Stilus Magistri
Canosa dei sette colli.
Antica città collinare punteggiata di imponenti ruderi
martedì 9 giugno 2015
22.48
"Paese mio che stai sulla collina…", viene di cantare risalendo le colline di Canosa e lo ricordo quando da giovane andavo in bicicletta, affacciandomi dall'altura di via Santa Lucia, dove oggi sorge il prestigioso Palazzo Mariano o dal belvedere del borgo antico del Castello, dove con gli alunni di Scuola Elementare abbiamo fatto lezione del territorio, di Storia, di Geografia e di Scienze. Oggi vogliamo sfogliare queste sette pagine, ponendo ordine culturale all'elenco infondato riportato da più parti, riportato dalle note di Wikipedia o da altri apprezzati libretti del '900 e di oggi, mentre intendiamo fare ricerca storica, attingendo alle fonti scientifiche e facendo verifica. L'elenco infondato a volte citato, anche nelle pubblicazioni, riporta questi sette colli: "S. Giovanni, Santa Sofia, S. Giorgio, Montescupolo, San Leucio, Santa Lucia, Murgetta".
Nella nota n. 33 di Wikipedia si riporta: "Le sette colline sono S. Giovanni, Santa Sofia, San Giorgio, Montescupolo, San Leucio - detto anche dei SS. Quaranta -, Santa Lucia e Murgetta".
La collega Maria Morra, attenta alla storia del territorio, negli anni scorsi, mi chiese una verifica soprattutto sul toponimo dei Quaranta Martiri, riportato dai suoi alunni nella ricerca in web. Plaudo agli alunni, agli studenti, che ricercano e scrivono; a loro offro la seguente guida formativa.
Intendiamo riportare una ricerca fondata sui colli del nostro "loco natio", cui venni alla luce nel 5 giugno.
La città collinare che assomiglia all'antica Grecia
Visitando il Palazzo municipale di Canosa, di fronte agli occhi laboriosi e cortesi di Donato Fasanelli, osserviamo un tabellone fotografico di Canosa di Puglia e dei tesori di Canosa, elaborato intorno al 1981, esposto in passato anche a Trani, che riporta in basso la seguente iscrizione:
"Situata su una altura e circondata da vasti campi, Canosa di Puglia assomiglia alle città collinari dell'antica Grecia, le cui rovine punteggiano ancora le coste ioniche dell'Asia Minore".
Purtroppo con sentimento increscioso alcune colline sono state depauperate dallo sfruttamento dell'argilla emigrata, senza una pianficazione idrogeologica, in cui, da Consgliere comunale nell'80, mi sono esposto.
I sette colli nella storia
Non si tratta di una leggenda, come a volte si scrive, ma di storia attestata dall'insigne storico Prevosto Tortora nella "Translatio corporis S. Sabini", al Cap. VI, par. I della Relatio Ecclesiae Canusinae del '700, attingendo anche all'Abate Damadeno.
"Canusium …Fundata autem erat in planitie Campaniæ Apuliæ supra septem colles ascensu faciles…".
"Era stata inoltre fondata sulla pianura della Puglia della Campania sopra a sette colli, agevoli in salita".
I due colli storici delle rocche
Tra i sette colli, due emergono per le rocche edificate e meritano già la denominazione corrispondente, che , se omessa, costituisce una lacuna storica.
Così prosegue il Tortora nel testo citato: "septem colles…. supra quorum duos præeminebant duæ munitissimæ arces", "i sette colli, sopra due dei quali emergevano due rocche molto fortificate".
Si tratta della "famigerata S. Angeli arx" e del "castrum Regionis Sanctorum quadraginta"; il Tortora scrive che al tempo dell'assedio dei Longobardi, e del re Autari nel 588, la fortezza di Sant'Angelo fu distrutta, mentre rimase illesa la rocca del colle dei Quaranta Martiri, intorno alla quale i cittadini riedificarono le case, (ut collis tantum SS. Quadraginta progressu temporis incoleretur), costituendo il borgo antico dal '600 al '900, denominato rione "Castello" o della Rocca.
La devastazione dei Longobardi e della rocca di S. Angelo, viene descritta dal Tortora nella Relatio, al Cap. IV, par. I, 7, dei "Principes Longobardi Urbem Canusinam devastant".
