Storia e dintorni
Rinascimento e Carlo V in Puglia e in Europa
La Lectio Magistralis del Commendatore Tomasone
giovedì 2 novembre 2017
22.50
Brillante Lectio Magistralis su "La Puglia di Carlo V conserva una profonda eredità storica e culturale che la rende messaggera di pace" tenuta dal Commendatore Rosa Nicoletta Tomasone nel corso del convegno culturale svoltosi sabato scorso a Canosa di Puglia(BT) presso la sala conferenze dell'Oasi "Arcivescovo F. Minerva". Il simposio mattinale che ha avuto ampi consensi e lunghi applausi del pubblico intervenuto è stato organizzato nei dettagli dall'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito delle Repubblica Italiana –Delegazione ANCRI Puglia – Sezione Territoriale BAT "Canusium", presieduta dal Cav. Cosimo Sciannamea, con l'intervento del tesoriere nazionale Cav. Luigi Vergaro per i saluti di rito a nome dei vertici dell'associazione, in particolare del presidente Cav. Tommaso Bove. «In una Città ricca di storia e di preziose testimonianze del suo passato intendo ritagliare un cammeo di storia moderna, prezioso e significativo, per le sue implicanze nel tessuto storico contemporaneo e per le prospettive che, la contestualizzazione delle tematiche in ambiti del tutto innovativi, può offrire alle giovani generazioni. Con l'intento di promuovere ed avviare gli studi sul Rinascimento a Canosa, così come è stato fatto in Sicilia, in Campania, in Basilicata. Sapere da dove veniamo, chi eravamo e di cosa disponiamo vuol dire poter programmare il futuro su basi diverse». - Ha esordito così il Commendatore Rosa Nicoletta Tomasone, presidente del Centro Culturale "L.Einaudi "di San Severo (FG) e vice presidente europea dell'Itinerario Culturale Europeo "Le Vie di Carlo V", riconosciuto dal Consiglio d'Europa, rivolgendosi alle autorità presenti tra le quali il primo cittadino di Canosa Morra Roberto, il consigliere regionale Francesco Ventola, i cavalieri giunti da tutta la Puglia e regioni limitrofe, gli studenti dell'II SS "L.Einaudi", i rappresentanti della stampa, del web, delle locali associazioni culturali e d'arma .
Per l'occasione, l'illustre relatrice ha analizzato quale importanza ebbe il Rinascimento nell'Italia meridionale, nella « nostra Puglia, quale eredità ci ha lasciato l'Imperatore Carlo V e come possiamo utilizzarla per promuovere uno sviluppo culturale-sociale-turistico dei nostri territori inseriti a pieno titolo nel grande Itinerario Europeo " Le vie di Carlo V". Ebbene questo periodo, a livello di storia locale, nazionale ed europea è stato studiato poco. Le storie patrie sono affascinate dalla figura del Puer Apuliae, poi si passa ai Borboni e al Risorgimento, il vuoto sul '500 a noi docenti di storia ed amanti della disciplina, non poteva passare inosservato, pertanto nel Centro Einaudi abbiamo avviato la ricerca dei testi di storici locali e poi siamo passati ai documenti degli archivi di Aragona, Salamanca""". - Nel corso della lectio magistralis la professoressa Rosa Nicoletta Tomasone ha reso noto che « ci siamo imbattuti in una miniera di fatti, situazioni e personaggi e, quello che più importa, abbiamo potuto conoscere il vero stato delle nostre popolazioni sotto il dominio di Carlo V ed i vari aspetti della civiltà meridionale del primo '500 con particolare riferimento alla politica del grande Imperatore in Italia, in Europa e soprattutto nel Mediterraneo per arginare l'islamizzazione e le invasioni dei turchi. Le usanze ancora oggi rimaste nei dialetti, nella vita e nel gusto, le innovazioni nella comunicazione e la "politica dei viaggi" di Carlo V, "l'imperatore viaggiante" ha dato il via alla "rete" ».
