Storia e dintorni
S. Sabino, un Santo Patrono comune
A Canosa e Torremaggiore
sabato 4 febbraio 2017
18.13
La canosina Daniela Rita Del Latte ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Giovanni Paolo II" di Foggia, collegato accademicamente con la Facoltà Teologica Pugliese. Un brillante ciclo di studi conclusosi il giorno 4 novembre 2016 con la discussione della tesi su "Il culto di San Sabino tra Canosa di Puglia e Torremaggiore". Un risultato di 110/110 e lode ottenuto grazie all'impegno di Daniela Rita Del Latte. Determinante il sostegno e la professionalità della relatrice Dottoressa Marianna Iafelice. La sua tesi, frutto di una scrupolosa ricerca da vero topo di biblioteca, andando a spolverare antichi scritti in latino o in italiano del '700/'800, culminata in un complesso e copioso lavoro di rielaborazione di informazioni e considerazioni riguardanti la figura del Santo protettore della sua città.
Rita Del Latte con la sua ricerca, va oltre le mere nozioni legate all'ambito dei miracoli e dei prodigi, delle reliquie portate in processione, dei riti e delle festività. Fa un'analisi più profonda per indurre l'interlocutore a superare la componente devozionale che emerge purtroppo solo in occasione della festività e che spesso sconfina nella banalità della festa civile. Vuole far emergere le caratteristiche di "un santo moderno, lontano dai modelli di santità della tarda antichità, incentrati sulla vita ermetica e la rinuncia al mondo. San Sabino è una figura carismatica, profondamente e concretamente impegnata nella vita politica e sociale del suo tempo" che ben si rifletterebbe nella vita del nostro tempo. Il parallelo tra Canosa, città natale del Santo nonché luogo in cui ha vissuto e ricoperto la carica di Vescovo, e la città di Torremaggiore(FG), in cui il Santo è venerato per opera di un culto importato dall'esterno (sembra, infatti, che influenti furono l'amicizia tra San Sabino e San Benedetto e la posizione della cittadina lungo il tratturo della transumanza), consente a Rita Del Latte di delineare affinità e diversità del vissuto del culto di uno stesso Patrono da parte di due popolazioni storicamente, geograficamente e culturalmente differenti.
Il viaggio temporale attraverso secoli di storia, lungo due vie a volte distanti, a volte convergenti, le ha permesso di scrivere il diario delle tradizioni, del folklore, dei riti…di colui che per entrambe le cittadine è il Santo protettore dei veleni e degli animali. Il suo elaborato non vuole rimanere un mucchio di file in una cartella dimenticata nel computer, o un CD impolverato o un libro soprammobile opportunamente rilegato, fantasma tra gli altri. Al suo lavoro va lecitamente attribuita una funzione sociale poiché la conoscenza delle tradizioni consente alle stesse di mantenersi vive e di rinnovarsi nel tempo per essere portate alle generazioni future con il nobile obiettivo di non dimenticare le proprie radici. Il suo lavoro diviene dunque monito per i giovani e la collettività affinché il passato, storia e tradizioni comuni, non siano una pubblicazione chiusa tra un inizio e una conclusione perché "il riferimento al passato è un sapere che rende possibile un fare nel presente, in vista del futuro. Nella misura in cui l'uomo contemporaneo usufruisce del passato, prospetta il futuro. Per questo ritrovare la propria storia diventa fondamentale per una rinascita culturale e per una crescita umana e spirituale".
Dora Pastore
Rita Del Latte con la sua ricerca, va oltre le mere nozioni legate all'ambito dei miracoli e dei prodigi, delle reliquie portate in processione, dei riti e delle festività. Fa un'analisi più profonda per indurre l'interlocutore a superare la componente devozionale che emerge purtroppo solo in occasione della festività e che spesso sconfina nella banalità della festa civile. Vuole far emergere le caratteristiche di "un santo moderno, lontano dai modelli di santità della tarda antichità, incentrati sulla vita ermetica e la rinuncia al mondo. San Sabino è una figura carismatica, profondamente e concretamente impegnata nella vita politica e sociale del suo tempo" che ben si rifletterebbe nella vita del nostro tempo. Il parallelo tra Canosa, città natale del Santo nonché luogo in cui ha vissuto e ricoperto la carica di Vescovo, e la città di Torremaggiore(FG), in cui il Santo è venerato per opera di un culto importato dall'esterno (sembra, infatti, che influenti furono l'amicizia tra San Sabino e San Benedetto e la posizione della cittadina lungo il tratturo della transumanza), consente a Rita Del Latte di delineare affinità e diversità del vissuto del culto di uno stesso Patrono da parte di due popolazioni storicamente, geograficamente e culturalmente differenti.
Il viaggio temporale attraverso secoli di storia, lungo due vie a volte distanti, a volte convergenti, le ha permesso di scrivere il diario delle tradizioni, del folklore, dei riti…di colui che per entrambe le cittadine è il Santo protettore dei veleni e degli animali. Il suo elaborato non vuole rimanere un mucchio di file in una cartella dimenticata nel computer, o un CD impolverato o un libro soprammobile opportunamente rilegato, fantasma tra gli altri. Al suo lavoro va lecitamente attribuita una funzione sociale poiché la conoscenza delle tradizioni consente alle stesse di mantenersi vive e di rinnovarsi nel tempo per essere portate alle generazioni future con il nobile obiettivo di non dimenticare le proprie radici. Il suo lavoro diviene dunque monito per i giovani e la collettività affinché il passato, storia e tradizioni comuni, non siano una pubblicazione chiusa tra un inizio e una conclusione perché "il riferimento al passato è un sapere che rende possibile un fare nel presente, in vista del futuro. Nella misura in cui l'uomo contemporaneo usufruisce del passato, prospetta il futuro. Per questo ritrovare la propria storia diventa fondamentale per una rinascita culturale e per una crescita umana e spirituale".
Dora Pastore