Storia e dintorni
Fratture d’Italia - è il titolo di un libro scritto dal giornalista-storico inglese
Indaga sulle memorie divise degli italiani
lunedì 13 dicembre 2010
17.15
FRATTURE D'ITALIA
"Fratture d'Italia": è il titolo di un libro scritto dal giornalista-storico inglese John Foot, che in un ponderoso volume di oltre 500 pagine – edito da Rizzoli nel 2009 - indaga sulle memorie divise degli italiani: da Caporetto al G8 di Genova passando per gli anni del fascismo, dell'8 settembre, della Resistenza, delle foibe, del terrorismo.
Il cuore del libro è racchiuso dalla domanda posta in quarta di copertina: "Può una nazione dai mille passati avere un futuro comune?".
Forse solo uno straniero, un inglese, poteva avere il coraggio di utilizzare il bisturi per affondare la lama nella carne viva di un Paese che non ha mai voluto fare i conti con il proprio passato, con la propria Storia, a causa della perenne fragilità dello Stato e delle tante guerre civili che ne hanno segnato la storia sin dalla nascita nel 1860.
Non a caso John Foot utilizza un termine di fondamentale importanza per i politologi: "fratture" (i cleavages), che rappresentano le divisioni all'interno delle società che vedono contrapporsi gruppi sociali con interessi opposti, che possono essere di tipo materiale o ideologico (Rokkan e Lipset).
L'autore usa in questo caso il termine fratture per indicare le profonde divisioni della memoria degli italiani sulla propria Storia:
"Le memorie degli italiani sono state spesso divise. Gli eventi sono stati oggetto di interpretazioni contrastanti, e i fatti in sé sovente contestati. Si è rivelato estremamente difficile, se non impossibile, per qualunque sistema pubblico o privato creare consenso intorno al passato o intorno ai modi di ricordare quel passato. […] Eventi singoli, così come la storia in sé, sono stati interpretati in una sconcertante varietà di modi. […] Non c'è stata nessuna conclusione, nessuna "verità", poca riconciliazione", scrive nell'incipit John Foot.
E così ci si immerge in un lungo elenco di episodi controversi che costellano la storia d'Italia: Caporetto, il delitto Matteotti, il fascismo, l'8 settembre 1943, le foibe, il '68, Piazza Fontana, l'omicidio Moro.
Leggiamo dalla seconda di copertina:
"Ognuno di questi eventi ha generato una memoria pubblica frammentata e belligerante, fatta di verità tutte assolute e tutte in contrasto tra di loro che si esprimono nei monumenti, nelle targhe, nei memoriali destinati a far trionfare l'una o l'altra versione.
Questo viaggio nella memoria divisa del Paese porta Foot tra i monumenti alterati e nascosti nel tempo, tra le lapidi criticate e danneggiate, tra le commemorazioni contestate, ma anche faccia a faccia con le assenze e gli assordanti silenzi di quello che non è stato ricordato, che è stato rimosso. È un viaggio che lo storico affronta indossando anche i panni del reporter e del detective, per riuscire a scavare nelle tante microstorie che hanno determinato la visione pubblica del passato. E ci restituisce un'Italia fragile, incerta sulla propria identità, in lotta con se stessa".
Il libro, scritto in maniera divulgativa ma puntuale di un ricco apparato bibliografico, si lascia leggere, nel complesso, con una certa scorrevolezza. Anche l'appassionato di storia apprenderà avvenimenti dimenticati della Prima Guerra Mondiale come Cercivento o la tragedia dell'Arandora Star durante la Seconda Guerra Mondiale per fare degli esempi.
Non tutto ciò che scrive l'autore è condivisibile, ma si può certamente essere d'accordo con lui quando scrive che in Italia vi è stata una forte politicizzazione della pratica storica nazionale.
Tuttavia, se una critica posso permettermi di fare all'interessante libro è quella di aver dedicato uno spazio risicato - rispetto ad altri eventi citati ed al corpo del libro - a quella che seconda me è la Frattura d'Italia, cioè l'8 settembre 1943.
E' quella la madre di tutte le fratture italiane, da cui discende la divisione principale della storia d'Italia e che ancora, dopo 67 anni perdura, sentendosene gli echi nel dibattito dell'attuale politica italiana.