Il comm. Tomasone ha tenuto a sottolineare l'importante relazione intercorsa tra Carlo V e il sindaco di San Severo Tiberio De Lisolis, che lo raggiunse a Gand e a Worms nel 1521- 22 per riscattare la città che il vicerè Raimondo di Cardona aveva venduto al Duca di Termoli Ferrante de Capua. Primo esempio di riscatto di una città già demaniale, vale a dire libera ed inalienabile, da parte del suo sindaco, il che avrebbe fatto cadere il vecchio sistema feudale se non fosse stato soffocato dall'avidità dei baroni locali. Carlo V conferma e istituisce il governo municipale a San Severo, consegna privilegi, indulti, lettere di raccomandazioni per abbassare le tasse. Proseguendo nella lectio magistralis ha inoltre tratteggiato la nascita del suo progetto che, partendo nel 2006 dalla rievocazione storica di fatti e personaggi legati a Carlo V, è approdato all'Itinerario Europeo che ormai coinvolge il continente di cui è vice presidente dal 2015. Anche Canosa ha avuto i suoi legami con Carlo V: nel 1532, la città e le sue terre furono concesse con privilegi alla famiglia Grimaldi e agli Orsini per intercessione di Clemente VII. «Quell'Europa comune che stiamo costruendo ora, bisogna fondarla sulla sua comune storia e in questo, la figura di Carlo V si eleva come un riferimento imprescindibile, perché colui che percorse tutte le strade dell'Europa occidentale, mettendo continuamente a rischio la sua vita per l'Europa cristiana, è già un patrimonio di tutti gli europei. Non si è mai conclusa la sua aspirazione alla pace e la sua politica permane ancora oggi nelle acque del Mediterraneo ove si combatterono continue battaglie contro i turchi fino ad arrivare a quella di Lepanto del 1571. Ed oggi, a distanza di tanto tempo permangono irrisolti i nodi di quella politica: islamizzazione e rapporti con la Turchia e con i Paesi del nord Africa. A questo impegno Carlo V tenne fede per tutta la vita e per realizzare il suo sogno. Tessé un'intensa attività diplomatica, bellica e politica: chiari segni di modernità in un sovrano del 500, che possiamo racchiudere in due punti essenziali: il sogno dell'unità universale e la diffusione della fede cristiana, e lo spirito umanista che lo portava a concepire l'azione politica come attività di origine etica. Da questa formazione deriva l'appassionante ricerca della pace universale».
Al termine della lectio, il comm. Tomasone chiede « perché tanta storia è stata oscurata o appena sfiorata? Non tutto quello che la leggenda nera antispagnola, fiorita durante l'illuminismo, è imputabile a quella dominazione o fu conseguenza di quel governo, dare la colpa alla Spagna era una facile scappatoia per la storiografia nazionalista risorgimentale. In realtà quel periodo fu più ricco di luci che di ombre: l'Italia entrò a far parte della grande compagine imperiale, ci fu una grande circolazione di idee, gli artisti lavorarono in tanta parte d'Europa e soprattutto in Spagna ed oggi rimangono tanti elementi che ci accomunano : dalla lingua, ai sistemi difensivi alle torri e alle cinte murarie. L'imperatore Carlo V diede forma ad una identità europea senza precedenti. La sua eredità ci consente di capire meglio l'Europa di oggi oltre ad essere un importante riferimento comune politico, culturale e storico per molti Paesi dell'Europa centrale e meridionale». Alla luce di quanto accennato il Commendatore Rosa Nicoletta Tomasone ha concluso focalizzando l'attenzione sugli scopi dell'Itinerario Culturale europeo "le Vie di Carlo V" di promuovere la fraternità tra i popoli, i vincoli di solidarietà fra le nazioni, la conoscenza degli altri, guardando ai fenomeni che investono «la nostra società quali : migrazione, accoglienza, integrazione, multicultura e dialogo interreligioso. Ed è così che l'Itinerario che promuoviamo nelle varie sedi istituzionali, nelle scuole e fra la gente, diventa motore di sviluppo e propulsore di diplomazia culturale».
