Storia e dintorni
Venerdì Santo: "l’ADDOLORATA più addolorata”
L’Antico simulacro della Chiesa della B. V. del Carmelo
venerdì 30 marzo 2018
17.44
Nel Venerdì Santo, giorno della Crocifissione e Morte di Gesù, a Canosa di Puglia(BT), la Processione dei Misteri, del Cristo Morto e dell'Addolorata si avvia dall'antica Chiesa del Carmelo che ha sede dal sec. XVII presso via dei Carmelitani e Salita Calvario , nella memoria millenaria di fede e di storia dei monaci Carmelitani del I secolo d.C., i quali uscendo dal monastero del Monte Carmelo percorrevano il monte palestinese fino al Santo Sepolcro, posto ai piedi del monte.In molte Chiese della Puglia e di altre Regioni la Processione del Venerdì Santo ha inizio dalla Chiesa del Carmelo, mentre a Canosa e a Taranto viene annunciato dal suono della TROCCOLA, Crepitaculum religioso del Venerdì, strumento liturgico sacro di due continenti tra Italia, Spagna e Sudamerica. Vogliamo soffermarci ad ammirare meditando il simulacro dell'Addolorata che segue in processione il Cristo Morto, in un rito evocato anche da Papa Francesco che presenta la figura della nonna Rosa nella memoria dei nostri padri, nella fede autentica, genuina, popolare, non "popolana": "io ricordo, scusatemi, è una storia personale, che da bambino mia nonna ogni Venerdì Santo ci portava alla processione della candele e alla fine della processione arrivava il Cristo giacente e la nonna ci faceva inginocchiare e diceva a noi bambini: Guardate è morto, ma domani sarà risorto!" Il simulacro della Madre Dolorosa è "L'Addolorata più addolorata", come mi ha annotato un giovane sacerdote in una perifrasi eloquente che sottolinea la figura di Maria nella VIA MATRIS dei SETTE DOLORI. Nella Processione la scultura processionale del CALVARIO raffigura Maria ai Piedi della Croce nel momento cruciale del Figlio Crocifisso nell'ultimo respiro dopo le ultime parole di Gesù "cosummatum est", «Tutto è compiuto!» E, chinato il capo, spirò. È il Vangelo di Giovanni presente con Maria alla Crocifissione (Gv. 19,30). Il simulacro venerato nella Chiesa dei Carmelitani del XVI secolo è di scuola e fattura spagnola, pregevole nelle veste artistica originaria trapuntata di filo dorato come le statue spagnole della Vergine Dolorosa, fino ad essere suggellata, come abbiamo scoperto negli anni recenti leggendo lo spadino firmato da Toledo con il marchio di fabbrica.
Nella lettura antropologica la Vergine Addolorata è eloquente nelle mani giunte con le dita intrecciate all'altezza del petto, come ammiriamo nella tela della Vergine dei Sette Dolori del '700 nella Cattedrale di San Sabino. Sono mani che esprimo la tensione del dolore e l'intreccio della Via Matris con la Via Crucis: è la bellezza del Dolore! Ma la lettura antropologica dell'Addolorata del Venerdì Santo ci porta e meditare sulla figura evangelica di Maria che stava presso la Croce (cf. Giovanni, 19,25), nello STABAT MATER in cui la B. V. Maria non resta solo Madre del Redentore, ma viene consacrata da Gesù «Madre della Chiesa» La pagina del Vangelo di Giovanni (Gv 19, 25) narra che Maria stava ai piedi della Croce da cui Gesù le affidò il discepolo prediletto, Giovanni, dicendo: "Donna, ecco tuo figlio!". E a Giovanni: "Ecco tua madre!". Il Titulus e la Festa di Maria Madre della Chiesa sono entrati nel Calendario romano come stabilito da papa Francesco, che ha decretato la memoria liturgica ogni anno nel Lunedì dopo Pentecoste. È quanto si legge nel decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Per volere di Papa Francesco, con un decreto dell'11 febbraio 2018, centosessantesimo anniversario della prima apparizione della Vergine a Lourdes, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti ha disposto l'iscrizione della memoria della «Beata Vergine Maria Madre della Chiesa» nel Calendario romano generale. Già Paolo VI nell'udienza generale del 18 novembre 1964 aveva annunciato che la terza sessione del Concilio Ecumenico si sarebbe conclusa con il riconoscimento alla Madonna del titolo di Madre della Chiesa.
