Stilus Magistri
A Scuola nella Chiesa di S. Lucia
Lettura delle pietre sacre nel borgo antico del Castello
lunedì 12 dicembre 2016
23.09
Nella mattina di sole del 9 dicembre 2016 gli alunni della Scuola Giovanni Paolo II, guidati dalle colleghe Maestre Catano Rosangela, Fiore Grazia, D'Ambra Raffaella, Palmieri Nuccia, Luisi Mariapia, Di Nicoli Tonia e dalla Dirigente Scolastica Dott.ssa Amalia Balducci, accompagnati da alcune mamme della comunità educante, hanno visitato la Chiesa antica di Santa Lucia sulla storica collina dei Santi Quaranta Martiri nel borgo antico del Castello, dove le pietre sacre attestano le radici storiche e spirituali del popolo canosino e rivivono nella devozione animata dalla Comunità ecclesiale e dal Parroco Don Peppino Balice. Invitato con condivisione magistrale si è proceduto a rivisitare il patrimonio della Chiesa antica.
La "Chiesa del Purgatorio"
Le fonti dell'Archivio Diocesano di Andria, da noi acquisite di recente nel manoscritto del 23 Luglio 1926 sottoscritto dal Parroco Can. Don Paolo Catano, così attestano: "anticamente era una piccola cappella dedicata a S. Teodoro e poi denominata «Purgatorio», perché in essa ebbe sede la Confraternita del Purgatorio". Indichiamo infatti agli alunni attenti e curiosi di conoscere l'intarsio marmoreo policromo dell'emblema della Confraternita collocato a destra e a sinistra sull'acquasantiera all'ingresso della Chiesa, dove il mistero della morte si poggia sul Vangelo nella fede cristiana. "Elevata a Chiesa parrocchiale nel 1867, fu a spese del Comune restaurata ed ampliata, come rilevasi dagli atti esistenti nell'Archivio Storico Comunale". Infatti si porge alla conoscenza dei bambini la mia riscoperta nel 1999 della Campana del 1860 con la denominazione "Chiesa del Purgatorio" ed il fregio bronzeo alla B. V. Maria che intercede per le anime del Purgatorio. Ai bambini viene evocata la voce popolare dei nostri padri del '900 che pregavano e si affidavano in dialetto "all'àneme du Pregatòrie", come riportiamo nel libro di dialettologia "Sulle vie dei ciottoli", di quei ciottoli che lastricavano alcune strade del Rione Castello, ancora oggi visibili nelle parti scoperte della bitumazione.
La Chiesa di Santa Lucia
Il culto alla Vergine e Martire S. Lucia erà già presente nell'800 nella Chiesa del Purgatorio, con la venerazione di una preziosa statua in legno rivestita da manufatti ricamati, riportati in foto nel quadretto che ci espone l'anziana nonna del quartiere Nunzia Metta in una foto di quadretto custodita in altarino nella propria abitazione. La Parrocchia fu intitolata a Santa Lucia con la ricezione di una reliquia che viene portata nella Processione del 13 Dicembre.
Il Decreto n. 1022 del Presidente della Repubblica del 19 ottobre 1959, sulla proposta del Ministro per l'interno, riconosce agli effetti civili il decreto dell'Ordinario diocesano di Andria in data 15 marzo 1959, integrato con dichiarazione del 9 maggio 1959, relativo alla erezione della parrocchia di Santa Lucia, in rione Castello del comune di Canosa di Puglia (Bari).
La palma del martirio
Nella metodologia cognitiva interattiva con l'apprendimento degli alunni, partecipi con le diligenti Maestre di Scuola, porgiamo all'attenzione la simbologia della palma che regge in mano la Vergine Santa di Siracusa, Martire nel dies natalis del 13 Dicembre del 304, nelle persecuzioni dei Cristiani, che ancora oggi, come annota Papa Francesco, bagnano di sangue innocente alcuni Regioni della Terra, come avvenuto Domenica 11 Dicembre nei Cristiani Copti in Egitto presso la Cattedrale del Cairo. È la palma del Martirio, simbolo del Cristianesimo in Oriente, dove cresce maggiormente questo albero, associato all'iconografia de Martiri nel significato di vittoria, di rinascita e di immortalità.