Tanti spunti interessanti per un convegno che ha vissuto altri momenti storici–culturali di notevole rilevanza con l'intervento dell'archeologo e curatore del Museo dei Vescovi di Canosa, Sandro Sardella. Per la prima volta, ha presentato al pubblico un rarissimo documento inedito della collezione d'archivio museale, con cartiglio di Carlo V e la descrizione di un procuratore della Regia Camera di Sommaria, tal De Sabellis, in cui è descritto il feudo canosino, la sua esistenza precaria come villaggio di appena 800 persone, vessate da tassazioni altissime imposte dal feudatario Grimaldi, che aveva ricevuto nel 1532 il feudo di Canosa dall'Imperatore Carlo V. Trasformata in un semplicissimo pascolo con pochissima agricoltura di sussistenza, Canosa appariva come una vasta distesa di ruderi antichi, in cui emergevano due realtà religiose potenti: la Cattedrale di San Sabino con relativo Capitolo, proprietaria di estensioni terriere molto vaste e ricca di rendite e il Monastero di S. Quirico, indipendente e sorretto da un procuratore romano, tal Barba, frequentemente in scontro con la Chiesa Madre. Sardella ha concluso l'intervento di presentazione del documento e dello stato precario di Canosa all'epoca, descrivendone il Castello di cui esiste una veduta ideale conservata nell'Archivio Apostolico Romano ed affermando che nell'ambito di un gigante progetto di unificazione proto europea, voluto da Carlo V, Canosa ne fu vittima e parte integrante di un "ideale" di cui la popolazione non era assolutamente al corrente, ma con la sua vessazione al fisco di allora, compartecipava silente al processo di una non così facile unificazione, interrotta poi dalla abdicazione dello stesso Carlo V cui seguì la fine di una epopea.
A chiudere il convegno culturale sono intervenuti Mons. Felice Bacco, parroco della Cattedrale San Sabino di Canosa di Puglia sul tema "La diocesi primaziale di Canosa", tra le prime nel Meridione, dal IV al VI secolo ben sei Vescovi storicamente documentati e con Sabino, la Diocesi raggiunse l'apice della sua grandezza ed importanza. A Canosa nel VI secolo ci sono quattro basiliche cristiane con le uniche catacombe cristiane della Puglia e della Basilicata, oltre ad essere tra le poche ad avere rapporti diplomatici e pastorali con Roma e Costantinopoli. Mentre, il dott. Francesco Specchio per la Fondazione Archeologica Canosina Onlus ha parlato del "Sistema Parco Archeologico di Canosa di Puglia", analizzando i principali aspetti culturali e turistici attraverso importanti testimonianze sul passato di questa Città, con le varie scoperte avvenute in questi ultimi anni nei siti fruibili ai visitatori. I relatori che hanno preso parte al primo convegno culturale dell'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito delle Repubblica Italiana –Delegazione ANCRI Puglia – Sezione Territoriale BAT "Canusium", presieduta dal Cav. Cosimo Sciannamea, hanno dato un contributo notevole nell'ottica di stimolare lo scambio di idee, conoscenze ed esperienze per favorire sinergie e nuove opportunità di collaborazioni storico-scientifiche sempre utili e fattive per lo sviluppo del territorio.
Bartolo Carbone
Foto a cura di Savino Mazzarella
Per l'occasione, l'illustre relatrice ha analizzato quale importanza ebbe il Rinascimento nell'Italia meridionale, nella « nostra Puglia, quale eredità ci ha lasciato l'Imperatore Carlo V e come possiamo utilizzarla per promuovere uno sviluppo culturale-sociale-turistico dei nostri territori inseriti a pieno titolo nel grande Itinerario Europeo " Le vie di Carlo V". Ebbene questo periodo, a livello di storia locale, nazionale ed europea è stato studiato poco. Le storie patrie sono affascinate dalla figura del Puer Apuliae, poi si passa ai Borboni e al Risorgimento, il vuoto sul '500 a noi docenti di storia ed amanti della disciplina, non poteva passare inosservato, pertanto nel Centro Einaudi abbiamo avviato la ricerca dei testi di storici locali e poi siamo passati ai documenti degli archivi di Aragona, Salamanca""". - Nel corso della lectio magistralis la professoressa Rosa Nicoletta Tomasone ha reso noto che « ci siamo imbattuti in una miniera di fatti, situazioni e personaggi e, quello che più importa, abbiamo potuto conoscere il vero stato delle nostre popolazioni sotto il dominio di Carlo V ed i vari aspetti della civiltà meridionale del primo '500 con particolare riferimento alla politica del grande Imperatore in Italia, in Europa e soprattutto nel Mediterraneo per arginare l'islamizzazione e le invasioni dei turchi. Le usanze ancora oggi rimaste nei dialetti, nella vita e nel gusto, le innovazioni nella comunicazione e la "politica dei viaggi" di Carlo V, "l'imperatore viaggiante" ha dato il via alla "rete" ».
