Storia e dintorni
Nel ricordo di Cosimino Puttilli a trent’anni dalla morte
Marciatore e due volte Campione Italiano
venerdì 5 aprile 2024
12.34
L'amarcord del giornalista e scrittore barlettano Nino Vinella: "Trent'anni fa, il 7 aprile 1994, Cosimino Puttilli, grande mentore e riferimento di Pietro Mennea, si spegneva dopo lunga malattia al Policlinico di Bari. Barletta lo ha onorato con l'intitolazione dello Stadio comunale di Via Vittorio Veneto ma negli annali della Fidal viene ricordato così: "Esempio di avversità superate con coraggio e passione. La storia di un marciatore «di provincia» che vinse 2 titoli italiani, vestì la maglia della Nazionale, ma non riuscì a staccare il biglietto né per i Campionati Europei né per i Giochi Olimpici" come scrive Marco Martini nella più completa biografia oggi esistente, oltre ai quaderni di storia patria a firma del compianto studioso barlettano Carlo Ettore Borgia dove viene descritto come "il Bartali della marcia".
Nato a Barletta il 22 giugno 1913, Cosimo Puttilli, ma per tutti molto più familiarmente Cosimino, nel 1921 si trasferì a Roma al seguito dei genitori, approdati nella capitale per motivi di lavoro. A 18 anni tornò a Barletta in ferie per non fare più ritorno a Roma, dove aveva lavorato insieme al padre come apprendista muratore. Una volta a Barletta, si fece assumere da suo cognato come panettiere, iniziando così la sua carriera di marciatore come viene riferito sulla stampa dell'epoca: «L'avevano lungamente pregato per farlo gareggiare in quella prova valevole per il campionato barlettano di marcia. Ma lui, ostinato, non aveva voluto saperne. Poi, quando il gruppo dei marciatori aveva già preso il via, provò vivissimo il desiderio di buttarsi nella mischia. Partito fuori gara, con oltre 200 metri di distacco, raggiunse i primi, li superò, e vinse con 8 minuti di vantaggio. Fu la prima gara di Puttilli marciatore. Prima gara e primo successo. Aveva cominciato con le corse campestri nel 1932; ne aveva vinte parecchie quando iniziò la carriera di marciatore nel modo descritto» (Salvatore Pappalardo, Il Littoriale della Domenica 31 gennaio 1943).
Singolari le affinità con la carriera e la stessa vita di Pietro Mennea, che lo chiamava sempre "Campione" dandogli sempre del Voi: per entrambi inizio della carriera nella corsa campestre e per entrambi soprattutto la rimonta, il recupero per altri impossibile ma per loro risolutivo di gare spinte all'estremo. Per entrambi il prezioso collezionismo dei ritagli stampa e delle fotografie a documentazione della carriera: una miniera di notizie nella storiografia di entrambi ed una fonte biografica inesauribile.
Ricorda ancora Vinella: "Durante il Fascismo, di cui fu protagonista nel mondo sportivo ed anche vittima dopo la sua caduta per aver scontato un periodo di confino da cui uscì pienamente riabilitato, Cosimino Puttilli fece parlare molto di sé e delle sue imprese: indimenticabile quella sua foto con la faccia coperta di fango mentre parla alla radio dopo l'ennesima, dura vittoria con la maglia recante la scritta "Barletta" di cui è sempre andato orgogliosissimo fino all'ultimo".
Due volte campione italiano di marcia sulla distanza dei 50 kilometri, nel 1938 (Milano-Como) e dopo la seconda guerra mondiale nel 1947 a Barletta.
"Nel 1938, fallito l'appuntamento con i campionati europei, Cosimo (in gara come Gioventù Italiana del Littorio Barletta) cercò di riscattarsi. Avvertiva probabilmente nel suo intimo la consapevolezza del suo valore. Il 9 ottobre si schierò alla partenza dei campionati italiani di 50 km di marcia, dove trovò tutti i migliori d'Italia su un percorso che portava da Milano a Como, e volando verso il successo col primo posto nell'ordine di arrivo col tempo di 4h39:57. Quinto al passaggio dei primi due punti di controllo (ai km 7 e 15), Cosimo transitò quarto al terzo punto di controllo (Saronno, km 25 e mezzo) e poi passò all'attacco. Messosi alle spalle Kressevich e De Petra, al quarto controllo (Rovellasca, km 30 e mezzo) aveva solo Rivolta avanti a sé; guadagnò molto del terreno da recuperare sulla salita di Fino Mornasco, raggiunse l'avversario poco dopo l'abitato di Bignano, e lo staccò a un chilometro dal bivio di Ploda. Il veterano lombardo tentò di resistergli per 6 chilometri ancora, poi mollò. I successi della stagione 1938 gli fruttarono l'assunzione nelle Ferrovie (Milizia Ferroviaria), e così dal 1939 prese a gareggiare per l'XI legione della milizia ferroviaria di Bari."
E veniamo al 1947, conclude Vinella. "Il 21 settembre, organizzato dalla Società Sportiva Barletta, si tenne il campionato italiano dei 50 km, con partenza presso il Monumento ai Caduti, transito in Andria e Trani, e conclusione al velodromo comunale di Barletta. Puttilli (G.S. Ferrovieri Barletta) dovette affrontarlo con il lutto per la morte del papà. La prova si accese dopo il transito ad Andria (25 km), quando il marciatore barlettano sferrò il suo attacco, e recuperò metro su metro, riprendendo e superando tutti i fuggitivi a 7 km dall'arrivo guadagnandosi così la vittoria con il tempo di 4h38:55 (addirittura migliore rispetto al 1938). Negli occhi del vincitore, che La Gazzetta dello Sport del 19 settembre aveva indicato come favorito con il titolo di «Nei 50 km di marcia per il campionato italiano il favorito è Puttilli», secondo la cronaca del Corriere dello Sport, brillava la gioia della vittoria già in vista del traguardo, transitando nell'abitato tra due ali di una folla plaudente che si calcolò essere di circa 30.000 persone".
