Canosa Cimitero
Canosa Cimitero
Stilus Magistri

Canosa: La lapide storica del CAMPOSANTO

La Pietà dei Canosini alle umane spoglie

Nella commemorazione dei Defunti nel mese di Novembre approdiamo viandanti, pellegrini, custodi degli "amorosi sensi" familiari ai sepolcri foscoliani, in VIA AGLI AVELLI di Canosa di Puglia verso il Camposanto stagliato in lettere cubitali sul portale di ingresso che accede ad un "Campo Santo".

La fondazione
Entrando volgiamo in alto lo sguardo alla lapide di fondazione del Comune che porta la data del MDCCCXLII, quando Canosa faceva parte del Regno di Napoli, nelle radici che custodiamo nello stemma, da noi riscoperto, dell'800.
La lapide marmorea
La lapide è un cimelio marmoreo con lettere scalpellate a mano e forse colmate di stagno fuso secondo la tecnica del tempo.
La lapide è stata sostituita con identico testo da una lapide moderna con lettere di metallo infisse, mentre fu fotografata dalla mia persona mentre giaceva a terra negletta presso l'ufficio. Nella ricerca non l'abbiamo più ritrovata e pertanto recuperiamo la dignità porgendo e divulgando la lettura del testo.
Abbiamo realizzato stampe della foto unica e consegnato un quadretto incorniciato al Cappellano Don Mario Porro per la Cappella Maggiore.

Il Sindaco artefice
In una "laicità positiva" scrive nel 1842 sul marmo indelebile il Sindaco FERDINANDO LOPEZ, lo Stesso che eleva il monumento dell'Immacolata di Piazza Colonna, oggi Piazza della Repubblica, nel febbraio del 1855 contemporaneamente alla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione.
In toponomastica Vico F. LOPEZ è approdato dinanzi al Palazzo Iliceto all'ingresso superiore nel Borgo Antico del Castello, dove merita di essere custodito nella targa moderna in pietra calcarea.

Le umane spoglie
La lapide storica del Camposanto raccoglie e rappresenta LA PIETA' DEI CANOSINI e viene dedicata ALLE UMANE SPOGLIE DEI MORIENTI NEL BACIO DELLA CROCE, che si pone di rito anche sulle tombe ignote di Caduti in guerra, di morti per Epidemia, o nell'ossario comunale a poveri.
"Pe' segno, sulamente 'na crucella..." direbbe il principe Totò nella Livella sulle fosse comuni dell'ossario comunale prive di nomi e dei defunti della pandemia della Spagnola, dal "carnaio" salvati nel 1996 in un mio progetto volontario.

Il Cristogramma
E la lapide storica del Camposanto riporta in alto come sigillo il CRISTOGRAMMA, nella identità dei primi Cristiani nei Sepolcri delle Catacombe di Santa Sofia di Canosa, recentemente riscoperte.
Il Monogramma di Cristo in greco con le lettere X P intrecciate, prime due lettere del nome di Cristo in greco, è presente in molte Cappelle del nucleo storico del Cimitero fino al '900.
Lo abbiamo realizzato in disegno con carboncino nero nella Scuola De Muro Lomanto, riproducendo il monogramma ripetuto 33 volte nel Candelabro in ferro battuto di P. FRANCI di Siena e presente nella Cattedrale di San Sabino dalla metà dell'800 con le lettere Alfa e Omega, A Ω, Principum et Finis. Come la primna e ultima lettera dell'Alfabeto greco.
A Scuola nel 2009 giunse nella classe 4^ A per pochi mesi un bambino dalla Bulgaria di nome "Cristo" con cui compagni scrissero una pagina di accoglienza interculturale legata al monogramma di Cristo ritrovato nel candelabro della Cattedrale. Ne alleghiamo due foto con le pagine manoscritte da Giuseppe Piacenza con il titolo "Cristo in mezzo a noi, un compagno di classe".

La pietà dei Canosini
La Pietà dei Canosini, la PIETAS umana, QUESTO RECINTO SAGRAVA, "consacrava" dalla terra al cielo, dall'orizzonte del tempo alla immortalità, dal dolore della morte all'amore degli estinti, nella luce perpetua dell'oltretomba, patrimonio di archeologia sacra nei numerosi IPOGEI di Canusium, nei CLARA MONUMENTA deposti intorno e sotto la Cattedrale di San Sabino.
L'iscrizione della lapide si conclude dipingendo una donna spirituale che sorge l'animo del Popolo anche laicamente.

Salve o Fede
SALVE O FEDE
CHE MAESTOSA SEDENTE SULLE TOMBE
I VIVENTI AMMESTRI NEL SILENZIO DEGLI ESTINTI

Si dovrebbe dipingere in arte sacra questa immagine dove gli estinti non sono morti ma riposano in silenzio nella pace dell'Eterno e dove lo stesso silenzio ammaestra i "viventi", legati ai "morienti".

La lapide andrebbe conosciuta e studiata e divulgata in tutte le Chiese e a Scuola di ogni livello, e con ogni Sindaco nel Comune, come patrimonio storico, culturale, spirituale del territorio con gli Ipogei avanti Cristo.

Così nella Bibbia il libro sacro Qohèlet, "il radunante" pseudonimo dell'autore scritto in ebraico nel III sec. a. C. , in greco Ecclesiaste, rappresenta la nostra morte:
«Ritorna la polvere alla terra, com'era prima, e il soffio vitale (rûah) torna a Dio che lo ha dato» (12,7). e dal cielo soffia perpetuo sulla terra nel nostro animo, nella memoria degli estinti, e così sia!
Maestro Peppino Di Nunno
  • Commemorazione dei Defunti
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