"Fratture d'Italia": un buon libro da leggere per capire l'Italia del 2010.
Francesco Morra
"Fratture d'Italia": è il titolo di un libro scritto dal giornalista-storico inglese John Foot, che in un ponderoso volume di oltre 500 pagine – edito da Rizzoli nel 2009 - indaga sulle memorie divise degli italiani: da Caporetto al G8 di Genova passando per gli anni del fascismo, dell'8 settembre, della Resistenza, delle foibe, del terrorismo.
Il cuore del libro è racchiuso dalla domanda posta in quarta di copertina: "Può una nazione dai mille passati avere un futuro comune?".
Forse solo uno straniero, un inglese, poteva avere il coraggio di utilizzare il bisturi per affondare la lama nella carne viva di un Paese che non ha mai voluto fare i conti con il proprio passato, con la propria Storia, a causa della perenne fragilità dello Stato e delle tante guerre civili che ne hanno segnato la storia sin dalla nascita nel 1860.
Non a caso John Foot utilizza un termine di fondamentale importanza per i politologi: "fratture" (i cleavages), che rappresentano le divisioni all'interno delle società che vedono contrapporsi gruppi sociali con interessi opposti, che possono essere di tipo materiale o ideologico (Rokkan e Lipset).
L'autore usa in questo caso il termine fratture per indicare le profonde divisioni della memoria degli italiani sulla propria Storia:
"Le memorie degli italiani sono state spesso divise. Gli eventi sono stati oggetto di interpretazioni contrastanti, e i fatti in sé sovente contestati. Si è rivelato estremamente difficile, se non impossibile, per qualunque sistema pubblico o privato creare consenso intorno al passato o intorno ai modi di ricordare quel passato. […] Eventi singoli, così come la storia in sé, sono stati interpretati in una sconcertante varietà di modi. […] Non c'è stata nessuna conclusione, nessuna "verità", poca riconciliazione", scrive nell'incipit John Foot.
E così ci si immerge in un lungo elenco di episodi controversi che costellano la storia d'Italia: Caporetto, il delitto Matteotti, il fascismo, l'8 settembre 1943, le foibe, il '68, Piazza Fontana, l'omicidio Moro.
Leggiamo dalla seconda di copertina:
"Ognuno di questi eventi ha generato una memoria pubblica frammentata e belligerante, fatta di verità tutte assolute e tutte in contrasto tra di loro che si esprimono nei monumenti, nelle targhe, nei memoriali destinati a far trionfare l'una o l'altra versione.
Questo viaggio nella memoria divisa del Paese porta Foot tra i monumenti alterati e nascosti nel tempo, tra le lapidi criticate e danneggiate, tra le commemorazioni contestate, ma anche faccia a faccia con le assenze e gli assordanti silenzi di quello che non è stato ricordato, che è stato rimosso. È un viaggio che lo storico affronta indossando anche i panni del reporter e del detective, per riuscire a scavare nelle tante microstorie che hanno determinato la visione pubblica del passato. E ci restituisce un'Italia fragile, incerta sulla propria identità, in lotta con se stessa".
Il libro, scritto in maniera divulgativa ma puntuale di un ricco apparato bibliografico, si lascia leggere, nel complesso, con una certa scorrevolezza. Anche l'appassionato di storia apprenderà avvenimenti dimenticati della Prima Guerra Mondiale come Cercivento o la tragedia dell'Arandora Star durante la Seconda Guerra Mondiale per fare degli esempi.
Non tutto ciò che scrive l'autore è condivisibile, ma si può certamente essere d'accordo con lui quando scrive che in Italia vi è stata una forte politicizzazione della pratica storica nazionale.
Tuttavia, se una critica posso permettermi di fare all'interessante libro è quella di aver dedicato uno spazio risicato - rispetto ad altri eventi citati ed al corpo del libro - a quella che seconda me è la Frattura d'Italia, cioè l'8 settembre 1943.
E' quella la madre di tutte le fratture italiane, da cui discende la divisione principale della storia d'Italia e che ancora, dopo 67 anni perdura, sentendosene gli echi nel dibattito dell'attuale politica italiana.
"Fratture d'Italia": un buon libro da leggere per capire l'Italia del 2010.
Francesco Morra