
Storia e dintorni
Una strada o una piazza dedicata ad Anna Maria Princigalli
Per l'80° Anniversario della Liberazione, la richiesta di intitolazione da parte di alcuni esponenti dell'ANPI, del mondo della politica e della cultura italiana
venerdì 25 aprile 2025
9.24
Per l'80° Anniversario della Liberazione alcuni esponenti dell'ANPI, del mondo della politica e della cultura italiana hanno chiesto a diversi sindaci, l'intitolazione di una strada o una piazza ad Anna Maria Princigalli, partigiana e pedagogista. Fu la sorella maggiore di Giacomo Princigalli, esponente del PSI e del PCI pugliese e della giornalista Ada Princigalli che fu la prima donna straniera ad essere accreditata come giornalista in Cina. Il padre era un giudice militare di Canosa di Puglia che durante la Grande guerra venne trasferito a Bergamo dove conobbe e sposò Maria Zell di origini ebraiche. Proprio a Bergamo nel 1917, nacque Anna Maria. L'anno dopo, la famiglia si trasferì nella casa paterna in Puglia. Dopo aver vissuto a Canosa, Trani e Bari, si trasferisce a Firenze. Il suo direttore di laurea in storia della filosofia fu Ludovico Limentani che però venne rimosso in quanto ebreo. Allora Anna Maria passò sotto la direzione di Eugenio Garin.
In quel periodo contrasse una severa malattia polmonare che la portò a sottoporsi nel 1944 ad un intervento chirurgico a Milano con l'asportazione parziale di un polmone. Trascorse la convalescenza nel sanatorio di Miazzina in provincia di Verbania dove prese contatto con i partigiani. Fu tra le pochissime donne (in più meridionali) della Resistenza a ricevere il grado di ufficiale. In effetti venne nominata capo stampa e propaganda della brigata Valgrande Martire e successivamente della Divisione Flaim. Venne arrestata presso Varese dai militi fascisti e da questi torturata. Secondo quanto testimoniato dall'ex partigiano Paolo Pescetti nonostante le torture ella non rivelò i nomi dei compagni. Il suo fidanzato, di Varese, e padre della loro figlia, fu deportato in Germania. Anna Maria fu liberata grazie ad uno scambio di prigionieri. Oltre a Pescetti, strinse amicizie profonde con i partigiani Giuseppe Boffa, Giancarlo Pajetta, Nico Chiovini, Luciano Raimondi. Prese parte altresì alla Repubblica partigiana dell'Ossola e alla Liberazione di Intra.
All'indomani della guerra ha partecipato alla fondazione e direzione dei Convitti Rinascita (in particolare a Novara e Milano) e della rivista educazione democratica assieme, tra gli altri, a Gianni Rodari e Dina Rinaldi. Con Ernesto Codignola rappresentò l'Italia al congresso costitutivo della FICE (federazione internazionale della comunità dell'infanzia affiliata all'UNESCO). Fu componente della commissione per la riforma della scuola nominata dal ministro Guido Gonella. Fece parte della "brigata universitaria" (tra cui si annovera Rossana Rossanda) costituita da ex partigiani che per volontà del filosofo Antonio Banfi andò a rinnovare il corpo accademico dell'ateneo milanese dove insegnò psicologia infantile. In effetti aveva lavorato con gli psicologi infantili Jean Piaget a Ginevra e Henri Wallon a Parigi.
Le sue ricerche portavano sul traumatismo dei bambini orfani e vittime di guerra (compresi i figli dei fascisti), ma anche sull'applicazione in Italia delle recenti ed innovative teorie e metodologie pedagogiche che si erano formate all'estero, mentre in Italia vigeva l'oscurantismo e il conservatorismo scientifici imposti dal regime. Fu la principale esperta in Italia della pedagogia scolastica del sovietico Anton Makarenko.
A causa del sorgere di un forte disagio psichico, forse provocato da traumatismi bellici, scomparve improvvisamente dalla scena politica e culturale. Questo spiega il suo oblio dalla storiografia ufficiale. Al suo caso e alle sue cure si interessarono Ferruccio Parri, Giancarlo Pajetta, Aristide Marchetti, Giuseppe Boffa e Paolo Pescetti. Dopo aver vissuto a Varese, dove venne curata dallo psichiatra Edoardo Balduzzi, fu chiamata da Giancarlo Pajetta a lavorare presso l'istituto di studi comunisti Palmiro Togliatti di Roma dove morì nel 1969 all'età di 52 anni.
