Storia e dintorni
Solennità di San Francesco d’Assisi
Esposta sulla Piazza l’immagine del Santo
giovedì 3 ottobre 2019
22.21
Ricorrono il 4 ottobre la memoria e la solennità di San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia. Nella lettura della storia di Canosa ritroviamo le radici francescane riportate nel testo di Cesare Orlandi, "Delle Città d'Italia e Sue Isole adiacenti", stampato a Perugia nel MDCCLXXVIII, che così scrive sulla Stato di Canosa nel '700: "Fuori delle Porte della Citta' vi sono due Conventi di Religiosi, uno cioè de' Padri Carmelitani e l'altro de' Padri Minori Conventuali di San Francesco". Abbiamo riscoperto negli anni scorsi il bassorilievo in pietra del Convento, Palazzo di Città dopo l'Unità d'Italia, che riporta una figura apotropaica con l'incisione A. D. 1753 nell'angolo presso il Bar Lamanna. La Chiesa dei Santi Francesco e Biagio, testimone di storia sulla Piazza Colonna, divenuta Piazza XX Settembre e Piazza Della Repubblica, racconta con il Campanile di San Biagio e con l'orologio pubblico distrutto dal bombardamento dei Tedeschi nel 1943, con i panni insanguinati delle vittime che si mostrarono nell'Ospedale Militare della Scuola Giovanni Bovio agli occhi del carissimo Sergio Lagrasta, testimone con i suoi devoti 85 anni. Nella pace francescana in questo anno 2019 ammiriamo sulla parete esterna dell'originaria Chiesa di San Biagio l'immagine di San Francesco d'Assisi, che rivive la spiritualità del Santo nella fede del Popolo.Si tratta di un'immagine d'arte scelta dal giovane Parroco Don Carmine Catalano con la nuova idea dei simboli francescani del Tau e del sigillo delle braccia, esposti con eloquente bellezza in drappi esposti all'interno della Chiesa e ai balconi della piazza antistante. L'immagine denominata "San Francesco abbraccia il Crocifisso" è opera del pittore spagnolo Bartolomè Esteban Murillo, realizzato con olio su tela (283 x 188) cm. nel 1668-1699 su committenza dei Frati Cappuccini per il Convento di Siviglia. Il dipinto è custodito nel Museo delle Belle Arti di Siviglia in Spagna. Oggi si presenta pubblicamente una stampa offerta dalla ditta SERIMED di Canosa con la tecnica di stampa digitale su metallo Dibond e delle dimensioni di cm. 286 x 190.
Il pittore dipinse San Francesco che abbraccia il Crocifisso a significare la vocazione della vita religiosa con la rinuncia ai beni materiali del mondo e ai suoi averi, spingendo con il piede destro sul globo terrestre. Eloquente risulta l'iscrizione sul libro del Vangelo sostenuto da due Angeli evocando la povertà francescana: QVI NON RENVNCIAT OMNIBVS QVÆ POSSIDET NON POTEST MEVS ESSE DISCIPVLVS. È il verso 33 del cap. 14 del Vangelo di Luca, nella Vulgata in Latino della Bibbia: "Chiunque non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". L'opera pregevole del pittore spagnolo mostra anche competenza storica e letteraria nel riportare il TITULUS CRUCIS in alto non con INRI, ma con le iscrizioni evangeliche di Giovanni in Ebraico, in Greco, in Latino, del Gesù Nazareno Re dei Giudei. Nella cornice della festa riviviamo il messaggio evangelico e la spiritualità francescana di San Francesco che abbraccia il Crocifisso, mentre ascoltiamo con tristezza in questi giorni l'infondata e reiterata idea di rimuovere il Crocifisso dalla Scuola Italiana, che resta "laica" nella sua radice lessicale greca di laòs, popolo, ma che non disdegna questo segno non confessionale, ma storico, spirituale e portatore di valori universali di perdono, come direbbe De Andrè, di fratellanza interculturale, di dolore condiviso e non diviso e di pace. San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia ci aiuti a riscoprire la testimonianza della sua vita nella tutela del creato e dell'ambiente della Madre Terra. Vogliamo evocare nelle fede dei nostri padri una invocazione in dialetto di nonna Elisabetta, nata nel 1910, che ho conosciuto nella vita del mio Condominio e di cui indosso sulle spalle d'inverno una mantellina di lana fatta con gli scarti riciclati delle lane: "S'Ambrangische, mòneche de Criste, pi' quest'àneme e pùrtele a Criste. E se u Demònie ne vène a tandè, s'Ambrangische m'ò d'àiutè" (San Francesco, monaco di Cristo, accogli quest'anima e portala a Cristo. E se il Demonio ci viene a tentare, san Francesco mi deve aiutare". E così sia!
Buona Festa
Maestro Peppino Di Nunno
Il pittore dipinse San Francesco che abbraccia il Crocifisso a significare la vocazione della vita religiosa con la rinuncia ai beni materiali del mondo e ai suoi averi, spingendo con il piede destro sul globo terrestre. Eloquente risulta l'iscrizione sul libro del Vangelo sostenuto da due Angeli evocando la povertà francescana: QVI NON RENVNCIAT OMNIBVS QVÆ POSSIDET NON POTEST MEVS ESSE DISCIPVLVS. È il verso 33 del cap. 14 del Vangelo di Luca, nella Vulgata in Latino della Bibbia: "Chiunque non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". L'opera pregevole del pittore spagnolo mostra anche competenza storica e letteraria nel riportare il TITULUS CRUCIS in alto non con INRI, ma con le iscrizioni evangeliche di Giovanni in Ebraico, in Greco, in Latino, del Gesù Nazareno Re dei Giudei. Nella cornice della festa riviviamo il messaggio evangelico e la spiritualità francescana di San Francesco che abbraccia il Crocifisso, mentre ascoltiamo con tristezza in questi giorni l'infondata e reiterata idea di rimuovere il Crocifisso dalla Scuola Italiana, che resta "laica" nella sua radice lessicale greca di laòs, popolo, ma che non disdegna questo segno non confessionale, ma storico, spirituale e portatore di valori universali di perdono, come direbbe De Andrè, di fratellanza interculturale, di dolore condiviso e non diviso e di pace. San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia ci aiuti a riscoprire la testimonianza della sua vita nella tutela del creato e dell'ambiente della Madre Terra. Vogliamo evocare nelle fede dei nostri padri una invocazione in dialetto di nonna Elisabetta, nata nel 1910, che ho conosciuto nella vita del mio Condominio e di cui indosso sulle spalle d'inverno una mantellina di lana fatta con gli scarti riciclati delle lane: "S'Ambrangische, mòneche de Criste, pi' quest'àneme e pùrtele a Criste. E se u Demònie ne vène a tandè, s'Ambrangische m'ò d'àiutè" (San Francesco, monaco di Cristo, accogli quest'anima e portala a Cristo. E se il Demonio ci viene a tentare, san Francesco mi deve aiutare". E così sia!
Buona Festa
Maestro Peppino Di Nunno