Storia e dintorni
La Battaglia di Canne
La datazione ab Urbe condita
sabato 28 settembre 2019
22.24
L'eccidio storico di Canne tra l'esercito dei Cartaginesi e dei Romani rievoca ancora oggi la memoria della battaglia tra l'esercito cartaginese condotto da Annibale e l'esercito romano, datata al 2 agosto del 216 a. C. Nel mese di agosto abbiamo ripercorso la linea del tempo spesso trascurata nella datazione dell'evento dalla Fondazione di Roma, che datava il calendario romano ab Urbe condita, titolo della stessa opera dello storico Tito Livio, storico con Polibio della battaglia di Canne, come attestano le epigrafi poste sul basamento della stele del 1938 sull'altura della collina di Canne nel territorio di Barletta e nella storia di Canosa.
L'anno di Roma
Sulla linea del tempo tra la nascita di Cristo, pietra miliare della storia, e la fondazione di Roma avvenuta nel 753 a. C. nella sottrazione al 216 a. C. di Canne occorre sottrarre dall'anno 752 per non conteggiare impropriamente una unità e occorre considerare il 753 come anno Zero. Si ricava pertanto l'anno 536 ab Urbe condita, a. U. c.. E sono gli stessi storici Polibio (200-124 a. C.) e Tito Livio (59 a. C. – 17 d. C.) a indicare la data non espressamente, ma nel riferimento ai Consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone, presenti nell'esercito romano, che furono effettivamente eletti come Consoli Repubblicani Romani nel 216 a. C. . I Consoli Romani erano "eponimi" (che danno il nome), in quanto l'anno di servizio era riconosciuto con il loro nome. Il Console Emilio Paolo perì valorosamente sul campo, in battaglia, come raffigura anche l'arte storica, mentre Varrone riparò a Venosa. Perirono 45.000 fanti e 2.700 Cavalieri nell'esercito della Repubblica Romana, mentre nell'esercito dei Cartaginesi perirono circa 10.000 fanti e 200 Cavalieri. Annibale portò via 200 anelli d'oro ai cadaveri dei soldati romani, segno di appartenenza alle classi patrizie.
2 agosto del 216 a. C.: ma dove sta scritto? e che cosa sta scritto? Abbiamo inteso verificare la rispondenza della data del 536 dell'anno di Roma, ritrovando l'opera del letterato Cav. Luigi Mabil, pubblicata a Venezia nel 1841, "La Storia Romana di Tito Livio" tradotta con annotazioni. Al Libro vigesimus tertius (XXIII) di Tito Livio, il letterato storico scrive:
« (Anno U. C. 536 – A. C. 216) Hannibal post Cannensem pugnam ...».
Ma anche nella letteratura tedesca dell'800 ritroviamo l'opera di Otto Gilbert, "Rom und Karthago" 513-536 U. C. (241 – 218 V. Chr.) e nella doviziosa letteratura francese ritroviamo l'opera HISTOIRE ROMAINE depuis la fondation de Rome di M. Kollin, Paris MDCCXLII, Rettore dell'Università di Parigi e Professore nell'Accademia Reale. La pregevole opera francese interpretando Tito Livio XXII, 54, parla di Venosa e di Canosa con Appio e Scipione e riporta «A la bataille de Cannes An. R. 536 - Av. J. C. 216».
L'opera conferisce grande importanza e dignità, come dovremmo imitare, all'accoglienza di Canosa e alla Matrona Busa: "la dame Busa" con la "générosité d'une seule femme de Canouse", dove si erano rifugiati "plus de dix milles hommes rendus dans cette ville".
"Mais Busa malgré ses grand biens e son bon coeur, se trouvoit accablée (oppressa) par le grand nombre de ceux qui avoient besoin de son secours".
Nell'arte francese ritroviamo un disegno, "dessins" di S. D. Mirys autore dell'opera "Figures de l'histoire de la République Romaine", Paris, 1800. Il disegno raffigura la morte del Console Paolo Emilio con l'insegna romana SPQR abbattuta ed è intitolato BATAILLE DE CANNES. MORT DE PAUL EMILE, An de Rome 536. La storia della Matrona Busa con il Popolo di Canosa merita ancora oggi di essere evocata e suggellata, ripristinando il toponimo di Via Busa (oggi Oberdan) e auspicando una onorificenza a Busa e al Popolo di Canosa, nel valore dell'accoglienza solidale e della fedeltà leale e coraggiosa a Roma, mentre altre città offrirono legame ad Annibale, come Arpi, Salapia, Herdonia, Capua, Taranto. Perciò il Senato Romano, a compimento bellico, conferì onorificenza a Busa e a Canosa, come abbiamo ritrovato negli studi del 2007 confluiti in un progetto volontario cittadino del corteo storico realizzato con gli studenti e i Docenti della Scuola Media Statale Ugo Foscolo.
«Eos qui Canusium perfugerant, mulier Apula nomine Busa, genere clara ac divitiis, moenibus tantum tectisque a Canusinis acceptos, frumento, veste, viatico etiam iuvit, pro qua ei munificentia postea bello perfecto ab senatu honores habiti sunt».
