Storia e dintorni
L'Icona è un opera d’Arte che supera l’Arte
Merito ad Eleonora Strippoli per aver reso onore a S. Sabino
sabato 11 giugno 2016
18.12
Lo scorso 17 marzo la giovane canosina Eleonora Strippoli ha presentato la tesi magistrale intitolata "Scrivere un'Icona oggi: il Santo Vescovo Sabino, patrono di Canosa di Puglia", per mettere in luce come, pur vivendo in un mondo di immagini, si cerca un itinerario in cui poter maturare e sviluppare il dono della fede e la necessità di conoscere Dio. La "Lettera ai cercatori di Dio" vuole proporre a tutti coloro che cercano una strada per incontrare Gesù, il Cristo, il Figlio del Dio vivente venuto fra noi. Da sempre l'uomo ha sentito il bisogno e la necessità di vedere Dio. Questo incontro è sempre un evento personale; come dice il salmo 26 (27) di te ha detto il mio cuore: "cercate il suo volto; il tuo volto, Signore, io cerco". È il volto destinato a rimanere nascosto nell'AT anche al popolo eletto; a nessuno era concesso di vedere il volto di Dio rimanendo in vita. Nell'AT l'esigenza di dare un volto nasceva dal bisogno di entrare in rapporto concreto con Dio come persona che ci parla, che ci ama. Con l'incarnazione tutto cambia. Il desiderio del popolo d'Israele si fa realtà nel volto umano del Figlio di Dio. Lui è il più bello tra i figli degli uomini. Nel suo aspetto fisico, nel suo volto, si scorge una bellezza più grande, la bellezza spirituale, la bellezza di un amore incondizionato che lo porta alla donazione totale di sé nella croce. L'Icona s'inserisce in questa contemplazione del volto di Cristo (l'uso dell'iniziale maiuscola parlando di Icone è una forma di venerazione da parte dell'iconografo). Chi si accosta ad una Icona cerca il vero volto di Gesù. Dio è sempre nuovamente da scoprire nella sua profondità e bellezza. La Lettera ai cercatori di Dio intende suscitare attenzione e interesse anche in chi non si sente in ricerca. La figura dell'iconografo è molto importante in questo poiché lui è un credente prima di essere un artista. È un ricercatore della bellezza di Dio fatto uomo. Iniziava così il suo primo lavoro sull'Icona e del suo ruolo nella comunicazione religiosa. Accogliendo la proposta del correlatore di continuare l'approfondimento per capire come utilizzarla concretamente nella comunicazione religiosa oggi. Quel lavoro, nato dall'esperienza personale di assistere alla nascita e alla creazione di Icone Sacre di tipo bizantino ad opera di sua sorella maggiore, Maddalena, laureata presso l'Accademia delle Belle Arti di Foggia e maestra iconografa. Proprio a lei, di recente, don Felice Bacco, parroco della Cattedrale di S. Sabino a Canosa di Puglia(BT) ha commissionato una Icona del santo vescovo e patrono della città, presentata, benedetta e consegnata alla comunità il 28 luglio 2015. La nuova Icona è stata occasione per la popolazione di conoscere ancora meglio il proprio patrono a cui è stato sempre molto devoto vedendolo come concittadino, vescovo e protettore della città di Canosa. Ed e cosi che Eleonora Strippoli ha potuto ripercorrere tutte le fasi della meticolosa preparazione e scrittura della nuova Icona, per proseguire il suo lavoro di tesi. Il lavoro è articolato in quattro capitoli.
