Storia e dintorni
Medaglia d'onore alla memoria di Manzi Felice
Consegnata dal Prefetto Valiante al figlio Cosimo Damiano
domenica 6 giugno 2021
17.54
Tra i milioni di deportati nei lager nazisti figurano anche molti canosini, tra i quali l'artigliere Manzi Felice che risulta insignito della Medaglia d'onore concessa dal Presidente della Repubblica per tutti i cittadini italiani, sia militari (ex IMI) che civili, che hanno subito soprusi durante il periodo 1943-1945. Il 2 giugno 2021, nel corso della cerimonia per il 75° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana, svoltasi a Barletta presso la sede della Prefettura è stata conferita la medaglia d'onore alla memoria di Manzi Felice (Canosa di Puglia 7 aprile 1915 - 8 settembre 2002), tra i deportati ed internati nei lager nazisti durante la II guerra mondiale. E' stato il prefetto della BAT, Maurizio Valiante alla presenza del vice sindaco di Canosa di Puglia Francesco Sanluca a consegnare la medaglia d'onore a Cosimo Damiano Manzi detto "Mimmo", figlio di Felice. La storia riporta che la sottoscrizione dell'Armistizio di Cassibile, avvenuta l' 8 settembre 1943, segnò la fine delle ostilità tra l'allora Regno d'Italia e le truppe alleate, nonché la cessazione dell'alleanza militare con la Germania, originata dal c.d. "Patto d'acciaio", stipulato tra le due nazioni il 22 maggio 1939. Il caos generatosi a seguito dello sbandamento generale dei reparti italiani schierati sia in Italia che all'estero, colti totalmente di sorpresa dall'annuncio dell'armistizio e rimasti privi di ordini da parte degli alti comandi, favorì la reazione dell'ex alleato tedesco, che riuscì in beve tempo a prendere il controllo della penisola, nonché a sopraffare la resistenza, spesso portata fino all'estremo sacrificio, delle truppe italiane. Si stima, che oltre settecentomila italiani dovettero arrendersi allo strapotere della macchina bellica del Reich, sia inquadrati nei ranghi militari che civili, e per loro si aprì la strada della deportazione in terra germanica, dove vennero posti a servizio dell'industria di guerra tedesca, privati dello status di prigionieri di guerra e di ogni tutela prevista dalle leggi internazionali. Per ricordare i sacrifici compiuti dagli italiani che subirono l'esperienza dell'internamento tra il 1943 ed il 1945, è stata introdotta la L. n. 296/2006, che conferisce la Medaglia d'onore ai cittadini deportati e internati nei lager nazisti .
Il canosino Manzi Felice (figlio di Nicola e Giovanna Bucci) ebbe la chiamata alle armi dal Distretto Militare il 21 agosto 1939, interrompendo il suo lavoro di contadino. Da artigliere, matricola 37548, venne assegnato al Deposito Misto Truppe Egeo e poi imbarcato da Bari a Rodi per essere inviato successivamente a Corinto nel 1941. Il 10 settembre 1943 venne catturato prigioniero dai tedeschi al Pireo e deportato in Germania su un treno "nauseabondo". Internato nel campo di Borna, i documenti riportano che non vi è "nulla da eccepire sul comportamento tenuto all'atto della cattura e durante il periodo di prigionia". L'artigliere Manzi Felice venne poi rimpatriato e così il 29 giugno 1945 ritornò al proprio domicilio di Canosa. Mentre i figli Mimmo che vive a Canosa e Vitangelo attualmente a Follonica riferiscono che il loro padre """Raccontava pochissimo di quel periodo da incubo. Solamente che era stato assegnato ai lavori forzati come contadino e che ha servito la Patria con onore e per la libertà. Un'unica cosa chiese a sua moglie: di non preparargli mai pasta e patate. Ricordava il greco che ha cercato di insegnare ai noi ed ai nipoti""" La memoria continua nel tempo attraverso il ricordo di quanti sono stati "protagonisti" di quelle tragiche vicende nei lager nazisti dal 1943-1945, rendendo omaggio alle numerose vittime, nonché a tutti coloro che, a rischio della propria vita, si sono opposti al progetto di sterminio nazifascista, salvando vite umane e proteggendo i perseguitati. La cultura della memoria va tramandata alle giovani generazioni per conoscere e comprendere quello che è successo in passato e che non si ripeta più nella storia umana.
Il canosino Manzi Felice (figlio di Nicola e Giovanna Bucci) ebbe la chiamata alle armi dal Distretto Militare il 21 agosto 1939, interrompendo il suo lavoro di contadino. Da artigliere, matricola 37548, venne assegnato al Deposito Misto Truppe Egeo e poi imbarcato da Bari a Rodi per essere inviato successivamente a Corinto nel 1941. Il 10 settembre 1943 venne catturato prigioniero dai tedeschi al Pireo e deportato in Germania su un treno "nauseabondo". Internato nel campo di Borna, i documenti riportano che non vi è "nulla da eccepire sul comportamento tenuto all'atto della cattura e durante il periodo di prigionia". L'artigliere Manzi Felice venne poi rimpatriato e così il 29 giugno 1945 ritornò al proprio domicilio di Canosa. Mentre i figli Mimmo che vive a Canosa e Vitangelo attualmente a Follonica riferiscono che il loro padre """Raccontava pochissimo di quel periodo da incubo. Solamente che era stato assegnato ai lavori forzati come contadino e che ha servito la Patria con onore e per la libertà. Un'unica cosa chiese a sua moglie: di non preparargli mai pasta e patate. Ricordava il greco che ha cercato di insegnare ai noi ed ai nipoti""" La memoria continua nel tempo attraverso il ricordo di quanti sono stati "protagonisti" di quelle tragiche vicende nei lager nazisti dal 1943-1945, rendendo omaggio alle numerose vittime, nonché a tutti coloro che, a rischio della propria vita, si sono opposti al progetto di sterminio nazifascista, salvando vite umane e proteggendo i perseguitati. La cultura della memoria va tramandata alle giovani generazioni per conoscere e comprendere quello che è successo in passato e che non si ripeta più nella storia umana.