Storia e dintorni
La Primavera di San Benedetto
Il silenzio del coronavirus
sabato 21 marzo 2020
9.24
Il 21 marzo ricorre l'equinozio di Primavera, quando la notte equivale alla durata solare del giorno nell'aequa nox e si lega alla festa del primo giorno di Primavera e alla Festa di San Benedetto. Quest'anno 2020 per dati astronomici l'equinozio si è verificato nel giorno 20 marzo. In questa primavera contagiata in Italia e nel mondo dalla pandemia del maledetto coronavirus, la nostra memoria ripercorre le vie dei padri a Canosa, cadute nell'oblio, della festa cittadina della Chiesa della Madonna di Costantinopoli, chiesa agreste nel "rusticanum cultum" (il culto agreste), "a maioribus traditum" (tramandato dai nostri padri).
A Canosa, la Chiesa del '700 di Maria SS. di Costantinopoli, riedificata nell'800, da parte del Canonico Benedetto Forina, diventò una festa di paese, fra tradizione e devozione, nel saluto della Primavera, tra l'erba verde dei campi di periferia e i mandorli in fiore, presso gli ovili degli allevamenti di pecore e capre, presso gli anfratti tufacei del sito, con il tufo a vista nell'esterno ed interno della stessa Chiesa. Una statua lignea di San Benedetto, logorata dal tempo e con veste impropria sacerdotale e non monacale attende da anni il restauro e l'esposizione al culto di un Santo, cui si lega l'amico privilegiato San Sabino, Patrono di Canosa di Puglia.
Infatti la storia dei Monasteri Benedettini, come cui diceva oggi anche Don Felice Bacco, riporta le due figure, l'abate Benedetto di Montecassino e il Vescovo, Antistes, San Sabino privilegiato (valde diligebat) in amicizia per le sue virtù profetiche. Ricevemmo un file unico dal Monastero Benedettino più grande della Germania in Beuron che ritrae San Benedetto e San Sabino. E il Monastero benedettino documentato dal Tortora e dalla pergamena di Montecassino da noi ritrovata dopo secoli nell'Archivio dell'Abbazia di Montecassino, hanno ancora le radici vive a Canosa nella Piazzetta Badia San Quirico, attestata dal Prevosto Tortora nella Relatio Ecclesiae Canusinae.
Vogliamo soffermarci dinanzi alla statua canosina di San Benedetto, ritratto con il dito dell'indice sulla bocca. Il proverbio popolare del giorno della festa in processione evocava: "San Benedìtte, mange le castagne e statte cìtte" (a San Benedetto, mangia le castagne e statti zitto). In realtà la statua unica nella raffigurazione, riporta la regola monastica del silenzio, riportata nel "de taciturnitate" di San Benedetto. San Benedetto da Norcia passava in cielo il 21 marzo del 457, e quindi il 21 marzo ricorre i dies natalis del Santo, presente un tempo a Canosa in molti nomi di persona.
In questa triste primavera 2020 del coronavirus, il silenzio è assordante, è smarrito, è ferito. Ma Ci fa riscoprire la voce del silenzio in un paese vuoto del rumore delle auto; la voce delle parole parlate e ascoltate tra figli e genitori; la voce del silenzio che si fa preghiera e coscienza della salute pubblica. Accostiamoci a questo santo del Giorno perchè faccia sbocciare una sana primavera, mente vedo dal balcone in Giove Toro qualche macchia rossa dei papaveri selvatici, mentre odo alcune rondini a rompere il silenzio di pietra. "Che anno è, che giorno è", cantano i Giardini di Marzo di Lucio Battisti.
Affidiamoci a San Benedetto e a San Sabino, la cui amicizia possa farci ritrovare la nostra amicizia perduta in libertà, in festa di paese, nella rinascita dei campi, dei fiori, delle rondini, del cibo nuovo, della vita sana, bella, buona, vera. Nella vita in casa cui siamo costretti diligentemente e non incoscientemente, facciamo l'opera di noi bambini di Scuola di un tempo, dalla copertina nera dei quaderni usati: ritagliamo una rondine, disegniamola tra nero e bianco e scriviamo la data del 21 marzo ponendola ai vetri di casa. E sia San Benedetto, una rondine in ogni tetto. Ritorna mia cara Primavera, Proteggici San Benedetto e Tu San Sabino , stendi la tua mano sulla Città, come Pater Urbis, con lo sguardo rivolto verso Maria SS. della Fonte, come viene ritratto nel manufatto votivo in cartapesta del 1930 esposto nella Chiesa della Madonna di Costantinopoli.Ritorna Primavera!