Inizia con un approfondimento sull'Icona tra storia e aspetti teologici. Dopo il percorso che porta dall'antico divieto di fare immagini (per salvaguardare il popolo dal pericolo di idolatria) alla ricerca del ritratto fisico di Cristo (dove inizialmente si ricercava attraverso immagini allegoriche e solo successivamente veniva raffigurato in forma umana), ci si sofferma sul secondo Concilio di Nicea (787) visto attraverso la lettera apostolica Duodecim saeculum di Giovanni Paolo II nel dodicesimo centenario di tale concilio che trattò delle icone, chiudendo le vicende della lotta iconoclastica (guerra contro le immagini sacre) con le ragioni che portarono alla vittoria dell'ortodossia. Giovanni Paolo II, concludendo la lettera apostolica, sostiene che il linguaggio dell'arte, oltre a possedere un'utilità didattica e pedagogica, messo al servizio della fede è capace di raggiungere il cuore degli uomini e di far loro conoscere dal di dentro Colui che osiamo rappresentare nelle immagini, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, fatto uomo, lo stesso ieri, oggi e per tutti i secoli. Completa questa panoramica iniziale un breve excursus sulla riflessione teologica che fiorì intorno al culto dell'Icona, fino al suo uso sacramentale e liturgico. Alla riflessione storica e a quella teologica si accosta il pensiero dei Padri, soffermandosi in particolare su quello di Giovanni Damasceno, che evidenzia come l'immagine sia partecipazione al divino, dove Dio stesso è l'autore della prima Icona, poiché Lui per primo ha generato il Figlio Unigenito. La riflessione si completa soffermandosi sull'immagine come segno. Gli aspetti metodologici fanno da ponte tra il primo e secondo capitolo, che proseguono con il processo che va dall'idea al segno realizzato, poi ripercorsi attraverso le fasi del processo della comunicazione alla luce della Metodologia Taddei approfondita nel corso degli studi. Vengono così ripercorse le fasi della conoscenza, della formulazione dell'idea da esprimere, dal simbolismo, alle tecniche utilizzate dall'iconografo per esprimere la sua idea. Ci si sofferma poi sugli elementi dell'Icona come immagine (bidimensionalità, irraggiamento, prospettiva rovesciata, atemporalità), sul simbolismo, i colori e l'iscrizione e, infine, sulla figura dell'iconografo, colui che pone il suo talento al servizio della fede. Si prepara al lavoro con giornate dedicate alla meditazione e al digiuno. Persona umile, pio (prima di essere un artista è un credente).
Il terzo capitolo illustra le fasi dello scrivere l'icona tra tecniche pratiche e aspetti espressivi del processo riguardanti la sua realizzazione. (Si parla di scrittura prima di tutto perché in greco graphein comprende sia il verbo "dipingere" che il verbo "scrivere" e poi perché, a prescindere dal significato del termine, per il mondo Orientale l'Icona è l'espressione della Parola, con disegno e colori, al pari dello Scritto Sacro). Si percorrono così alcuni passaggi concreti che partono dalla scelta del legno, alla sua preparazione, ad aspetti più specifici. Agli aspetti tecnico-pratici segue la breve illustrazione delle tecniche e degli aspetti espressivi (ad esempio, colori, pittura, fattori compositivi, ecc. ) con un articolato cenno di riferimenti metodologici. Alcuni esempi riguardanti gli aspetti contenutistici ed espressivi riguardanti la descrizione del Volto di Cristo, dell'iconografia mariana degli apostoli e dei santi, concludono il capitolo terzo. L'ultimo capitolo, completato dall'Appendice Documentaria, riguarda San Sabino vescovo e patrono di Canosa (riconosciuto come "Uomo di Dio", così chiamato per la sua pietà, santità e dottrina) e la ricerca iconografica con la scrittura della nuova icona. Lo studio preliminare per tale scrittura parte da brevi cenni su Canosa, il suo santo Vescovo e il suo patronato. Alla ricerca a carattere storico segue una accurata ricerca iconografica con i relativi aspetti simbolici. Si descrivono quindi i passaggi della scrittura dell'icona fino alla sua realizzazione.
Per la realizzazione della nuova icona, l'iconografa Maddalena Strippoli, si è ispirata ad una duplice fonte iconografica di epoca medioevale del Santo: il mosaico siciliano di Monreale (di committenza Normanna realizzato da maestranze bizantine); la miniatura riprodotta nel Codice Cassinese sulla vita di San Benedetto, dove è rappresentato San Sabino in visita a quest'ultimo. Nell'Appendice, invece, sono raccolte le diverse fonti che descrivono i momenti della vita e del culto di San Sabino tra storia e "racconti"; la prima pagina del mensile Il Campanile del numero di luglio – agosto 2015 in cui è riprodotta l'icona con l'annuncio che nelle due pagine successive la stessa iconografa spiega la sua lettura. Conclude la rassegna il cartoncino che annuncia la presentazione, benedizione e consegna della nuova Icona di San Sabino Vescovo di Canosa avvenuta il 28 luglio 2015 nella Basilica Cattedrale dedicata al santo vescovo e protettore.
