Storia e dintorni
Inaugurata la sede dell'ANCRI-ANC
Le celebrazioni del 25 aprile
mercoledì 25 aprile 2018
23.06
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione che ricorda l'anniversario della liberazione dal nazifascismo. È un giorno fondamentale per la storia d'Italia ed assume un particolare significato, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la II guerra mondiale a partire dall'8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista. Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia(CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni,Sandro Pertini, Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.«Arrendersi o perire!» fu la parola d'ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.
Nel corso delle celebrazioni del 73°Anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha, tra l'altro, dichiarato:«Rievochiamo in questi giorni quel 25 aprile 1945, quando il comitato di liberazione nazionale alta Italia chiamava alla insurrezione generale. Pensando a quel momento storico il nostro pensiero è rivolto al presidente Sandro Pertini e a quanti furono artefici di quel giorno storicamente così importante per il nostro Paese. Gran parte dell'Italia era già stata liberata. La Resistenza, attiva dal '43, aveva combattuto con crescente intensità dal sud al nord del Paese, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, cui si aggiungevano le orribili repressioni che hanno colpito cittadini innocenti e indifesi, anziani, donne e bambini. Alle vittime di queste tragedie si aggiunsero i martiri della divisione Acqui nelle isole Ionie. Gli internati militari: 600.000 soldati deportati nei campi di concentramento perché si rifiutarono di combattere nelle file nazifasciste, trattati così duramente che ben 50.000 non fecero più ritorno. I militari del primo raggruppamento motorizzato caduti nella battaglia di Montelungo e quanti, nelle fila dell'esercito del sud, presero parte alla guerra di liberazione. A tutti loro è rivolto il nostro pensiero e l'abbraccio del ricordo della Repubblica. La Resistenza fa parte della nostra storia. Nata spontaneamente nelle città, nelle periferie, nelle campagne e sulle montagne, coglieva il bisogno di pace, di giustizia e di libertà. Ha ridato dignità alla Nazione. Le Forze Armate vi hanno dato, con il Corpo italiano di liberazione, il loro prezioso contributo. Tutti questi eventi, comportamenti, passioni, generose dedizioni vanno ricordati costantemente, con convinzione, anche perché, in tanti Paesi, le società di oggi, pur passate attraverso i drammi umani, le sofferenze e le macerie del ventesimo secolo, sembrano, talvolta, aver attenuato gli anticorpi all'egoismo, all'indifferenza e alla violenza, avvertiti intensamente dalle generazioni che hanno vissuto il secolo delle due guerre mondiali e le crudeltà delle dittature».
Questa mattina a Canosa di Puglia(BT), si è celebrato il 73° Anniversario della Liberazione d'Italia con un corteo composto dalle autorità cittadine, tra le quali, il sindaco Roberto Morra, militari e civili che si è radunato presso il municipio. Il gonfalone della Città di Canosa, le bandiere e gli stendardi delle associazioni d'arma e di altri sodalizi, portati dai volontari, hanno sfilato per le vie cittadine prima delle deposizioni delle corone di alloro presso il cippo commemorativo delle vittime civili, in via Salita ai Mulini e presso il Monumento ai Caduti nella villa comunale dove si è svolta la solenne commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Al termine della cerimonia è stata inaugurata ufficialmente la sede congiunta dell'ANCRI - Associazione Nazionale Cavalieri Repubblica Italiana- Sezione "Bat Canusium" e dell' ANC - Associazione Nazionale Carabinieri, ubicata in via Zanardelli n. 14 a Canosa di Puglia, nelle immediate adiacenze della storica Piazza Galluppi, nel centro cittadino. Sono intervenuti tra gli altri: il primo cittadino di Canosa, Roberto Morra, per il taglio del nastro tricolore; Mons. Felice Bacco per la benedizione dei locali;il comandante della Stazione Carabinieri Canosa, Luogotenente Savino