Storia e dintorni
Maria Nunzia Labarbuta vince il "Premio Ovidio Gallo"
Promosso dall'U.T.E per valorizzare l'immagine storica e culturale di Canosa
giovedì 6 giugno 2019
17.09
Lunghi applausi hanno accompagnato la cerimonia di premiazione della vincitrice del concorso "Premio Ovidio Gallo" per una Tesi di laurea, che lunedì scorso, ha avuto luogo a Canosa di Puglia(BT) presso l'Auditorium dell'Oasi "Arcivescovo Francesco Minerva". E' stato il dottor Sabino Trotta, presidente dell'Università della Terza Età Sezione "Prof. Ovidio Gallo" di Canosa di Puglia, a consegnare l'ambito premio alla dottoressa Maria Nunzia Labarbuta per """aver valorizzato l'immagine storica e culturale della nostra città nella sua tesi di laurea in Archeologia e Storia dell'Arte su 'La decorazione in marmo del complesso di Giove Toro a Canosa' .""" A complimentarsi con la vincitrice, l'assessore all'archeologia del Comune di Canosa, Sabina Lenoci, tra le autorità intervenute, che a nome del sindaco Roberto Morra, ha letto la motivazione della pergamena consegnata per l'occasione: "per aver contribuito ad accrescere la conoscenza dello straordinario patrimonio storico e archeologico della nostra città."
La dottoressa Maria Nunzia Labarbuta è laureanda in 'Archeologia Funeraria' nel corso di Laurea Magistrale in Archeologia presso l'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'. Nel corso del quale ha maturato competenze specialistiche inerenti le discipline archeologiche di ambito preromano, classico e tardoantico, unitamente all'informatica applicata allo studio dei contesti archeologici, attraverso l'utilizzo dei sistemi G.I.S., CAD, e di elaborazione di modelli 3D, con l'utilizzo del software Blender. Attualmente collabora, nell'ambito della tesi di laurea magistrale, alle ricerche in corso nel complesso catacombale di Lamapopoli a Canosa di Puglia (BT), promosso dalla Pontifica Commissione di Archeologia Sacra. Nel febbraio del 2018, ha conseguito la laurea triennale presso l'Università degli Studi di Bari, con una tesi in 'Archeologia e Storia dell'arte greca e romana' nella quale ha realizzato l'analisi degli elementi lapidei rinvenuti nell'area del tempio di Giove Toro a Canosa di Puglia, formulando un'ipotesi ricostruttiva dei rivestimenti del tempio e rintracciando i percorsi commerciali che interessavano la città nel periodo imperiale. Durante il periodo di formazione universitaria, ha sviluppato consapevolezza dei metodi e delle tecniche di indagine archeologica partecipando a numerose campagne di scavo stratigrafico e ad attività di ricognizione topografica nel territorio pugliese. In particolare a Canosa di Puglia (BT), nel Complesso Catacombale in località Lamapopoli, dal 2018 al 2019, nella necropoli daunia in località Pietra Caduta, dal 2014 al 2016, ricoprendo incarichi di responsabilità nell'ambito delle indagini coordinate dalla dottoressa Marisa Corrente, Funzionario Archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. Ha partecipato, inoltre, alle indagini nell'area del Tempio di Giove Toro nel 2014, condotte dall'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro' con il coordinamento scientifico delle professoresse Raffaella Cassano e Marcella Chelotti, con l'Università 'La Sapienza' di Roma alle indagini nel Parco Archeologico di San Leucio negli anni 2010 e 2014, sotto la direzione scientifica del Professor Patrizio Pensabene e nel 2009 con l'Università degli Studi di Foggia alle indagini del complesso paleocristiano di Piano San Giovanni, sotto la direzione scientifica dei Professori Danilo Leone e Roberta Giuliani. Nell'ambito della comunicazione e valorizzazione dei beni culturali svolge la professione di guida turistica dal 2009, acquisendone l'abilitazione professionale dal 2013. L'esperienza maturata è attualmente dispiegata nella promozione del territorio pugliese e canosino e dell'accoglienza turistica presso l'InfoPoint di Canosa di Puglia. Nell'ambito delle attività di comunicazione dei Beni Culturali, ha redatto articoli per il bollettino di informazione e cultura 'Tu in Daunios' della Fondazione Archeologica Canosina, di cui è socia dal 2008, ricoprendo la carica di Segretario Generale dal 2005 al 2011.