Nelle Sacre Scritture lo stesso Salmo 92, al v. 13 riporta: "Il giusto fiorirà come palma" - Vulgata : iustus ut palma florebit. E il libro sacro dell'Apocalisse, al cap. 7, v. 9, riporta i Santi Martiri davanti a Dio: "Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani". Sono le palme che portano le bambine in processione a Canosa uscendo dalla Chiesa antica di Santa Lucia il 13 Dicembre.
Le dodici croci della consacrazione della Chiesa
Agli occhi vigili e bravi di questi alunni di Scuola indichiamo le croci marmoree intarsiate sui pilastri e sulle pareti della Chiesa e citate nel documento manoscritto del 1926 dell'Archivio Diocesano di Andria.Le contiamo con i bambini: sono dodici. Sono le dodici croci greche di consacrazione delle Chiese. Il rito di Dedicazione di una chiesa è considerato in analogia al Battesimo. Durante il rito il Crisma, olio sacro, viene versato sull'altare e sulle mura della chiesa o delle colonne portanti. Memoria visibile di questo rito sono le "croci di consacrazione" che ritroviamo nelle chiese consacrate, suggellate in pietra, in bronzo, in marmo intarsiato come nella Chiesa di Santa Lucia a Canosa di Puglia. Nel loro insieme, le dodici croci ordinatamente distribuite marcano lo spazio consacrato interamente e per sempre dedicato al culto cristiano. Sui pilastri e sui muri portanti esse indicano che la Chiesa è fondata sulla testimonianza e la predicazione dei dodici Apostoli. Al piede della croce greca sui pilastri spesso è posto un portalume in ferro, segno di fede. Volge al termine il momento formativo e nella gioia prendendoci per mano cantiamo in Chiesa con la voce dei nonni la festa della Vigilia nel fuoco sacro delle "fanòve": "la fanòve a Sànda Lucióje, ueh, ueh! / a Natèle trìdece dóje". Dalla Vigilia mancano tredici giorni al Natale. La Scuola continua fuori della Chiesa leggendo la toponomastica di Piazza ANTICA, logorata dal tempo, antistante la Chiesa, leggendo la pietra storica dello stemma di Papa PIO X.L'ultima stretta di mano la scambiano due bambini in Vico CIRO, il più stretto del rione Castello, dove, come riporta il poeta Savino Losmargiasso, "se t'allùnghe de vràzze, ke cùre derembétte père ca t'abbràzze".
È un messaggio ed un augurio dei bambini alla comunicazione umana nella gioia dei giorni di festa del mese magico, umano e divino del Natale.
Buon Natale!
Maestro Peppino Di Nunno con le Colleghe di Scuola "Giovanni Paolo II"
La "Chiesa del Purgatorio"
Le fonti dell'Archivio Diocesano di Andria, da noi acquisite di recente nel manoscritto del 23 Luglio 1926 sottoscritto dal Parroco Can. Don Paolo Catano, così attestano: "anticamente era una piccola cappella dedicata a S. Teodoro e poi denominata «Purgatorio», perché in essa ebbe sede la Confraternita del Purgatorio". Indichiamo infatti agli alunni attenti e curiosi di conoscere l'intarsio marmoreo policromo dell'emblema della Confraternita collocato a destra e a sinistra sull'acquasantiera all'ingresso della Chiesa, dove il mistero della morte si poggia sul Vangelo nella fede cristiana. "Elevata a Chiesa parrocchiale nel 1867, fu a spese del Comune restaurata ed ampliata, come rilevasi dagli atti esistenti nell'Archivio Storico Comunale". Infatti si porge alla conoscenza dei bambini la mia riscoperta nel 1999 della Campana del 1860 con la denominazione "Chiesa del Purgatorio" ed il fregio bronzeo alla B. V. Maria che intercede per le anime del Purgatorio. Ai bambini viene evocata la voce popolare dei nostri padri del '900 che pregavano e si affidavano in dialetto "all'àneme du Pregatòrie", come riportiamo nel libro di dialettologia "Sulle vie dei ciottoli", di quei ciottoli che lastricavano alcune strade del Rione Castello, ancora oggi visibili nelle parti scoperte della bitumazione.