Indirettamente viene così documentata l'accoglienza che la nuova icona ha avuto durante la festa del Santo. In tale accoglienza va rilevata la comprensione da parte dei fedeli della simbologia rappresentata, con i rimandi alla vita del Santo vescovo. L'Icona è un opera d'Arte che supera l'Arte, il suo messaggio di ordine teologico parla agli uomini del nostro tempo come ha parlato agli uomini del passato. L'Icona è in primo luogo la proclamazione vivente del valore della materia: creatura di Dio, può manifestare Dio. Con la sua sola esistenza ogni icona evoca il mistero dell'Incarnazione non in teoria ma in pratica. Afferma che l'uomo ha la possibilità di esprimere Dio e che dispone di un linguaggio per testimoniare la sua fede. In riferimento ai Santi, invece, per l'orientale l'Icona di uno di essi è un ricordo vivente della benevolenza del Signore per la Chiesa e per il suo popolo, perché egli ha scelto dei peccatori e ne ha fatto degli intercessori. Per questo si esige dall'iconografo grandi doti per assolvere la sua funzione d'interprete della rivelazione di Dio. Egli deve, per quanto è possibile, essere lo strumento dello Spirito Santo. Come per l'Icona di San Sabino, l'accettazione e la benedizione della stessa da parte della chiesa, fa trovare quello che è il suo compimento, divenendo una sorgente di Grazia per coloro che la guardano, come ha affermato Giovanni Damasceno Ho visto la forma umana di Dio e la mia anima è salva. L'autrice della tesi magistrale intitolata "Scrivere un'Icona oggi: il Santo Vescovo Sabino, patrono di Canosa di Puglia", Eleonora Strippoli, docente di religione cattolica, da due anni presso la Diocesi di Milano, sente doverosi i ringraziamenti per sua sorella Maddalena, "autrice/scrittrice" dell'Icona , per don Felice Bacco, parroco della Cattedrale S.Sabino di Canosa, don Mario Porro per i suggerimenti e il suo caro docente Antonio Ciaula insostituibile guida in questa nuova e non facile ricerca.
La Redazione di Canosaweb si congratula con la dottoressa Eleonora Strippoli per quanto sinora realizzato nel segno della devozione e della cultura ed augura una lunga e brillante carriera.
Inizia con un approfondimento sull'Icona tra storia e aspetti teologici. Dopo il percorso che porta dall'antico divieto di fare immagini (per salvaguardare il popolo dal pericolo di idolatria) alla ricerca del ritratto fisico di Cristo (dove inizialmente si ricercava attraverso immagini allegoriche e solo successivamente veniva raffigurato in forma umana), ci si sofferma sul secondo Concilio di Nicea (787) visto attraverso la lettera apostolica Duodecim saeculum di Giovanni Paolo II nel dodicesimo centenario di tale concilio che trattò delle icone, chiudendo le vicende della lotta iconoclastica (guerra contro le immagini sacre) con le ragioni che portarono alla vittoria dell'ortodossia. Giovanni Paolo II, concludendo la lettera apostolica, sostiene che il linguaggio dell'arte, oltre a possedere un'utilità didattica e pedagogica, messo al servizio della fede è capace di raggiungere il cuore degli uomini e di far loro conoscere dal di dentro Colui che osiamo rappresentare nelle immagini, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, fatto uomo, lo stesso ieri, oggi e per tutti i secoli. Completa questa panoramica iniziale un breve excursus sulla riflessione teologica che fiorì intorno al culto dell'Icona, fino al suo uso sacramentale e liturgico. Alla riflessione storica e a quella teologica si accosta il pensiero dei Padri, soffermandosi in particolare su quello di Giovanni Damasceno, che evidenzia come l'immagine sia partecipazione al divino, dove Dio stesso è l'autore della prima Icona, poiché Lui per primo ha generato il Figlio Unigenito. La riflessione si completa soffermandosi sull'immagine come segno. Gli aspetti metodologici fanno da ponte tra il primo e secondo capitolo, che proseguono con il processo che va dall'idea al segno realizzato, poi ripercorsi attraverso le fasi del processo della comunicazione alla luce della Metodologia Taddei approfondita nel corso degli studi. Vengono così ripercorse le fasi della conoscenza, della formulazione dell'idea da esprimere, dal simbolismo, alle tecniche utilizzate dall'iconografo per esprimere la sua idea. Ci si sofferma poi sugli elementi dell'Icona come immagine (bidimensionalità, irraggiamento, prospettiva rovesciata, atemporalità), sul simbolismo, i colori e l'iscrizione e, infine, sulla figura dell'iconografo, colui che pone il suo talento al servizio della fede. Si prepara al lavoro con giornate dedicate alla meditazione e al digiuno. Persona umile, pio (prima di essere un artista è un credente).
