Storia e dintorni
La Candelora della vecchia “arraggète”
Proverbiando da Canosa nel Foggiano
sabato 2 febbraio 2019
14.25
Il 2 Febbraio ricorre la Festa della Candelora, Festum Candelarum, dove ritroviamo radici culturali pagane, astronomiche e cristiane. Riportiamo di seguito uno stralcio della preziosa pagina firmata , oggi riscoperta dopo circa venti anni, inviataci dal Capitano dell'Aeronautica Militare del tempo, Giancarlo Bonelli, il quale sapientemente nelle previsioni del tempo del 2 febbraio presentò questa ricerca, nel legame tra l'astro del Sole e la cultura pagana e cristiana. Grazie Maggiore!
"La Candelora è un'antichissima festa cristiana, nata in Oriente, con cui si celebrava la Purificazione di Maria nel tempio, quaranta giorni dopo il parto. E quindi la Candelora ha un significato di purificazione. Poiché la Candelora dista quaranta giorni dal Natale, nascita di Cristo, la Candelora ha anche il significato di luce".
"I popoli nordici, tra cui i Celti ed i loro sacerdoti, i Druidi, celebravano il 2 Febbraio con la Festa chiamata: "il ritorno della luce". ... con un riferimento astronomico del sole che inizia ad essere più alto all'orizzonte, mentre spuntano i primi germogli.
Per i Romani tutto il mese di Febbraio aveva un significato di purificazione e di rinnovamento; infatti 'februare' in latino significa purificare.
I Romani festeggiavano i Lupercali in onore di Romolo e Remo e in un gioco due fanciulli uscivano di corsa da una grotta , come passaggio dal buio alla luce e al rinnovamento.
La Festa della Candelora cristiana deriva dalle candele dei fedeli in processione che, spente all'ingresso in Chiesa erano accese da un unico cero, simbolo di Cristo. I Fedeli diventavano così portatori di luce e di fede".
Ma passiamo alla voce popolare del proverbio della Candelora a Canosa di Puglia, evocata da mia nonna Rosinella nel '900. Dal libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino" del maestro Giuseppe Di Nunno
A la Canelòre,
o néveche o chiòve, la vernète ò jesséute fòre.
Responne la vécchia arraggète,
ce vòlene quaranta jùrne a la svernète,
e se vu jésse sechéure,
quane ascénnene li metetéure.
Alla Candelora
o nevica, o piove, l'inverno è uscito fuori.
Risponde la vecchia sapiente,
ci vogliono quaranta giorni alla fine dell'inverno,
e se vuoi essere sicuro,
quando scendono i mietitori.
Infatti dal 2 febbraio, all'equinozio di Primavera scorrono circa 40 giorni, ma per essere sicuri dell'arrivo dell'estate, occorre attendere giugno, al tempo della mietitura! E come scriviamo nel libro sulle vie dei ciottoli il nostro dialetto e la nostra cultura popolare è molto legata al territorio del foggiano, terra antica della Daunia e della Capitanata, sui regi tratturi della Transumanza. Ritroviamo infatti il proverbio canosino della Candelora in alcune località del foggiano.
A Mattinata
La vecchia arraggète aspetta la foglia di fico di giugno.
A Ngannelore ce néveche e ce chiove, jesse suracídde: « Amme fatte mídze vernecídde». Arrespónne la vecchia arraggete: « Tanne la vernete è fore, quanne la frónne de fiche ce fé quande na stambe de vove ».
Alla Candelora (2 febbraio) nevica e piove, esce il topolino (il sole): «È passato mezzo inverno». Risponde la vecchia irritata: «Dall'inverno si è fuori soltanto quando la foglia di fico è quanto una zampa di bue».
A Sant'Agata di Puglia
la vecchia arraggète aspetta il 25 Marzo dell'Annunziata e, per essere più sicuri, il tempo dei mietitori di giugno.
Cu la ngannlora la vrneta ea assuta fora. risponn san Bies viern mo tres, s vota la vecchia arraggeta se ne parla all' Annunzieta, ma p ess cchiù sicure quanne arrivano li mietiture!
A Manfredonia
la vecchia arraggète aspetta l'Annunziata del 25 marzo, mentre il vecchio triste aspetta il Corpo di Cristo, la festa del Corpus Domini di giugno e mglio il tempo dei mietitori, come a Canosa.
Quann'arrüve 'a Canelore
da 'u vjirne stéme fore!
Arrespònne 'u surgetjille:
«Ámme passéte mizze virnecjille… ».
Arrespònne 'a vècchje arraggéte:
« Aspettéme l'Annunziéte!».
Arrespònne 'u vècchje trìste:
«nen jì före la vernéte,
se nen vöne 'u "Cùrpe de Crìste"!»
Vù jèsse chjù secùre?:
Quànn' ascènnene 'i metetùre !
