Storia e dintorni
Ricordare é un dovere
La dichiarazione del presidente Mattarella nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo
sabato 9 maggio 2020
14.23
La Repubblica Italiana con la Legge 4 maggio 2007, n. 56 riconosce il giorno 9 maggio anniversario dell'uccisione dell'Onorevole Aldo Moro, quale "Giorno della Memoria" delle vittime del terrorismo, interno ed internazionale, e delle stragi di tale matrice. La giornata è stata istituita per ricordare e tributare il riconoscimento del Paese alle vittime nonché il sostegno morale e la vicinanza umana alle famiglie di tutti coloro che hanno perso la vita in quella catena del terrore che ha colpito sanguinosamente l'Italia. Il 9 maggio si intende anche commemorare tutti i militari e i civili caduti per la difesa della democrazia, nelle missioni che hanno visto il nostro Paese impegnato a sostegno della pace e contro il terrorismo, nelle diverse aree di crisi.
«Nel "Giorno della Memoria", che il Parlamento italiano ha voluto dedicare alle vittime del terrorismo, la Repubblica si inchina davanti alle vite spezzate dal fanatismo politico, dalle violenze di gruppi brigatisti e neofascisti, dagli assalti eversivi alle istituzioni democratiche e alla convivenza civile». Esordisce così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella dichiarazione rilasciata per questa giornata commemorativa e di ricordo «Tragicamente lunga è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto. Il legame della memoria rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità. Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l'assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall'espandersi del clima di violenza. Ed è giusto ricordare il coraggio di chi non si è piegato, di chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica. Il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all'unità che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civiltà. La storia ci ha dimostrato che l'unità e la coesione degli italiani sono gli strumenti più efficaci di fronte ai pericoli più gravi. Nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette. Gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri. Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più – conclude il Presidente Mattarella - sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l'azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro».
In Puglia, stamani, il presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo ha sostato per qualche momento davanti al monumento eretto in Piazza Moro, a Bari, in memoria dello statista e della sua scorta. "Rendere omaggio al martirio di Aldo Moro è un preciso atto politico, non è retorica o un semplice rito: vogliamo la verità sulla vicenda della strage di via Fani e del suo assassinio". Le parole del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, hanno reso il significato del convegno online, che in tempi di pandemia ha sostituito gli incontri pubblici nell'anniversario 2020 del ritrovamento del cadavere dello statista in via Caetani, a Roma, il 9 maggio 1978. Una videoconferenza "Aldo Moro 42 anni dopo" sulla piattaforma informatica Zoom ha ricordato la figura dell'uomo, del docente, del politico, del protagonista della storia italiana e internazionale, dalla Costituente. Spazio alla tragedia del sacrificio e alla verità difficile sul caso Moro: l'ultima commissione parlamentare d'inchiesta, ha fatto presente Loizzo, ha portato allo scoperto intrecci occulti, complicità, omertà e il Consiglio regionale è impegnato sulla strada della verità, "che va cercata fino in fondo, la democrazia italiana ha il diritto di sapere tutto su quella drammatica vicenda".
Verità e democrazia: il direttore de 'La Gazzetta del Mezzogiorno', Giuseppe De Tomaso ha messo in risalto due principi che hanno sempre guidato l'azione di Aldo Moro: operava sempre per rafforzare sempre le istituzioni democratiche ed era convinto che alla verità si arrivasse solo attraverso la cultura, che va di pari passo con "informazione": non è possibile immaginare l'una senza l'altra, si alimentano reciprocamente. De Tomaso ha ricordato anche l'impegno costante di Moro per assicurare l'indipendenza della Gazzetta e l'autonomia da gruppi di potere estranei. E l'attualità dell'operato di Moro, ha fatto notare l'onorevole Gero Grassi, proponente e componente della commissione d'inchiesta Moro 2, è dimostrata proprio dall'attuale crisi della testata storica del Sud. La sopravvivenza della Gazzetta "non è un problema del direttore, dei giornalisti, dei dipendenti dell'azienda editoriale: è un problema della Puglia, di tutti i pugliesi e dell'intero Mezzogiorno".
La Federazione Centri studi dedicati al grande pugliese, rappresentata dal presidente Luigi Ferlicchia, promuove costantemente la memoria di Moro e le commemorazioni del 9 maggio, "una di quelle date indimenticabili nella storia civile e morale del nostro Paese", ha osservato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, onorevole Andrea Martella: "i 55 giorni dall'agguato alla scorta in via Fani alla Renault rossa lasciata in via Fani dalle BR, sono stati un vero "lockdown della democrazia italiana", ha aggiunto. La diretta streaming, su iniziativa del dirigente scolastico del polo liceale Sylos-Fiore di Terlizzi Anna Allegretta è stata coordinata al meglio dal giovane Luca Petruzzella, del liceo classico Da Vinci di Molfetta, vincitore nel 2019 di una borsa di studio messa in gara dal Consiglio regionale e dalle Associazioni pugliesi dei consiglieri e dei parlamentari. "La mia generazione prenda testimonianza da Aldo Moro", questo il senso del suo contributo.
