San Sabino Busto antico
San Sabino Busto antico
Storia e dintorni

La CHIESA MATRICE di S. Sabino

“E’ veramente degna da vedersi”

Ricorre il 9 febbraio la festa patronale di Canosa di Puglia(BT) in onore del Vescovo canosino S. Sabino, nella memoria che celebra per i Santi il giorno della morte, il "dies natalis", che abbiamo già offerto alla cultura ritrovando la data del calendario romano trascritta nel Tortora. Era il "quinto Idus Februarii", vale a dire "il quinto (giorno) alle Idi di Febbraio", e pertanto era il quinto giorno prima del 13 Febbraio, quando nell'anno 566, all'età di 105 anni, il Vescovo canosino della Diocesi di Canosa, in concetto di santità "ab hac luce migravit ad Dominum", "da questa luce di santità trapassò al Signore", come attesta il Prevosto Tortora. Ne abbiamo anche ritrovato su concessione il dipinto in bianco e nero della predella del Boccati, che dipinge quattro scene della vita di San Savino. Oggi è nostro intento nelle ricerche storiche sabiniane e canosine offrire per la prima volta le pagine studiate dall'opera «Delle Città d'Italia...» con le compendiose notizie sacre e profane di Cesare Orlandi, patrizio di Fermo, (1734-1779), scrittore e storico italiano. L'opera di 5 tomi scritta nel 1770-1779, fu dedicata al Pontefice PIO VI e fu pubblicata a Perugia un anno prima della morte dell'autore nel MDCCLXXVIII. L'autore nell'opera al Tomo V, pag. 217 riporta la visita del Pontefice Papa Pasquale II.

"Si portò a Canosa di persona nel 1102" "decretando che il Preposto di Canosa governasse la Chiesa, e Diocesi, con le stesse autorità che avevano già i Vescovi Canosini". È la storia dei Prevosti, descritta degli studi di Michele Menduni di Corato da Firenze e che si protrae per sette secoli fino all'800. Il Pontefice Pasquale II nella storica visita "consacrò la Chiesa di Canosa in onore di S. Sabino, di già Vescovo della medesima. Di tal consacrazione esiste perpetuo monumento", con riferimento alla Bolla pergamenata esistente e custodita.

La Cattedrale
L'autore Cersare Orlandi si sofferma a descrivere la Cattedrale: "E' insigne ed assai antica la Chiesa Matrice, già Cattedrale dei Vescovi Canusini, dicendosi fondata sin dal sesto Secolo". Questo è stato riscoperto negli scorsi anni, nella cupola giustinianea, ma era scritto in Latino nei documenti del Tortora, "dum in humanis ageret" (mentre era ancora in vita) il Vescovo Sabino e rimandava al "pervetustissima" Basilica della lapide in latino da noi evidenziata posta all'inizio della Cappella palatina dei Principi Normanni; ma spesso le conoscenze storiche vengono omesse, cadono nell'oblio delle conoscenze architettoniche, che oggi attendono di essere compiute nelle altre cupole dell'antica Chiesa Matrice. L'opera di Cesare Orlandi prosegue sottolineando le vestigia della Cattedrale che dal VI secolo è ancora integra e in piedi. I nostri padri direbbero in dialetto riferendosi alla protezione della Città del Pater Urbis: "sta la mano di San Sabino!" e noi diremmo "sta il corpo di San Sabino". "In tante vicende, in tante incursioni de' Barbari, in tanti devastamenti, è ella fino a' nostri giorni rimasta illesa, ed è veramente degna da vedersi" Con " Cimitero annesso... è dedicata a Dio in onore di S. Sabino Vescovo, Principale Protettore della Città".

Il Mausoleo di Boemondo
"Al lato sinistro di questa Chiesa Matrice... trovasi il Mausoleo del famoso Beomondo, Principe di Antiochia, di forma quadrate e di bella fabbrica, ricco di scelti marmi, con cupola ottangolare.. forse ricoperta di metallo" per la lucentezza offuscata dal tempo e dall'incuria. E noi l'abbiamo detto e riscoperto dall'Archivio Storico Comunale, dal Damadeno e soprattutto dalle incisioni storiche del Desprez con l'Abate francese Saint Non che visitando la Chiesa Madre ha di fatto "fotografato" il Mausoleo di Boemondo con la sua cupola piramidale ottangolare e la sfera di pietra sulla cuspide, che, a detta di insigni Teologi, mai può essere "storicizzata" nella errata cupola semisferica, arabeggiante in quanto si discosta dalla Teologia originaria dell'Architettura dell'Octava Dies della Gerusalemme Celeste. Il nostro percorso in continuità all'opera dell'Orlandi si conclude leggendo una pietra scritta e scendendo "abbàsce o Seccòrpe", non solo in dialetto del '900, recitando e pregando la Scala Santa con i nostri padri, ma anche nelle Sante Visite, come riporta Michele Menduni da Firenze, giù nel Soccorpo della Cattedrale, più preciso del termine "Cripta", in quanto custodisce non solo la Tomba di San Sabino, ma le vestigia di una Chiesa. La pietra incastonata, forse proveniente dal portale dell'Antica Chiesa Matrice, tradotta nel 2018 da Padre Gerardo Cioffari da Bari, attesta: NVTV DIVINO CLARVIT DOMVS ISTA SABINO.
"Per volontà divina splendette questa Chiesa per Sabino" . E noi per la Festa e solennità del 9 febbraio alla volontà di Dio, poniamo anche la volontà del Popolo,....e così sia!.

Domenica 9 febbraio, "MEMORIA DELLA MORTE DI SAN SABINO" sono in programma le Sante Messe alle ore 7.00 - 8.30 - 9.30 -11.00; alle ore 18.00, solenne Celebrazione Eucaristica Presieduta dal Vescovo della Diocesi di Andria, Mons. Luigi Mansi e Concelebrata dai Sacerdoti della città. Seguirà la processione con il Simulacro del Santo, che percorrerà alcune strade della Parrocchia Santa Teresa del B.G. lungo il seguente Itinerario : Cattedrale San Sabino, Corso San Sabino, via Piave, via Masotina, via Lecce, via Principessa Maria, via Brindisi, via Diaz, corso Garibaldi, Corso San Sabino, Cattedrale S. Sabino, Vescovo di Canosa. Buona festa del 9 Febbraio di San Sabino a Canosa, a Bari, a Torremaggiore (FG), e, come dice Don Felice .... in tutti i Monasteri Benedettini del mondo.
Maestro Peppino Di Nunno
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