Storia e dintorni
La troccola di Puglia del Venerdì Santo
I Crotali di Sant’Ambrogio
sabato 23 marzo 2019
23.07
Con l'inizio della Quaresima e l'accoglienza delle sacre Ceneri, posiamo i passi verso la Settimana Santa, soffermandoci su una foto che ci ha diligentemente trasmesso l'Assessore alle Finanze Nino Delli Santi del Comune di Canosa di Puglia, in visita a Milano da nonno d'augurio e visitando Sant'Ambrogio, prima di approdare a Torino con la fascia sindacale tra i Canosini trapiantati a Torino e a Milano e in festa intorno alle radici sabiniane e paesane. L'Assessore Delli Santi riconosce le tavolette di legno con maniglie di ferro delle troccole canosine recuperate e riproposte il Venerdì Santo nella processione del Cristo Morto dalla Chiesa del Carmine e studiate nel libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli". Ammiriamo con stupore le tre tavolette rettangolari che riportano un pannello esplicativo: «Sono qui esposte tre tavole in legno del secolo scorso. Questa tavole sostituivano le campane nella Settimana Santa e venivano agitate con forza, nella Veglia della notte di Pasqua all'annuncio della Resurrezione». Una tavoletta è datata in incisione 1815. Approfondendo la ricerca tra storia, arte, fede e devozione popolare contattiamo l'Arciprete della Basilica, Mons. Biagio Pizzi, che con spirito squisito accoglie lo scambio culturale, precisando il nome delle tavolette dette "scròtali" o "crotali": "I nostri crotali venivano usati solo il Venerdì Santo prima della riforma liturgica del 1964 in sostituzione delle campane che per rispetto alla morte del Signore tacevano fino all'annuncio della resurrezione che allora avveniva al mattino e non alla sera".
Sono i cròtali del crepitaculum religioso presente in tutte le regioni d'Italia dal Sud al Nord, nelle Chiese di Spagna e del SudAmerica, detti "matraca" e usate nel 2013 della GMG con gli Scout del Brasile nella via Crucis con la presenza di Papa Francesco. Le abbiamo ritrovate nel Dizionario dell'Accademia della Crusca di Firenze, edizione del 1838, che riporta la "raganella o girella, colla quale suonano in Chiesa la Settimana santa, quando si fanno le tenebre". Non è uno strumento musicale, ma uno strumento liturgico sacro del Venerdì Santo, di un suono stridente, di un crepitio, che rievoca i colpi di ferro sui chiodi infissi nel legno sacro della Croce di Gesù e della sua Morte, "quando si fece buio su tutta la terra… e la terra si scosse" (Matteo, cap. 27, v. 45 e 51). Infatti i fanciulli portavano e portano ancora in alcuni luoghi per le strade le tavolette di legno alle tre del pomeriggio, all'ora santa del Venerdì Santo, mentre il paese taceva. Nella Cattedrale di San Sabino di Canosa ritrovammo un esemplare originale del '900 della Troccola, recuperandolo in copia nella memoria liturgica e riproponendolo con i Parroci nella Processione del Venerdì del Cristo Morto dalla Chiesa della B.V. del Carmelo nelle mani degli Scout, come in Brasile con Papa Francesco nella Via Crucis. A Taranto i Troccolanti a piedi scalzi portano la Troccola pregevole il Venerdì Santo. A Gallipoli la troccola precede la processione di Maria Desolata del mattino del Sabato Santo: "un povero strumento che scandisce le ore più toccanti della liturgia cristiana". In Hallschlag, nella Germania meridionale con il nome di Ratschen (cricchetto) nel giorno del Karfreitag (Venerdì Santo), viene portata dai bambini per strada nell'ora santa del Venerdì Santo. Potrebbe con soffuso suono essere anche usata nella Via Crucis al Colosseo, quale voce sacra penitenziale di tanti popoli e continenti e secoli di storia e di fede.
I crotali della Settimana Santa
La radici etimologica degli "scrotali" deriva dal latino "crotalum" e dal greco κρόταλον, derivato di κρότος, "rumore" "crepitio". Ritroviamo il lemma in italiano, "cròtalo" nel Dizionario della Lingua Italiana del Palazzi del 1939, usato fra i nostri banchi di Scuola Media e leggiamo il termine "crotalum" nel Dizionario di Latino del Liceo.
