Stilus Magistri
Addio, cuma Rosetta di Canosa!
Massa Rosa, memoria di affetti, di tradizioni, di fede popolare
venerdì 15 marzo 2024
11.16
Il 13 Marzo dell'Anno del Signore 2024 è approdata in cielo cuma Rosetta, amica di famiglia da 44 anni del Condominio che si affaccia su Giove Toro a Canosa di Puglia. All'età di 80 anni dopo il travaglio di un male incurabile, privata dei capelli di donna ma non del sorriso amorevole, ha cessato il cuore generoso credente dal letto bianco dell'Ospedale di Milano, cui ha vegliato a fianco il vegliardo e saggio marito Ignazio di novanta anni. E come avviene per i nostri figli "espatriati" da Canosa di Puglia al Nord sulle vie del lavoro, hanno vegliato da Milano e da Torino i cari figli Giovanni, Brigida ed Elisabetta, accompagnati dalle cinque nipotine cui nonna Rosetta era molto legata negli affetti familiari. Cuma Rosetta è un "modello di vita" delle nostre madri, come scrivono i miei figli trapiantati anche loro al Nord, avendo conosciuto e vissuto Rosetta accolti in ospitalità. "Ospitalità" è stata una identità valoriale di Rosetta, nell'accoglienza dei figli, dei parenti e amici nel fare banchetto di casa sua con la sapienza della sua cucina, che condivideva con mia moglie. E questo banchetto era aperto anche a me, quando "mi ha dato da mangiare" a casa sua, quando in assenza di mia moglie Elena in visita al Nord dai figli, Rosetta mi offriva il piatto dei sapori di terra nativa. Grazie Rosetta! E in questo banchetto la casa diventava laboratorio alimentare di tradizioni, di dolci che ho riportato in documentazione nel mio libro di Dialettologia del 2015 "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino". E le stesse ricerche storiche del dialetto canosino, come cito, hanno trovato in Lei e nel marito benemerito Ignazio preziose fonti lessicali e culturali in una ottima memoria tramandata oralmente. Sorrideva gioviale nel comunicare in quel ritornello "scèmece a còcche, scèmece a còcche, scème a fè quéra ca c'attòcche......", mentre ora è andata per l'ultimo giorno a dormire, per assopire gli occhi nella malattia sulla terra e per risvegliarsi in cielo nella pace e Misericordia Divina.
Nel libro del "Dialetto Sulle vie dei ciottoli..." la riporto ben quattro volte in fotografia e cultura popolare. Rivediamo dall'Archivio storico del libro le foto che costituiscono non solo l'ontogenesi della persona, ma anche la filogenesi di storia popolare canosina e pugliese: U taccatòne de Rosetta (pag.171) della massaia del '900; le mìre cùtte (il vincotto) di Rosetta (pag. 115); i mostaccioli de l'àneme de li mùrte di Rosetta (pag. 249); la filastrocca a pag. 256 del dopo pranzo, che "saziava" quelli che ospitava a tavola in una forma di convivialità e condivisione evangelica. La rievochiamo con Sabino Mazzarella che venne un giorno a farne un video. Ma Lei parlando in italiano evocava in dialetto la figura dell'Immacolata, "quéra ca tène la cronna 'nghèpe" nei versi dell'Apocalisse di San Giovanni (Ap. 12, 1) accostati alla fanòve de L'Ammaculète. Ora cara Rosetta, La vedi in cielo la Vergine Santissima Maria nella visione con "una corona di dodici stelle sul capo". La Ricordano in casa anche Lucia Lenoci e Sabino Di Noia.