Il comm. Tomasone ha tenuto a sottolineare l'importante relazione intercorsa tra Carlo V e il sindaco di San Severo Tiberio De Lisolis, che lo raggiunse a Gand e a Worms nel 1521- 22 per riscattare la città che il vicerè Raimondo di Cardona aveva venduto al Duca di Termoli Ferrante de Capua. Primo esempio di riscatto di una città già demaniale, vale a dire libera ed inalienabile, da parte del suo sindaco, il che avrebbe fatto cadere il vecchio sistema feudale se non fosse stato soffocato dall'avidità dei baroni locali. Carlo V conferma e istituisce il governo municipale a San Severo, consegna privilegi, indulti, lettere di raccomandazioni per abbassare le tasse. Proseguendo nella lectio magistralis ha inoltre tratteggiato la nascita del suo progetto che, partendo nel 2006 dalla rievocazione storica di fatti e personaggi legati a Carlo V, è approdato all'Itinerario Europeo che ormai coinvolge il continente di cui è vice presidente dal 2015. Anche Canosa ha avuto i suoi legami con Carlo V: nel 1532, la città e le sue terre furono concesse con privilegi alla famiglia Grimaldi e agli Orsini per intercessione di Clemente VII. «Quell'Europa comune che stiamo costruendo ora, bisogna fondarla sulla sua comune storia e in questo, la figura di Carlo V si eleva come un riferimento imprescindibile, perché colui che percorse tutte le strade dell'Europa occidentale, mettendo continuamente a rischio la sua vita per l'Europa cristiana, è già un patrimonio di tutti gli europei. Non si è mai conclusa la sua aspirazione alla pace e la sua politica permane ancora oggi nelle acque del Mediterraneo ove si combatterono continue battaglie contro i turchi fino ad arrivare a quella di Lepanto del 1571. Ed oggi, a distanza di tanto tempo permangono irrisolti i nodi di quella politica: islamizzazione e rapporti con la Turchia e con i Paesi del nord Africa. A questo impegno Carlo V tenne fede per tutta la vita e per realizzare il suo sogno. Tessé un'intensa attività diplomatica, bellica e politica: chiari segni di modernità in un sovrano del 500, che possiamo racchiudere in due punti essenziali: il sogno dell'unità universale e la diffusione della fede cristiana, e lo spirito umanista che lo portava a concepire l'azione politica come attività di origine etica. Da questa formazione deriva l'appassionante ricerca della pace universale».
Al termine della lectio, il comm. Tomasone chiede « perché tanta storia è stata oscurata o appena sfiorata? Non tutto quello che la leggenda nera antispagnola, fiorita durante l'illuminismo, è imputabile a quella dominazione o fu conseguenza di quel governo, dare la colpa alla Spagna era una facile scappatoia per la storiografia nazionalista risorgimentale. In realtà quel periodo fu più ricco di luci che di ombre: l'Italia entrò a far parte della grande compagine imperiale, ci fu una grande circolazione di idee, gli artisti lavorarono in tanta parte d'Europa e soprattutto in Spagna ed oggi rimangono tanti elementi che ci accomunano : dalla lingua, ai sistemi difensivi alle torri e alle cinte murarie. L'imperatore Carlo V diede forma ad una identità europea senza precedenti. La sua eredità ci consente di capire meglio l'Europa di oggi oltre ad essere un importante riferimento comune politico, culturale e storico per molti Paesi dell'Europa centrale e meridionale». Alla luce di quanto accennato il Commendatore Rosa Nicoletta Tomasone ha concluso focalizzando l'attenzione sugli scopi dell'Itinerario Culturale europeo "le Vie di Carlo V" di promuovere la fraternità tra i popoli, i vincoli di solidarietà fra le nazioni, la conoscenza degli altri, guardando ai fenomeni che investono «la nostra società quali : migrazione, accoglienza, integrazione, multicultura e dialogo interreligioso. Ed è così che l'Itinerario che promuoviamo nelle varie sedi istituzionali, nelle scuole e fra la gente, diventa motore di sviluppo e propulsore di diplomazia culturale».