Le rocche storiche dei due colli negli studi del Morea
Gli studi autorevoli e fondati del prof. Giuseppe Morea, mio Preside al tempo del Liceo Scientifico, pubblicano nei quaderni del Centro Servizi Culturali, un convegno del 22 aprile 1969, ospite del Direttore Landolfi nell'aula magna del Circolo Didattico "S. Lucia", sul tema dell'Acropoli-Castello di Canosa.
"Oltre al Castello acropoli diomedea sul Colle detto dei Santi Quaranta Martiri, un'altra fortezza, detta dei Santi Angeli, era situato sul colle detto di Sant'Angelo"; infatti "sulla collina di Santa Lucia, dove si trovana l'altra fortezza, detta dei SS. Angeli, distrutta dai Longobardi nel 588 d. C." . Lo stesso Morea riporta il Tortora tre le diverse fonti, oggi confermate dal prof. Ortwin Dally da Berlino, autore della prestigiosa tesi di laurea del Santuario della Daunia, sottostante la Basilica di San Leucio.
Citare le colline di Santa Lucia e di San Leucio, richiama erroneamnete nel toponimo lo stesso colle, il cui sito archeologico della Basilica di S. Leucio fu scoperto per la prima volta nello scavo del 1925.
Incontro il 20 maggio 2015, nel giorno della Fiera dei cavalli di Costantinopoli, l'amico prof. Vito Landriscina ed altri che mi confemano la denominazione catastale della contrada "Santa Lucia".
Ma, studiando il dialetto in questi anni, ho raccolto la voce del vulgus, degli anziani che evocavano il Colle "séuse a sand'Ángele" (sopra a Sant'Angelo), mentre la stessa toponomastica dell'antico stradario, riporta Vico Sant'Angelo, a valle di Via Santa Lucia verso Benedetto Brin, dove la calce ha coperto l'iscrizione, confermata dal gentile proprietario del Palazzo gentilizio, affacciato al balcone e letto dai miei studi nello stradario dell'Archivio Storico Comunale.
I toponimi dei SETTE COLLI
Premessi questi studi e queste fonti, nelle radici storiche, poniamo ordine e fondatezza ai sette colli storici di Canosa, volgendo lo sguardo dalla valle dell'Ofanto verso la Città, da sinistra a destra, da Nord-Est a Sud-Ovest. Fra i sette colli è necessario apporre la segnaletica in marrone di "colle Sant'Angelo" e "colle dei Quaranta Martiri".
Colle dei Quaranta Martiri ("Collis agnoscitur", un colle si vede, Tortora, Relat. Cap. I, III).Il Colle del borgo antico del "Castello", in una posizione strategica si affaccia come sentinella sulla piana dell'Ofanto con lo sguardo che scorre dal Monte dell'Avvoltoio, detto "Vulture", al Gargano, al mare Adriatico.
Il Colle evoca la storia dei quaranta soldati Martiri di Sebaste in Armenia nelle persecuzioni dell'anno 250 dell'Imperatore Licinio Gallieno. A questi apostoli della fede, come dice il Morea, furono erette 40 statue presso la Rocca del Colle; nel 1517 anche nella Treviso veneta (Tarvisium), nella terra di Aquileia, fu eretta presso le mura della città la porta monumentale marmorea "PORTA SANCTORUM QUADRAGINTA".
Possiamo considerarlo il colle per eccellenza, per la sua posizione geomorfologica e per le vestigia della sua storia, richiedendo una segnaletica del toponimo che lo faccia riconoscere. Infatti il Tortora nella Relatio del '700, quando conteneva un edificio per la famiglia del Principe di Canosa, riporta al Cap. I, par. III, una città che aveva un rocca (Arcem habet) ed era resa famosa dalle vestigia dell'antico castello (veteris Castri vestigiis nobilitatem). Riconosciamo questo colle, come scrive il Tortora: "collis cernitur…collis agnoscitur… collis agnoscitur": "un colle si distingue.. un colle si riconosce…un colle si riconosce"; lo vediamo quando partiamo da Canosa verso Nord, lo vediamo quando ritorniamo a Sud a Canosa.
Se il Tortora lo scorge per tre volte nel verbo, il colle non può essere omesso nell'elenco, come avviene!
Colle S. Giovanni Il colle emerge nella zona San Giovanni, verso le spalle del Camposanto in contrada Lama dei Fichi.