Rosetta sorrideva nella sua cultura orale e sapienza popolare proverbiale dicendo: "sò fàtte le scòle gròsse!" ad avvalorare la sua istruzione fatta a mano con una mente incisa di memoria storica del '900. E Rosetta è stata solidale e generosa ad assistere nel grembiule del servizio anche il padre anziano, la suocera, la pia madre Isabella, di cui conservo ancora oggi sulle spalle una mantellina di lana fatta a mano dagli avanzi di gomitoli. Un'altra l'aveva donata a nonna Maria di Tiziana. Grazie nonna Isabella! E della nonna Isabella da più di un anno mi avevano dato il ...girello per le mie precarietà motorie, di cui altri si sentono degni compagni in condivisione delle opere di cultura e non....servi! Ed era oltremodo solidale con il marito Ignazio e con il figlio Giovanni nella vita del Condominio, esempio per la vita dove in generale rattristano ed opprimono le negligenze e i personalismi. Infatti un giorno consigliata da me si recò da sola al riarmo manuale della cabina dell'ascensore bloccata per interruzione di corrente elettrica! Grazie Rosetta da tutto il Condominio! La fede l'ha sorretta nel male incurabile, nell'itinerario fra ospedali, mai inquieta sempre coraggiosa, mentre mia moglie Elena alla fine dei suoi giorni le portava la "comunione" eucaristica di sera dalla Chiesa di San Sabino, che aveva consacrato le sue nozze d'oro, nel sorriso umano e cristiano. Diceva mia moglie di sera "vado da Rosetta", dove la vicinanza è condivisione umana da 44 anni.
All'anagrafe MASSA ROSA, evocavo scherzando a casa sua dicendole "ti dovrebbero dare la cittadinanza onoraria nel Comune Massarosa in Toscana!". Ma la cittadinanza canosina e italiana di cuma Rosetta è stata riscoperta a casa sua durante un banchetto nel 2011, quando Le parlavo in condivisione dell'Unità d'Italia e della nostra visita al Quirinale in delegazione. Ricordo, Lei si fermò in mente dicendo "conservo una poesia recitata da mio fratello Teodoro e insegnata da Madre Guadalupe, che gli regalò un dizionario" nella Scuola dell'Asilo Minerva da Lei frequentata con tanti alunni di Canosa. Aprì un armadio e mi offrì alla lettura un foglio protocollo manoscritto della poesia "La madre Veneziana". LA MADRE VENEZIANA
Fu la scoperta di una poesia risorgimentale che ritrovai con difficoltà da Venezia al Museo di Solferino e San Martino in documento, mente Madre Guadalupe recitò a memoria il testo tramandato nella Scuola Minerva. La incontrammo a Canosa per i suoi 90 anni. La poesia meritò in dignità di essere posta in vetrina nella Mostra al Vittoriano del 2012, il 150° si racconta, visitata da una classe della Scuola Elementare De Muro Lomanto con la maestra Maria Morra. La pagina è stata consegnata anche a Scuola De Muro Lomanto e al Comune di Canosa in cornice.
Fino all'ultimo Natale nel 2023 aveva come ogni anno allestito con il marito il presepio pieno di pupi nel salone di casa sua: ogni anno andavamo davanti a cantare, a narrare, a pregare, a gioire in festa: ora vedi il presepio vivente del Bambino Gesù in cielo come San Francesco a Greccio, di cui abbiamo celebrato l'Ottavo Centenario. Ti dedichiamo, cara Rosetta, questa santa memoria francescana. La vita è un libro scritto con l'inchiostro rosso del cuore, come di una miniatura medievale. Il libro di Rosetta lo sfogliamo, lo consegniamo, lo tramandiamo composto di 80 pagine come i suoi ottanta anni. L'ultima pagina, l'epilogo che si fa compiuto è la più sapiente e la più pesante sotto la croce del male oscuro del seno che ha allattato la vita del grembo, la più pesante, scritta insieme con i familiari e con la Chiesa che l'ha battezzata e sposata. Quella pagina, come ad ogni persona, sotto la croce è stata strappata nel mistero, per essere portata in cielo, dove diventa riscritta leggera e gioiosa nella Divina Misericordia. Il grembo di madre, come di ogni madre, riposa nel grembo fetale della terra, e rinasce viva nel grembo celeste della Madre di Dio, che l'avvolge nell'Eterno Santo Dio. Porto il suo estremo saluto al telefono di una settimana fa a Canosa; era serena e benevola prima di morire e mi disse: "un abbraccio!", che estendiamo a quanti l'anno vissuta e amata. A volte a chi sta male si lascia indifferenza e anche rifiuto, mentre di insigne esempio nei passi ultimi della Via Crucis una donna dice con mitezza d'animo: "un abbraccio!". Da domani cuma Rosetta sarà ricordata la buonanima di Rosetta! La messa esequiale per Rosa Massa si terrà a Canosa di Puglia alle ore 11,00 di sabato 16 marzo nella Cattedrale di San Sabino come riportano i manifesti affissi in città . Torna a Casa, torna a Canosa senza soffio vitale: rintocca il Campanile mesto e fedele in Dio Padre dal Campanile della Chiesa di San Sabino, mentre Tu esanime ti posi ai piedi della sacra immagine dell'ADDOLORATA, cui eri devota con la tua veletta nera ed il cero di fede acceso. ... e così sia! Addio Rosetta!