Tanti spunti interessanti per un convegno che ha vissuto altri momenti storici–culturali di notevole rilevanza con l'intervento dell'archeologo e curatore del Museo dei Vescovi di Canosa, Sandro Sardella. Per la prima volta, ha presentato al pubblico un rarissimo documento inedito della collezione d'archivio museale, con cartiglio di Carlo V e la descrizione di un procuratore della Regia Camera di Sommaria, tal De Sabellis, in cui è descritto il feudo canosino, la sua esistenza precaria come villaggio di appena 800 persone, vessate da tassazioni altissime imposte dal feudatario Grimaldi, che aveva ricevuto nel 1532 il feudo di Canosa dall'Imperatore Carlo V. Trasformata in un semplicissimo pascolo con pochissima agricoltura di sussistenza, Canosa appariva come una vasta distesa di ruderi antichi, in cui emergevano due realtà religiose potenti: la Cattedrale di San Sabino con relativo Capitolo, proprietaria di estensioni terriere molto vaste e ricca di rendite e il Monastero di S. Quirico, indipendente e sorretto da un procuratore romano, tal Barba, frequentemente in scontro con la Chiesa Madre. Sardella ha concluso l'intervento di presentazione del documento e dello stato precario di Canosa all'epoca, descrivendone il Castello di cui esiste una veduta ideale conservata nell'Archivio Apostolico Romano ed affermando che nell'ambito di un gigante progetto di unificazione proto europea, voluto da Carlo V, Canosa ne fu vittima e parte integrante di un "ideale" di cui la popolazione non era assolutamente al corrente, ma con la sua vessazione al fisco di allora, compartecipava silente al processo di una non così facile unificazione, interrotta poi dalla abdicazione dello stesso Carlo V cui seguì la fine di una epopea.
A chiudere il convegno culturale sono intervenuti Mons. Felice Bacco, parroco della Cattedrale San Sabino di Canosa di Puglia sul tema "La diocesi primaziale di Canosa", tra le prime nel Meridione, dal IV al VI secolo ben sei Vescovi storicamente documentati e con Sabino, la Diocesi raggiunse l'apice della sua grandezza ed importanza. A Canosa nel VI secolo ci sono quattro basiliche cristiane con le uniche catacombe cristiane della Puglia e della Basilicata, oltre ad essere tra le poche ad avere rapporti diplomatici e pastorali con Roma e Costantinopoli. Mentre, il dott. Francesco Specchio per la Fondazione Archeologica Canosina Onlus ha parlato del "Sistema Parco Archeologico di Canosa di Puglia", analizzando i principali aspetti culturali e turistici attraverso importanti testimonianze sul passato di questa Città, con le varie scoperte avvenute in questi ultimi anni nei siti fruibili ai visitatori. I relatori che hanno preso parte al primo convegno culturale dell'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito delle Repubblica Italiana –Delegazione ANCRI Puglia – Sezione Territoriale BAT "Canusium", presieduta dal Cav. Cosimo Sciannamea, hanno dato un contributo notevole nell'ottica di stimolare lo scambio di idee, conoscenze ed esperienze per favorire sinergie e nuove opportunità di collaborazioni storico-scientifiche sempre utili e fattive per lo sviluppo del territorio.
Bartolo Carbone
Foto a cura di Savino Mazzarella