Colle Santa Sofia Il Colle costituisce l'insediamento della famosa necropoli e Basilica paleocristiana di Santa Sofia, sull'altura di Lamapopoli.
Colle San Giorgio Il colle emerge verso la via di Barletta in contrada San Giorgio, nel culto del Santo diffuso nel Tavoliere (Chieuti), nella Puglia (Locorotondo) e nel Gargano (Vieste).
Colle MontescupoloIl colle, sede anche di una domus romana, emerge verso l'altura di via Baccaro e quindi dell'attuale insediamento abitativo della zona 167. Il toponimo, rimanda, in una personale interpretazione, alla "cupola del monte" (montis-cupola).
Colle di Sant'AngeloIl colle storico, sede della Rocca di S. Angelo, sorge in contrada "Santa Lucia" nell'800 e svela nel '900 il sito archeologico doi San Leucio. Riteniamo che il nome si leghi al culto dell'Arcangelo Michele, diffuso dal Vulture al Monte sacro del Gargano. Nella toponomastica andrebbe posta una segnaletica che scriva "Colle di Sant'Angelo", nella memoria delle radici storiche della rocca (famigerata arx).
Colle San PietroL'ultimo colle storico, va citato nel sito archeologico della Basilica paleocristiana di San Pietro, riportata dal Tortora. La stessa voce in dialetto attestava: "séuse a sànde Pìte", nel riscontro di Vico San Pietro. Risulta improprio chiamarlo con la via della Murgetta che fiancheggia a valle il Colle e i ruderi storici del Colle della Vecchia Cattedrale di Canosa, da cui furono traslate le spoglie del Vescovo Sabino verso l'800.
Ripercorriamo le alture di Canosa di Puglia, punteggiata come le città collinari dell'antica Grecia, fondata da Diomede, "a Diomede condita dicuntur" e "dudum ante Romam conditum" (fondata poco prima di Roma), come attesta nell'opera "Aes Canusinum" l'abate Damadeno, da non confondere con Strabone:
Colle dei Quaranta Martiri, Colle San Giovanni, Colle Santa Sofia, Colle San Giorgio, Colle Montescupolo, Colle di Sant'Angelo, Colle San Pietro.
Sono i sette colli che avrebbero chiamato per analogia all'Urbe capitolina la "piccola Roma" di Canosa.
Dai toponimi dei colli preceduti per sei volte dalla lettera "S" del santo, emergono le radici storiche della cristianizzazione della Puglia e di Canusium, dall'epoca paleocristiana al '900.
Apponiamo le correzioni, recuperiamo le radici storiche e scriviamo i Sette Colli di Canosa di Puglia.
Ob amorem patriae
Per amore del paese nativo, che sta sulla collina.
maestro Peppino Di Nunno,
(Citare le fonti e l'autore della ricerca),
Nella nota n. 33 di Wikipedia si riporta: "Le sette colline sono S. Giovanni, Santa Sofia, San Giorgio, Montescupolo, San Leucio - detto anche dei SS. Quaranta -, Santa Lucia e Murgetta".
La collega Maria Morra, attenta alla storia del territorio, negli anni scorsi, mi chiese una verifica soprattutto sul toponimo dei Quaranta Martiri, riportato dai suoi alunni nella ricerca in web. Plaudo agli alunni, agli studenti, che ricercano e scrivono; a loro offro la seguente guida formativa.
Intendiamo riportare una ricerca fondata sui colli del nostro "loco natio", cui venni alla luce nel 5 giugno.
La città collinare che assomiglia all'antica Grecia
Visitando il Palazzo municipale di Canosa, di fronte agli occhi laboriosi e cortesi di Donato Fasanelli, osserviamo un tabellone fotografico di Canosa di Puglia e dei tesori di Canosa, elaborato intorno al 1981, esposto in passato anche a Trani, che riporta in basso la seguente iscrizione:
"Situata su una altura e circondata da vasti campi, Canosa di Puglia assomiglia alle città collinari dell'antica Grecia, le cui rovine punteggiano ancora le coste ioniche dell'Asia Minore".
Purtroppo con sentimento increscioso alcune colline sono state depauperate dallo sfruttamento dell'argilla emigrata, senza una pianficazione idrogeologica, in cui, da Consgliere comunale nell'80, mi sono esposto.