Cròtalo: "strumento a percussione formato da due valve di legno o di metallo", "specie di nacchere", citate nella Letteratura dell'Antica Roma da Cicerone e da Virgilio, come strumento musicale di danza nei momenti conviviali, legato alla danzatrici dette Crotalistriae: «dicebantur foeminae his instrumentis utentes, quae vulgo in conviviis...».
Nel Glossarium Latinitatis del Du Cange del Medioevo ritroviamo il lemma "nacara, crotalum, vel tympani species".
Nella letteratura dell'Antica Grecia il κρόταλον (Kròtalon), viene citato nelle danzatrici delle Nereidi nel V sec. a. C. e nei riti religiosi legati a Dioniso. Ma oltre alle cerimonie religiose il crotalo si lega alla cerimonia funebre, al momento del trapasso, usato dai Dauni, per accompagnare il passaggio all'Ade, al Mondo degli Inferi, con suoni di cembali, di scrotali, di lire.
Ancora oggi nei riti bizantini viene usato il Krotalon e tra gli strumenti musicali si ritrovano i "Krotala", formati da due valve di legno. Nel lessico "scrotali", la "s" anteposta nell'evoluzione orale corrisponde in latino medievale a una "ex" di "derivazione", come abbiamo riportato in altre parole in altre sedi di studio.
Le "bàtole" fra le Dolomiti
Quest'anno 2019 abbiamo riscoperto lo strumento sacro fra le Dolomiti con il nome di "bàtola", a Pieve di Livinallongo, come attesta l'Archivista del Museo comunale Franco Deltedesco e a Campitello di Fassa nel Trentino. Sono i bambini a portarla per le strade e i chierichetti ad annunciare per strada con le batole l'ora santa, come ci riferisce Don Dario Fontana. Sono le "raganelle" della Puglia o "racoète" del Veneto.
L'appello dell'ora santa
Sarebbe bello che avvenisse anche a Canosa, come avveniva con i chierichetti della Chiesa del Rosario e del Carmine, nella testimonianza del commercialista Campanile. È un appello di annuncio che proviene dall'ora santa della Morte di Gesù in Croce. Se potessero suonare le campane, rintoccherebbero a morte, ma in sostituzione rintocca "la campana di legno del Venerdì Santo". Ieri 22 marzo mentre giunge l'ora santa dell'ora nona (le tre del pomeriggio ad iniziare dalla prima ora romana corrispondente alle sei del mattino), sentiamo le campane dalla Chiesa di San Francesco, dove si sta venerando la Sacra Spina della Cattedrale di Andria, autentica reliquia della Crocifissione di Gesù, che germoglia di sangue e scuote nel mistero la nostra coscienza.
In attesa del Plenilunio di Primavera, ritorniamo ai Crotali di Sant'Ambrogio nella Basilica di Milano, rievocando il loro crepitio nella liturgia della Settimana Santa, che ancora oggi scuote la terra e la coscienza dell'uomo e risuona come un big bang dell'evento della Morte di Gesù sul Calvario.
In Sicilia, come nel Veneto "il venerdì è di legno la campana", portata nel cammino penitenziale del Cristo Morto, in Chiesa, per le strade, dal Golgota fino al cuore dell'uomo che risuona del ferro e del legno della Croce, e così sia!
maestro Giuseppe Di Nunno
Sono i cròtali del crepitaculum religioso presente in tutte le regioni d'Italia dal Sud al Nord, nelle Chiese di Spagna e del SudAmerica, detti "matraca" e usate nel 2013 della GMG con gli Scout del Brasile nella via Crucis con la presenza di Papa Francesco. Le abbiamo ritrovate nel Dizionario dell'Accademia della Crusca di Firenze, edizione del 1838, che riporta la "raganella o girella, colla quale suonano in Chiesa la Settimana santa, quando si fanno le tenebre". Non è uno strumento musicale, ma uno strumento liturgico sacro del Venerdì Santo, di un suono stridente, di un crepitio, che rievoca i colpi di ferro sui chiodi infissi nel legno sacro della Croce di Gesù e della sua Morte, "quando si fece buio su tutta la terra… e la terra si scosse" (Matteo, cap. 27, v. 45 e 51). Infatti i fanciulli portavano e portano ancora in alcuni luoghi per le strade le tavolette di legno alle tre del pomeriggio, all'ora santa del Venerdì Santo, mentre il paese taceva. Nella Cattedrale di San Sabino di Canosa ritrovammo un esemplare originale del '900 della Troccola, recuperandolo in copia nella memoria liturgica e riproponendolo con i Parroci nella Processione del Venerdì del Cristo Morto dalla Chiesa della B.V. del Carmelo nelle mani degli Scout, come in Brasile con Papa Francesco nella Via Crucis. A Taranto i Troccolanti a piedi scalzi portano la Troccola pregevole il Venerdì Santo. A Gallipoli la troccola precede la processione di Maria Desolata del mattino del Sabato Santo: "un povero strumento che scandisce le ore più toccanti della liturgia cristiana". In Hallschlag, nella Germania meridionale con il nome di Ratschen (cricchetto) nel giorno del Karfreitag (Venerdì Santo), viene portata dai bambini per strada nell'ora santa del Venerdì Santo. Potrebbe con soffuso suono essere anche usata nella Via Crucis al Colosseo, quale voce sacra penitenziale di tanti popoli e continenti e secoli di storia e di fede.