Silecchia; i rispettivi Presidenti di Sezione ANCRI, Cavaliere Cosimo Sciannamea e ANC Porro Cosimo che hanno salutato e ringraziato i presenti, alla cerimonia sobria svoltasi in una data storica per l'Italia. Per l'occasione, il cavaliere della Repubblica Peppino Di Nunno ha consegnato al Sindaco Roberto Morra una stampa di ricerca storica dello Stammlager XVII A, dove fu deportato ed internato il Soldato Lomuscio Giuseppe, classe 1920, insignito in Prefettura della Medaglia di Bronzo d'Onore IMI, come ha comunicato alla cittadinanza lo stesso primo cittadino durante la cerimonia ufficiale davanti al Monumento ai Caduti nella Villa Comunale. Il merito il cavaliere Di Nunno ha specificato : «Il progetto formativo che ha coinvolto le Classi di 4 e di 5 del Liceo Statale "Enrico Fermi" di Canosa ha tracciato un ponte di cultura e di pace con il Campo di prigionia in Austria, oggi divenuto Museo Kaisersteinbruch con l'Associazione Culturale Kulturverein. Da questo lager di guerra sono pervenute sui sentieri di pace d'Europa due foto del 1942 in cui si illustra l'augurio di Buon Natale, Frohe Weihnachten ein glückliches Jahr, disegnata da un Prigioniero di Guerra e si illustra la Celebrazione della Santa Messa, con la Prédication de l'Evangile (Predicazione del Vangelo) nel Campo ai Prigionieri, costretti ai lavori coatti in condizioni disumane ». La presenza dell'autorità ecclesiastica, nella persona di Mons. Felice Bacco della Cattedrale di San Sabino, traccia la continuità dei valori di Libertà e di Democrazia, valori morali e spirituali, prima di essere valori politici, e che sono stati vissuti in tempi di guerra e di dolore, che riaprono i confini «nella Festa della Liberazione in memoria dei nostri padri e nell'insegnamento alle nuove generazioni. Questo ponte di Pace consegnato nella mani del Sindaco diviene da oggi documento e messaggio di Pace nella Libertà costituzionale d'Italia e d'Europa», ha concluso il cavaliere Di Nunno tra gli applausi del pubblico.
Nel corso delle celebrazioni del 73°Anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha, tra l'altro, dichiarato:«Rievochiamo in questi giorni quel 25 aprile 1945, quando il comitato di liberazione nazionale alta Italia chiamava alla insurrezione generale. Pensando a quel momento storico il nostro pensiero è rivolto al presidente Sandro Pertini e a quanti furono artefici di quel giorno storicamente così importante per il nostro Paese. Gran parte dell'Italia era già stata liberata. La Resistenza, attiva dal '43, aveva combattuto con crescente intensità dal sud al nord del Paese, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, cui si aggiungevano le orribili repressioni che hanno colpito cittadini innocenti e indifesi, anziani, donne e bambini. Alle vittime di queste tragedie si aggiunsero i martiri della divisione Acqui nelle isole Ionie. Gli internati militari: 600.000 soldati deportati nei campi di concentramento perché si rifiutarono di combattere nelle file nazifasciste, trattati così duramente che ben 50.000 non fecero più ritorno. I militari del primo raggruppamento motorizzato caduti nella battaglia di Montelungo e quanti, nelle fila dell'esercito del sud, presero parte alla guerra di liberazione. A tutti loro è rivolto il nostro pensiero e l'abbraccio del ricordo della Repubblica. La Resistenza fa parte della nostra storia. Nata spontaneamente nelle città, nelle periferie, nelle campagne e sulle montagne, coglieva il bisogno di pace, di giustizia e di libertà. Ha ridato dignità alla Nazione. Le Forze Armate vi hanno dato, con il Corpo italiano di liberazione, il loro prezioso contributo. Tutti questi eventi, comportamenti, passioni, generose dedizioni vanno ricordati costantemente, con convinzione, anche perché, in tanti Paesi, le società di oggi, pur passate attraverso i drammi umani, le sofferenze e le macerie del ventesimo secolo, sembrano, talvolta, aver attenuato gli anticorpi all'egoismo, all'indifferenza e alla violenza, avvertiti intensamente dalle generazioni che hanno vissuto il secolo delle due guerre mondiali e le crudeltà delle dittature».