I sette colli nella storia
Non si tratta di una leggenda, come a volte si scrive, ma di storia attestata dall'insigne storico Prevosto Tortora nella "Translatio corporis S. Sabini", al Cap. VI, par. I della Relatio Ecclesiae Canusinae del '700, attingendo anche all'Abate Damadeno.
"Canusium …Fundata autem erat in planitie Campaniæ Apuliæ supra septem colles ascensu faciles…".
"Era stata inoltre fondata sulla pianura della Puglia della Campania sopra a sette colli, agevoli in salita".
I due colli storici delle rocche
Tra i sette colli, due emergono per le rocche edificate e meritano già la denominazione corrispondente, che , se omessa, costituisce una lacuna storica.
Così prosegue il Tortora nel testo citato: "septem colles…. supra quorum duos præeminebant duæ munitissimæ arces", "i sette colli, sopra due dei quali emergevano due rocche molto fortificate".
Si tratta della "famigerata S. Angeli arx" e del "castrum Regionis Sanctorum quadraginta"; il Tortora scrive che al tempo dell'assedio dei Longobardi, e del re Autari nel 588, la fortezza di Sant'Angelo fu distrutta, mentre rimase illesa la rocca del colle dei Quaranta Martiri, intorno alla quale i cittadini riedificarono le case, (ut collis tantum SS. Quadraginta progressu temporis incoleretur), costituendo il borgo antico dal '600 al '900, denominato rione "Castello" o della Rocca.
La devastazione dei Longobardi e della rocca di S. Angelo, viene descritta dal Tortora nella Relatio, al Cap. IV, par. I, 7, dei "Principes Longobardi Urbem Canusinam devastant".
Le rocche storiche dei due colli negli studi del Morea
Gli studi autorevoli e fondati del prof. Giuseppe Morea, mio Preside al tempo del Liceo Scientifico, pubblicano nei quaderni del Centro Servizi Culturali, un convegno del 22 aprile 1969, ospite del Direttore Landolfi nell'aula magna del Circolo Didattico "S. Lucia", sul tema dell'Acropoli-Castello di Canosa.
"Oltre al Castello acropoli diomedea sul Colle detto dei Santi Quaranta Martiri, un'altra fortezza, detta dei Santi Angeli, era situato sul colle detto di Sant'Angelo"; infatti "sulla collina di Santa Lucia, dove si trovana l'altra fortezza, detta dei SS. Angeli, distrutta dai Longobardi nel 588 d. C." . Lo stesso Morea riporta il Tortora tre le diverse fonti, oggi confermate dal prof. Ortwin Dally da Berlino, autore della prestigiosa tesi di laurea del Santuario della Daunia, sottostante la Basilica di San Leucio.
Citare le colline di Santa Lucia e di San Leucio, richiama erroneamnete nel toponimo lo stesso colle, il cui sito archeologico della Basilica di S. Leucio fu scoperto per la prima volta nello scavo del 1925.
Incontro il 20 maggio 2015, nel giorno della Fiera dei cavalli di Costantinopoli, l'amico prof. Vito Landriscina ed altri che mi confemano la denominazione catastale della contrada "Santa Lucia".
Ma, studiando il dialetto in questi anni, ho raccolto la voce del vulgus, degli anziani che evocavano il Colle "séuse a sand'Ángele" (sopra a Sant'Angelo), mentre la stessa toponomastica dell'antico stradario, riporta Vico Sant'Angelo, a valle di Via Santa Lucia verso Benedetto Brin, dove la calce ha coperto l'iscrizione, confermata dal gentile proprietario del Palazzo gentilizio, affacciato al balcone e letto dai miei studi nello stradario dell'Archivio Storico Comunale.
I toponimi dei SETTE COLLI
Premessi questi studi e queste fonti, nelle radici storiche, poniamo ordine e fondatezza ai sette colli storici di Canosa, volgendo lo sguardo dalla valle dell'Ofanto verso la Città, da sinistra a destra, da Nord-Est a Sud-Ovest. Fra i sette colli è necessario apporre la segnaletica in marrone di "colle Sant'Angelo" e "colle dei Quaranta Martiri".
Colle dei Quaranta Martiri ("Collis agnoscitur", un colle si vede, Tortora, Relat. Cap. I, III).Il Colle del borgo antico del "Castello", in una posizione strategica si affaccia come sentinella sulla piana dell'Ofanto con lo sguardo che scorre dal Monte dell'Avvoltoio, detto "Vulture", al Gargano, al mare Adriatico.