Concludendo ci vediamo a giugno, ma intanto accogliamo e conserviamo la candela benedetta in Chiesa, ponendola accanto al letto appesa al muro in segno di protezione. La si accendeva nei momenti di perturbazioni atmosferiche: ne abbiamo bisogno oggi in questa epoca di cambiamenti climatici! Si parla di profezie non certe di "tre giorni di buio sulla terra" in cui accendere le candele benedette, ma noi accendiamo la fede della candela, quando si fa buio nel nostro cuore. Buona Candelora!
Maestro Peppino Di Nunno
"La Candelora è un'antichissima festa cristiana, nata in Oriente, con cui si celebrava la Purificazione di Maria nel tempio, quaranta giorni dopo il parto. E quindi la Candelora ha un significato di purificazione. Poiché la Candelora dista quaranta giorni dal Natale, nascita di Cristo, la Candelora ha anche il significato di luce".
"I popoli nordici, tra cui i Celti ed i loro sacerdoti, i Druidi, celebravano il 2 Febbraio con la Festa chiamata: "il ritorno della luce". ... con un riferimento astronomico del sole che inizia ad essere più alto all'orizzonte, mentre spuntano i primi germogli.
Per i Romani tutto il mese di Febbraio aveva un significato di purificazione e di rinnovamento; infatti 'februare' in latino significa purificare.
I Romani festeggiavano i Lupercali in onore di Romolo e Remo e in un gioco due fanciulli uscivano di corsa da una grotta , come passaggio dal buio alla luce e al rinnovamento.
La Festa della Candelora cristiana deriva dalle candele dei fedeli in processione che, spente all'ingresso in Chiesa erano accese da un unico cero, simbolo di Cristo. I Fedeli diventavano così portatori di luce e di fede".
Ma passiamo alla voce popolare del proverbio della Candelora a Canosa di Puglia, evocata da mia nonna Rosinella nel '900. Dal libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino" del maestro Giuseppe Di Nunno
A la Canelòre,
o néveche o chiòve, la vernète ò jesséute fòre.
Responne la vécchia arraggète,
ce vòlene quaranta jùrne a la svernète,
e se vu jésse sechéure,
quane ascénnene li metetéure.
Alla Candelora
o nevica, o piove, l'inverno è uscito fuori.
Risponde la vecchia sapiente,
ci vogliono quaranta giorni alla fine dell'inverno,
e se vuoi essere sicuro,
quando scendono i mietitori.
Infatti dal 2 febbraio, all'equinozio di Primavera scorrono circa 40 giorni, ma per essere sicuri dell'arrivo dell'estate, occorre attendere giugno, al tempo della mietitura! E come scriviamo nel libro sulle vie dei ciottoli il nostro dialetto e la nostra cultura popolare è molto legata al territorio del foggiano, terra antica della Daunia e della Capitanata, sui regi tratturi della Transumanza. Ritroviamo infatti il proverbio canosino della Candelora in alcune località del foggiano.
A Mattinata
La vecchia arraggète aspetta la foglia di fico di giugno.
A Ngannelore ce néveche e ce chiove, jesse suracídde: « Amme fatte mídze vernecídde». Arrespónne la vecchia arraggete: « Tanne la vernete è fore, quanne la frónne de fiche ce fé quande na stambe de vove ».
Alla Candelora (2 febbraio) nevica e piove, esce il topolino (il sole): «È passato mezzo inverno». Risponde la vecchia irritata: «Dall'inverno si è fuori soltanto quando la foglia di fico è quanto una zampa di bue».
A Sant'Agata di Puglia
la vecchia arraggète aspetta il 25 Marzo dell'Annunziata e, per essere più sicuri, il tempo dei mietitori di giugno.
Cu la ngannlora la vrneta ea assuta fora. risponn san Bies viern mo tres, s vota la vecchia arraggeta se ne parla all' Annunzieta, ma p ess cchiù sicure quanne arrivano li mietiture!
A Manfredonia
la vecchia arraggète aspetta l'Annunziata del 25 marzo, mentre il vecchio triste aspetta il Corpo di Cristo, la festa del Corpus Domini di giugno e mglio il tempo dei mietitori, come a Canosa.
Quann'arrüve 'a Canelore
da 'u vjirne stéme fore!
Arrespònne 'u surgetjille:
«Ámme passéte mizze virnecjille… ».
Arrespònne 'a vècchje arraggéte:
« Aspettéme l'Annunziéte!».
Arrespònne 'u vècchje trìste:
«nen jì före la vernéte,
se nen vöne 'u "Cùrpe de Crìste"!»
Vù jèsse chjù secùre?:
Quànn' ascènnene 'i metetùre !
Concludendo ci vediamo a giugno, ma intanto accogliamo e conserviamo la candela benedetta in Chiesa, ponendola accanto al letto appesa al muro in segno di protezione. La si accendeva nei momenti di perturbazioni atmosferiche: ne abbiamo bisogno oggi in questa epoca di cambiamenti climatici! Si parla di profezie non certe di "tre giorni di buio sulla terra" in cui accendere le candele benedette, ma noi accendiamo la fede della candela, quando si fa buio nel nostro cuore. Buona Candelora!
Maestro Peppino Di Nunno