Nonostante l'emozione della premiazione la dottoressa Maria Nunzia Labarbuta ha tenuto a precisare che "il lavoro di tesi è stato consequenziale all'avvio di un progetto di ricerca archeologica nell'area del tempio di Giove Toro, nel 2014, da parte dell'Università degli Studi di Bari, sotto la direzione scientifica delle professoresse Raffaella Cassano e Marcella Chelotti e si è incentrato sull'analisi degli elementi marmorei rinvenuti nell'area del tempio nel corso delle campagne di scavo pregresse, condotte tra il 1978 e il 1980 sempre dalla professoressa Raffaella Cassano. L'obiettivo della ricerca è stato duplice: ricostruire la decorazione marmorea del tempio per rintracciare le eventuali trasformazioni intercorse nelle diverse fasi di frequentazione dell'area e individuare i bacini di approvvigionamento dei marmi adoperati." Proseguendo, la vincitrice del concorso "Premio Ovidio Gallo" per una Tesi di laurea entra nei dettagli:"La fase preliminare di studio ha visto, in primis, la catalogazione e la documentazione fotografica di tutti i 902 frammenti di marmo funzionale al posizionamento nell'area di scavo. In una seconda fase, è seguita l'analisi approfondita dei 288 frammenti proveniente dall'area del portico, comparto che ha subito le maggiori trasformazioni nei secoli successivi. L'analisi dei materiali lapidei ha confermato la ricostruzione della decorazione marmorea già formulata da Raffaella Cassano e, al contempo, ha apportato elementi di novità per quanto riguarda i rivestimenti parietali. A questa analisi - conclude la dottoressa Labarbuta - è seguita l'individuazione autoptica delle diverse tipologie di marmi adoperati. Sono state riconosciute 13 varietà di marmi tra specie bianche e colorate e, quindi, è stato possibile risalire ai principali bacini di approvvigionamento dei marmi adoperati, ampliando, così, le informazioni sui traffici commerciali. Sono stati identificati, infatti, litotipi di origine microasiatica, di provenienza greca e le più comuni pietre provenienti dall'Africa Proconsolare". Un prezioso excursus archeologico, ricco di minuziosi particolari che ha attirato le attenzioni della commissione, designata dall'Università della Terza Età Sezione "Prof. Ovidio Gallo" di Canosa di Puglia, giudicandolo meritevole e conforme alle linee guida del concorso teso a valorizzare l'immagine storica e culturale di Canosa attraverso una scrupolosa ricerca di documentazione sviluppata da studi su Archivi di Stato e reperti archeologici del territorio.
La dottoressa Maria Nunzia Labarbuta è laureanda in 'Archeologia Funeraria' nel corso di Laurea Magistrale in Archeologia presso l'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'. Nel corso del quale ha maturato competenze specialistiche inerenti le discipline archeologiche di ambito preromano, classico e tardoantico, unitamente all'informatica applicata allo studio dei contesti archeologici, attraverso l'utilizzo dei sistemi G.I.S., CAD, e di elaborazione di modelli 3D, con l'utilizzo del software Blender. Attualmente collabora, nell'ambito della tesi di laurea magistrale, alle ricerche in corso nel complesso catacombale di Lamapopoli a Canosa di Puglia (BT), promosso dalla Pontifica Commissione di Archeologia Sacra. Nel febbraio del 2018, ha conseguito la laurea triennale presso l'Università degli Studi di Bari, con una tesi in 'Archeologia e Storia dell'arte greca e romana' nella quale ha realizzato l'analisi degli elementi lapidei rinvenuti nell'area del tempio di Giove Toro a Canosa di Puglia, formulando un'ipotesi ricostruttiva dei rivestimenti del tempio e rintracciando i percorsi commerciali che interessavano la città nel periodo imperiale. Durante il periodo di formazione universitaria, ha sviluppato consapevolezza dei metodi e delle tecniche di indagine archeologica partecipando a numerose campagne di scavo stratigrafico e ad attività di ricognizione topografica nel territorio pugliese. In particolare a Canosa di Puglia (BT), nel Complesso Catacombale in località