Dalla Sala Stampa della Santa Sede Apostolica leggiamo il Decreto di Papa Francesco:
Mater etenim, iuxta crucem stans (cf. Io 19, 25), Filii sui caritatis testamentum accepit quo universos homines, discipulo dilecto personificatos, ad divinam vitam regenerandos in filios assumpsit, tenera nutrix Ecclesiæ, quam Christus, tradens Spiritum in cruce peperit. Et vicissim in discipulo dilecto Christus omnes alios sui amoris erga Matrem subrogavit vicarios, quibus eam commendavit ut filiali dilectione colerent.
«La Madre infatti, che stava presso la croce (cf. Gv 19, 25), accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero».
"L'Addolorata più addolorata" anche nelle veste del simulacro ha una regalità come il Figlio ed è Madre della Chiesa. Quel verso scritto sul cuore d'argento di 140 anni fa del simulacro venerato nella Chiesa della Passione evoca nella storia e nella Fede: «I FIGLI ALLA MADRE 1878» .Nello stesso anno del 1878 nella Chiesa del Carmelo di Canosa veniva eretto a devozione l'altare dell'Addolorata che custodisce il CRISTO MORTO adagiato sulla pietra sepolcrale e portato in processione sotto un baldacchino regale, come nelle tradizioni orientali degli Ortodossi nel Venerdì Santo. E nella fede della "Biblia pauperum", nella fede povera dei nostri padri, la voce di nonna Rosa di Papa Francesco, prende per mano anche noi dicendo: "Guardate è morto, ma domani sarà risorto!".
Nel cuore del Giorno più Santo
maestro Peppino Di Nunno
Nella lettura antropologica la Vergine Addolorata è eloquente nelle mani giunte con le dita intrecciate all'altezza del petto, come ammiriamo nella tela della Vergine dei Sette Dolori del '700 nella Cattedrale di San Sabino. Sono mani che esprimo la tensione del dolore e l'intreccio della Via Matris con la Via Crucis: è la bellezza del Dolore! Ma la lettura antropologica dell'Addolorata del Venerdì Santo ci porta e meditare sulla figura evangelica di Maria che stava presso la Croce (cf. Giovanni, 19,25), nello STABAT MATER in cui la B. V. Maria non resta solo Madre del Redentore, ma viene consacrata da Gesù «Madre della Chiesa» La pagina del Vangelo di Giovanni (Gv 19, 25) narra che Maria stava ai piedi della Croce da cui Gesù le affidò il discepolo prediletto, Giovanni, dicendo: "Donna, ecco tuo figlio!". E a Giovanni: "Ecco tua madre!". Il Titulus e la Festa di Maria Madre della Chiesa sono entrati nel Calendario romano come stabilito da papa Francesco, che ha decretato la memoria liturgica ogni anno nel Lunedì dopo Pentecoste. È quanto si legge nel decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Per volere di Papa Francesco, con un decreto dell'11 febbraio 2018, centosessantesimo anniversario della prima apparizione della Vergine a Lourdes, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti ha disposto l'iscrizione della memoria della «Beata Vergine Maria Madre della Chiesa» nel Calendario romano generale. Già Paolo VI nell'udienza generale del 18 novembre 1964 aveva annunciato che la terza sessione del Concilio Ecumenico si sarebbe conclusa con il riconoscimento alla Madonna del titolo di Madre della Chiesa.
Dalla Sala Stampa della Santa Sede Apostolica leggiamo il Decreto di Papa Francesco:
Mater etenim, iuxta crucem stans (cf. Io 19, 25), Filii sui caritatis testamentum accepit quo universos homines, discipulo dilecto personificatos, ad divinam vitam regenerandos in filios assumpsit, tenera nutrix Ecclesiæ, quam Christus, tradens Spiritum in cruce peperit. Et vicissim in discipulo dilecto Christus omnes alios sui amoris erga Matrem subrogavit vicarios, quibus eam commendavit ut filiali dilectione colerent.
«La Madre infatti, che stava presso la croce (cf. Gv 19, 25), accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero».
"L'Addolorata più addolorata" anche nelle veste del simulacro ha una regalità come il Figlio ed è Madre della Chiesa. Quel verso scritto sul cuore d'argento di 140 anni fa del simulacro venerato nella Chiesa della Passione evoca nella storia e nella Fede: «I FIGLI ALLA MADRE 1878» .Nello stesso anno del 1878 nella Chiesa del Carmelo di Canosa veniva eretto a devozione l'altare dell'Addolorata che custodisce il CRISTO MORTO adagiato sulla pietra sepolcrale e portato in processione sotto un baldacchino regale, come nelle tradizioni orientali degli Ortodossi nel Venerdì Santo. E nella fede della "Biblia pauperum", nella fede povera dei nostri padri, la voce di nonna Rosa di Papa Francesco, prende per mano anche noi dicendo: "Guardate è morto, ma domani sarà risorto!".
Nel cuore del Giorno più Santo
maestro Peppino Di Nunno