Maestro Peppino Di Nunno
Nel libro del "Dialetto Sulle vie dei ciottoli..." la riporto ben quattro volte in fotografia e cultura popolare. Rivediamo dall'Archivio storico del libro le foto che costituiscono non solo l'ontogenesi della persona, ma anche la filogenesi di storia popolare canosina e pugliese: U taccatòne de Rosetta (pag.171) della massaia del '900; le mìre cùtte (il vincotto) di Rosetta (pag. 115); i mostaccioli de l'àneme de li mùrte di Rosetta (pag. 249); la filastrocca a pag. 256 del dopo pranzo, che "saziava" quelli che ospitava a tavola in una forma di convivialità e condivisione evangelica. La rievochiamo con Sabino Mazzarella che venne un giorno a farne un video. Ma Lei parlando in italiano evocava in dialetto la figura dell'Immacolata, "quéra ca tène la cronna 'nghèpe" nei versi dell'Apocalisse di San Giovanni (Ap. 12, 1) accostati alla fanòve de L'Ammaculète. Ora cara Rosetta, La vedi in cielo la Vergine Santissima Maria nella visione con "una corona di dodici stelle sul capo". La Ricordano in casa anche Lucia Lenoci e Sabino Di Noia.
Rosetta sorrideva nella sua cultura orale e sapienza popolare proverbiale dicendo: "sò fàtte le scòle gròsse!" ad avvalorare la sua istruzione fatta a mano con una mente incisa di memoria storica del '900. E Rosetta è stata solidale e generosa ad assistere nel grembiule del servizio anche il padre anziano, la suocera, la pia madre Isabella, di cui conservo ancora oggi sulle spalle una mantellina di lana fatta a mano dagli avanzi di gomitoli. Un'altra l'aveva donata a nonna Maria di Tiziana. Grazie nonna Isabella! E della nonna Isabella da più di un anno mi avevano dato il ...girello per le mie precarietà motorie, di cui altri si sentono degni compagni in condivisione delle opere di cultura e non....servi! Ed era oltremodo solidale con il marito Ignazio e con il figlio Giovanni nella vita del Condominio, esempio per la vita dove in generale rattristano ed opprimono le negligenze e i personalismi. Infatti un giorno consigliata da me si recò da sola al riarmo manuale della cabina dell'ascensore bloccata per interruzione di corrente elettrica! Grazie Rosetta da tutto il Condominio! La fede l'ha sorretta nel male incurabile, nell'itinerario fra ospedali, mai inquieta sempre coraggiosa, mentre mia moglie Elena alla fine dei suoi giorni le portava la "comunione" eucaristica di sera dalla Chiesa di San Sabino, che aveva consacrato le sue nozze d'oro, nel sorriso umano e cristiano. Diceva mia moglie di sera "vado da Rosetta", dove la vicinanza è condivisione umana da 44 anni.
