Storia e dintorni
Presepe è “mangiatoia”
Storia di una parola, di un evento, di un Bambino.
domenica 24 dicembre 2017
22.01
Nella consuetudine verbale talvolta una parola ricorrente perde il significato etimologico, ma nell'apprendere una parola nuova i bambini chiedono a Scuola: "maestro, che significa?". In un'offerta formativa abbiamo presentato questa parola agli alunni di Classe quarta della Scuola Primaria Giovanni Paolo II di Canosa di Puglia(BT), riscoprendo insieme la radice lessicale, storica e culturale del "presepio". Percorrendo la linea del tempo vogliamo riscoprire questa parola che suggella la tradizione popolare, l'arte, la storia e la fede del Natale. Nella memoria d'infanzia dei nostri padri contadini ricordo con gli occhi addormentati mio padre che si svegliava di notte al suono della "sveglia" orologio per avviarsi nei campi col carretto, provvedendo prima "a la mangiatàure, a guvernè u cavàdde", "alla mangiatoia, a governare il cavallo". Mangiatoia o greppia, fatta di conci di tufo, di pietra, di legno, dove l'asino, il bue, il cavallo si accostavano per nutrirsi del fieno. Ma la parola si ritrova nell'antica Roma dove "prasepium" o "praesaepe" significa letteralmente "mangiatoia, greppia".
Seguendo il metodo storiografico di studio, elaborato e maturato nel libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", consultando il Vocabolario di Latino ritroviamo la presenza del lemma negli scrittori latini come "Catone, Ovidio, Fedro". Infatti nella ricerca filologica delle opere ritroviamo la mangiatoia o presepe e i buoi "incoronati" dopo le sementi in Ovidio, nei Fasti, al Libro I, cap. VI: «Juvenci coronati state ad praesepe plenum, opus vestrum redibit cum vere tepido», (State buoi incoronati alla mangiatoia piena, con la tiepida primavera ritornerà il vostro lavoro). Anche nelle Favole di Fedro, al Libro II, 8, 22, leggiamo l'episodio de " Il Cervo e i Buoi", in cui il "padrone si accosta alla mangiatoia, ad praesaepe", per provvedere al fieno: «Haec inter ipse dominus a cena redit; et, quia corruptos viderat nuper boves, accedit ad praesaepe: 'cur frondis parum est'»., (Nel frattempo dopo aver cenato arriva lo stesso padrone e, poichè prima aveva visto i buoi smagriti si avvicina alla mangiatoia: 'perchè c'è così poco fogliame?').
Il presepe o mangiatoia storica dove fu posto Il Nato di Natale, Gesù Bambino, viene descritto nella Vulgata in Latino delle Sacre Scritture, libri di storia e di fede con l'Evangelista Luca il cui simbolo è proprio il bue della Natività. Abbiamo incontrato quest'anno nella Festa di Santa Caterina nel rione Castello il giovane palestinese cristiano Majd, con i suoi manufatti presepistici di legno d'ulivo, proveniente dal Beit Sahour, "Campo dei Pastori" ad Est di Betlemme. Fu proprio ai Pastori di quel campo che fu trasmessa la notizia indicando il segno delle "fasce e della mangiatoia": «Et hoc vobis signum, invenietis infantem pannis involutum et positum in praesepio», "Questo per voi il segno, troverete un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia" (Luca, cap. 2, v.12). Fu il primo presepe vivente della storia, la nascita di un Bambino posto in un presepe, in una mangiatoia, nella greppia di una stalla in una grotta rupestre nella periferia di Betlemme, iscritto nel censimento e nell'anagrafe romana di Augusto quando era Governatore della Siria Quirino. A questo Presepe, a questa mangiatoia giunsero inchinandosi i pastori di Betlemme, ma anche i sapienti dei Magi dall'Oriente.