Nella mattinata del 25 aprile 2025 il Comune di Bari e l'ANPI Bari ricorderanno Anna Maria Princigalli insieme ad alcune figure di spicco della Resistenza e dell'Antifascismo, nate a Bari o che vi hanno lasciato una traccia significativa. Nel corso della cerimonia, nella sala consiliare di Palazzo di Città del capoluogo pugliese, il sindaco di Bari consegnerà una pergamena ai familiari presenti dei partigiani commemorati.
In quel periodo contrasse una severa malattia polmonare che la portò a sottoporsi nel 1944 ad un intervento chirurgico a Milano con l'asportazione parziale di un polmone. Trascorse la convalescenza nel sanatorio di Miazzina in provincia di Verbania dove prese contatto con i partigiani. Fu tra le pochissime donne (in più meridionali) della Resistenza a ricevere il grado di ufficiale. In effetti venne nominata capo stampa e propaganda della brigata Valgrande Martire e successivamente della Divisione Flaim. Venne arrestata presso Varese dai militi fascisti e da questi torturata. Secondo quanto testimoniato dall'ex partigiano Paolo Pescetti nonostante le torture ella non rivelò i nomi dei compagni. Il suo fidanzato, di Varese, e padre della loro figlia, fu deportato in Germania. Anna Maria fu liberata grazie ad uno scambio di prigionieri. Oltre a Pescetti, strinse amicizie profonde con i partigiani Giuseppe Boffa, Giancarlo Pajetta, Nico Chiovini, Luciano Raimondi. Prese parte altresì alla Repubblica partigiana dell'Ossola e alla Liberazione di Intra.
All'indomani della guerra ha partecipato alla fondazione e direzione dei Convitti Rinascita (in particolare a Novara e Milano) e della rivista educazione democratica assieme, tra gli altri, a Gianni Rodari e Dina Rinaldi. Con Ernesto Codignola rappresentò l'Italia al congresso costitutivo della FICE (federazione internazionale della comunità dell'infanzia affiliata all'UNESCO). Fu componente della commissione per la riforma della scuola nominata dal ministro Guido Gonella. Fece parte della "brigata universitaria" (tra cui si annovera Rossana Rossanda) costituita da ex partigiani che per volontà del filosofo Antonio Banfi andò a rinnovare il corpo accademico dell'ateneo milanese dove insegnò psicologia infantile. In effetti aveva lavorato con gli psicologi infantili Jean Piaget a Ginevra e Henri Wallon a Parigi.
Le sue ricerche portavano sul traumatismo dei bambini orfani e vittime di guerra (compresi i figli dei fascisti), ma anche sull'applicazione in Italia delle recenti ed innovative teorie e metodologie pedagogiche che si erano formate all'estero, mentre in Italia vigeva l'oscurantismo e il conservatorismo scientifici imposti dal regime. Fu la principale esperta in Italia della pedagogia scolastica del sovietico Anton Makarenko.
A causa del sorgere di un forte disagio psichico, forse provocato da traumatismi bellici, scomparve improvvisamente dalla scena politica e culturale. Questo spiega il suo oblio dalla storiografia ufficiale. Al suo caso e alle sue cure si interessarono Ferruccio Parri, Giancarlo Pajetta, Aristide Marchetti, Giuseppe Boffa e Paolo Pescetti. Dopo aver vissuto a Varese, dove venne curata dallo psichiatra Edoardo Balduzzi, fu chiamata da Giancarlo Pajetta a lavorare presso l'istituto di studi comunisti Palmiro Togliatti di Roma dove morì nel 1969 all'età di 52 anni.
Nella mattinata del 25 aprile 2025 il Comune di Bari e l'ANPI Bari ricorderanno Anna Maria Princigalli insieme ad alcune figure di spicco della Resistenza e dell'Antifascismo, nate a Bari o che vi hanno lasciato una traccia significativa. Nel corso della cerimonia, nella sala consiliare di Palazzo di Città del capoluogo pugliese, il sindaco di Bari consegnerà una pergamena ai familiari presenti dei partigiani commemorati.