"Una donna apula di nome Busa, illustre per stirpe e per ricchezze, sostenne con frumento, vesti e anche denaro coloro che si erano rifugiati a Canosa, accolti dai Canosini solo entro le mura e nelle case; a Lei, per questa munificenza, in seguito, terminata la guerra, furono tributati onori dal Senato" (Tito Livio, Ab Urbe condita, Libro XII, par. 52).
Il giorno della Battaglia di Canne
La cronologia del 2 agosto rimanda ad una battaglia campale combattuta per più di dieci giorni. La data della battaglia però non è segnata né da Polibio né da Tito Livio, ("nihil nos super ea re scriptum invenimus, nisi..."), ma da Claudio Quadrigario, secondo la testimonianza di Aulo Gellio, scrittore latino erudito del II sec. d. C. autore degli Annales, opera conosciuta da Tito Livio. Gellio nelle Noctes Atticae, (5,17), segna la data: "cladem illam pugnae Cannensis factam dicit ante diem quartum Nonas Sextiles", cioè prima del 2 agosto, che fu l'epilogo. Infatti le Nonae Sextiles si riferiscono al sesto mese del Calendario romano, ad Agosto; le Nonae si individuano nel 5 del mese e nel quarto giorno precedente rimandano al 2 agosto, primo giorno successivo alle Kalendae.
Nella cultura romana il giorno posteriore alle date fìsse, alle Calende, alle None e alle Idi, erano ritenuti infausti: per cui le più gravi sciagure erano avvenute proprio in quelle date. Si potrebbe ritenere che i Romani abbiano segnato volutamente quella data, per giustificare la sventura della disfatta di Canne, in cui furono abbattute le insegne SPQR. In ogni caso l'evento bellico segue la metà di Luglio quando Annibale si impadronì del Vicus di Canne, dove i Romani avevano raccolto molto grano nel territorio di Canusium, quando era finita la trebbiatura e l'operazione di ammasso. La battaglia sarebbe avvenuta da 10 a 15 giorni prima della data indicata dallo storico latino Gellio, del 2 agosto del 216 a. C..
Ci inchiniamo di fronte all'ecatombe dei giovani soldati della Repubblica Romana, ma anche dei Cartaginesi, recitando un'Ave Maria in Latino come abbiamo fatto in Piazza San Sabino nel 5 agosto del 2007 al termine della rappresentazione in costume «Ab Ube Condita» con i ragazzi della Scuola Media Foscolo, pregando per i morti e per la pace dei popoli con il Cappellano Militare Don Michele Scolletta. La battaglia si fa memoria, la storia che segue si fa Maestra, l'auspicio della Pace e della libertà si fa umanità e civiltà, ieri, oggi e domani. Ob amorem patriae
Maestro Peppino Di Nunno
L'anno di Roma
Sulla linea del tempo tra la nascita di Cristo, pietra miliare della storia, e la fondazione di Roma avvenuta nel 753 a. C. nella sottrazione al 216 a. C. di Canne occorre sottrarre dall'anno 752 per non conteggiare impropriamente una unità e occorre considerare il 753 come anno Zero. Si ricava pertanto l'anno 536 ab Urbe condita, a. U. c.. E sono gli stessi storici Polibio (200-124 a. C.) e Tito Livio (59 a. C. – 17 d. C.) a indicare la data non espressamente, ma nel riferimento ai Consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone, presenti nell'esercito romano, che furono effettivamente eletti come Consoli Repubblicani Romani nel 216 a. C. . I Consoli Romani erano "eponimi" (che danno il nome), in quanto l'anno di servizio era riconosciuto con il loro nome. Il Console Emilio Paolo perì valorosamente sul campo, in battaglia, come raffigura anche l'arte storica, mentre Varrone riparò a Venosa. Perirono 45.000 fanti e 2.700 Cavalieri nell'esercito della Repubblica Romana, mentre nell'esercito dei Cartaginesi perirono circa 10.000 fanti e 200 Cavalieri. Annibale portò via 200 anelli d'oro ai cadaveri dei soldati romani, segno di appartenenza alle classi patrizie.
2 agosto del 216 a. C.: ma dove sta scritto? e che cosa sta scritto? Abbiamo inteso verificare la rispondenza della data del 536 dell'anno di Roma, ritrovando l'opera del letterato Cav. Luigi Mabil, pubblicata a Venezia nel 1841, "La Storia Romana di Tito Livio" tradotta con annotazioni. Al Libro vigesimus tertius (XXIII) di Tito Livio, il letterato storico scrive:
« (Anno U. C. 536 – A. C. 216) Hannibal post Cannensem pugnam ...».