Nella tradizione secolare, che diventa anche arte cristiana, Francesco d'Assisi istituisce il Presepe nella notte di Natale del 25 Dicembre del 1223 a Greccio, patrimonio dell'umanità. Quel fatto storico del Natale, quella scena evangelica di Luca, quella condizione umana vengono rappresentate a Greccio dal Diacono Francesco d'Assisi, come scrive il suo biografo Tommaso da Celano, nella Vita Prima di San Francesco d'Assisi, nel Capitolo XXX, "Il Presepe di Greccio", 84-85,dove leggiamo la parola della "mangiatoia" o del "presepe". "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". "Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Il Santo è lì estatico di fronte al presepe, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucarestia su presepe e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quel sonno profondo".
Da duemila anni a Natale tutto il mondo è un presepe, una mangiatoia, culla di Gesù Bambino. Le stesse mani nude dei bambini in piazza San Pietro, Urbi et Orbi, nella benedizione del Bambinello diventano presepe, culla fatta di mangiatoia, al cospetto del cielo e della terra, sotto la mano benedicente di Papa Francesco: "se togliete Gesù, il Natale è vuoto". Nell'opera Spicilegium Romanum del MDCCCXLIII (1854), l'autore Cardinale Angelo Mai, illustre filologo morto a Castel Gandolfo nel 1854 ed evocato come "Italo ardito" dal poeta Leopardi nel 1820 nella Canzone Ad Angelo Mai, così scrive : «Praesepium totus mundus adseritur, in quo suis iumentis rationabilibus pabulum subministrat Dominus maiestatis». La traduzione ed il senso curati da mio fratello Prof. Pasquale Di Nunno da Vittorio Veneto così riportano: "l'intero mondo viene attribuito al Presepe, nel quale il Signore della maestà procura il nutrimento ai suoi giumenti dotati di ragione". Il senso indica che tutto il mondo può essere rappresento come un presepe nel quale il Dio della potenza e della gloria procura il cibo e il nutrimento agli animali (con riferimento all'asino, al bue), dotati di ragione, cioè agli uomini.
Camminiamo nella storia, facciamo il presepe, accostiamoci ed inchiniamoci alla mangiatoia e prendiamo fra le mani il Bambino Gesù. Non abbiamo paura del Natale e del Presepe, cancellato in maniera antistorica e diseducativa da alcune lavagne di Scuola, che hanno bisogno di rileggere e riscoprire il termine greco λαϊκός (trasl. laicòs), che significa «del popolo», per distinguerlo dal termine κληρικός (trasl clericòs), "del chierico", "del clero"; ma il termine non va erroneamente o pregiudizialmente inteso come "non cristiano". Nelle radici cristiane di tutti i calendari abbiamo bisogno di rileggere la datazione della civiltà occidentale incisa e scolpita sui portali delle nostre case, anche qui a Canosa di Puglia, dell'800, del '900. A. D. Anno Domini: è la pietra miliare della linea del tempo nella storia dell'umanità. Il Bambino Gesù di Betlemme rinasce ancora in una mangiatoia, in un presepe e augura a tutti: BUON NATALE! Natale è bello, è buono, è vero e ... Santo. Abbiamo comunicato con i bambini di Classe quarta della Scuola Primaria sulla zona 167 condividendo la Festa del Natale, la più bella dell'anno. Con le parole laiche di Papa Francesco alla Scuola Italiana nel 2014 in Piazza San Pietro, abbiamo riscoperto le tre ragioni: "la Festa di Natale à bella, è buona, è vera". Per noi credenti aggiungiamo " è Santa", come raffigurano i grandi artisti nel dipingere la croce nell'aureola di santità di Gesù Bambino.
Vado fra le pietre delle Murge dei pastori, ma sono impedito, e si reca mio cognato Tommaso, portandomi come mio padre "la spina del presepe", su cui magicamente i nipotini approdati dal Nord posano i fiocchi bianchi di neve di ovatta. Posiamo la paglia nella mangiatoia e cantiamo "quanno nascette Ninno a Betlemme" in una mangiatoia che è divenuta Presepe dell'umanità. A Canosa di Puglia(BT). la XIV Edizione del Presepe Vivente andrà in scena martedì 26 dicembre dalle ore 17,30 alle ore 20,30. Le rappresentazioni sceniche proseguiranno nei giorni 27 e 28 Dicembre 2017 e 3, 6 e 7 Gennaio 2018 dalle ore 17,30 alle ore 20.30. Il Presepe Vivente di Canosa di Puglia, rappresenta un patrimonio di grande valore culturale e sociale nel segno della tradizione di notevole interesse storico e artistico grazie alla passione di centinaia di figuranti, che anche quest'anno daranno il meglio rendendo possibile l'evento in più giorni con notevoli sforzi economici, organizzativi e logistici da affrontare spesso in condizioni climatiche rigide.
