Stilus Magistri
Canosa: ai piedi del Crocifisso della Cattedrale
Devozione dei Padri dal 1954
giovedì 6 gennaio 2022
20.56
Si incontra entrando nella Cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia, si incontra uscendo dalla Cattedrale. E' il Crocifisso ligneo di devozione popolare dal '900. In questo tempo di Natività e di Epifania il mistero della Croce di Gesù rimanda alla grotta di Betlemme ritrovando nell'arte sacra più volte la croce nell'aureola di Gesù Bambino. La ritroviamo nell'aureola del Bambinello con l'iscrizione BETHLEHEM giunto da Betlemme in questi giorni a Canosa di Puglia nelle mani di Don Nicola Caputo e del Cavaliere Cosimo Sciannamea con la mia opera. Il mistero della Croce riporta le radici della Passione e Crocifissione di Gesù nell'essenza "amara" della mirra offerta dai Magi a Gesù Bambino e ritrovata nella unzione di Gesù Crocifisso.
Nel Crocifisso della Cattedrale una lapide in basso poco conosciuta attesta le radici storiche ed ecclesiali del Crocifisso offerto dal COMITATO FESTE PATRONALI ANNO MARIANO 1954. Nel 1954, anno mariano ricorreva il Centenario della Costituzione dogmatica dell'8 Dicembre 1854 dell'Immacolata Concezione "Ineffabilis Deus" di Papa PIO IX, che aveva lasciato anche una traccia nel 1854 a Canosa nel Monumento dell'Immacolata in Piazza Colonna. Una fotografia del 1954 pubblicata sul Calendario de "Il Campanile" riporta il Crocifisso portato in processione verso la Cattedrale San Sabino in una cerimonia cittadina.
Il Crocifisso riporta le mani che baciano in preghiera il piede destro sovrapposto e levigato fino a rimuovere la testa del chiodo che trapassa i piedi. Mi sono accostato al volto del Crocifisso quaranta anni fa al tempo dell'Arciprete Don Antonio Piattone risanando volontariamente con la tempera la parete dell'edicola e sostituendo il passamano ligneo tarlato posto sul recinto in ferro, dove si posano le mani dei fedeli. Da una foto inviata da Don Nicola Caputo porgiamo la lettura del volto del Crocefisso che rappresentato ancora agonizzante e vivente sofferente, composto, austero e misericordioso e con gli occhi socchiusi lacrimanti sotto stille di sangue sulla fronte con la testa flessa verso il braccio a sinistra dell'osservatore. È il CHRISTUS PATIENS, "il Cristo dolente", modello iconografico legato al Crocifisso del Sec. XIII che esprime la Passione di Gesù in Croce e suscita la compassione del fedele posto ai piedi della Croce in una partecipazione empatica e spirituale alla Passione di Gesù.
Il modello iconografico del Cristo morto nell'arte sacra rappresenta Gesù con gli occhi chiusi ed il capo chinato totalmente come riporta il Vangelo di Giovanni (Cap. 19, v. 30): "Tutto e compiuto! E. chinato il capo, spirò". In una ricerca del Prevosto Siliceo di Troia abbiamo visto in passato i due Crocifissi pregevoli dello stesso autore Pietro Frasa (1678-1711), chierico domenicano milanese, che riportano i due momenti in agonia e nella morte, Nella Cattedrale di Troia è venerato il Cristo in agonia nel 1703, miracoloso; nella Cattedrale di Foggia è venerato il Crocifisso del 1711 del Cristo Morto, dove l'autore morto nello stesso anno fu sepolto.
Ritorniamo al Crocifisso della Cattedrale di San Sabino del 1954, dove riscopriamo dalla foto di Don Nicola Caputo la devozione in memoria del tripode della lampada votiva collocata ai piedi del Cristo con una targhetta sulla base in marmo: « IN MEMORIA DEL COLLEGA ENZO DI FAZIO, GLI ESATTORIALI – CANOSA 10-6-1977». La conosce e ricorda il figlio Dott. Lilli Di Fazio, da noi contattato nel ricordo da bambino della morte prematura del Padre, Responsabile dell'Esattoria di Canosa. Ma ai piedi del Crocifisso le pietre evochiamo la devozione e la preghiera dei fedeli dei nostri padri e delle nostre madri, come rivedo il 30 luglio 2014 mia madre Rosa Mastrapasqua con un fazzoletto in mano, che asciuga le nostre lacrime umane e in empatia quelle divine del Cristo Crocifisso. Entrando, uscendo della Cattedrale di San Sabino, posiamo i nostri passi e le nostre mani in silenzio ai piedi del Cristo Crocifisso, in affidamento di fede.