Ma anche nella letteratura tedesca dell'800 ritroviamo l'opera di Otto Gilbert, "Rom und Karthago" 513-536 U. C. (241 – 218 V. Chr.) e nella doviziosa letteratura francese ritroviamo l'opera HISTOIRE ROMAINE depuis la fondation de Rome di M. Kollin, Paris MDCCXLII, Rettore dell'Università di Parigi e Professore nell'Accademia Reale. La pregevole opera francese interpretando Tito Livio XXII, 54, parla di Venosa e di Canosa con Appio e Scipione e riporta «A la bataille de Cannes An. R. 536 - Av. J. C. 216».
L'opera conferisce grande importanza e dignità, come dovremmo imitare, all'accoglienza di Canosa e alla Matrona Busa: "la dame Busa" con la "générosité d'une seule femme de Canouse", dove si erano rifugiati "plus de dix milles hommes rendus dans cette ville".
"Mais Busa malgré ses grand biens e son bon coeur, se trouvoit accablée (oppressa) par le grand nombre de ceux qui avoient besoin de son secours".
Nell'arte francese ritroviamo un disegno, "dessins" di S. D. Mirys autore dell'opera "Figures de l'histoire de la République Romaine", Paris, 1800. Il disegno raffigura la morte del Console Paolo Emilio con l'insegna romana SPQR abbattuta ed è intitolato BATAILLE DE CANNES. MORT DE PAUL EMILE, An de Rome 536. La storia della Matrona Busa con il Popolo di Canosa merita ancora oggi di essere evocata e suggellata, ripristinando il toponimo di Via Busa (oggi Oberdan) e auspicando una onorificenza a Busa e al Popolo di Canosa, nel valore dell'accoglienza solidale e della fedeltà leale e coraggiosa a Roma, mentre altre città offrirono legame ad Annibale, come Arpi, Salapia, Herdonia, Capua, Taranto. Perciò il Senato Romano, a compimento bellico, conferì onorificenza a Busa e a Canosa, come abbiamo ritrovato negli studi del 2007 confluiti in un progetto volontario cittadino del corteo storico realizzato con gli studenti e i Docenti della Scuola Media Statale Ugo Foscolo.
«Eos qui Canusium perfugerant, mulier Apula nomine Busa, genere clara ac divitiis, moenibus tantum tectisque a Canusinis acceptos, frumento, veste, viatico etiam iuvit, pro qua ei munificentia postea bello perfecto ab senatu honores habiti sunt».
"Una donna apula di nome Busa, illustre per stirpe e per ricchezze, sostenne con frumento, vesti e anche denaro coloro che si erano rifugiati a Canosa, accolti dai Canosini solo entro le mura e nelle case; a Lei, per questa munificenza, in seguito, terminata la guerra, furono tributati onori dal Senato" (Tito Livio, Ab Urbe condita, Libro XII, par. 52).
Il giorno della Battaglia di Canne
La cronologia del 2 agosto rimanda ad una battaglia campale combattuta per più di dieci giorni. La data della battaglia però non è segnata né da Polibio né da Tito Livio, ("nihil nos super ea re scriptum invenimus, nisi..."), ma da Claudio Quadrigario, secondo la testimonianza di Aulo Gellio, scrittore latino erudito del II sec. d. C. autore degli Annales, opera conosciuta da Tito Livio. Gellio nelle Noctes Atticae, (5,17), segna la data: "cladem illam pugnae Cannensis factam dicit ante diem quartum Nonas Sextiles", cioè prima del 2 agosto, che fu l'epilogo. Infatti le Nonae Sextiles si riferiscono al sesto mese del Calendario romano, ad Agosto; le Nonae si individuano nel 5 del mese e nel quarto giorno precedente rimandano al 2 agosto, primo giorno successivo alle Kalendae.
Nella cultura romana il giorno posteriore alle date fìsse, alle Calende, alle None e alle Idi, erano ritenuti infausti: per cui le più gravi sciagure erano avvenute proprio in quelle date. Si potrebbe ritenere che i Romani abbiano segnato volutamente quella data, per giustificare la sventura della disfatta di Canne, in cui furono abbattute le insegne SPQR. In ogni caso l'evento bellico segue la metà di Luglio quando Annibale si impadronì del Vicus di Canne, dove i Romani avevano raccolto molto grano nel territorio di Canusium, quando era finita la trebbiatura e l'operazione di ammasso. La battaglia sarebbe avvenuta da 10 a 15 giorni prima della data indicata dallo storico latino Gellio, del 2 agosto del 216 a. C..
Ci inchiniamo di fronte all'ecatombe dei giovani soldati della Repubblica Romana, ma anche dei Cartaginesi, recitando un'Ave Maria in Latino come abbiamo fatto in Piazza San Sabino nel 5 agosto del 2007 al termine della rappresentazione in costume «Ab Ube Condita» con i ragazzi della Scuola Media Foscolo, pregando per i morti e per la pace dei popoli con il Cappellano Militare Don Michele Scolletta. La battaglia si fa memoria, la storia che segue si fa Maestra, l'auspicio della Pace e della libertà si fa umanità e civiltà, ieri, oggi e domani. Ob amorem patriae
Maestro Peppino Di Nunno