Buon Natale! Santo Natale!
maestro Giuseppe Di Nunno a nome di tutta la Redazione di Canosaweb
Seguendo il metodo storiografico di studio, elaborato e maturato nel libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", consultando il Vocabolario di Latino ritroviamo la presenza del lemma negli scrittori latini come "Catone, Ovidio, Fedro". Infatti nella ricerca filologica delle opere ritroviamo la mangiatoia o presepe e i buoi "incoronati" dopo le sementi in Ovidio, nei Fasti, al Libro I, cap. VI: «Juvenci coronati state ad praesepe plenum, opus vestrum redibit cum vere tepido», (State buoi incoronati alla mangiatoia piena, con la tiepida primavera ritornerà il vostro lavoro). Anche nelle Favole di Fedro, al Libro II, 8, 22, leggiamo l'episodio de " Il Cervo e i Buoi", in cui il "padrone si accosta alla mangiatoia, ad praesaepe", per provvedere al fieno: «Haec inter ipse dominus a cena redit; et, quia corruptos viderat nuper boves, accedit ad praesaepe: 'cur frondis parum est'»., (Nel frattempo dopo aver cenato arriva lo stesso padrone e, poichè prima aveva visto i buoi smagriti si avvicina alla mangiatoia: 'perchè c'è così poco fogliame?').
Il presepe o mangiatoia storica dove fu posto Il Nato di Natale, Gesù Bambino, viene descritto nella Vulgata in Latino delle Sacre Scritture, libri di storia e di fede con l'Evangelista Luca il cui simbolo è proprio il bue della Natività. Abbiamo incontrato quest'anno nella Festa di Santa Caterina nel rione Castello il giovane palestinese cristiano Majd, con i suoi manufatti presepistici di legno d'ulivo, proveniente dal Beit Sahour, "Campo dei Pastori" ad Est di Betlemme. Fu proprio ai Pastori di quel campo che fu trasmessa la notizia indicando il segno delle "fasce e della mangiatoia": «Et hoc vobis signum, invenietis infantem pannis involutum et positum in praesepio», "Questo per voi il segno, troverete un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia" (Luca, cap. 2, v.12). Fu il primo presepe vivente della storia, la nascita di un Bambino posto in un presepe, in una mangiatoia, nella greppia di una stalla in una grotta rupestre nella periferia di Betlemme, iscritto nel censimento e nell'anagrafe romana di Augusto quando era Governatore della Siria Quirino. A questo Presepe, a questa mangiatoia giunsero inchinandosi i pastori di Betlemme, ma anche i sapienti dei Magi dall'Oriente.
Nella tradizione secolare, che diventa anche arte cristiana, Francesco d'Assisi istituisce il Presepe nella notte di Natale del 25 Dicembre del 1223 a Greccio, patrimonio dell'umanità. Quel fatto storico del Natale, quella scena evangelica di Luca, quella condizione umana vengono rappresentate a Greccio dal Diacono Francesco d'Assisi, come scrive il suo biografo Tommaso da Celano, nella Vita Prima di San Francesco d'Assisi, nel Capitolo XXX, "Il Presepe di Greccio", 84-85,dove leggiamo la parola della "mangiatoia" o del "presepe". "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". "Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Il Santo è lì estatico di fronte al presepe, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucarestia su presepe e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quel sonno profondo".