«Nel "Giorno della Memoria", che il Parlamento italiano ha voluto dedicare alle vittime del terrorismo, la Repubblica si inchina davanti alle vite spezzate dal fanatismo politico, dalle violenze di gruppi brigatisti e neofascisti, dagli assalti eversivi alle istituzioni democratiche e alla convivenza civile». Esordisce così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella dichiarazione rilasciata per questa giornata commemorativa e di ricordo «Tragicamente lunga è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto. Il legame della memoria rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità. Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l'assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall'espandersi del clima di violenza. Ed è giusto ricordare il coraggio di chi non si è piegato, di chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica. Il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all'unità che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civiltà. La storia ci ha dimostrato che l'unità e la coesione degli italiani sono gli strumenti più efficaci di fronte ai pericoli più gravi. Nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette. Gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri. Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più – conclude il Presidente Mattarella - sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l'azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro».
In Puglia, stamani, il presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo ha sostato per qualche momento davanti al monumento eretto in Piazza Moro, a Bari, in memoria dello statista e della sua scorta. "Rendere omaggio al martirio di Aldo Moro è un preciso atto politico, non è retorica o un semplice rito: vogliamo la verità sulla vicenda della strage di via Fani e del suo assassinio". Le parole del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, hanno reso il significato del convegno online, che in tempi di pandemia ha sostituito gli incontri pubblici nell'anniversario 2020 del ritrovamento del cadavere dello statista in via Caetani, a Roma, il 9 maggio 1978. Una videoconferenza "Aldo Moro 42 anni dopo" sulla piattaforma informatica Zoom ha ricordato la figura dell'uomo, del docente, del politico, del protagonista della storia italiana e internazionale, dalla Costituente. Spazio alla tragedia del sacrificio e alla verità difficile sul caso Moro: l'ultima commissione parlamentare d'inchiesta, ha fatto presente Loizzo, ha portato allo scoperto intrecci occulti, complicità, omertà e il Consiglio regionale è impegnato sulla strada della verità, "che va cercata fino in fondo, la democrazia italiana ha il diritto di sapere tutto su quella drammatica vicenda".
Verità e democrazia: il direttore de 'La Gazzetta del Mezzogiorno', Giuseppe De Tomaso ha messo in risalto due principi che hanno sempre guidato l'azione di Aldo Moro: operava sempre per rafforzare sempre le istituzioni democratiche ed era convinto che alla verità si arrivasse solo attraverso la cultura, che va di pari passo con "informazione": non è possibile immaginare l'una senza l'altra, si alimentano reciprocamente. De Tomaso ha ricordato anche l'impegno costante di Moro per assicurare l'indipendenza della Gazzetta e l'autonomia da gruppi di potere estranei. E l'attualità dell'operato di Moro, ha fatto notare l'onorevole Gero Grassi, proponente e componente della commissione d'inchiesta Moro 2, è dimostrata proprio dall'attuale crisi della testata storica del Sud. La sopravvivenza della Gazzetta "non è un problema del direttore, dei giornalisti, dei dipendenti dell'azienda editoriale: è un problema della Puglia, di tutti i pugliesi e dell'intero Mezzogiorno".
La Federazione Centri studi dedicati al grande pugliese, rappresentata dal presidente Luigi Ferlicchia, promuove costantemente la memoria di Moro e le commemorazioni del 9 maggio, "una di quelle date indimenticabili nella storia civile e morale del nostro Paese", ha osservato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, onorevole Andrea Martella: "i 55 giorni dall'agguato alla scorta in via Fani alla Renault rossa lasciata in via Fani dalle BR, sono stati un vero "lockdown della democrazia italiana", ha aggiunto. La diretta streaming, su iniziativa del dirigente scolastico del polo liceale Sylos-Fiore di Terlizzi Anna Allegretta è stata coordinata al meglio dal giovane Luca Petruzzella, del liceo classico Da Vinci di Molfetta, vincitore nel 2019 di una borsa di studio messa in gara dal Consiglio regionale e dalle Associazioni pugliesi dei consiglieri e dei parlamentari. "La mia generazione prenda testimonianza da Aldo Moro", questo il senso del suo contributo.