Il Colle evoca la storia dei quaranta soldati Martiri di Sebaste in Armenia nelle persecuzioni dell'anno 250 dell'Imperatore Licinio Gallieno. A questi apostoli della fede, come dice il Morea, furono erette 40 statue presso la Rocca del Colle; nel 1517 anche nella Treviso veneta (Tarvisium), nella terra di Aquileia, fu eretta presso le mura della città la porta monumentale marmorea "PORTA SANCTORUM QUADRAGINTA".
Possiamo considerarlo il colle per eccellenza, per la sua posizione geomorfologica e per le vestigia della sua storia, richiedendo una segnaletica del toponimo che lo faccia riconoscere. Infatti il Tortora nella Relatio del '700, quando conteneva un edificio per la famiglia del Principe di Canosa, riporta al Cap. I, par. III, una città che aveva un rocca (Arcem habet) ed era resa famosa dalle vestigia dell'antico castello (veteris Castri vestigiis nobilitatem). Riconosciamo questo colle, come scrive il Tortora: "collis cernitur…collis agnoscitur… collis agnoscitur": "un colle si distingue.. un colle si riconosce…un colle si riconosce"; lo vediamo quando partiamo da Canosa verso Nord, lo vediamo quando ritorniamo a Sud a Canosa.
Se il Tortora lo scorge per tre volte nel verbo, il colle non può essere omesso nell'elenco, come avviene!
Colle S. Giovanni Il colle emerge nella zona San Giovanni, verso le spalle del Camposanto in contrada Lama dei Fichi.
Colle Santa Sofia Il Colle costituisce l'insediamento della famosa necropoli e Basilica paleocristiana di Santa Sofia, sull'altura di Lamapopoli.
Colle San Giorgio Il colle emerge verso la via di Barletta in contrada San Giorgio, nel culto del Santo diffuso nel Tavoliere (Chieuti), nella Puglia (Locorotondo) e nel Gargano (Vieste).
Colle MontescupoloIl colle, sede anche di una domus romana, emerge verso l'altura di via Baccaro e quindi dell'attuale insediamento abitativo della zona 167. Il toponimo, rimanda, in una personale interpretazione, alla "cupola del monte" (montis-cupola).
Colle di Sant'AngeloIl colle storico, sede della Rocca di S. Angelo, sorge in contrada "Santa Lucia" nell'800 e svela nel '900 il sito archeologico doi San Leucio. Riteniamo che il nome si leghi al culto dell'Arcangelo Michele, diffuso dal Vulture al Monte sacro del Gargano. Nella toponomastica andrebbe posta una segnaletica che scriva "Colle di Sant'Angelo", nella memoria delle radici storiche della rocca (famigerata arx).
Colle San PietroL'ultimo colle storico, va citato nel sito archeologico della Basilica paleocristiana di San Pietro, riportata dal Tortora. La stessa voce in dialetto attestava: "séuse a sànde Pìte", nel riscontro di Vico San Pietro. Risulta improprio chiamarlo con la via della Murgetta che fiancheggia a valle il Colle e i ruderi storici del Colle della Vecchia Cattedrale di Canosa, da cui furono traslate le spoglie del Vescovo Sabino verso l'800.
Ripercorriamo le alture di Canosa di Puglia, punteggiata come le città collinari dell'antica Grecia, fondata da Diomede, "a Diomede condita dicuntur" e "dudum ante Romam conditum" (fondata poco prima di Roma), come attesta nell'opera "Aes Canusinum" l'abate Damadeno, da non confondere con Strabone:
Colle dei Quaranta Martiri, Colle San Giovanni, Colle Santa Sofia, Colle San Giorgio, Colle Montescupolo, Colle di Sant'Angelo, Colle San Pietro.
Sono i sette colli che avrebbero chiamato per analogia all'Urbe capitolina la "piccola Roma" di Canosa.
Dai toponimi dei colli preceduti per sei volte dalla lettera "S" del santo, emergono le radici storiche della cristianizzazione della Puglia e di Canusium, dall'epoca paleocristiana al '900.
Apponiamo le correzioni, recuperiamo le radici storiche e scriviamo i Sette Colli di Canosa di Puglia.
Ob amorem patriae
Per amore del paese nativo, che sta sulla collina.
maestro Peppino Di Nunno,
(Citare le fonti e l'autore della ricerca),