Da duemila anni a Natale tutto il mondo è un presepe, una mangiatoia, culla di Gesù Bambino. Le stesse mani nude dei bambini in piazza San Pietro, Urbi et Orbi, nella benedizione del Bambinello diventano presepe, culla fatta di mangiatoia, al cospetto del cielo e della terra, sotto la mano benedicente di Papa Francesco: "se togliete Gesù, il Natale è vuoto". Nell'opera Spicilegium Romanum del MDCCCXLIII (1854), l'autore Cardinale Angelo Mai, illustre filologo morto a Castel Gandolfo nel 1854 ed evocato come "Italo ardito" dal poeta Leopardi nel 1820 nella Canzone Ad Angelo Mai, così scrive : «Praesepium totus mundus adseritur, in quo suis iumentis rationabilibus pabulum subministrat Dominus maiestatis». La traduzione ed il senso curati da mio fratello Prof. Pasquale Di Nunno da Vittorio Veneto così riportano: "l'intero mondo viene attribuito al Presepe, nel quale il Signore della maestà procura il nutrimento ai suoi giumenti dotati di ragione". Il senso indica che tutto il mondo può essere rappresento come un presepe nel quale il Dio della potenza e della gloria procura il cibo e il nutrimento agli animali (con riferimento all'asino, al bue), dotati di ragione, cioè agli uomini.
Camminiamo nella storia, facciamo il presepe, accostiamoci ed inchiniamoci alla mangiatoia e prendiamo fra le mani il Bambino Gesù. Non abbiamo paura del Natale e del Presepe, cancellato in maniera antistorica e diseducativa da alcune lavagne di Scuola, che hanno bisogno di rileggere e riscoprire il termine greco λαϊκός (trasl. laicòs), che significa «del popolo», per distinguerlo dal termine κληρικός (trasl clericòs), "del chierico", "del clero"; ma il termine non va erroneamente o pregiudizialmente inteso come "non cristiano". Nelle radici cristiane di tutti i calendari abbiamo bisogno di rileggere la datazione della civiltà occidentale incisa e scolpita sui portali delle nostre case, anche qui a Canosa di Puglia, dell'800, del '900. A. D. Anno Domini: è la pietra miliare della linea del tempo nella storia dell'umanità. Il Bambino Gesù di Betlemme rinasce ancora in una mangiatoia, in un presepe e augura a tutti: BUON NATALE! Natale è bello, è buono, è vero e ... Santo. Abbiamo comunicato con i bambini di Classe quarta della Scuola Primaria sulla zona 167 condividendo la Festa del Natale, la più bella dell'anno. Con le parole laiche di Papa Francesco alla Scuola Italiana nel 2014 in Piazza San Pietro, abbiamo riscoperto le tre ragioni: "la Festa di Natale à bella, è buona, è vera". Per noi credenti aggiungiamo " è Santa", come raffigurano i grandi artisti nel dipingere la croce nell'aureola di santità di Gesù Bambino.
Vado fra le pietre delle Murge dei pastori, ma sono impedito, e si reca mio cognato Tommaso, portandomi come mio padre "la spina del presepe", su cui magicamente i nipotini approdati dal Nord posano i fiocchi bianchi di neve di ovatta. Posiamo la paglia nella mangiatoia e cantiamo "quanno nascette Ninno a Betlemme" in una mangiatoia che è divenuta Presepe dell'umanità. A Canosa di Puglia(BT). la XIV Edizione del Presepe Vivente andrà in scena martedì 26 dicembre dalle ore 17,30 alle ore 20,30. Le rappresentazioni sceniche proseguiranno nei giorni 27 e 28 Dicembre 2017 e 3, 6 e 7 Gennaio 2018 dalle ore 17,30 alle ore 20.30. Il Presepe Vivente di Canosa di Puglia, rappresenta un patrimonio di grande valore culturale e sociale nel segno della tradizione di notevole interesse storico e artistico grazie alla passione di centinaia di figuranti, che anche quest'anno daranno il meglio rendendo possibile l'evento in più giorni con notevoli sforzi economici, organizzativi e logistici da affrontare spesso in condizioni climatiche rigide.
Buon Natale! Santo Natale!
maestro Giuseppe Di Nunno a nome di tutta la Redazione di Canosaweb