Il terzo capitolo illustra le fasi dello scrivere l'icona tra tecniche pratiche e aspetti espressivi del processo riguardanti la sua realizzazione. (Si parla di scrittura prima di tutto perché in greco graphein comprende sia il verbo "dipingere" che il verbo "scrivere" e poi perché, a prescindere dal significato del termine, per il mondo Orientale l'Icona è l'espressione della Parola, con disegno e colori, al pari dello Scritto Sacro). Si percorrono così alcuni passaggi concreti che partono dalla scelta del legno, alla sua preparazione, ad aspetti più specifici. Agli aspetti tecnico-pratici segue la breve illustrazione delle tecniche e degli aspetti espressivi (ad esempio, colori, pittura, fattori compositivi, ecc. ) con un articolato cenno di riferimenti metodologici. Alcuni esempi riguardanti gli aspetti contenutistici ed espressivi riguardanti la descrizione del Volto di Cristo, dell'iconografia mariana degli apostoli e dei santi, concludono il capitolo terzo. L'ultimo capitolo, completato dall'Appendice Documentaria, riguarda San Sabino vescovo e patrono di Canosa (riconosciuto come "Uomo di Dio", così chiamato per la sua pietà, santità e dottrina) e la ricerca iconografica con la scrittura della nuova icona. Lo studio preliminare per tale scrittura parte da brevi cenni su Canosa, il suo santo Vescovo e il suo patronato. Alla ricerca a carattere storico segue una accurata ricerca iconografica con i relativi aspetti simbolici. Si descrivono quindi i passaggi della scrittura dell'icona fino alla sua realizzazione.
Per la realizzazione della nuova icona, l'iconografa Maddalena Strippoli, si è ispirata ad una duplice fonte iconografica di epoca medioevale del Santo: il mosaico siciliano di Monreale (di committenza Normanna realizzato da maestranze bizantine); la miniatura riprodotta nel Codice Cassinese sulla vita di San Benedetto, dove è rappresentato San Sabino in visita a quest'ultimo. Nell'Appendice, invece, sono raccolte le diverse fonti che descrivono i momenti della vita e del culto di San Sabino tra storia e "racconti"; la prima pagina del mensile Il Campanile del numero di luglio – agosto 2015 in cui è riprodotta l'icona con l'annuncio che nelle due pagine successive la stessa iconografa spiega la sua lettura. Conclude la rassegna il cartoncino che annuncia la presentazione, benedizione e consegna della nuova Icona di San Sabino Vescovo di Canosa avvenuta il 28 luglio 2015 nella Basilica Cattedrale dedicata al santo vescovo e protettore.
Indirettamente viene così documentata l'accoglienza che la nuova icona ha avuto durante la festa del Santo. In tale accoglienza va rilevata la comprensione da parte dei fedeli della simbologia rappresentata, con i rimandi alla vita del Santo vescovo. L'Icona è un opera d'Arte che supera l'Arte, il suo messaggio di ordine teologico parla agli uomini del nostro tempo come ha parlato agli uomini del passato. L'Icona è in primo luogo la proclamazione vivente del valore della materia: creatura di Dio, può manifestare Dio. Con la sua sola esistenza ogni icona evoca il mistero dell'Incarnazione non in teoria ma in pratica. Afferma che l'uomo ha la possibilità di esprimere Dio e che dispone di un linguaggio per testimoniare la sua fede. In riferimento ai Santi, invece, per l'orientale l'Icona di uno di essi è un ricordo vivente della benevolenza del Signore per la Chiesa e per il suo popolo, perché egli ha scelto dei peccatori e ne ha fatto degli intercessori. Per questo si esige dall'iconografo grandi doti per assolvere la sua funzione d'interprete della rivelazione di Dio. Egli deve, per quanto è possibile, essere lo strumento dello Spirito Santo. Come per l'Icona di San Sabino, l'accettazione e la benedizione della stessa da parte della chiesa, fa trovare quello che è il suo compimento, divenendo una sorgente di Grazia per coloro che la guardano, come ha affermato Giovanni Damasceno Ho visto la forma umana di Dio e la mia anima è salva. L'autrice della tesi magistrale intitolata "Scrivere un'Icona oggi: il Santo Vescovo Sabino, patrono di Canosa di Puglia", Eleonora Strippoli, docente di religione cattolica, da due anni presso la Diocesi di Milano, sente doverosi i ringraziamenti per sua sorella Maddalena, "autrice/scrittrice" dell'Icona , per don Felice Bacco, parroco della Cattedrale S.Sabino di Canosa, don Mario Porro per i suggerimenti e il suo caro docente Antonio Ciaula insostituibile guida in questa nuova e non facile ricerca.
La Redazione di Canosaweb si congratula con la dottoressa Eleonora Strippoli per quanto sinora realizzato nel segno della devozione e della cultura ed augura una lunga e brillante carriera.