Lamapopoli, dal 2018 al 2019, nella necropoli daunia in località Pietra Caduta, dal 2014 al 2016, ricoprendo incarichi di responsabilità nell'ambito delle indagini coordinate dalla dottoressa Marisa Corrente, Funzionario Archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. Ha partecipato, inoltre, alle indagini nell'area del Tempio di Giove Toro nel 2014, condotte dall'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro' con il coordinamento scientifico delle professoresse Raffaella Cassano e Marcella Chelotti, con l'Università 'La Sapienza' di Roma alle indagini nel Parco Archeologico di San Leucio negli anni 2010 e 2014, sotto la direzione scientifica del Professor Patrizio Pensabene e nel 2009 con l'Università degli Studi di Foggia alle indagini del complesso paleocristiano di Piano San Giovanni, sotto la direzione scientifica dei Professori Danilo Leone e Roberta Giuliani. Nell'ambito della comunicazione e valorizzazione dei beni culturali svolge la professione di guida turistica dal 2009, acquisendone l'abilitazione professionale dal 2013. L'esperienza maturata è attualmente dispiegata nella promozione del territorio pugliese e canosino e dell'accoglienza turistica presso l'InfoPoint di Canosa di Puglia. Nell'ambito delle attività di comunicazione dei Beni Culturali, ha redatto articoli per il bollettino di informazione e cultura 'Tu in Daunios' della Fondazione Archeologica Canosina, di cui è socia dal 2008, ricoprendo la carica di Segretario Generale dal 2005 al 2011.
Nonostante l'emozione della premiazione la dottoressa Maria Nunzia Labarbuta ha tenuto a precisare che "il lavoro di tesi è stato consequenziale all'avvio di un progetto di ricerca archeologica nell'area del tempio di Giove Toro, nel 2014, da parte dell'Università degli Studi di Bari, sotto la direzione scientifica delle professoresse Raffaella Cassano e Marcella Chelotti e si è incentrato sull'analisi degli elementi marmorei rinvenuti nell'area del tempio nel corso delle campagne di scavo pregresse, condotte tra il 1978 e il 1980 sempre dalla professoressa Raffaella Cassano. L'obiettivo della ricerca è stato duplice: ricostruire la decorazione marmorea del tempio per rintracciare le eventuali trasformazioni intercorse nelle diverse fasi di frequentazione dell'area e individuare i bacini di approvvigionamento dei marmi adoperati." Proseguendo, la vincitrice del concorso "Premio Ovidio Gallo" per una Tesi di laurea entra nei dettagli:"La fase preliminare di studio ha visto, in primis, la catalogazione e la documentazione fotografica di tutti i 902 frammenti di marmo funzionale al posizionamento nell'area di scavo. In una seconda fase, è seguita l'analisi approfondita dei 288 frammenti proveniente dall'area del portico, comparto che ha subito le maggiori trasformazioni nei secoli successivi. L'analisi dei materiali lapidei ha confermato la ricostruzione della decorazione marmorea già formulata da Raffaella Cassano e, al contempo, ha apportato elementi di novità per quanto riguarda i rivestimenti parietali. A questa analisi - conclude la dottoressa Labarbuta - è seguita l'individuazione autoptica delle diverse tipologie di marmi adoperati. Sono state riconosciute 13 varietà di marmi tra specie bianche e colorate e, quindi, è stato possibile risalire ai principali bacini di approvvigionamento dei marmi adoperati, ampliando, così, le informazioni sui traffici commerciali. Sono stati identificati, infatti, litotipi di origine microasiatica, di provenienza greca e le più comuni pietre provenienti dall'Africa Proconsolare". Un prezioso excursus archeologico, ricco di minuziosi particolari che ha attirato le attenzioni della commissione, designata dall'Università della Terza Età Sezione "Prof. Ovidio Gallo" di Canosa di Puglia, giudicandolo meritevole e conforme alle linee guida del concorso teso a valorizzare l'immagine storica e culturale di Canosa attraverso una scrupolosa ricerca di documentazione sviluppata da studi su Archivi di Stato e reperti archeologici del territorio.