Questa mattina a Canosa di Puglia(BT), si è celebrato il 73° Anniversario della Liberazione d'Italia con un corteo composto dalle autorità cittadine, tra le quali, il sindaco Roberto Morra, militari e civili che si è radunato presso il municipio. Il gonfalone della Città di Canosa, le bandiere e gli stendardi delle associazioni d'arma e di altri sodalizi, portati dai volontari, hanno sfilato per le vie cittadine prima delle deposizioni delle corone di alloro presso il cippo commemorativo delle vittime civili, in via Salita ai Mulini e presso il Monumento ai Caduti nella villa comunale dove si è svolta la solenne commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Al termine della cerimonia è stata inaugurata ufficialmente la sede congiunta dell'ANCRI - Associazione Nazionale Cavalieri Repubblica Italiana- Sezione "Bat Canusium" e dell' ANC - Associazione Nazionale Carabinieri, ubicata in via Zanardelli n. 14 a Canosa di Puglia, nelle immediate adiacenze della storica Piazza Galluppi, nel centro cittadino. Sono intervenuti tra gli altri: il primo cittadino di Canosa, Roberto Morra, per il taglio del nastro tricolore; Mons. Felice Bacco per la benedizione dei locali;il comandante della Stazione Carabinieri Canosa, Luogotenente Savino Silecchia; i rispettivi Presidenti di Sezione ANCRI, Cavaliere Cosimo Sciannamea e ANC Porro Cosimo che hanno salutato e ringraziato i presenti, alla cerimonia sobria svoltasi in una data storica per l'Italia. Per l'occasione, il cavaliere della Repubblica Peppino Di Nunno ha consegnato al Sindaco Roberto Morra una stampa di ricerca storica dello Stammlager XVII A, dove fu deportato ed internato il Soldato Lomuscio Giuseppe, classe 1920, insignito in Prefettura della Medaglia di Bronzo d'Onore IMI, come ha comunicato alla cittadinanza lo stesso primo cittadino durante la cerimonia ufficiale davanti al Monumento ai Caduti nella Villa Comunale. Il merito il cavaliere Di Nunno ha specificato : «Il progetto formativo che ha coinvolto le Classi di 4 e di 5 del Liceo Statale "Enrico Fermi" di Canosa ha tracciato un ponte di cultura e di pace con il Campo di prigionia in Austria, oggi divenuto Museo Kaisersteinbruch con l'Associazione Culturale Kulturverein. Da questo lager di guerra sono pervenute sui sentieri di pace d'Europa due foto del 1942 in cui si illustra l'augurio di Buon Natale, Frohe Weihnachten ein glückliches Jahr, disegnata da un Prigioniero di Guerra e si illustra la Celebrazione della Santa Messa, con la Prédication de l'Evangile (Predicazione del Vangelo) nel Campo ai Prigionieri, costretti ai lavori coatti in condizioni disumane ». La presenza dell'autorità ecclesiastica, nella persona di Mons. Felice Bacco della Cattedrale di San Sabino, traccia la continuità dei valori di Libertà e di Democrazia, valori morali e spirituali, prima di essere valori politici, e che sono stati vissuti in tempi di guerra e di dolore, che riaprono i confini «nella Festa della Liberazione in memoria dei nostri padri e nell'insegnamento alle nuove generazioni. Questo ponte di Pace consegnato nella mani del Sindaco diviene da oggi documento e messaggio di Pace nella Libertà costituzionale d'Italia e d'Europa», ha concluso il cavaliere Di Nunno tra gli applausi del pubblico.