Maestro Peppino Di Nunno
A Canosa, la Chiesa del '700 di Maria SS. di Costantinopoli, riedificata nell'800, da parte del Canonico Benedetto Forina, diventò una festa di paese, fra tradizione e devozione, nel saluto della Primavera, tra l'erba verde dei campi di periferia e i mandorli in fiore, presso gli ovili degli allevamenti di pecore e capre, presso gli anfratti tufacei del sito, con il tufo a vista nell'esterno ed interno della stessa Chiesa. Una statua lignea di San Benedetto, logorata dal tempo e con veste impropria sacerdotale e non monacale attende da anni il restauro e l'esposizione al culto di un Santo, cui si lega l'amico privilegiato San Sabino, Patrono di Canosa di Puglia.
Infatti la storia dei Monasteri Benedettini, come cui diceva oggi anche Don Felice Bacco, riporta le due figure, l'abate Benedetto di Montecassino e il Vescovo, Antistes, San Sabino privilegiato (valde diligebat) in amicizia per le sue virtù profetiche. Ricevemmo un file unico dal Monastero Benedettino più grande della Germania in Beuron che ritrae San Benedetto e San Sabino. E il Monastero benedettino documentato dal Tortora e dalla pergamena di Montecassino da noi ritrovata dopo secoli nell'Archivio dell'Abbazia di Montecassino, hanno ancora le radici vive a Canosa nella Piazzetta Badia San Quirico, attestata dal Prevosto Tortora nella Relatio Ecclesiae Canusinae.
Vogliamo soffermarci dinanzi alla statua canosina di San Benedetto, ritratto con il dito dell'indice sulla bocca. Il proverbio popolare del giorno della festa in processione evocava: "San Benedìtte, mange le castagne e statte cìtte" (a San Benedetto, mangia le castagne e statti zitto). In realtà la statua unica nella raffigurazione, riporta la regola monastica del silenzio, riportata nel "de taciturnitate" di San Benedetto. San Benedetto da Norcia passava in cielo il 21 marzo del 457, e quindi il 21 marzo ricorre i dies natalis del Santo, presente un tempo a Canosa in molti nomi di persona.
In questa triste primavera 2020 del coronavirus, il silenzio è assordante, è smarrito, è ferito. Ma Ci fa riscoprire la voce del silenzio in un paese vuoto del rumore delle auto; la voce delle parole parlate e ascoltate tra figli e genitori; la voce del silenzio che si fa preghiera e coscienza della salute pubblica. Accostiamoci a questo santo del Giorno perchè faccia sbocciare una sana primavera, mente vedo dal balcone in Giove Toro qualche macchia rossa dei papaveri selvatici, mentre odo alcune rondini a rompere il silenzio di pietra. "Che anno è, che giorno è", cantano i Giardini di Marzo di Lucio Battisti.
Affidiamoci a San Benedetto e a San Sabino, la cui amicizia possa farci ritrovare la nostra amicizia perduta in libertà, in festa di paese, nella rinascita dei campi, dei fiori, delle rondini, del cibo nuovo, della vita sana, bella, buona, vera. Nella vita in casa cui siamo costretti diligentemente e non incoscientemente, facciamo l'opera di noi bambini di Scuola di un tempo, dalla copertina nera dei quaderni usati: ritagliamo una rondine, disegniamola tra nero e bianco e scriviamo la data del 21 marzo ponendola ai vetri di casa. E sia San Benedetto, una rondine in ogni tetto. Ritorna mia cara Primavera, Proteggici San Benedetto e Tu San Sabino , stendi la tua mano sulla Città, come Pater Urbis, con lo sguardo rivolto verso Maria SS. della Fonte, come viene ritratto nel manufatto votivo in cartapesta del 1930 esposto nella Chiesa della Madonna di Costantinopoli.Ritorna Primavera!
Maestro Peppino Di Nunno