Storia e dintorni
Un ‘contadino’ canosino Bersagliere nella Mostra della Grande Guerra
Inaugurata a Barletta presso il Palazzo Prefettura
lunedì 24 settembre 2018
17.44
Il 22 settembre 2018 presso il Palazzo Prefettura in via Cialdini, n.60 a Barletta è stata inaugurata la mostra documentaria "1918/2018 I nostri Eroi e la Vittoria divenuta Storia", organizzata dalla Sezione di Archivio di Stato di Barletta, in collaborazione con la Sezione "Ten Col. Pilota Domenico Senatore" dell'U.N.I.M.R.I. di Barletta e la F.I.O.F. Nella mostra sono esposti i profili dei decorati appartenenti all'ex Distretto Militare di Barletta, uno per ogni Città della Provincia Barletta Andria Trani, durante il primo Conflitto mondiale. Un giovane "contadino" canosino, Minerva Domenico, figura nel manifesto dei Caduti del territorio della BAT, la cui foto ci è stata concessa dal Direttore dell'A.S. di Barletta, Dottor Michele Grimaldi, promotore e curatore della Mostra. Il Soldato del Reggimento Bersaglieri caduto il 12 Ottobre 1916 nel fatto d'arme di Veliki Kribach sul Carso fu decorato con medaglia di bronzo con la motivazione che combattendo "incitava i compagni con la voce e con l'esempio finchè cadde colpito a morte".
Non lo ritroviamo fra le foto dei 120 Caduti della Grande Guerra nel quadro storico del fotografo Violante, custodito nella sede dei Bersaglieri a Canosa, ma abbiamo operato una ricerca e ritrovato il manoscritto dell'Archivio di Canosa, che scrive la storia e ammaestra le coscienze dei viventi nel fare memoria dei Caduti dopo un secolo di storia. L'Archivio riporta copia autentica del documento dell'atto di morte del Ministero della Guerra. «L'anno millenovecento sedici ed alli dodici del mese di ottobre nel Veliki Kribach mancava ai vivi in età di anni 21 Minerva Domenico, Bersagliere appartenente alla Nona Compagnia del dodicesimo Bersaglieri, numero di matricola trecentoquarantadue, nativo di Canosa, Provincia di Bari, figlio di Giovanni e Maddalena Petrilli, celibe, morto in seguito a scoppio di granata, per fatto di guerra, come risulta dall'attestazione firmata dai testimoni».
Oggi dopo un secolo siamo noi testimoni del sacrificio di patria di questo giovane "contadino" canosino che "mancava ai vivi in età di anni 21". L'espressione del Ministero ricorre negli atti di morte dei Caduti della Grande Guerra, il cui tributo di sangue annovera circa 500 Caduti di Canosa in una popolazione di circa 6000 abitanti. "Mancava ai vivi in età di anni...", rievoca oggi non la parola "morte", ma il venir meno ad una comunità civile e ad una famiglia dove erano cresciuti gli "anni" fino alla giovinezza. Erano lontani, erano sul Carso, sulle rive dell'Isonzo e del Piave, erano sul Monfenera e non avevano il telefonino per dire "addio" alla madre, al padre, che poi accolsero le spoglie mortali nella terra nativa dove riposano nella pace eterna, nella pace dei popoli. Fu Dio Padre ad accogliere il grido di morte, nella polvere da sparo che si posò sulle croci dei Caduti, Militi noti ed ignoti. Il suo sacrificio, il loro sacrificio sia di esempio per noi oggi nel servizio alla Cittadinanza, alla Libertà, alla Democrazia, alla Patria, all'Italia.
Onore ai Caduti! "PRESENTE"
maestro Giuseppe Di Nunno
Non lo ritroviamo fra le foto dei 120 Caduti della Grande Guerra nel quadro storico del fotografo Violante, custodito nella sede dei Bersaglieri a Canosa, ma abbiamo operato una ricerca e ritrovato il manoscritto dell'Archivio di Canosa, che scrive la storia e ammaestra le coscienze dei viventi nel fare memoria dei Caduti dopo un secolo di storia. L'Archivio riporta copia autentica del documento dell'atto di morte del Ministero della Guerra. «L'anno millenovecento sedici ed alli dodici del mese di ottobre nel Veliki Kribach mancava ai vivi in età di anni 21 Minerva Domenico, Bersagliere appartenente alla Nona Compagnia del dodicesimo Bersaglieri, numero di matricola trecentoquarantadue, nativo di Canosa, Provincia di Bari, figlio di Giovanni e Maddalena Petrilli, celibe, morto in seguito a scoppio di granata, per fatto di guerra, come risulta dall'attestazione firmata dai testimoni».
Oggi dopo un secolo siamo noi testimoni del sacrificio di patria di questo giovane "contadino" canosino che "mancava ai vivi in età di anni 21". L'espressione del Ministero ricorre negli atti di morte dei Caduti della Grande Guerra, il cui tributo di sangue annovera circa 500 Caduti di Canosa in una popolazione di circa 6000 abitanti. "Mancava ai vivi in età di anni...", rievoca oggi non la parola "morte", ma il venir meno ad una comunità civile e ad una famiglia dove erano cresciuti gli "anni" fino alla giovinezza. Erano lontani, erano sul Carso, sulle rive dell'Isonzo e del Piave, erano sul Monfenera e non avevano il telefonino per dire "addio" alla madre, al padre, che poi accolsero le spoglie mortali nella terra nativa dove riposano nella pace eterna, nella pace dei popoli. Fu Dio Padre ad accogliere il grido di morte, nella polvere da sparo che si posò sulle croci dei Caduti, Militi noti ed ignoti. Il suo sacrificio, il loro sacrificio sia di esempio per noi oggi nel servizio alla Cittadinanza, alla Libertà, alla Democrazia, alla Patria, all'Italia.
Onore ai Caduti! "PRESENTE"
maestro Giuseppe Di Nunno