neve. La traslazione con la storia del reliquiario è riportata da una copiosa cartella ritrovata nell'Archivio Storico Diocesano di Andria nella ricerca della Responsabile Dottoressa Silvana Campanile e della Bibliotecaria Dottoressa Antonia Del Mastro. La traslazione è attestata da una foto in VIA BUSA dell'epoca che ritrae la processione del reliquiario portato solennemente sotto un baldacchino processionale con diversi Vescovi, alla presenza del Popolo in festa e dell'Arma dei Carabinieri in alta uniforme. La cerimonia viene suggellata il 9 febbraio del 1930 dall'epigrafe marmorea della lapide posta giù nel Soccorpo della Cattedrale di San Sabino, dove il reliquiario era esposto e venerato, nella nicchia dell'abside. Lapide monumentale posta nella Cripta della Cattedrale di San Sabino per l'evento della traslazione del reliquiario del cranio di San Sabino (insigne caput)
D. O. M.
Divi Sabini episc. civis ac patroni
insigne caput
excmi ALEX. MACCHI mente ac opera
tertio Kal. Februarii MCMXXIX
Neapoli Canusium relatum
piis meditationibus populi mire incensi
concursu et gaudio
JOSEPHO LEO Metropolita Tranen
Ipso ALEX. MACCHI Andrien - FORT. FARINA Fodien
FEL. CRIBELLATI Nicotrien - SEB. CUCCAROLLO Bovien
LUD. CATTANEO Ausc. Piceni
Praesulibus adstantibus
Hoc in altari
Quo translationis monumentum extet
quinto dein idus februarii MCMXXX dicato
venerandum adservatur
I cinque Vescovi presenti, dalla Cronotassi dei Vescovi delle Diocesi:Mons. Giuseppe Maria Leo, Arcivescovo di Trani e nativo di Andria;Mons. Fortunato Maria Farina, Vescovo di Foggia;Mons. Felice Cribellati, Vescovo di Nicotera in Calabria;Mons. Sebastiano Cuccarollo, OFM Vescovo di Bovino; Mons. Ludovico Cattaneo, Vescovo di Ascoli Piceno. Il reliquiario proveniente da Napoli riporta le radici del 1913 con l'iscrizione: "Giubileo delle Feste Costantiniane", celebrate nel XVI Centenario del'Editto di Milano dell'Imperatore Costantino per la Libertà del Cristianesimo e della Chiesa, con le cerimonie volute da Papa PIO X. Le radici si custodiscono nella memoria storica e devozionale sabiniana della Chiesa e della Città di Canosa, che esponga almeno una foto del reliquiario prezioso che .... È DA CERCARE!
A devozione di San Sabino
maestro Giuseppe Di Nunno- Ricercatore storico
Canosa, Calende di Febbraio A. D. MMXVIII
Infatti nel febbraio del 1929 l'Italia e l'Europa furono investite da una gelida aria artica che fece ghiacciare la laguna di Venezia e riportò l'Italia sotto zero e ammantata di neve. La traslazione con la storia del reliquiario è riportata da una copiosa cartella ritrovata nell'Archivio Storico Diocesano di Andria nella ricerca della Responsabile Dottoressa Silvana Campanile e della Bibliotecaria Dottoressa Antonia Del Mastro. La traslazione è attestata da una foto in VIA BUSA dell'epoca che ritrae la processione del reliquiario portato solennemente sotto un baldacchino processionale con diversi Vescovi, alla presenza del Popolo in festa e dell'Arma dei Carabinieri in alta uniforme. La cerimonia viene suggellata il 9 febbraio del 1930 dall'epigrafe marmorea della lapide posta giù nel Soccorpo della Cattedrale di San Sabino, dove il reliquiario era esposto e venerato, nella nicchia dell'abside. Lapide monumentale posta nella Cripta della Cattedrale di San Sabino per l'evento della traslazione del reliquiario del cranio di San Sabino (insigne caput)
D. O. M.
Divi Sabini episc. civis ac patroni
insigne caput
excmi ALEX. MACCHI mente ac opera
tertio Kal. Februarii MCMXXIX
Neapoli Canusium relatum
piis meditationibus populi mire incensi
concursu et gaudio
JOSEPHO LEO Metropolita Tranen
Ipso ALEX. MACCHI Andrien - FORT. FARINA Fodien
FEL. CRIBELLATI Nicotrien - SEB. CUCCAROLLO Bovien
LUD. CATTANEO Ausc. Piceni
Praesulibus adstantibus
Hoc in altari
Quo translationis monumentum extet
quinto dein idus februarii MCMXXX dicato
venerandum adservatur
I cinque Vescovi presenti, dalla Cronotassi dei Vescovi delle Diocesi:Mons. Giuseppe Maria Leo, Arcivescovo di Trani e nativo di Andria;Mons. Fortunato Maria Farina, Vescovo di Foggia;Mons. Felice Cribellati, Vescovo di Nicotera in Calabria;Mons. Sebastiano Cuccarollo, OFM Vescovo di Bovino; Mons. Ludovico Cattaneo, Vescovo di Ascoli Piceno. Il reliquiario proveniente da Napoli riporta le radici del 1913 con l'iscrizione: "Giubileo delle Feste Costantiniane", celebrate nel XVI Centenario del'Editto di Milano dell'Imperatore Costantino per la Libertà del Cristianesimo e della Chiesa, con le cerimonie volute da Papa PIO X. Le radici si custodiscono nella memoria storica e devozionale sabiniana della Chiesa e della Città di Canosa, che esponga almeno una foto del reliquiario prezioso che .... È DA CERCARE!
A devozione di San Sabino
maestro Giuseppe Di Nunno- Ricercatore storico
Canosa, Calende di Febbraio A. D. MMXVIII