La Chiesa di Santa Lucia
Il culto alla Vergine e Martire S. Lucia erà già presente nell'800 nella Chiesa del Purgatorio, con la venerazione di una preziosa statua in legno rivestita da manufatti ricamati, riportati in foto nel quadretto che ci espone l'anziana nonna del quartiere Nunzia Metta in una foto di quadretto custodita in altarino nella propria abitazione. La Parrocchia fu intitolata a Santa Lucia con la ricezione di una reliquia che viene portata nella Processione del 13 Dicembre.
Il Decreto n. 1022 del Presidente della Repubblica del 19 ottobre 1959, sulla proposta del Ministro per l'interno, riconosce agli effetti civili il decreto dell'Ordinario diocesano di Andria in data 15 marzo 1959, integrato con dichiarazione del 9 maggio 1959, relativo alla erezione della parrocchia di Santa Lucia, in rione Castello del comune di Canosa di Puglia (Bari).
La palma del martirio
Nella metodologia cognitiva interattiva con l'apprendimento degli alunni, partecipi con le diligenti Maestre di Scuola, porgiamo all'attenzione la simbologia della palma che regge in mano la Vergine Santa di Siracusa, Martire nel dies natalis del 13 Dicembre del 304, nelle persecuzioni dei Cristiani, che ancora oggi, come annota Papa Francesco, bagnano di sangue innocente alcuni Regioni della Terra, come avvenuto Domenica 11 Dicembre nei Cristiani Copti in Egitto presso la Cattedrale del Cairo. È la palma del Martirio, simbolo del Cristianesimo in Oriente, dove cresce maggiormente questo albero, associato all'iconografia de Martiri nel significato di vittoria, di rinascita e di immortalità.
Nelle Sacre Scritture lo stesso Salmo 92, al v. 13 riporta: "Il giusto fiorirà come palma" - Vulgata : iustus ut palma florebit. E il libro sacro dell'Apocalisse, al cap. 7, v. 9, riporta i Santi Martiri davanti a Dio: "Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani". Sono le palme che portano le bambine in processione a Canosa uscendo dalla Chiesa antica di Santa Lucia il 13 Dicembre.
Le dodici croci della consacrazione della Chiesa
Agli occhi vigili e bravi di questi alunni di Scuola indichiamo le croci marmoree intarsiate sui pilastri e sulle pareti della Chiesa e citate nel documento manoscritto del 1926 dell'Archivio Diocesano di Andria.Le contiamo con i bambini: sono dodici. Sono le dodici croci greche di consacrazione delle Chiese. Il rito di Dedicazione di una chiesa è considerato in analogia al Battesimo. Durante il rito il Crisma, olio sacro, viene versato sull'altare e sulle mura della chiesa o delle colonne portanti. Memoria visibile di questo rito sono le "croci di consacrazione" che ritroviamo nelle chiese consacrate, suggellate in pietra, in bronzo, in marmo intarsiato come nella Chiesa di Santa Lucia a Canosa di Puglia. Nel loro insieme, le dodici croci ordinatamente distribuite marcano lo spazio consacrato interamente e per sempre dedicato al culto cristiano. Sui pilastri e sui muri portanti esse indicano che la Chiesa è fondata sulla testimonianza e la predicazione dei dodici Apostoli. Al piede della croce greca sui pilastri spesso è posto un portalume in ferro, segno di fede. Volge al termine il momento formativo e nella gioia prendendoci per mano cantiamo in Chiesa con la voce dei nonni la festa della Vigilia nel fuoco sacro delle "fanòve": "la fanòve a Sànda Lucióje, ueh, ueh! / a Natèle trìdece dóje". Dalla Vigilia mancano tredici giorni al Natale. La Scuola continua fuori della Chiesa leggendo la toponomastica di Piazza ANTICA, logorata dal tempo, antistante la Chiesa, leggendo la pietra storica dello stemma di Papa PIO X.L'ultima stretta di mano la scambiano due bambini in Vico CIRO, il più stretto del rione Castello, dove, come riporta il poeta Savino Losmargiasso, "se t'allùnghe de vràzze, ke cùre derembétte père ca t'abbràzze".
È un messaggio ed un augurio dei bambini alla comunicazione umana nella gioia dei giorni di festa del mese magico, umano e divino del Natale.
Buon Natale!
Maestro Peppino Di Nunno con le Colleghe di Scuola "Giovanni Paolo II"