Maestro Peppino Di Nunno
Nel Crocifisso della Cattedrale una lapide in basso poco conosciuta attesta le radici storiche ed ecclesiali del Crocifisso offerto dal COMITATO FESTE PATRONALI ANNO MARIANO 1954. Nel 1954, anno mariano ricorreva il Centenario della Costituzione dogmatica dell'8 Dicembre 1854 dell'Immacolata Concezione "Ineffabilis Deus" di Papa PIO IX, che aveva lasciato anche una traccia nel 1854 a Canosa nel Monumento dell'Immacolata in Piazza Colonna. Una fotografia del 1954 pubblicata sul Calendario de "Il Campanile" riporta il Crocifisso portato in processione verso la Cattedrale San Sabino in una cerimonia cittadina.
Il Crocifisso riporta le mani che baciano in preghiera il piede destro sovrapposto e levigato fino a rimuovere la testa del chiodo che trapassa i piedi. Mi sono accostato al volto del Crocifisso quaranta anni fa al tempo dell'Arciprete Don Antonio Piattone risanando volontariamente con la tempera la parete dell'edicola e sostituendo il passamano ligneo tarlato posto sul recinto in ferro, dove si posano le mani dei fedeli. Da una foto inviata da Don Nicola Caputo porgiamo la lettura del volto del Crocefisso che rappresentato ancora agonizzante e vivente sofferente, composto, austero e misericordioso e con gli occhi socchiusi lacrimanti sotto stille di sangue sulla fronte con la testa flessa verso il braccio a sinistra dell'osservatore. È il CHRISTUS PATIENS, "il Cristo dolente", modello iconografico legato al Crocifisso del Sec. XIII che esprime la Passione di Gesù in Croce e suscita la compassione del fedele posto ai piedi della Croce in una partecipazione empatica e spirituale alla Passione di Gesù.
Il modello iconografico del Cristo morto nell'arte sacra rappresenta Gesù con gli occhi chiusi ed il capo chinato totalmente come riporta il Vangelo di Giovanni (Cap. 19, v. 30): "Tutto e compiuto! E. chinato il capo, spirò". In una ricerca del Prevosto Siliceo di Troia abbiamo visto in passato i due Crocifissi pregevoli dello stesso autore Pietro Frasa (1678-1711), chierico domenicano milanese, che riportano i due momenti in agonia e nella morte, Nella Cattedrale di Troia è venerato il Cristo in agonia nel 1703, miracoloso; nella Cattedrale di Foggia è venerato il Crocifisso del 1711 del Cristo Morto, dove l'autore morto nello stesso anno fu sepolto.
Ritorniamo al Crocifisso della Cattedrale di San Sabino del 1954, dove riscopriamo dalla foto di Don Nicola Caputo la devozione in memoria del tripode della lampada votiva collocata ai piedi del Cristo con una targhetta sulla base in marmo: « IN MEMORIA DEL COLLEGA ENZO DI FAZIO, GLI ESATTORIALI – CANOSA 10-6-1977». La conosce e ricorda il figlio Dott. Lilli Di Fazio, da noi contattato nel ricordo da bambino della morte prematura del Padre, Responsabile dell'Esattoria di Canosa. Ma ai piedi del Crocifisso le pietre evochiamo la devozione e la preghiera dei fedeli dei nostri padri e delle nostre madri, come rivedo il 30 luglio 2014 mia madre Rosa Mastrapasqua con un fazzoletto in mano, che asciuga le nostre lacrime umane e in empatia quelle divine del Cristo Crocifisso. Entrando, uscendo della Cattedrale di San Sabino, posiamo i nostri passi e le nostre mani in silenzio ai piedi del Cristo Crocifisso, in affidamento di fede.
Maestro Peppino Di Nunno