I crotali della Settimana Santa
La radici etimologica degli "scrotali" deriva dal latino "crotalum" e dal greco κρόταλον, derivato di κρότος, "rumore" "crepitio". Ritroviamo il lemma in italiano, "cròtalo" nel Dizionario della Lingua Italiana del Palazzi del 1939, usato fra i nostri banchi di Scuola Media e leggiamo il termine "crotalum" nel Dizionario di Latino del Liceo.
Cròtalo: "strumento a percussione formato da due valve di legno o di metallo", "specie di nacchere", citate nella Letteratura dell'Antica Roma da Cicerone e da Virgilio, come strumento musicale di danza nei momenti conviviali, legato alla danzatrici dette Crotalistriae: «dicebantur foeminae his instrumentis utentes, quae vulgo in conviviis...».
Nel Glossarium Latinitatis del Du Cange del Medioevo ritroviamo il lemma "nacara, crotalum, vel tympani species".
Nella letteratura dell'Antica Grecia il κρόταλον (Kròtalon), viene citato nelle danzatrici delle Nereidi nel V sec. a. C. e nei riti religiosi legati a Dioniso. Ma oltre alle cerimonie religiose il crotalo si lega alla cerimonia funebre, al momento del trapasso, usato dai Dauni, per accompagnare il passaggio all'Ade, al Mondo degli Inferi, con suoni di cembali, di scrotali, di lire.
Ancora oggi nei riti bizantini viene usato il Krotalon e tra gli strumenti musicali si ritrovano i "Krotala", formati da due valve di legno. Nel lessico "scrotali", la "s" anteposta nell'evoluzione orale corrisponde in latino medievale a una "ex" di "derivazione", come abbiamo riportato in altre parole in altre sedi di studio.
Le "bàtole" fra le Dolomiti
Quest'anno 2019 abbiamo riscoperto lo strumento sacro fra le Dolomiti con il nome di "bàtola", a Pieve di Livinallongo, come attesta l'Archivista del Museo comunale Franco Deltedesco e a Campitello di Fassa nel Trentino. Sono i bambini a portarla per le strade e i chierichetti ad annunciare per strada con le batole l'ora santa, come ci riferisce Don Dario Fontana. Sono le "raganelle" della Puglia o "racoète" del Veneto.
L'appello dell'ora santa
Sarebbe bello che avvenisse anche a Canosa, come avveniva con i chierichetti della Chiesa del Rosario e del Carmine, nella testimonianza del commercialista Campanile. È un appello di annuncio che proviene dall'ora santa della Morte di Gesù in Croce. Se potessero suonare le campane, rintoccherebbero a morte, ma in sostituzione rintocca "la campana di legno del Venerdì Santo". Ieri 22 marzo mentre giunge l'ora santa dell'ora nona (le tre del pomeriggio ad iniziare dalla prima ora romana corrispondente alle sei del mattino), sentiamo le campane dalla Chiesa di San Francesco, dove si sta venerando la Sacra Spina della Cattedrale di Andria, autentica reliquia della Crocifissione di Gesù, che germoglia di sangue e scuote nel mistero la nostra coscienza.
In attesa del Plenilunio di Primavera, ritorniamo ai Crotali di Sant'Ambrogio nella Basilica di Milano, rievocando il loro crepitio nella liturgia della Settimana Santa, che ancora oggi scuote la terra e la coscienza dell'uomo e risuona come un big bang dell'evento della Morte di Gesù sul Calvario.
In Sicilia, come nel Veneto "il venerdì è di legno la campana", portata nel cammino penitenziale del Cristo Morto, in Chiesa, per le strade, dal Golgota fino al cuore dell'uomo che risuona del ferro e del legno della Croce, e così sia!
maestro Giuseppe Di Nunno