Nato a Barletta il 22 giugno 1913, Cosimo Puttilli, ma per tutti molto più familiarmente Cosimino, nel 1921 si trasferì a Roma al seguito dei genitori, approdati nella capitale per motivi di lavoro. A 18 anni tornò a Barletta in ferie per non fare più ritorno a Roma, dove aveva lavorato insieme al padre come apprendista muratore. Una volta a Barletta, si fece assumere da suo cognato come panettiere, iniziando così la sua carriera di marciatore come viene riferito sulla stampa dell'epoca: «L'avevano lungamente pregato per farlo gareggiare in quella prova valevole per il campionato barlettano di marcia. Ma lui, ostinato, non aveva voluto saperne. Poi, quando il gruppo dei marciatori aveva già preso il via, provò vivissimo il desiderio di buttarsi nella mischia. Partito fuori gara, con oltre 200 metri di distacco, raggiunse i primi, li superò, e vinse con 8 minuti di vantaggio. Fu la prima gara di Puttilli marciatore. Prima gara e primo successo. Aveva cominciato con le corse campestri nel 1932; ne aveva vinte parecchie quando iniziò la carriera di marciatore nel modo descritto» (Salvatore Pappalardo, Il Littoriale della Domenica 31 gennaio 1943).
Singolari le affinità con la carriera e la stessa vita di Pietro Mennea, che lo chiamava sempre "Campione" dandogli sempre del Voi: per entrambi inizio della carriera nella corsa campestre e per entrambi soprattutto la rimonta, il recupero per altri impossibile ma per loro risolutivo di gare spinte all'estremo. Per entrambi il prezioso collezionismo dei ritagli stampa e delle fotografie a documentazione della carriera: una miniera di notizie nella storiografia di entrambi ed una fonte biografica inesauribile.
Ricorda ancora Vinella: "Durante il Fascismo, di cui fu protagonista nel mondo sportivo ed anche vittima dopo la sua caduta per aver scontato un periodo di confino da cui uscì pienamente riabilitato, Cosimino Puttilli fece parlare molto di sé e delle sue imprese: indimenticabile quella sua foto con la faccia coperta di fango mentre parla alla radio dopo l'ennesima, dura vittoria con la maglia recante la scritta "Barletta" di cui è sempre andato orgogliosissimo fino all'ultimo".
Due volte campione italiano di marcia sulla distanza dei 50 kilometri, nel 1938 (Milano-Como) e dopo la seconda guerra mondiale nel 1947 a Barletta.
"Nel 1938, fallito l'appuntamento con i campionati europei, Cosimo (in gara come Gioventù Italiana del Littorio Barletta) cercò di riscattarsi. Avvertiva probabilmente nel suo intimo la consapevolezza del suo valore. Il 9 ottobre si schierò alla partenza dei campionati italiani di 50 km di marcia, dove trovò tutti i migliori d'Italia su un percorso che portava da Milano a Como, e volando verso il successo col primo posto nell'ordine di arrivo col tempo di 4h39:57. Quinto al passaggio dei primi due punti di controllo (ai km 7 e 15), Cosimo transitò quarto al terzo punto di controllo (Saronno, km 25 e mezzo) e poi passò all'attacco. Messosi alle spalle Kressevich e De Petra, al quarto controllo (Rovellasca, km 30 e mezzo) aveva solo Rivolta avanti a sé; guadagnò molto del terreno da recuperare sulla salita di Fino Mornasco, raggiunse l'avversario poco dopo l'abitato di Bignano, e lo staccò a un chilometro dal bivio di Ploda. Il veterano lombardo tentò di resistergli per 6 chilometri ancora, poi mollò. I successi della stagione 1938 gli fruttarono l'assunzione nelle Ferrovie (Milizia Ferroviaria), e così dal 1939 prese a gareggiare per l'XI legione della milizia ferroviaria di Bari."
E veniamo al 1947, conclude Vinella. "Il 21 settembre, organizzato dalla Società Sportiva Barletta, si tenne il campionato italiano dei 50 km, con partenza presso il Monumento ai Caduti, transito in Andria e Trani, e conclusione al velodromo comunale di Barletta. Puttilli (G.S. Ferrovieri Barletta) dovette affrontarlo con il lutto per la morte del papà. La prova si accese dopo il transito ad Andria (25 km), quando il marciatore barlettano sferrò il suo attacco, e recuperò metro su metro, riprendendo e superando tutti i fuggitivi a 7 km dall'arrivo guadagnandosi così la vittoria con il tempo di 4h38:55 (addirittura migliore rispetto al 1938). Negli occhi del vincitore, che La Gazzetta dello Sport del 19 settembre aveva indicato come favorito con il titolo di «Nei 50 km di marcia per il campionato italiano il favorito è Puttilli», secondo la cronaca del Corriere dello Sport, brillava la gioia della vittoria già in vista del traguardo, transitando nell'abitato tra due ali di una folla plaudente che si calcolò essere di circa 30.000 persone".