All'anagrafe MASSA ROSA, evocavo scherzando a casa sua dicendole "ti dovrebbero dare la cittadinanza onoraria nel Comune Massarosa in Toscana!". Ma la cittadinanza canosina e italiana di cuma Rosetta è stata riscoperta a casa sua durante un banchetto nel 2011, quando Le parlavo in condivisione dell'Unità d'Italia e della nostra visita al Quirinale in delegazione. Ricordo, Lei si fermò in mente dicendo "conservo una poesia recitata da mio fratello Teodoro e insegnata da Madre Guadalupe, che gli regalò un dizionario" nella Scuola dell'Asilo Minerva da Lei frequentata con tanti alunni di Canosa. Aprì un armadio e mi offrì alla lettura un foglio protocollo manoscritto della poesia "La madre Veneziana". LA MADRE VENEZIANA
Fu la scoperta di una poesia risorgimentale che ritrovai con difficoltà da Venezia al Museo di Solferino e San Martino in documento, mente Madre Guadalupe recitò a memoria il testo tramandato nella Scuola Minerva. La incontrammo a Canosa per i suoi 90 anni. La poesia meritò in dignità di essere posta in vetrina nella Mostra al Vittoriano del 2012, il 150° si racconta, visitata da una classe della Scuola Elementare De Muro Lomanto con la maestra Maria Morra. La pagina è stata consegnata anche a Scuola De Muro Lomanto e al Comune di Canosa in cornice.
Fino all'ultimo Natale nel 2023 aveva come ogni anno allestito con il marito il presepio pieno di pupi nel salone di casa sua: ogni anno andavamo davanti a cantare, a narrare, a pregare, a gioire in festa: ora vedi il presepio vivente del Bambino Gesù in cielo come San Francesco a Greccio, di cui abbiamo celebrato l'Ottavo Centenario. Ti dedichiamo, cara Rosetta, questa santa memoria francescana. La vita è un libro scritto con l'inchiostro rosso del cuore, come di una miniatura medievale. Il libro di Rosetta lo sfogliamo, lo consegniamo, lo tramandiamo composto di 80 pagine come i suoi ottanta anni. L'ultima pagina, l'epilogo che si fa compiuto è la più sapiente e la più pesante sotto la croce del male oscuro del seno che ha allattato la vita del grembo, la più pesante, scritta insieme con i familiari e con la Chiesa che l'ha battezzata e sposata. Quella pagina, come ad ogni persona, sotto la croce è stata strappata nel mistero, per essere portata in cielo, dove diventa riscritta leggera e gioiosa nella Divina Misericordia. Il grembo di madre, come di ogni madre, riposa nel grembo fetale della terra, e rinasce viva nel grembo celeste della Madre di Dio, che l'avvolge nell'Eterno Santo Dio. Porto il suo estremo saluto al telefono di una settimana fa a Canosa; era serena e benevola prima di morire e mi disse: "un abbraccio!", che estendiamo a quanti l'anno vissuta e amata. A volte a chi sta male si lascia indifferenza e anche rifiuto, mentre di insigne esempio nei passi ultimi della Via Crucis una donna dice con mitezza d'animo: "un abbraccio!". Da domani cuma Rosetta sarà ricordata la buonanima di Rosetta! La messa esequiale per Rosa Massa si terrà a Canosa di Puglia alle ore 11,00 di sabato 16 marzo nella Cattedrale di San Sabino come riportano i manifesti affissi in città . Torna a Casa, torna a Canosa senza soffio vitale: rintocca il Campanile mesto e fedele in Dio Padre dal Campanile della Chiesa di San Sabino, mentre Tu esanime ti posi ai piedi della sacra immagine dell'ADDOLORATA, cui eri devota con la tua veletta nera ed il cero di fede acceso. ... e così sia! Addio Rosetta!
Maestro Peppino Di Nunno